Le chiese possono unire il mondo?
“PADRE nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”, cantilenava la folla. Qualsiasi scolaro saprebbe ripetere queste parole a memoria; sono parole così spesso ripetute, recitate e cantate che sono state incancellabilmente scolpite nella mente di milioni di persone. Ma in questa occasione tali parole sembravano particolarmente commoventi.
Anzitutto i 3.500 fedeli riuniti sotto il tendone dai vivaci colori rappresentavano molte razze e nazionalità. Ciascuno recitava le parole nella propria lingua madre, dando luogo a una babele che indusse un fedele a sussurrare: “Stiamo parlando in lingue”. Ma forse una cosa ancora più sorprendente è il fatto che non erano tutti seguaci della stessa religione. Anglicani, luterani, metodisti e anche cattolici pregavano a fianco a fianco.
La “liturgia di Lima”, un compromesso teologico a cui si era giunti solo mesi prima, aveva posto la base per questa funzione senza precedenti celebrata sotto una tenda.a I cristiani nominali appartenenti a varie sette potevano ora mettere da parte le divergenze secolari e fare la ‘santa Comunione’ insieme. E sebbene i cattolici romani e i membri delle chiese ortodosse orientali avessero rifiutato di partecipare alla funzione stessa in cui veniva distribuita la Comunione, c’erano loro rappresentanti che prendevano parte al canto e alle preghiere. Che il Padrenostro venisse recitato in diverse lingue fu quindi un avvenimento commovente per molti. I fedeli piangevano, si abbracciavano e si baciavano. Per un breve momento le barriere di razza e di colore, religiose e politiche scomparvero.
Molti sono dell’avviso che questa funzione religiosa sia stata l’avvenimento saliente dell’assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) tenuta a Vancouver, nel Canada, dal 24 luglio al 10 agosto 1983. Alcuni la considerano un raggio di speranza, il precursore del finale trionfo dell’ecumenismo, del movimento cioè che si propone di conseguire l’unità cristiana. Alcuni hanno addirittura definito questa funzione religiosa “una nuova Pentecoste”. ‘Ma potrebbe avere implicazioni anche più ampie?’ si chiedono alcuni. Dopo tutto la religione ha esercitato per secoli una forte influenza divisiva. Se dunque le chiese riuscissero in qualche modo a sanare le ferite che le hanno divise per secoli, le nazioni non potrebbero fare altrettanto?
Poche persone riflessive negherebbero che una famiglia umana in pace è una cosa auspicabile. Il fatto è che la possibilità di conseguire tale unità appare tanto remota. Questo perché alla base di tutti gli sforzi umani per conseguire l’unità ci sono i secolari odii, sospetti e dubbi. Ma potrebbe darsi che le chiese stiano ora indicando la via della cooperazione mondiale? E sotto la potente influenza di una chiesa unita, i governanti politici non potrebbero essere spinti a fermare il suicida accumulo di armi nucleari?
Ma in realtà, le chiese sono prossime a un accordo? Esaminiamo più attentamente la recente assemblea del CEC.
[Nota in calce]
a Questa liturgia ha preso nome da una conferenza organizzata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, tenuta recentemente a Lima, in Perú, e che ha visto riuniti teologi protestanti, ortodossi e cattolici. Il risultato di questo incontro è un documento intitolato “Battesimo, eucaristia e ministero”, che secondo il New York Times “incoraggia le singole chiese a riconoscere i diversi approcci al battesimo, alla santa comunione e all’ordinazione”.