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  • L’aborto è la soluzione?

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  • L’aborto è la soluzione?
  • Svegliatevi! 1976
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  • Risolve i problemi demografici?
  • Rimedio contro gli abusi?
  • Sicura soluzione dei problemi personali?
  • Sentimenti di angoscia
  • Quando comincia la vita?
  • Siete disposte ad abortire?
    Svegliatevi! 1982
  • Aborto: una facile soluzione?
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  • Uno sguardo al problema degli aborti
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  • Aborto: Il mondo è diviso
    Svegliatevi! 1987
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 8/2 pp. 3-7

L’aborto è la soluzione?

FORSE avete già sentito questa domanda, o ve la siete posta personalmente. Sorge spesso, in relazione a svariati problemi. Quindi, forse vi chiedete: È l’aborto legalizzato il modo migliore per frenare l’esplosione della popolazione terrestre? Potrebbe porre fine agli abusi che fanno perdere la vita a molte donne che abortiscono illegalmente? Ed è l’aborto legale il modo di risolvere problemi personali associati a una gravidanza indesiderata?

I modi di pensare e le leggi sull’aborto differiscono in modo notevole da luogo a luogo. L’aborto è illegale nei paesi arabi dove prevalgono i musulmani. È proibito in Nigeria, se un medico non dichiara che la vita della donna è in pericolo. Il 25 febbraio 1975 la Corte Costituzionale della Germania Occidentale emanò un decreto contrario all’aborto. Viceversa, il 22 gennaio 1973, la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò il diritto legale delle donne di abortire nei primi mesi di gravidanza. E in Giappone le donne possono abortire legalmente quasi su richiesta fino al settimo mese di gravidanza. Certo, nelle nazioni dove l’aborto è ammesso, le norme che lo regolano variano in misura notevole.

Risolve i problemi demografici?

Come probabilmente sapete, milioni di donne abortiscono legalmente o illegalmente. La Divisione Demografica delle Nazioni Unite ha riferito che “l’aborto può essere il metodo singolo più estesamente impiegato oggi nel mondo per il controllo delle nascite”. Ma vuol forse dire che l’aborto sia una desiderabile soluzione dei problemi demografici dell’uomo?

Nel 1948 la Dieta del Giappone emanò una legge molto liberale sull’aborto. Quali sono stati i risultati? Fu posto un freno alla popolazione, certo. Tuttavia, dopo un quarto di secolo di facili aborti, il prof. T. S. Ueno dell’Università Nihon di Tokyo osservò: “L’aborto è diventato un modo di vivere. La vita morale è disordinata. È un’èra di libere relazioni sessuali, e la vita del nascituro non è rispettata”.

Sì, l’aborto è servito a porre un freno all’aumento della popolazione. Ma nello stesso tempo è stato corrosivo per la morale. Non ha certo suscitato profondo rispetto per la vita umana. In realtà, dunque, è l’aborto una soluzione desiderabile dei problemi demografici? La ragione e la logica non dicono forse di no?

Rimedio contro gli abusi?

Specialmente se conoscete una donna rimasta menomata in seguito a un aborto illegale forse vi chiedete se la legalizzazione degli aborti non abbia in certi luoghi posto fine a pericolosi abusi. Per esempio, sostituendo gli aborti illegali con gli aborti legali, quale effetto ha avuto la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti emanata nel 1973? Secondo il dott. Christopher Tietze, consulente anziano del Consiglio Demografico, la decisione ridusse i decessi femminili causati da aborti da oltre 300 all’anno nel decennio 1960-1970 a 47 nel 1973. Ma tale decisione della corte non pose fine ai decessi causati da aborti. Il dott. Tietze disse che quell’anno continuarono a essere procurati alcuni aborti illegali, causando 25 di quei 47 decessi.

Per citare un altro esempio, prendiamo l’India. Si calcola che 5.000.000 di donne vi abortiscono ogni anno, legalmente o illegalmente. Nel 1971, la legge concesse alle donne indiane il diritto di abortire in ospedale dietro richiesta. Tuttavia, dato che circa l’80 per cento d’esse abita fuori delle città dove non ci sono centri ospedalieri, i loro aborti sono spesso rischiose operazioni eseguite da persone che non sono medici.

La legalizzazione degli aborti ha dunque posto fine agli abusi? No; in milioni di casi c’è ancora grande pericolo.

Sicura soluzione dei problemi personali?

I problemi demografici del mondo e i pericoli degli aborti illegali, tuttavia, possono essere relativamente insignificanti per la donna che ha una gravidanza indesiderata. Forse non è sposata e si sente emotivamente non in grado di partorire e allevare un figlio concepito illegittimamente. L’aborto risolve il problema?

