Lungo le rotte oceaniche
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Hawaii
PER migliaia d’anni le imbarcazioni hanno solcato le vie d’acqua del mondo servendo a molteplici scopi, inclusi il trasporto di persone, generi alimentari e beni.
La vista di una grossa nave, di una barca a vela o di un’altra imbarcazione che solca le acque accende spesso la nostra immaginazione. Ciascuno dei sette mari ha le proprie navi caratteristiche e queste differiscono l’una dall’altra quanto le persone che le hanno costruite. Un breve sguardo alla storia delle barche e delle navi ci fa conoscere alcuni fatti interessanti.
Navi antiche ancora in uso
Le più antiche rappresentazioni di navi oggi conosciute vengono dall’Egitto. Includono raffigurazioni della zattera di papiro somigliante a una barca, mezzo di trasporto usato ancora nei tempi moderni. Oggi queste zattere, coi remi spinti con le mani e i piedi, si vedono sul Nilo e anche nella baia del lago Ciad in Africa.
Un altro antico mezzo con cui erano solcate le vie d’acqua si vede su un bassorilievo di Ninive che risale al 700 avanti l’Èra Volgare. Passeggeri e mercanzie erano tenuti a galla per mezzo di pelli animali gonfiate. Il corrispondente odierno di queste imbarcazioni assire si può vedere oggi nel Tibet. Un’altra imbarcazione tibetana consiste di pelli tese su un’ossatura di legno.
Forse una delle barche antiche più conosciute è la canoa scavata in un tronco d’albero. Anch’essa è tuttora usata in parti dell’Africa, del Sud America, dell’Australia e in remote regioni della Scandinavia.
Grandi navi dell’antichità
Nella valle di Deir el-Bahri, in Egitto, c’è un tempio con un’interessante fila di bassorilievi. Rappresentano una spedizione fatta dalla regina Hatshepsut forse nel 1500 a.E.V. Il bassorilievo raffigura una nave che trasporta due enormi obelischi. Uno di questi obelischi è stato ritrovato e, a giudicare dall’altezza e dal peso, una nave capace di trasportarne due doveva essere lunga 60 metri e misurare, nel punto più largo, 24 metri. Scarica, una simile nave pesava 800 tonnellate e, a pieno carico, 1.500 tonnellate! Questo ne farebbe la nave più notevole costruita in Egitto.
Un importante popolo di marinai e mercanti del mondo antico furono i Fenici, che abitavano le coste mediterranee. Erano famosi per la loro abilità come marinai e navigatori. Non solo i Fenici svolsero i loro traffici in tutto il Mediterraneo, ma circumnavigarono l’Africa a sud e giunsero a nord fino in Inghilterra.
Non esiste nessuna descrizione delle navi fenicie. Tuttavia, paragonando la città fenicia di Tiro a una bella nave, il profeta Ezechiele fornì particolari che provvedono indirettamente la descrizione di una nave fenicia. Era fatta di tavole di robusto ginepro, aveva un solo albero di cedro del Libano e remi di “massicci alberi di Basan”, probabilmente quercia. La prua, verosimilmente alta e curva, era fatta con legno di cipresso intarsiato d’avorio. La vela era di lino egiziano colorato e la copertura del ponte (forse un telo sopra il ponte per dare ombra) era fatta di lana tinta. La nave era calafatata. — Ezec. 27:3-7, 27.
Vasi e piatti del sesto secolo a.E.V. contengono raffigurazioni di navi da guerra greche. Di tutte le imbarcazioni dei tempi classici che si conoscono, queste erano le più leggere ed eleganti. Alcune erano così leggere che l’equipaggio poteva tirarle a riva per passarvi la notte. I Greci costruirono pure galee con tre, quattro e cinque ordini di remi.
Una considerazione delle navi dell’antichità non sarebbe completa senza menzionare l’Oriente. La più antica descrizione che si conosca di una nave mercantile d’Oriente fu fatta nel tredicesimo secolo dell’Èra Volgare da Marco Polo. Descrive una giunca cinese in questo modo:
“[Ha] un solo ponte e lo spazio sottostante è diviso in 60 piccole cabine. . . . ciascuna arredata come piccolo alloggio per un mercante. . . . alcune delle imbarcazioni più grandi hanno lo scafo equipaggiato con 13 divisori fatti di robuste tavole fissate insieme. Servono a proteggere l’imbarcazione nel caso si formi una falla. . . . o sia colpita da una balena affamata, cosa non di certo infrequente”.
I Cinesi trasportano ancora merci e passeggeri lungo la costa e sui fiumi con le giunche. Si tratta di robuste imbarcazioni di legno con le vele disposte nel senso della lunghezza dello scafo.
