L’incubo di dimagrire
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Gran Bretagna
“FAREI qualsiasi cosa per mia figlia. Il padre le avrebbe comprato qualsiasi cosa avesse desiderato mangiare. Ma lei non chiedeva nulla. Dimagriva a vista d’occhio. Era terribile. Io ero l’unica in famiglia a non piangere. Cercavo di farlo, ma il mio cuore era come un pezzo di piombo”.
Cosa aveva causato un simile problema in una famiglia altrimenti felice e unita? Lo stesso strano male che aveva colpito Jane, una sposina novella. Il marito ricorda vivamente l’accaduto:
“Cercai di ragionare con mia moglie fino a diventare cianotico, ma inutilmente. Ormai aveva deciso ed era irremovibile. Capii che potevo fare solo una cosa: dirle in termini chiari il danno che, non mangiando, arrecava non solo a se stessa ma anche al bambino. Vedete, mia moglie era incinta, e io ero disperatamente preoccupato”.
Per fortuna le cose finirono bene in entrambi i casi. Nel primo la ragazza guarì, ma ci vollero quattro anni. Nel secondo, la donna partorì un bel bambino sano e anche lei è in via di guarigione. Purtroppo, però, non è sempre così. I dati rilevati nelle Isole Britanniche indicano che su cento persone affette da anoressia mentale, quindici muoiono come conseguenza d’essa. Delle altre, solo metà riacquista completamente la salute.
Anoressia mentale
Cos’è dunque l’anoressia mentale? Come viene questo disturbo e perché è così difficile curarlo e guarirne?
Non è raro perdere l’appetito. Tutti abbiamo giorni in cui non abbiamo voglia di mangiare. Questa è “anoressia”, parola derivata dal greco che significa “assenza di appetito”. Questa interruzione abbastanza comune nel normale tran tran della vita si risolve presto quando il corpo si riposa e l’appetito ritorna.
Avviene il contrario però a chi soffre di anoressia mentale. La Grande Enciclopedia dell’Istituto Geografico De Agostini dice che questa “grave forma di neurosi che si manifesta con una perdita totale dell’appetito . . . porta il paziente alla cachessia”, cioè a un grave deperimento organico. Non è strano che possa così facilmente portare alla morte! I medici considerano l’anoressia mentale un disturbo psicosomatico, cioè un disturbo che colpisce sia la mente che il corpo. Ma per molti questo è un modo troppo semplice di spiegare uno stato morboso complesso e ancor oggi non del tutto compreso. Può causare grandi sofferenze fisiche nonché tanta angoscia a chi ne è colpito nonché a coloro che gli sono vicini.
“È accaduto a me!”
“Non dite: ‘A me non succederà mai!’ Questo è ciò che avevo sempre pensato. Invece è successo!” Questo è l’onesto consiglio di Patrizia, il cui peso corporeo scese paurosamente dai normali 52 chili a poco più di 34 chili. Il suo racconto continua: “Ero sempre stata una persona giudiziosa e con la testa a posto. Mi piaceva cucinare e mangiare. Ma quando cominciai a soffrire di anoressia mentale il mio carattere cambiò. Nessuno poteva dirmi una parola senza che lo coprissi di improperi. Quello che ho passato in quel periodo è stato orribile e avvilente. Me ne stavo a letto e piangevo per ore di seguito. Mi sentivo avvilita e infelice”.
Patrizia, ora sulla ventina, ristabilita e in forma, dice ripensandoci: “Per quale motivo sia cominciato tutto questo non lo so neppure adesso. Le ragioni potrebbero essere tante”.
Non di rado è difficile stabilire la causa esatta dell’insorgere dell’anoressia mentale, ma da uno studio dei casi emergono certi elementi comuni, e vale la pena di considerarli.
Il pericolo delle diete
È vero che l’anoressia mentale può colpire anche i ragazzi, ma di solito sono le adolescenti a soffrirne. In molti casi il fattore principale è la dieta incontrollata. Saltare un pasto ogni tanto non è pericoloso, ma è tutta un’altra cosa seguire una dieta rigorosa e fare pasti irregolari.
