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  • g84 22/1 pp. 13-15
  • Come reagire alle delusioni?

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  • Come reagire alle delusioni?
  • Svegliatevi! 1984
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  • Quando è colpa tua
  • Spine nella carne
  • Quando i tuoi genitori ti deludono
  • Quando gli amici ti deludono
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Svegliatevi! 1984
g84 22/1 pp. 13-15

I giovani chiedono...

Come reagire alle delusioni?

“HO FINITO le scuole in giugno”, dice Barbara, “ma non ho trovato lavoro che in ottobre, ed era un lavoro temporaneo! Solo recentemente sono riuscita a trovare un posto”. E questo come l’aveva fatta sentire? “È duro tornare a casa e dire a tutti che non sei riuscita a trovare lavoro. E quando è ora di pagare l’affitto e tutti gli altri racimolano fino all’ultimo centesimo — e tu non hai niente da dare — ti viene voglia di rinunciarci”.

Il poeta inglese Philip James Bailey disse una volta: “Le delusioni che ci danno gli altri sono di gran lunga inferiori a quelle che diamo a noi stessi”. E anche se non ti è mai capitato che ti venisse rifiutato un lavoro, probabilmente sai quanto è umiliante non riuscire in un compito importante o essere delusi da un amico o da un genitore. Che fare quando si ha una delusione?

Quando è colpa tua

Il professor Dan Russell dell’università dello Iowa, che ha studiato le reazioni di atleti in gara, fa questo commento: “L’uomo è portato ad autodifendersi. Se perde, da la colpa a ragioni esterne, come il tempo o l’arbitro. E se vince, dice che è merito suo”. Ad ogni modo, spesso la colpa dell’insuccesso è tua. E per reagire bene alle delusioni è importante accettare questa responsabilità.

Il re Davide, per esempio, in un’occasione fu severamente ripreso per avere commesso adulterio. Tuttavia Davide non si nascose dietro un muro di scuse. Il 51º salmo rivela in maniera toccante come riconobbe onestamente il suo peccato. Dio comunque decretò che il suo figlio adulterino morisse! Davide digiunò e pregò con fervore perché fosse risparmiata la vita al bambino, ma infine questi morì. Davide si abbandonò allora all’autocommiserazione? Al contrario; infatti la Bibbia dice: “Davide si levò da terra e si lavò e si spalmò d’olio e si cambiò i mantelli . . . dopo di che entrò nella sua propria casa e . . . mangiava”. — II Samuele 12:20.

Era Davide freddo e senza cuore? No, piuttosto aveva accettato il fatto che era venuto meno ed era deciso a non lasciare che la cosa si ripetesse mai più. Ora che aveva chiuso col suo errore, non gli restava altro da fare che risollevarsi e continuare a vivere.

Anche tu puoi imparare dagli sbagli peggiori. Ora Barbara, per esempio, ammette: “Avrei dovuto essere più persistente nella ricerca di un lavoro. A volte ero così scoraggiata che non lo cercavo neppure”. Si può dire la stessa cosa se non superi un esame. Sei onesto con te stesso riguardo al tuo insuccesso? Un giovane ha ammesso: “Non mi era mai importato della matematica, quindi non avevo mai fatto uno sforzo per essere promosso. Avrei potuto fare meglio”.

Spine nella carne

Non tutte le delusioni però sono attribuibili a te. L’apostolo Paolo, pur avendo notevole successo come apostolo, come scrittore e come missionario, ebbe un’amara delusione: un disturbo che egli chiama “una spina nella carne”. Probabilmente Paolo si riferiva a un grave difetto visivo. Paolo dice che supplicò “tre volte il Signore affinché [il disturbo] si dipartisse” da lui, ma gli fu detto invece che ‘gli bastava l’immeritata benignità di Dio’. — II Corinti 12:7-9.

Le limitazioni fisiche sono “una spina nella carne” anche per molti giovani d’oggi. Un’adolescente che ha sofferto per vari disturbi dice: “Quando seppi che dovevo subire una grave operazione ne fui sconvolta”. Ma a poco a poco si abituò all’idea. Le cure mediche le hanno dato un certo sollievo, ma la sua vita non è ugualmente facile. Nondimeno essa dice: “Ho imparato ad accettare la situazione”. Anche in questo caso, il segreto è quello di accettare la realtà. E come nel caso di Paolo, le limitazioni fisiche non devono impedirti di fare qualcosa, o di godere la vita.

