I lettori ci scrivono
Paramedici
L’articolo intitolato “Un paramedico narra la sua storia” (22 giugno 1983) era abbastanza accurato nel riferire avvenimenti della vita quotidiana, ma qualsiasi paramedico che valga qualcosa non si sognerebbe minimamente di usare la sua posizione per influenzare gli ex pazienti con le sue credenze religiose. Il vostro articolo è un insulto alla mia professione. Un vero paramedico professionista non chiede e non si aspetta ringraziamenti.
J. W., addetto a un’ambulanza, Australia
Non crediamo che Larry Marshburn si serva della sua posizione per influenzare i suoi pazienti con le sue credenze religiose, ma, anzi, nella sua vita privata egli continua a interessarsi benevolmente del suo prossimo oltre ciò che è richiesto dalla sua professione, parlando della speranza di vivere quando dolore, sofferenza, infermità e morte non ci saranno più. — Ed.
Ho recentemente terminato un corso di rianimazione cardiopolmonare e mi è stato detto che la posizione corretta per praticarla è quella di stare in ginocchio accanto alla vittima. Nella copertina della vostra rivista il paramedico è rappresentato in piedi.
A. V., Michigan
L’illustrazione si basa su una fotografia presa da una rivista per paramedici. Ci risulta che la rianimazione cardiopolmonare si può praticare sia stando in ginocchio che in piedi, ma che la posizione in ginocchio è la più raccomandata e quella adottata più spesso. — Ed.
A un colloquio di lavoro
La sera prima di presentarmi a un colloquio di lavoro ho letto il vostro articolo intitolato “Come regolarsi a un colloquio di lavoro?” (8 luglio 1983) Ho preso nota dei suggerimenti dati su cosa fare prima di andare al colloquio, durante il colloquio e dopo. L’articolo menzionava un particolare che mi ha veramente dato sicurezza, e cioè che, se altri aspirano allo stesso lavoro, tu puoi essere quello che l’otterrà. Ho seguito i vostri suggerimenti e ho ottenuto il lavoro. Continuate a pubblicare articoli di questo genere. Noi giovani ne abbiamo bisogno per poter superare i problemi che ci si presentano.
M. F., Pennsylvania
Il vostro articolo su come regolarsi ai colloqui di lavoro dà un’importantissima risposta in un momento di elevata disoccupazione. Ho pensato però che forse vi avrebbe interessato un articolo pubblicato dal “Seattle Post Intelligencer” riguardo al recente omicidio di una ragazza di Seattle. Evidentemente ora l’idea di farsi accompagnare da qualcuno a un colloquio di lavoro è vista con occhi diversi, dati i tempi estremamente pericolosi in cui viviamo.
J. R., Washington
Il nostro articolo citava un consulente che tiene seminari in materia di lavoro il quale avrebbe detto di ‘andare sempre soli’. L’articolo del giornale parla di una ragazza che è stata assassinata quando si è presentata in risposta a un annuncio di “cercasi segretaria” per una ditta inesistente. Aveva telefonato all’ufficio competente di Seattle (Better Business Bureau) per sapere se l’annuncio era stato pubblicato da una ditta seria, ma non era disponibile nessuna informazione. Il portavoce del Better Business Bureau ha detto: “Ha fatto la cosa giusta — cercare di informarsi prima di rispondere all’annuncio — ma avrebbe anche dovuto condurre qualcuno con sé quando si è presentata al colloquio. Il nostro consiglio a qualsiasi donna in cerca di lavoro: Non andate mai sole a un colloquio se non è di giorno e se non è negli uffici di una società conosciuta”. Siamo lieti di trasmettere queste informazioni ai nostri lettori. — Ed.