È ovvio che ha bisogno di considerare vari fattori. Per esempio, anche nelle condizioni ritenute sicure dell’aborto legalizzato, potrebbe mettere a repentaglio la sua salute e la sua vita. Le vedute dei professionisti, naturalmente, variano, ma, secondo il prof. T. S. Ueno, gli aborti legali non sono in tutti i modi “rimarchevolmente più sicuri” di quelli illegali. Egli ritiene che il brusco cambiamento dallo stato di gravidanza provochi uno squilibrio nel sistema nervoso simpatico della donna. Alcuni altri effetti sfavorevoli da lui menzionati sono esaurimento, insonnia, mal di capo, vertigini, crampi, nevralgie, malattie psicosomatiche, gravidanze extrauterine, aborti spontanei abituali e sterilità.

Anche se una donna va in una clinica per aborti, con tutta probabilità sarà informata che ci sono pericoli. Possono avvenire infezioni ed emorragie. Forse le diranno che alcune donne muoiono in seguito all’aborto. Pertanto l’aborto legale non è la soluzione sicura dei problemi personali.

Sentimenti di angoscia

Non si devono trascurare i sentimenti di angoscia provati spesso dalle donne che abortiscono. Il caso di un’universitaria ventiduenne nubile vi darà senz’altro di che pensare. Evidentemente, non si attendeva una sfavorevole reazione emotiva in seguito all’operazione subìta in una clinica per aborti. Ciò nondimeno, mentre attendeva cominciò a sentirsi in ansia. Poi ebbe luogo l’aborto vero e proprio. “Il medico entrò precipitosamente, senza volto, senza voce, privo di emozioni”, ella disse in seguito. “Non salutò né mi guardò in viso”. L’operazione fu eseguita, e fu anche dolorosa. Infine, fu tutto finito.

“Allora scoppiai in lagrime”, ammise la giovane donna. “E io avevo pensato che sarei stata assolutamente tranquilla”. Del viaggio di ritorno a casa, ella disse, in parte: “Come per purificarmi alfine dall’asservimento e da tre ore di una consapevolezza che non avrei dovuto avere, mi sporsi dal finestrino dell’autobus e vomitai”.

Tuttavia, una donna può avere una reazione più grave. Un aborto può lasciare profonde cicatrici emotive che dureranno a lungo. Infatti, può produrre effetti profondi anche sul personale infermieristico. Considerate: Un medico fece abortire una donna di ventun anni durante la diciottesima settimana di gravidanza, iniettandole un liquido che in genere soffoca il feto nel seno della madre. Otto ore dopo, ella espulse un feto che aveva movimenti muscolari e il cuore pulsante. Dopo ventisette minuti, il feto spirò. “Le infermiere furono molto turbate da questo episodio”, osservò il medico.

Con l’aumentare del numero degli aborti a Southampton, in Inghilterra, alcune giovani infermiere lasciarono l’impiego. Erano particolarmente turbate quando i feti davano segni di vita. “Intraprendono la professione piene di idealismo, ansiose di preservare la vita”, commentò un funzionario. “Può essere sconvolgente quando si trovano nella situazione in cui praticamente aiutano a distruggere la vita”.

Quando comincia la vita?

Si tratta realmente di distruggere delle vite? Una ragazza madre turbata, perfino disperata, può non considerare l’aborto in questo modo. Ciò nondimeno, un ex forte sostenitore dell’aborto, il dott. B. N. Nathanson, fece alcune osservazioni su ciò che definì “la verità infinitamente angosciosa”. Qual è? “Togliamo la vita”.

La critica domanda è questa: Quando comincia la vita? Il dott. Nathanson commentò: “Sappiamo che la vita umana esiste dall’inizio stesso della gravidanza”. Un altro medico, Frank P. Bolles, disse in una lettera al Post di Denver: “È molto più facile mandare un uomo all’ufficio dell’assistenza sociale che non spartire con lui il nostro pasto; od offrire l’aborto come soluzione di una gravidanza problematica che non assistere una donna quando è nel bisogno . . . L’aborto non è una controversia legale, biologica o economica. Non è lo Stato contro l’individuo, ma piuttosto l’individuo (gli individui) contro Dio. Vi esorto a considerare Lui e i Suoi pensieri mentre decidete del valore della vita del vostro prossimo (nato o nascituro, desiderato o indesiderato, intatto o deforme) e della vostra propria vita”.

