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  • Siete disposte ad abortire?

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  • Siete disposte ad abortire?
  • Svegliatevi! 1982
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  • La religione lo scoraggia?
  • Che dire della Bibbia?
  • L’aspetto morale
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    Svegliatevi! 1987
Altro
Svegliatevi! 1982
g82 8/8 pp. 16-20

Siete disposte ad abortire?

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Giappone

● Sapeva di avere gravi problemi di salute. Quando era nato il suo secondo figlio, aveva rischiato di morire. Ora il medico la invitava sinceramente ad abortire: “Ha due bei bambini sani. Sarebbe un peccato se perdessero la madre. È troppo pericoloso per lei portare avanti la gravidanza”. L’argomento sembrava convincente. Doveva abortire?

● In un’altra parte del Giappone un marito cercava di convincere la moglie facendo leva sui suoi sentimenti: “Nel tuo attuale stato di salute non puoi certo avere un bambino. Domani andrai dal medico e abortirai. Se non fai come ti dico, divorzierò da te e il bambino te lo potrai crescere da sola!” Doveva abortire?

Questi non sono casi isolati. Nel 1978, quando ci furono in Giappone 1.708.643 nati vivi, vennero denunciati 618.044 aborti, e si crede che ne siano stati effettivamente praticati il doppio. Si calcola che in tutto il mondo avvengano ogni anno circa 40 milioni di aborti.

OLTRE dieci anni fa molti aborti venivano eseguiti da persone prive di esperienza medica e interessate solo a far soldi. Il numero delle vittime era spaventoso.

Col tempo vari paesi emanarono leggi per consentire l’aborto qualora fosse presente una delle seguenti condizioni: (1) Rischio per la salute fisica della madre. (2) Rischio per la salute mentale della madre. (3) Pregiudicata la salute del feto. (4) Gravidanza indesiderata a motivo di stupro o incesto. (5) Per ragioni sociali o sociosanitarie. Se è presente una qualsiasi delle summenzionate condizioni, né il medico né la paziente sono dichiarati colpevoli di reato.

Il Giappone, insieme ad alcuni altri paesi, ammette “l’aborto su richiesta”. A rigor di termini dovrebbe essere chiesto quando sussiste una delle summenzionate condizioni. La richiesta però è fatta spesso perché la donna non vuole più figli.

Ora il numero medio di figli nella famiglia giapponese è meno di due. Quindi viene esercitata una pressione sociale a mantenere lo status quo. Di conseguenza molte donne sposate hanno avuto due o tre aborti; altre, dieci o più. In relativamente pochi casi la vera ragione sono i problemi economici.

Sebbene la legge non approvi la pianificazione familiare mediante l’aborto, si aggira l’ostacolo sostenendo che è in gioco la salute della madre. Risulta che il 99,7 per cento degli aborti praticati in Giappone rientra in questa categoria. Si ricorre dunque all’aborto come a un mezzo per controllare le nascite. Di conseguenza un medico giapponese ha detto di avere fatto venire al mondo, in un mese, 40 bambini, ma di avere anche praticato 80 aborti!

In Giappone c’è ora crescente preoccupazione per le seguenti ragioni: (1) La facilità con cui si ottiene l’aborto ha fatto diminuire il valore della vita umana. (2) Il ricorso all’aborto indica che c’è una generale ignoranza riguardo ai moderni metodi di contraccezione. (3) Dato che gli aborti tengono basso il livello demografico, si dice che il Giappone potrebbe diventare un paese di vecchi con comparativamente pochi giovani per averne cura.

La religione lo scoraggia?

Il Giappone è un paese prevalentemente buddista. Il buddismo insegna fra l’altro il rispetto per la vita, anche per quella del nascituro. Come mai allora è così facile abortire?

Quando vennero intervistati i sacerdoti di dieci templi buddisti in linea di massima essi si espressero così: L’aborto è considerato un peccato. Equivale a togliere la vita, distruggerla. Ma dato che in Giappone l’aborto è legale, ritengono che se vi si opponessero apertamente o decisamente, susciterebbero “inutili problemi”. Così rimangono in silenzio.

Un sacerdote ciclostilò un volantino e lo diffuse tra coloro che frequentavano il tempio. Il volantino era contrario all’aborto. Tuttavia, quando fu chiesto quale provvedimento sarebbe stato preso nei riguardi della donna che abortiva ugualmente, la risposta fu: ‘Sarà rimproverata per il male commesso e sarà severamente invitata ad astenersi dal farlo di nuovo in futuro’. E se il reato fosse nuovamente commesso? Ne seguirebbe la scomunica? ‘No, non sarebbe preso un provvedimento così drastico’, fu la risposta. La donna sarebbe invitata a compiere certi passi per fare ammenda o a chiedere perdono mediante riti.

Citiamo un esempio di quanto veniva suggerito per ottenere l’assoluzione; alcuni mesi fa 21 templi buddisti di Numazu fecero pubblicare un annuncio che reclamizzava il ‘Jizo in memoria del bambino abortito’. (“Jizo” è il santo patrono dell’infanzia). Era offerta una statua di pietra al prezzo di circa 400.000 lire o una versione più piccola per circa 90.000 lire, e davanti ad essa la donna che aveva abortito doveva recitare le preghiere. Questo incoraggia veramente a evitare il peccato?