Maria, un’adolescente, ha confidato: “Volevo perdere qualche chilo e così decisi di mettermi a dieta. Per dimagrire un altro po’, saltavo anche i pasti. Le amiche mi dicevano: ‘Oh, che silhouette, stai dimagrendo!’ ma quando mi guardavo allo specchio mi vedevo com’ero sempre stata. Stranamente non riuscivo a vedere la differenza e mi pareva d’essere ancora troppo grassa. Ma non passò molto che stavo proprio male”. Cosa dice la madre? “Se l’altra mia figlia venisse a dirmi che vuole fare la dieta, non prenderei più la cosa tanto alla leggera. Me ne interesserei di più e direi: ‘Vedremo’, e farei in modo che pur seguendo una dieta si nutrisse bene ugualmente. Il guaio era che quando Maria aveva l’anoressia mentale era impossibile ragionare con lei”. In che consiste il problema?
Per ragioni che non sono ancora chiaramente comprese, una volta che il corpo ha raggiunto un certo grado di denutrizione, strane cose cominciano ad accadere. Nel caso di un’adolescente, cessano le mestruazioni. Poco dopo cominciano a spuntarle peli extra sulle braccia e sulle gambe, prova repulsione per il cibo e l’irresistibile desiderio di rimanere magra. Inizialmente, una fittizia vitalità ha il sopravvento. Per di più, come scoprì troppo tardi la madre di Maria, nulla riuscirà a convincere la paziente (perché ora è tale) che si comporta in modo anormale o che la sua salute — e forse anche la sua vita — è in pericolo.
Come fate a notare se uno dei vostri cari soffre di anoressia mentale? Una forte diminuzione di peso è un ovvio sintomo, ma, per quanto sia sorprendente, non è sempre facile accorgersene. Perché mai? Perché spesso chi soffre di anoressia mentale le studia tutte per nascondere la sua vera condizione sia a se stesso che a chi cerca di aiutarlo. Mettendosi molti indumenti uno sopra l’altro, o portando pesi in tasca, si inganna in modo che è difficile per gli amici capire come stanno veramente le cose. Alcuni arrivano al punto di provocarsi il vomito o di purgarsi drasticamente per eliminare cibo dal loro organismo, ma, anche in questo caso, di solito chi gli sta vicino non lo sa.
Molti pensano che sia una malattia tipica del mondo occidentale, ma non è così. “Gli africani sono diventati i migliori imitatori di altre culture”, osserva il dottor Daniel Kabithe del Kenya. “Se in Occidente c’è la mania delle diete, anche le donne africane sono facilmente vittime delle cure dimagranti”. Riassumendo i risultati di un suo studio del soggetto, il dottor Kabithe spiega ulteriormente: “L’anoressia è deliberata e la ragazza si rifiuta di mangiare per conseguire un certo obiettivo”. Può trattarsi più che di un semplice problema di dieta. A farla insorgere possono contribuire anche emozioni e stress.
Perché soprattutto adolescenti?
L’adolescenza può essere un periodo particolarmente critico, specie oggi quando gli adolescenti vanno incontro a molti insoliti problemi e frustrazioni. Cosa c’entra questo con l’anoressia mentale? Parlando della sua causa, il medico inglese Michael Spira dice: “Sembra che la spiegazione più probabile sia che la ragazza ha paura di crescere. Così, dimagrendo, cerca di prevenire o invertire i cambiamenti della pubertà nella sua persona e le caratteristiche sessuali che associa all’età adulta le cui responsabilità ha paura di accettare”.
Nel valutare il problema, è di primaria importanza la relazione del paziente con la vita stessa nonché con l’atmosfera nell’immediata cerchia familiare. A questo proposito la dottoressa Joan Gomez osserva: “I cambiamenti ormonali sono assolutamente secondari e non sono la causa dell’anoressia mentale. La causa è nella famiglia stessa”.
Confermando questo punto di vista lo psichiatra R. L. Palmer scrive: “Le ragazze che dimagrendo diventano anoressiche hanno difficoltà ad accettare la vita, hanno problemi emotivi o più particolarmente problemi legati all’adolescenza. Queste difficoltà possono essere le più svariate”. Quali sono alcune? Vediamo cos’hanno detto due ragazze che hanno sofferto di questo disturbo:
“Tutto cominciò circa quattro anni fa. I padroni della casa dove abitava la mia famiglia tornarono dall’estero, e così per un po’ fummo senza un tetto. I miei genitori, mio fratello e mia sorella trovarono diverse sistemazioni e quindi non ci vedevamo molto.
