Annunciata la “buona notizia” nel Botswana
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Sud Africa
IL RUGGITO di un leone ci fece svegliare di soprassalto. Quattro teste si sollevarono dai cuscini per scrutare tutto intorno a noi la boscaglia immersa nell’oscurità. Uno di noi uscì dal sacco a pelo e mise dei pezzi di legno sulle braci che si andavano spegnendo. Dopo poco ci eravamo riaddormentati tutti.
Ma allo spuntar dell’alba, udimmo di nuovo il ruggito del leone, questa volta molto più vicino a noi. Decidemmo che era ora di alzarci e fare un po’ di rumore mentre preparavamo la colazione. Altrimenti rischiavamo di diventare la colazione del leone; e non avevamo fatto tutto quel cammino per questo.
Ma perché eravamo venuti nella boscaglia del Botswana? Tutto era cominciato alcuni mesi prima, quando mia moglie e io e un altro testimone di Geova avevamo parlato di fare un viaggio attraverso il deserto del Kalahari nel Botswana verso nord-ovest, fino al delta dell’Okavango, per parlare della “buona notizia” contenuta nella Bibbia ai molti Africani che vivono isolati in quella zona. — Matt. 24:14.
Il viaggio richiese attenti preparativi. La prima settimana della spedizione ci avrebbe portato attraverso una regione desertica e avremmo dovuto portarci dietro una sufficiente provvista d’acqua da bere. Durante questa parte del nostro viaggio, avremmo dovuto limitarci a sciacquare le mani e il viso due volte al giorno con appena una tazza d’acqua ciascuno.
Ma dopo questa settimana in terra arida avremmo seguito il corso del fiume Botletle dalla sua foce nel lago Xau. Da quel momento in poi avremmo avuto acqua in abbondanza, poiché avremmo seguito il fiume fino alla sua sorgente nel delta dell’Okavango, che è una grande estensione triangolare di circa 18.650 chilometri quadrati coperta di fiumi, paludi e boscaglia. L’itinerario previsto, fra andata e ritorno, era di oltre 2.000 chilometri.
Poiché avevamo intenzione di star fuori per quattro settimane, dovevamo fare un’attenta provvista di cibo. Prendemmo cipolle, patate, riso e farina di granturco in quantità. Portammo con noi anche un po’ di uova, seppellendole nella farina di granturco perché non si rompessero durante il viaggio su strade accidentate, e un po’ di cibo in scatola, tra cui verdure disidratate. In quanto al pane, decidemmo che il tipo di pane di segala che si trova nei negozi tedeschi si sarebbe mantenuto fresco per tutta la durata del nostro viaggio; e fu proprio così.
Avete mai fatto un viaggio nel deserto? Il nostro viaggio non fu un incessante susseguirsi di dune sabbiose. È vero che la sabbia c’era, soffice e di color bianco giallastro; ma era coperta di piante erbacee resistenti, con cespugli sparsi qua e là. In certi punti il terreno era molto soffice e per parecchie ore dovevamo guidare in prima innestando tutt’e quattro le ruote motrici. Molte volte, al nostro avvicinarci gli animali selvatici scappavano. Fra questi c’erano lo struzzo, il cudù maggiore, che è una graziosa antilope con le corna a spirale, e l’alcelafo del Capo, una delle antilopi più veloci, con le spalle gibbose e il dorso inclinato.
Superata la barriera delle comunicazioni
Un grosso problema era come parlare alle persone di lingua tswana, idioma che non conoscevamo. Risolvemmo questo problema facendo registrare su cassette da Testimoni di lingua tswana il nostro messaggio scritturale.
C’era poi il problema di come presentare a queste persone isolate il messaggio della Bibbia sulle odierne spaventose condizioni del mondo e sulla luminosa speranza che tra breve il regno di Dio porterà la pace e la contentezza in tutta la terra. Pensavamo che in queste zone remote la gente non conoscesse le terribili condizioni così comuni in luoghi più popolati.
Ma ci sbagliavamo. Per tutto il viaggio una scrittura che fu sempre accolta con cenni di approvazione fu II Timoteo 3:1-5, che parla dei “tempi difficili” che ci sarebbero stati negli “ultimi giorni” dell’attuale sistema di cose. Apprendemmo ben presto che tali condizioni esistono anche in comunità isolate dell’Africa.
