Evoluzione e fervore
IL GIORNALISTA inglese Christopher Booker assume una posizione neutrale nella controversia fra creazione ed evoluzione. Recentemente ha fatto commenti sul “fervore” che ha notato da ambo le parti. “I creazionisti negano con fervore che l’evoluzione sia mai avvenuta”, ha scritto nella sua rubrica del sabato sul Daily Telegraph londinese. Quindi egli ragiona che la persona riflessiva potrebbe “rivolgersi al mondo scientifico per avere una spiegazione più plausibile e razionalmente sostenuta, solo per scoprire un’uguale dimostrazione di fervore dietro ogni specie di posizione ‘evoluzionistica’, in molti casi l’una incompatibile con l’altra”.
“Il guaio è che, nonostante tutta la sofisticazione che ha acquisito con le ricerche nella biologia molecolare, la ‘selezione naturale’ darwiniana è solo una teoria”, ha osservato Booker, “e per di più una teoria piena di enormi vuoti e di punti interrogativi”.
Per citare un esempio Booker menziona il problema dei “‘salti’ nella scala evoluzionistica . . . come la comparsa dell’occhio, o di tutti i fattori che distinguono gli uccelli da ogni altra specie di creatura”. Egli fa notare che anche la teoria più recente, la quale propone grandi salti evoluzionistici fra gruppi isolati, deve ammettere “qualche stadio intermedio, di una creatura appesantita da una membrana non ancora sufficientemente sviluppata da permetterle di volare, che però ne rallentava talmente la precedente agilità . . . da ostacolarne anziché favorirne la sopravvivenza”. Quindi il giornalista afferma:
“I darwiniani più ortodossi non solo riescono a non ‘vedere’ l’importanza di tali domande. In modo significativo ripiegano anche con raddoppiato fervore su semplici asserzioni dogmatiche, e si rifugiano ancora una volta in uno o due esempi presi dalla loro casistica preferita . . . che sembrano confermare la loro comoda fede, mentre lasciano completamente senza risposta tutte le domande veramente interessanti.
“La parola chiave è ‘fede’. Per l’osservatore ragionevolmente distaccato nulla è più ovvio circa i darwiniani, in tutte le loro varietà e sette, del fatto che in ultima analisi essi poggiano il loro racconto delle origini e dell’evoluzione della vita sulla semplice fede e sul credo non comprovato quanto i ‘creazionisti’ che deridono con tanto calore.
“Il loro ‘mito’ è tale che permette loro di vedere l’intero mistero della vita come il prodotto di forze cieche e meccanicistiche senza alcuna ‘mente’ o ‘scopo’ come guida; per cui siamo qui come trionfante prodotto finale di questo processo e non dobbiamo sentirci ‘in debito verso nessuno’. Per quanto questo sia confortante, a rigor di termini non c’è niente di ‘scientifico’ in questo insieme di credenze”.
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L’evoluzione è un fatto!!!