Ma che cosa indica la Parola di Dio, la Bibbia? Essa mostra che Geova Dio tiene in alta considerazione la vita umana sin dal suo inizio. La legge che diede all’antico Israele dichiarava: “Nel caso che degli uomini dovessero lottare l’uno con l’altro e realmente urtano una donna incinta e i figli di lei in effetti escono fuori ma non accade nessun incidente mortale, gli si devono imporre senza fallo i danni secondo ciò che gli possa imputare il proprietario della donna; ed egli li deve dare per mezzo dei giudici. Ma se dovesse accadere un incidente mortale, deve dare anima per anima”. — Eso. 21:22-25.

In modo significativo, nulla di quanto è detto lì o in altri punti delle Scritture indica che l’età dell’embrione o del feto debba avere importanza per decidere se abortire. Poiché Geova Dio non stabilisce tali condizioni, sarebbe fuori luogo che qualcun altro ci provasse.

È importante comprendere che la vita si trasmette non alla nascita, ma, piuttosto, quando avviene il concepimento. È allora, dice l’Encyclopædia Britannica, che “comincia la storia della vita dell’individuo, come entità distinta e biologica”. Certo Geova ha considerazione per la vita umana prima della nascita, poiché il salmista Davide divinamente ispirato disse di lui: “I tuoi occhi videro pure l’embrione di me, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti, riguardo ai giorni quando si formarono e non c’era ancora nessuno fra loro”. — Sal. 139:16.

In modo interessante, Davide continua: “Come mi son dunque preziosi i tuoi pensieri! O Dio, quanto è grande la loro somma!” (Sal. 139:17) Sì, Davide ebbe l’ovvio desiderio di ubbidire alla volontà di Dio, che si interessava tanto della vita umana. Nutrite gli stessi sentimenti?

In tal caso, probabilmente avete tratto la giusta conclusione che l’aborto procurato è un peccato contro l’Onnipotente Dio, un atto criminoso ai suoi occhi. Perciò, non è la soluzione approvata da Dio dei problemi associati al concepimento illegittimo. La soluzione è quella di evitare la condotta che può condurre a tale gravidanza. Tra le “opere della carne” disapprovate da Dio ci sono “fornicazione, impurità, condotta dissoluta”. D’altronde, il frutto dello spirito santo di Dio include “padronanza di sé”. Non è impossibile evitare o cessare di compiere le “opere della carne”. L’apostolo cristiano Paolo dichiara: “Quelli che appartengono a Cristo Gesù hanno messo al palo la carne con le sue passioni e i suoi desideri”. — Gal. 5:19-24.

Ma che dire se una donna non sposata ha già seguito una condotta che l’ha fatta rimanere incinta? L’aborto provocato non è la soluzione, non se ora desidera agire secondo le Sacre Scritture. Alcune ragazze potrebbero trasferirsi in un’altra comunità a causa del marchio sociale, ma si troveranno realmente meglio lontano da tutti quelli che le conoscevano e potevano aiutarle in vari modi? Che dire di dare il figlio in adozione? In seguito potrebbero rammaricarsene profondamente, poiché questo va contro l’istinto materno. È vero che in questi “ultimi giorni” molti non hanno “affezione naturale”. (2 Tim. 3:1-3) Tuttavia, la ragazza madre fa bene a non soffocare il suo affetto materno. Infatti, può provare una colpa duratura se non ha cura del bambino alla cui esistenza ha contribuito. È naturale che ci vorrebbe coraggio per mettere al mondo e tenersi il bambino. Ciò nonostante, è consigliabile se vuole mettere la sua vita in armonia con la Parola di Dio e insegnarne le verità al figlio.

E che dire di una gravidanza non attesa nel matrimonio? Anziché pensare all’aborto, quanto è meglio assumere la veduta espressa dal salmista ispirato! “Ecco”, dichiarò il re Salomone dell’antico Israele, “i figli sono un’eredità da Geova; il frutto del ventre è una ricompensa”. (Sal. 127:3) Sì, il partorire figli e l’essere genitori son cose accompagnate da preoccupazioni, ma non dal dolore psicologico e dalla colpa che spesso seguono l’aborto. Appropriatamente, Gesù Cristo disse: “Una donna, quando partorisce, ha dolore, perché la sua ora è arrivata; ma quando ha generato il fanciullino, non ricorda più la tribolazione a causa della gioia che un uomo è nato al mondo”. — Giov. 16:21.

No, l’aborto non è la soluzione appropriata. Il matrimonio lo è per chi desidera le intimità sessuali. Allora si può trovare vera felicità mentre quelli uniti in matrimonio organizzano la loro vita per piacere a Geova Dio, che diede origine alla vita umana, all’amore e al matrimonio.

[Diagramma a pagina 5]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ABORTI

U.S.A. UN MILIONE IN UN ANNO

GIAPPONE UN MILIONE CINQUECENTOMILA IN UN ANNO

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