Dove vanno a finire i rifiuti?
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Giappone
“CHE rabbia! Dovevo solo vuotare la paletta, ma il cestino s’è rovesciato. Ora è peggio di prima!” Forse una volta o l’altra questo è accaduto anche a voi. Ed è il problema di molte grandi città del mondo, un problema di vaste proporzioni. I loro sistemi per l’eliminazione dei rifiuti sono messi a dura prova.
Questo era il problema della città giapponese di Numazu, che sorge in una zona pittoresca tra il maestoso monte Fuji e la baia di Suruga. L’impianto di incenerimento costruitovi circa 10 anni addietro non era più in grado di soddisfare le esigenze. Gran parte dei rifiuti erano bruciati solo parzialmente. Perciò, tra le ceneri che venivano seppellite c’erano molti materiali vegetali gettati così com’erano. Il risultato? Le mosche si moltiplicavano in modo spaventoso.
Quando, ad esempio, il conducente di un autocarro si mise a scaricare le ceneri di una fabbrica, notò che il suolo cambiava colore. Quella che sembrava terra nera era in realtà uno strato di mosche. Poi, all’improvviso, le mosche si alzarono in volo, lasciando allo scoperto la terra di colore chiaro. Il camionista batté frettolosamente in ritirata, dimenticando che il suo automezzo era coperto di mosche. Gli ospiti indesiderati vi rimasero per quasi una settimana.
Oltre a moltitudini di mosche, migliaia di corvi facevano un sontuoso banchetto in questo luogo di seppellimento dei rifiuti. Questi uccelli si sparsero infine nelle fattorie vicine danneggiando le colture. Ben presto coloro che avevano subìto danni a causa delle mosche e dei corvi levarono vivaci proteste, chiedendo di non seppellire più rifiuti in quella zona.
Dopo molte riunioni si decise di adottare i seguenti provvedimenti: (1) Trovare altre aree dove seppellire i rifiuti; (2) fare qualcosa per ridurre i rifiuti, e (3) costruire un nuovo impianto di incenerimento per ridurre in cenere tutti i rifiuti combustibili. Non fu difficile trovare altro terreno per seppellirvi i rifiuti. Ma come si poteva ridurre la quantità dei rifiuti in una città in espansione?
Ridotti i rifiuti
Gli abitanti furono invitati a dividere i rifiuti in tre diverse categorie: (1) Rifiuti combustibili [rifiuti di cucina e carta straccia]; (2) rifiuti non combustibili [cocci, lampade fluorescenti e plastica]; (3) rifiuti riciclabili [oggetti metallici, lattine incluse, vetro e bottiglie di vetro]. Poi furono stabiliti certi giorni per la raccolta dei vari tipi di rifiuti. Dato che sarebbero stati portati all’inceneritore solo i rifiuti combustibili, la quantità da bruciare e seppellire fu ridotta.
Gli abitanti di Numazu furono pronti a cooperare quando nell’aprile del 1975 andarono in vigore i nuovi provvedimenti. I risultati furono ottimi. Nell’anno fiscale 1975, furono vendute 335 tonnellate di rifiuti riciclabili — metalli e lattine — e 1.530 tonnellate di vetro e bottiglie per un totale di 26.800.000 lire. Pensate, i rifiuti fruttarono più di 26.000.000 di lire!
Un impianto di incenerimento non inquinante
Che dire del terzo provvedimento, un nuovo impianto di incenerimento? Si dispose di costruirlo accanto a quello già esistente. Coloro che abitavano nelle vicinanze, naturalmente, non ne furono troppo felici e protestarono. Ci furono ripetuti incontri con rappresentanti del quartiere, e si giunse infine a un accordo. La cosa più importante fu l’assicurazione che il nuovo impianto non avrebbe prodotto inquinamento.
La costruzione cominciò subito e i lavori terminarono nel giugno del 1976. L’inceneritore è dotato di complessi macchinari, telecomandi e un computer. Nell’intero impianto lavorano appena 30 persone. Mentre il vecchio inceneritore aveva una capacità di 125 tonnellate al giorno, quello nuovo può smaltirne più del doppio, 300 tonnellate in 24 ore.
Scarico dei rifiuti
Seguiamo un carico di rifiuti attraverso l’impianto e osserviamo com’è ridotto in cenere.
Un autocarro del comune arriva alla curva della rampa e si ferma sulla pesa. Il conducente consegna un cartoncino che è inserito nel computer, dove sono registrati automaticamente il peso e il numero del veicolo. L’autocarro prosegue oltre la curva ed entra nell’area di scarico. Da un portello, il carico è ribaltato nel silo dei rifiuti.