Gli abitanti dei villaggi e degli allevamenti di bestiame che visitammo ci accolsero volentieri. Sebbene molti di essi avessero sentito parlare della Bibbia, pochi l’avevano vista o l’avevano sentita leggere. La cristianità non aveva stabilito chiese in questi luoghi.
Fu con viva gratitudine che ascoltarono le verità della Bibbia nella loro lingua, dal nostro registratore. Notammo che parecchi annotavano una scrittura o qualche altro punto scrivendolo su un braccio.
La “Kgotla”, punto d’incontro
Al nostro arrivo in un villaggio andavamo prima di tutto alla Kgotla. Questo è il luogo di riunione del consiglio degli anziani di un villaggio. Dopo esserci presentati al capo e ai consiglieri presenti, facevamo ascoltare un messaggio registrato che terminava con l’offerta di letteratura in lingua tswana. Poiché coloro che incontrammo alla Kgotla in genere sapevano parlare inglese, avemmo l’opportunità di rispondere a domande bibliche e dimostrare come la nostra letteratura poteva aiutare le persone a trovare le risposte alle loro domande bibliche e fornire anche una base per conversazioni familiari e di gruppo sulla Bibbia.
Poi, col permesso del capo, passavamo per il villaggio, facendo ascoltare il messaggio registrato a gruppi di dieci o venti persone. Facemmo uno sforzo speciale per parlare agli insegnanti, ed essi furono molto felici dell’opportunità di ottenere letteratura biblica. Il governo del Botswana desidera dare un’istruzione al suo popolo, in ogni parte del paese, e così in ciascun villaggio c’era una scuola dove giovani uomini e donne si impegnavano seriamente per istruirvi i bambini. Che emozione essere circondati da una cinquantina di bambini che col visetto ansioso guardavano in su chiedendo a gran voce cosa conteneva la Bibbia e quando potevano aspettarsi che il loro insegnante gliela leggesse!
Nei grandi villaggi a volte non era facile trovare la Kgotla. Una volta decidemmo di chiedere dov’era e nello stesso tempo di far ascoltare il nastro alla folla che si era raccolta per aiutarci. Avevamo appena cominciato quando arrivò un giovane poliziotto in bicicletta. “Cosa state facendo?” chiese. Cercammo di spiegarglielo, ma egli continuò a essere sospettoso. “Venite con me”, disse; e così facemmo, seguendo la sua bicicletta fino al posto di polizia. Esaminarono attentamente i nostri passaporti e ci fecero parecchie domande.
Sembrava che avessimo poco successo, ma poi la porta di un ufficio interno si aprì e un tenente di polizia uscì per vedere cosa stava succedendo. Quando ci sentì dire che predicavamo la “buona notizia”, un largo sorriso gli illuminò il volto e disse che anche lui voleva sentire questa “buona notizia”.
Il tenente disse che quello che avevamo da dire poteva tornare utile anche ai suoi uomini e ci invitò nel suo ufficio dove tutti si radunarono per ascoltare il nastro. L’ufficiale di polizia ascoltò con attenzione e ovvio interesse e accettò volentieri il libro Vera pace e sicurezza, da quale fonte? Dietro suo suggerimento anche i poliziotti e il sergente ne presero una copia ciascuno. Quando chiese se avevamo altra letteratura, facemmo ascoltare il nastro con la presentazione di Ascoltate il grande Insegnante!, l’ottima pubblicazione biblica che i genitori possono usare per ammaestrare i loro bambini. Egli prese una copia anche di questo libro, spiegando che sua moglie era l’insegnante locale e avrebbe trovato molto utili questi libri.
Avete mai visto un banditore municipale? Io ero sicuro che tale professione fosse sparita da un pezzo. Ma una mattina vedemmo un banditore municipale svolgere il suo lavoro in piena regola. E questo ci tornò utile.
Una sera tardi arrivammo in un certo villaggio e avemmo appena il tempo di incontrare il capo. Dietro suo suggerimento tornammo la mattina dopo alle otto, ora in cui aveva promesso di convocare l’intero villaggio. Alle nove però si erano presentate solo cinque persone.