Quando i tuoi genitori ti deludono

“La mia più grande delusione”, ha detto un giovane, “l’ho avuta quando mio padre è stato disassociato [scomunicato] dalla congregazione cristiana. E non è affatto migliorato. Il modo in cui tratta mia madre mi dà la nausea”.

A volte i nostri genitori non si comportano come noi vorremmo. Forse la loro condotta ci ferisce. Forse fanno promesse che non mantengono. O forse non ci sono accanto quando ne abbiamo bisogno. La madre di Pietro, un ragazzo di tredici anni, è costretta a lavorare tutto il giorno. Pietro dice: “Quando torno a casa da scuola resto solo fin verso le sette di sera. Guardo la TV ma è una bella noia. . . . A volte stare solo mi piace. Ma è uno strano sentimento. Sei lì tutto solo. Non hai nessuno con cui parlare. Quando la mamma torna a casa è la stessa cosa perché quando arriva è stanca e va a dormire. . . . Quando cerco di dirle come mi sento, se non si arrabbia ci manca poco”.

Che fare in un caso del genere? Anzitutto puoi cercare — per quanto sia difficile — di vedere i tuoi genitori obiettivamente. Ai piccoli i genitori sembrano infallibili. Ma man mano che si cresce si comincia lentamente a capire che i genitori sono lungi dall’essere perfetti, che sono sottoposti a pressioni di cui ci si rende appena conto. Ricorda inoltre che un genitore — anche quando ha problemi seri — ha diritto al tuo rispetto e alla tua amorevole ubbidienza. — Efesini 6:1.

Che dire se a causa del lavoro tuo padre o tua madre non possono dedicarti tutte le loro attenzioni? Renditi conto che viviamo veramente in “tempi difficili”. (II Timoteo 3:1) Può darsi che fra non molto tu stesso debba riscontrare di persona come è duro guadagnarsi da vivere in questi giorni. Quindi cerca di trarre il miglior partito da una situazione difficile. Dopo tutto, una casa vuota non è un motivo per stare in ozio. Tirati su le maniche e aiuta a fare i lavori di casa! Quando mamma o papà arrivano a casa fa loro trovare pronto un pasto caldo. E quando si presentano opportunità per passare un po’ di tempo coi tuoi genitori, vedi di ricuperare il tempo perduto.

Quando gli amici ti deludono

“Una volta”, ha detto un’adolescente, “dissi alla mia amica preferita qualcosa che non avrebbe dovuto riferire. In seguito però scoprii che lei l’aveva detto a qualcuno e, quando le chiesi spiegazioni, cominciò a giustificarsi. Le dissi che non era una vera amica e che non volevo più vederla”.

Il fatto che alcuni amici ti deludano non dovrebbe però meravigliarti. Il patriarca Giobbe, per esempio, fu colpito da una malattia, dalla rovina economica e dalla perdita di persone care. Certo i suoi tre “amici” lo avrebbero confortato! Cosa fecero invece? Rimproverarono Giobbe accusandolo di avere commesso peccati in segreto! “I miei propri fratelli si sono comportati slealmente”, gemé Giobbe. — Giobbe 6:15.

Se anche un tuo amico ti delude in modo simile, non essere troppo frettoloso a rompere l’amicizia. Perché non cerchi di parlare delle divergenze e risolverle? Probabilmente c’è stato qualche malinteso. E la Bibbia dice: “Siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri, come anche Dio vi ha liberamente perdonati mediante Cristo”. — Efesini 4:32.

Impara dalle delusioni

Più a lungo vivrai più delusioni avrai. Quella di imparare come reagire ad esse è comunque un’esperienza preziosa. Gesù Cristo stesso ebbe delle delusioni. Fu respinto dal suo stesso popolo. Uno dei suoi più intimi amici lo tradì. I suoi discepoli lo abbandonarono la sera del suo arresto. Ma non si lasciò abbattere dalle delusioni. Anzi, “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì”. La sua risoluzione di servire Geova Dio fedelmente fu rafforzata dalle cose che subì. (Ebrei 5:7, 8) Anche tu puoi diventare più forte dopo una delusione.

[Testo in evidenza a pagina 15]

Se non riescono, danno la colpa agli altri. Se riescono, ne attribuiscono il merito a se stessi

[Immagine a pagina 13]

È duro tornare a casa e dire ai tuoi che non hai trovato lavoro

[Immagini a pagina 14]

Evita le delusioni preparandoti e impegnandoti a fondo

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