“Solo ora ripensandoci mi rendo conto di quanta preoccupazione mi causasse tutto questo. Mi sentivo molto insicura, smisi di mangiare e alla fine mi ritrovai all’ospedale. E quando poi avrei voluto mangiare, non ci riuscivo. Fui nutrita con la forza, ma l’artrite di cui soffro ora, dicono i medici, è una diretta conseguenza dell’anoressia mentale provocata dallo stress”.
“‘Stai ingrassando!’ ‘Hai messo su un bel po’ di chili!’ Commenti fatti più per scherzo che per altro, ma per me, adolescente, toccavano una corda molto sensibile.
“A sedici anni, quando finii le scuole, sembrava che le ragazze più felici, più popolari e più eleganti fossero quelle magre. Per me, così timida e chiusa, c’era qualcosa a cui mirare, così cominciai a dimagrire. Ma ben presto non mi limitavo più alla mia dieta originale, bensì saltavo i pasti e mangiavo di meno per perdere più chili. I morsi della fame erano terribili, eppure traevo grande soddisfazione dal fatto che riuscivo in qualche modo a ignorare quelle sensazioni e infine a soffocarle.
“Divenni gradualmente sempre più debole finché salivo le scale con estrema difficoltà. Anche sollevare un cuscino era diventata una cosa molto faticosa. L’anoressia mentale era divenuta una realtà. Mi ci vollero cinque lunghi, difficili anni per guarire.
“Sì, ho anche avuto problemi in famiglia durante l’adolescenza, ma ora so che molto è dipeso dalla mia reazione ai commenti su quei chili in più. Non bisognerebbe mai, in presenza di un adolescente, fare commenti sul suo peso, sulla sua figura o sulla sua statura! Potreste fare più male di quanto non immaginiate”.
La fine di un idillio, un complesso di inferiorità, la preoccupazione d’essere promossi agli esami e di ‘farsi avanti’ nel mondo, il cercare di vivere secondo certe norme stabilite dai genitori o da altri superiori, tutte queste e molte altre cose possono portare la persona insicura sulla strada dell’anoressia mentale. Benché tutte le terapie possano risultare utili nella cura dei sintomi (ed è consigliabile andare dal medico appena possibile), la guarigione dipende effettivamente dall’individuo. Cosa si può fare? Seguite i consigli riportati qui a fianco:
[Testo in evidenza a pagina 25]
I dati rilevati nelle Isole Britanniche indicano che su cento persone affette da anoressia mentale, quindici muoiono come conseguenza d’essa
[Testo in evidenza a pagina 26]
Benché tutte le terapie possano risultare utili nella cura dei sintomi, la guarigione dipende effettivamente dall’individuo
[Riquadro a pagina 27]
Alcuni no e alcuni sì
NON vi isolate. Si fa presto a diventare introspettivi, ed è molto facile smarrire la via d’accesso al modo di pensare adulto e maturo. Fu un uomo saggio a dire: “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio”. (Proverbi 13:20) Fatevi degli amici, e se avete una persona saggia con cui confidarvi, apprezzatela!
NON pensate di dovervi conformare a mode passeggere. I cristiani non fanno parte del mondo. Se vi trovate soli su una questione di principio, consideratela una posizione di vera forza. — Giovanni 17:16, 17.
TROVATE qualcosa di costruttivo da fare, preferibilmente qualcosa di utile per gli altri. È riferito che Gesù disse: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. Servendo gli altri sarete aiutati a non pensare a voi stessi. — Atti 20:35.
RICONOSCETE che il vostro Creatore, Geova Dio, ha cura di voi. Accostandovi a lui in preghiera potete ricevere “potenza oltre ciò che è normale” nei momenti di bisogno. — II Corinti 4:7.
COMPRENDETE che alcuni sono guariti dall’anoressia mentale, e anche voi potete guarire. Ma molto dipende dal vostro modo di pensare positivo.