Che possiamo dire della cristianità? Alcune chiese, anche se non tutte, pensano che l’aborto sia peccato. Ma si attengono a questa idea? Evidentemente no. Di 66 paesi che hanno legalizzato l’aborto, quasi metà sono riconosciuti come paesi “cristiani”, e circa metà di questi sono prevalentemente cattolici! Sebbene il papa abbia rivolto più di un invito ad appoggiare la Chiesa nella sua opposizione all’aborto, questi inviti sono caduti per la maggior parte su orecchi sordi.

Questo non significa naturalmente che tutti i buddisti o tutti coloro che appartengono a una chiesa della cristianità accettino l’aborto. Ma queste religioni non lo scoraggiano minimamente.

Che dire della Bibbia?

La Bibbia non menziona direttamente l’aborto procurato. Il termine “aborto” si trova in alcune traduzioni della Bibbia, ma viene usato in riferimento all’aborto spontaneo, quello che può avvenire per cause naturali. Nondimeno le Scritture non lasciano nessun dubbio su come Dio considera la vita del nascituro.

Visto nella giusta luce, il frutto del seno è una benedizione di Geova Dio. (Salmo 127:3) La Bibbia mostra che il Creatore stesso è amorevolmente consapevole dell’embrione umano o del feto che si va sviluppando. (Salmo 139:13-16) E per proteggere sia la madre che il suo nascituro, nella legge che diede all’antico Israele dichiarò: “Nel caso che degli uomini dovessero lottare l’uno con l’altro e realmente urtano una donna incinta e i figli di lei in effetti escono fuori ma non accade alcun incidente mortale, gli si devono imporre senza fallo i danni secondo ciò che gli possa imputare il proprietario della donna; ed egli li deve dare per mezzo dei giudici. Ma se dovesse accadere un incidente mortale, devi dare anima per anima”. — Esodo 21:22, 23.

Alcune traduzioni della Bibbia presentano la cosa in modo alquanto diverso. Ma l’originale testo ebraico indica chiaramente che in Israele si doveva infliggere una multa qualora un bambino nascesse prematuramente a causa di una lesione arrecata alla madre. E se l’incidente era mortale per la madre o per il bambino che portava in seno, allora la pena era “anima per anima”.

Il punto di vista di Dio verso la vita umana è forse cambiato? Dopo che il patto della Legge mosaica aveva avuto termine, Geova fece scrivere questo energico rammemoratore alla congregazione cristiana: “Voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”. — I Giovanni 3:15.

Chiunque abbia causato la morte di una creatura umana, se vuole l’approvazione di Dio, deve smettere di fare qualsiasi cosa che lo classificherebbe come omicida. Deve sinceramente chiedere perdono a Dio e rivestire la “nuova personalità”, quella personalità che sostiene la giustizia di Dio e che riflette lealtà ai suoi comandi sulla santità della vita. È richiesto un cambiamento sincero. — Efesini 4:24.

L’aspetto morale

Perché mai una donna vorrebbe porre fine alla vita della creatura che si sta formando dentro di lei? La risposta può non essere gradita a chi è favorevole all’aborto. Ma rimane il fatto che spesso, alla radice del problema, c’è l’egoismo. Si tratta di solito di sottrarsi alla propria responsabilità.

Andrew Hacker, scrivendo nella rivista Harper’s, ha fatto questa precisazione: “Infatti, l’aborto cela un fondamentale conflitto sociale che però non siamo pronti a considerare. Il soggetto è la relazione sessuale”. Per molti i rapporti sessuali sono un importantissimo passatempo. Vogliono goderne appieno, ma non vogliono la responsabilità di prendersi cura di una naturale conseguenza dei rapporti sessuali: un bambino! L’aborto è un metodo di controllo delle nascite — un metodo davvero ripugnante — usato non solo in Giappone ma in molte parti del mondo.

Molti sono dediti alla ricerca del piacere. Il loro rispetto per la vita è eclissato dall’egoistica ricerca del piacere sessuale. La Bibbia dice: “Negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi” e “amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. Non è ovvio che oggi esistono queste condizioni? — II Timoteo 3:1-4.

I fautori dell’aborto usano espressioni che mascherano l’atrocità del male commesso. Fanno riferimento al “prodotto del concepimento” e al “contenuto dell’utero”. L’effettivo atto dell’aborto è definito “termine della gravidanza”. Cercano di evitare il problema morale. Ma l’onesta verità, in parole semplici, è questa: Abortire equivale a uccidere una persona. Non fa differenza se la vita è soppressa nell’utero entro dodici settimane dal concepimento o se è soppressa dodici minuti dopo la nascita! È stata uccisa.

Si dice che in Inghilterra due infermiere abbiano avuto “spaventosi incubi” dopo aver visto sopravvivere per 10 minuti un feto abortito a 24 settimane. Alcuni hanno cambiato professione dopo episodi simili. Non è un’esperienza piacevole vedere un feto abortito che lotta per sopravvivere!