Ulteriore evoluzione delle navi a vela
Il quindicesimo secolo E.V. diede inizio a un periodo chiamato ‘epoca delle scoperte’. A quel tempo le navi solcavano vaste distese d’acqua in cerca di nuove terre. Uno che se ne interessò profondamente fu il principe portoghese che divenne noto come Enrico il Navigatore. Inviò spedizioni di navi a sud lungo la costa dell’Africa nella speranza di trovare infine la rotta per l’India. In seguito molte altre nazioni e persone vollero raggiungere le “Indie”, nome che a quel tempo includeva India, Cina, Indie Orientali e Giappone. Desideravano raggiungere più in fretta l’oro, le gemme, le droghe e le spezie, che fino a quel momento erano stati portati in Europa solo da lunghe e costose carovane per via terra.
A causa di questo interesse, tra il 1400 e il 1514 E.V. la nave a vela subì un’evoluzione più profonda di quanto non fosse avvenuto per parecchie migliaia d’anni. In seguito apparvero navi a due alberi; poi a tre e anche a quattro alberi. Mentre le navi diventavano più complesse, il numero delle vele crebbe, e alcune ne avevano più di 30.
Secondo il libro Ships (che fa parte della Life Science Library), nel quindicesimo secolo i progettisti di navi “in un impeto di inventiva e di creatività . . . costruirono la prima nave classica completamente attrezzata: tre alberi, con grandi vele quadre sull’albero di trinchetto e sull’albero di maestra; una vela latina [triangolare] sull’albero di mezzana [l’albero più in fondo]; e, spesso, una vela a tarchia piuttosto grande, situata davanti alla prua, sotto l’albero di bompresso”.
Delle navi che andarono in America al comando di Cristoforo Colombo, la stessa pubblicazione dice: “Sebbene non siano rimasti disegni o descrizioni particolareggiate, sappiamo che la nave ammiraglia di Colombo, la Santa Maria, era una nave di questo tipo. Altrettanto dicasi della Pinta, e tale fu la Niña, la preferita dell’Ammiraglio, un tre alberi a vela latina riattrezzato, solo che non aveva vela di gabbia o vela di tarchia”.
Fu Vasco da Gama, contemporaneo di Colombo, a trovare infine la rotta marittima per l’India. In seguito il Portogallo ebbe il monopolio delle acque indiane per un secolo. Infine questo monopolio fu tolto loro da Olandesi, Francesi e Inglesi. I preziosi carichi trasportati lungo questa rotta marittima incoraggiarono la pirateria. Pertanto fu necessario equipaggiare le navi con armi.
La costruzione di navi in America
La scoperta dell’America e del “Nuovo Mondo” accrebbe il volume delle spedizioni. Fra l’Europa e l’America si stabilì un traffico attivo. C’erano traffici anche lungo le coste americane, fra le colonie del nord e quelle del sud. Ci voleva una flotta mercantile americana. Nelle nuove colonie americane la costruzione di navi divenne una delle principali industrie.
Tra le più famose navi mercantili americane ci fu il “clipper”. Fu la nave della seconda metà dell’ottocento. I clipper divennero famosi come le navi più belle e più veloci. Ridussero di metà il tempo necessario per i viaggi per la Cina e l’Australia. Il loro nome “clipper” deriva dal fatto che erano veloci, perché la parola clip significa “muoversi in fretta”. Il clipper più famoso fu il Cutty Sark. Era lungo 65 metri e largo 11, ed era dotato di tre alberi e 34 vele.
Nel 1807 l’Hudson, il fiume di New York, fu solcato dalla prima vera nave a vapore. Fu la Clermont, una sottile e agile imbarcazione lunga 43 metri e larga quattro metri e mezzo. Aveva ruote a pale larghe un metro e venti e con un diametro di quattro metri e mezzo. In seguito, furono costruite navi a vapore di grande cabotaggio. Infine le ruote a pale furono sostituite dall’elica a poppa.
Poi vennero le navi di ferro, che si dimostrarono più robuste, più sicure e più economiche di quelle di legno. Il ventesimo secolo ha prodotto enormi navi da carico, transatlantici di lusso, navi cisterna, navi frigorifere e navi a propulsione nucleare.
Molti sono stati i vantaggi che l’uomo ha tratto dalle navi. Da non trascurare è il fatto che nel 1961 la posa del primo cavo transoceanico per molteplici scopi fra il Canada e la Gran Bretagna fu effettuata da una nave. Negli ultimi due decenni sono state impiegate navi nella posa di numerosi cavi telefonici transoceanici che collegano il continente americano con le Hawaii e altre parti del Pacifico. Simili cavi raggiungono l’Oriente, parti del Sud America e isole sia dell’oceano Atlantico che del Pacifico.
Sebbene oggi gli aerei svolgano buona parte del servizio passeggeri e merci, le navi sono e continueranno a essere un vitale collegamento con molte zone non raggiungibili per via aerea. È evidente che le rotte oceaniche continueranno a essere solcate.
[Immagini a pagina 24]
GIUNCA CINESE
NAVE DA GUERRA GRECA
CLIPPER
“SANTA MARIA”