Perciò il capo convocò il banditore municipale perché ripetesse la sua richiesta che tutti si riunissero. Questo banditore non richiamava l’attenzione degli abitanti servendosi di una campana. Invece gridava dentro una latta vuota. E qual era il messaggio? Dopo aver guardato i titoli delle pubblicazioni che avevamo in mano, andò su e giù per il villaggio, gridando: “Venite a udire la verità”. Questo sorprendente annuncio ebbe l’effetto desiderato, e ben presto potemmo comunicare le verità della Bibbia a una folla numerosa.
Ballò per la gioia
A Shakawe, nell’estremo settentrione del Botswana, avemmo un’esperienza insolita e piacevole. Un tempo in quella località c’era un gruppo di persone che si interessavano di studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova. Ma questo gruppo si era sciolto e dopo il gennaio del 1969 non se n’era saputo più nulla. Avevamo però i nomi di due persone che un tempo erano state associate al gruppo, e pensavamo che tramite loro avremmo potuto trovare altre persone interessate. Ma la ricerca di queste due persone fu più difficile del previsto.
Per cominciare, chiedemmo informazioni alla polizia. Il primo nome era sconosciuto. Ma riconobbero il secondo. Un uomo con questo nome, ci dissero, aveva lasciato Shakawe ed era andato in un villaggio del sud, dov’era diventato un ecclesiastico. Sentendo ciò, pensammo che la nostra unica speranza era di trovare il primo uomo della lista. Chiedemmo all’emporio e infine all’esattoria, dove le nostre speranze si affievolirono ancora di più. Ci dissero che quest’uomo aveva lasciato Shakawe circa sette anni prima.
Tuttavia, guardando il foglietto su cui era scritto il nome, il nostro informatore notò il nome del secondo uomo, quello che doveva essere diventato un ecclesiastico. “Troverete quest’uomo vicino alla scuola; è il falegname”, disse. Sorpresi da questa svolta degli avvenimenti, seguimmo la sua indicazione. Quando andammo a casa sua e chiedemmo di lui l’uomo si insospettì, e dapprima fu difficile comunicare. Così ricorremmo al nostro messaggio registrato, che ci presentava come “Basupi Ba Ga Jehofa” (Testimoni di Geova).
Udendo ciò, l’uomo cambiò completamente. Il suo viso si illuminò; poi gli vennero le lagrime agli occhi e si mise a ballare per la gioia. Avevamo trovato l’uomo che cercavamo. Ma qual era la sua storia?
Mentre quest’uomo si trovava in visita nell’Angola, l’altra persona mediante la quale era stato organizzato il gruppo di studio biblico a Shakawe si era trasferita. Il gruppo si era sciolto e l’uomo che ora avevamo rintracciato non era riuscito a mettersi in contatto con qualcuno che potesse aiutarlo ulteriormente a mettere la sua vita in armonia con le esigenze scritturali. Egli aveva pregato continuamente per ricevere aiuto. Ascoltando quest’uomo fummo commossi dalla sua profonda fede in Geova, l’Iddio che esaudisce le preghiere. (Sal. 65:2) Le difficoltà del viaggio e la stanchezza causata dai continui spostamenti svanirono tutt’a un tratto mentre consideravamo quale privilegio era trovare una persona simile.
L’intera spedizione ci diede molte soddisfazioni. Si prova grande gioia a condividere con altri cose buone, specialmente quando sono accettate con gratitudine. Ho ancora chiara davanti agli occhi la figura di un vecchio che ci tende la mano e dice: “Avete fatto tutta questa strada per venire a parlarci di queste cose? Siete molto, molto gentili”.
La nostra gioia però era offuscata da un senso di preoccupazione. Durante il viaggio attraverso questa regione potemmo parlare solo a pochi. C’è davvero grande bisogno di provvedere regolare istruzione biblica a questa gente. Perciò, ci chiediamo se non sia possibile a qualche testimone di Geova trovare lavoro nella zona, forse nella miniera di diamanti davanti a cui passammo. Ciò gli darebbe l’opportunità di aver cura dei bisogni spirituali di questi umili abitanti del Botswana. Potreste trasferirvi voi?
[Cartine a pagina 9]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
BOTSWANA
[Cartina]
ANGOLA
AFRICA DEL SUDOVEST
DITO DI CAPRIVI
BOTSWANA
Delta dell’Okavango
SHAKAWE
MAUN
Fiume Botletle
Lago Ngami
Lago Xau
FRANCISTOWN
SEROWE
SUD AFRICA
Nord
RHODESIA