Hanno abortito?

Nell’introduzione di questo articolo abbiamo menzionato due casi reali in cui l’aborto era stato suggerito come mezzo per risolvere un problema. Nel primo caso, la madre ventisettenne sapeva d’essere affetta da un male che poteva mettere in pericolo la sua vita. L’argomento del medico era molto convincente e sincero. Ma questa donna è una Testimone di Geova, come lo è suo marito. Essi conoscevano la legge di Dio riguardo alla santità della vita. Avevano ferma fede nella risurrezione. Così respinsero il consiglio del medico.

Con quale risultato? Contrariamente al sincero avvertimento del medico, la donna diede alla luce non uno, ma due bambini sani, due gemelli! La sua salute non è migliorata, ma non è neppure peggiorata. Avendo messo al primo posto le leggi di Geova Dio e avendo confidato in lui, essa ha quattro bambini sani e la coscienza pulita.

Sapendo che neppure il medico può essere sicuro al 100 per cento, molte donne hanno preferito avere il loro bambino, nonostante l’avvertimento che poteva nascere ritardato o affetto da malformazioni. I genitori hanno imparato ad amare questi bambini come qualcosa di speciale. Hanno ricevuto caloroso affetto da questi bambini in cambio dell’amore e della compassione di cui li hanno fatti oggetto. Coloro che hanno una speranza basata sulla Bibbia sanno che nel nuovo ordine che Dio stabilirà nel prossimo futuro i loro figli potranno vivere una vita completamente normale, senza alcuna traccia di imperfezione. — Rivelazione 21:3, 4.

E che dire dell’altro caso? La moglie era una testimone di Geova, ma il marito no. Lei non poteva acconsentire all’aborto. Il marito, come aveva minacciato, divorziò da lei e andò a vivere con un’altra donna. La moglie dovette trovare il modo per procurarsi da vivere e badare al bambino quando sarebbe nato. Ebbe un maschio e la donna ne fu felice.

Dopo qualche mese il marito si rese conto che non si trovava bene come con la sua precedente moglie. Andò a trovarla e vide anche il bel bambino di cui era il padre. Decise di troncare la sua seconda relazione e di tornare dalla moglie. Ma lei gli disse che non lo avrebbe risposato perché, come cristiana, avrebbe sposato solo un uomo che fosse un vero seguace di Gesù Cristo.

Fu una sfida per lui. Si umiliò e cominciò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Dopo vari mesi fu battezzato. In seguito si riunì alla sua famiglia e, negli anni successivi, divenne un cristiano maturo, un esempio per altri nella congregazione cristiana.

Questi due casi ben illustrano che Geova non abbandona quelli che si mostrano fermamente decisi a rispettare la santità della vita.

Forse leggendo questo articolo alcune donne penseranno che, avendo abortito, hanno commesso un grave peccato. Ma possono farsi coraggio se si rammaricano sinceramente della loro passata condotta, non ripetono il peccato e chiedono perdono a Geova, il Datore della vita. — Vedi Isaia 1:18; anche 55:6, 7.

Quindi, siete disposte ad abortire? A voi la risposta. Dovrete portare le conseguenze della decisione che prenderete.

[Riquadro a pagina 19]

Il feto è un essere umano?

I sostenitori dell’aborto affermano che il feto non sia un essere umano perché non può vivere da sé. Se è così, che dire degli adulti la cui sopravvivenza dipende dall’uso del rene artificiale o di un pacemaker o regolatore del ritmo cardiaco a batteria? Certo non si può dire che non siano esseri umani solo perché non possono esistere indipendentemente da questi strumenti.

I medici convengono in genere che la vita comincia al momento del concepimento. Nella “World Book Encyclopedia” del 1978, Volume 16, pagina 228b, c’è la foto di una cellula-uovo e di uno spermatozoo fatta attraverso il microscopio. La didascalia sopra la foto dice: “La vita umana comincia quando lo spermatozoo penetra attraverso l’involucro esterno della cellula-uovo e la feconda”. Sì, al concepimento! Perciò si può dire che il feto abortito non sia una vita che è stata soppressa? Come rispondete?

Coloro che sono favorevoli all’aborto riflettano su questo fatto: Se i loro genitori, specie la loro madre, avessero tanto desiderato fare un aborto legale, essi stessi sarebbero potuti finire in un bidone dell’immondizia! Si rammaricano perché la loro madre ha preso a cuore il “diritto alla vita”?

[Riquadro/Immagine a pagina 17]

Il papa ha detto: ‘Nessuno ha mai l’autorità di sopprimere la vita di un nascituro’. Ma dei 66 paesi che hanno legalizzato l’aborto, 15 sono prevalentemente cattolici. In Italia vengono praticati ogni anno 200.000 aborti. Circa 180.000 aborti illegali vengono praticati ogni anno in Portogallo, e circa 250.000 in Colombia

[Riquadro/Immagine a pagina 18]

Il buddismo insegna il rispetto per la vita del nascituro. In Giappone i sacerdoti convengono che l’aborto è peccato. Ma in genere tacciono per non suscitare “inutili problemi”. E se una donna abortisce, be’, ci si può passar sopra

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