Questo silo è abbastanza grande da contenere i rifiuti di una settimana di una città con 202.702 abitanti. Esso si estende dal seminterrato all’area del quinto piano, dove sono in funzione due grandi gru. Le gru sono telecomandate da una speciale stanza di controllo. Spalato il carico, esso è automaticamente pesato e il peso viene registrato. Il carico viene quindi gettato nella tramoggia.
Dai rifiuti alle ceneri
Dalla tramoggia i rifiuti passano all’inceneritore vero e proprio. Di lì i rifiuti sono inviati a poco a poco al forno. L’afflusso dei rifiuti è controllato automaticamente con speciali apparecchiature, per non ingolfare il forno.
I rifiuti sono esposti prima all’aria calda che sale dalle sezioni inferiori del forno. Quest’aria ha una temperatura di 950 gradi centigradi. Carta straccia e materiali simili vengono consumati, mentre vegetali e frutta sono disidratati.
A questo punto i rifiuti, o ciò che ne resta, sono fatti avanzare su una serie di griglie disposte a gradini. Ciascuna griglia è incernierata sul bordo esterno e ruota di 90 gradi rispetto alla parte posteriore. Questa conformazione permette ai rifiuti di passare da una griglia a quella sottostante. I rifiuti sono così continuamente rimescolati e vengono tutti completamente consumati essendo uniformemente esposti all’aria e all’enorme calore. L’intero processo è sorvegliato da telecamere e seguito dalla sala operativa. Infine, quando il processo di combustione è completato, le ceneri cadono fra due rulli. Tutto quello che non è già stato trasformato in polvere e cenere (forse qualche lattina e cose del genere) è frantumato.
Se la polvere e la cenere dovessero essere manipolate così come sono, l’intero impianto ne sarebbe coperto. Perciò, nelle aree dove cadono la polvere e la cenere viene immessa acqua. La massa umida è quindi trasportata su nastro al silo delle ceneri. Lì si lascia prosciugare. Quindi una gru telecomandata carica le ceneri su autocarri, che le trasportano ai luoghi di seppellimento.
Naturalmente, dove c’è combustione, c’è emissione di gas e fumi. Come si evita dunque l’inquinamento?
Per evitare l’inquinamento secondario
Per mezzo di condutture i gas sono inviati alla camera di raffreddamento, dove getti d’acqua ad alta pressione fanno scendere la temperatura da 950 a 800 gradi centigradi. Il gas è quindi utilizzato per riscaldare le docce e i bagni degli operai. Infine passa in un preriscaldatore e riscalda l’aria inviata al forno. Ora la temperatura del gas è scesa a 300 gradi centigradi.
Filtrate le particelle più grosse in una macchina detta “multiciclone”, il gas subisce il processo di depurazione finale. Un filtro elettrostatico separa e trattiene le polveri inquinanti così che il gas può essere immesso nell’atmosfera attraverso un camino in cemento, alto 80 metri.
Un altro elemento inquinante che dev’essere trattato è l’acqua impiegata per lavare gli autocarri e l’acqua proveniente dalle ceneri e dai rifiuti. Pur attingendo acqua dalla città di Numazu, l’impianto ha il proprio sistema di filtraggio. Filtrata e depurata, l’acqua è inviata alla camera di raffreddamento dei gas. Durante il processo di raffreddamento dei gas surriscaldati provenienti dall’inceneritore, l’acqua si trasforma in vapore e in questa forma esce dal camino.
Che si può dire dei cattivi odori? Ci sarebbe da aspettarsi che siano molto forti, ma non è così. Una cortina d’aria separa la zona di scarico dall’esterno. Quando gli autocarri scaricano i rifiuti nel silo, potenti ventilatori aspirano l’aria dal silo, facendola passare nel preriscaldatore e immettendola nel forno. Lì, a una temperatura di 950 gradi centigradi, gli odori sgradevoli sono eliminati. Data la presenza dei ventilatori, la pressione dell’aria nel silo è inferiore a quella della zona di scarico. Perciò l’aria satura di odori sgradevoli non può uscire.
Ovviamente, le attrezzature necessarie per impedire l’inquinamento secondario sono molto costose. Il nuovo impianto di incenerimento è costato complessivamente la favolosa cifra di 10.736.000.000 di lire (2.760.000.000 di yen)!
Una così enorme spesa solo per lo smaltimento dei rifiuti può sembrare esorbitante ad alcuni. Tuttavia, per coloro che amano l’ambiente sano e bello, non è una cosa stravagante ma una necessità. Essi attendono il tempo in cui l’inquinamento nocivo sarà eliminato in tutta la terra e il principale interesse di tutti sarà il benessere dell’umanità in generale.
[Diagramma a pagina 22]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Silo rifiuti
Forno
Filtro elettrostatico
Trattamento dell’acqua
Piattaforma
Camera raffreddamento gas
Preriscaldatore dell’aria
Camino