“Se davvero esisti, fatti trovare!”
“Spesso, nel periodo più nero della mia vita, ho implorato: ‘Dio, se davvero esisti, fatti trovare!’” Così Caterina inizia a narrare la sua breve, ma significativa esperienza.
Caterina, una delle tante persone impegnate a tempo pieno in Italia nell’opera di diffusione della conoscenza biblica, continua la sua narrazione: “Avevo sei anni quando, per difficoltà economiche, i miei genitori furono costretti ad affidarmi a un istituto religioso femminile. Ero la penultima di otto figli e pertanto la situazione della mia famiglia era assai precaria. A causa dei suoi ideali politici mio padre oltretutto perse il lavoro e ne subimmo le conseguenze. Mia madre pensava che le religiose dell’istituto fossero capaci di indirizzarmi bene. Non immaginava quale sarebbe stato il risultato. A tredici anni, quando mi fecero uscire dall’istituto, ero un’adolescente arrabbiata con Dio e con gli uomini. A causa dell’ipocrisia vista in quei sette anni giurai a me stessa che non sarei mai più entrata in una chiesa. Decisi di cancellare la parola ‘Dio’ dalla mia mente.
“Dopo alcuni anni di duro lavoro trascorsi all’estero, all’età di diciotto anni tornai in Italia decisa a combattere a favore dell’unica cosa per cui mi pareva valesse la pena di lottare, la giustizia e l’uguaglianza sociale. Mi gettai a capofitto in questa lotta. Giunsi fino al punto di andare di casa in casa a propagandare le mie idee. Poi qualcosa mi fece riflettere. Mio padre perse la vista e conseguentemente rimanemmo senza alcun sostegno finanziario. Neppure il gruppo politico a cui aderiva lo aiutò. Allora pensai: ‘Se questo gruppo non riesce a risolvere il problema della mia famiglia, come potrà risolvere i problemi della collettività e portare un sistema di vita migliore?’
“Fu il periodo più buio della mia vita. Non avevo una fede religiosa, non avevo più fede nella politica, non avevo fiducia nell’uomo. Ero viva, ma come morta interiormente. Non c’era proprio niente per cui valesse la pena di vivere? Desideravo solo stordirmi e non pensare. Mi diedi alla vita dissoluta, ai piaceri, alla droga. In quel periodo mi recai in Belgio. Andando a casa di mia sorella incontrai alla sua porta un uomo che mi colpì per il suo aspetto. Chiesi a mia sorella chi fosse e lei mi rispose con noncuranza: ‘Oh, è solo un testimone di Geova’. Quella fu la prima volta in cui sentii pronunciare il nome di Dio. Era il 1973. Tornai in Italia e continuai la mia vita disordinata e senza scopo. Ogni tanto chiedevo: ‘Oh Dio, se davvero esisti, fatti trovare, aiutami a conoscerti’.
“Ricordo che pochi giorni dopo aver fatto un’invocazione del genere accadde qualcosa di imprevedibile. Era una calda giornata di maggio del 1975. Mi trovavo in compagnia di mia nipote a cui ero molto legata, quando sentii l’irresistibile impulso di andare a trovare una persona che conoscevo da tempo. Per ben due volte mia nipote mi dissuase. Ma infine, dietro mia insistenza, andammo. Mentre eravamo in casa di questa persona, qualcuno suonò. Quindi entrò una donna esile e di bassa statura. La padrona di casa me la presentò come una testimone di Geova. Colsi l’occasione per sfogare su quella donna tutta la mia rabbia contro quel Dio che permetteva guerre, ingiustizie sociali, povertà, malattie e morte. Malgrado la mia arroganza quella donna con grande mitezza mi mostrò con la Bibbia come le sofferenze e le calamità non sono volute dal Creatore. Mi mostrò anche come Dio si propone di riportare la terra e i suoi abitanti in condizioni paradisiache, eliminando le malattie e persino la morte. — Rivelazione 21:3, 4.
“Nessuno mi aveva mai detto queste cose. Volevo saperne di più. Qualche giorno dopo mi misi in contatto con la testimone di Geova che accettò di incontrarmi due volte la settimana per studiare gratuitamente la Bibbia con me. Compresi allora che Dio, il cui nome personale è Geova, aveva ascoltato le mie invocazioni di aiuto. Ora potevo conoscere le sue vie. Che gioia scoprire che l’Onnipotente Creatore ha cura delle nostre necessità! La regolare frequenza alle adunanze dei Testimoni mi aiutò ulteriormente ad abbandonare le cattive abitudini e a rinnovare la mia personalità. — Efesini 4:22-24.
“Alla fine del 1975 simboleggiai la mia dedicazione a Geova col battesimo. In passato avevo dedicato tutte le mie energie a propagandare idee politiche. Quale privilegio avevo ora di impegnarmi nell’annunciare di casa in casa il Regno di Dio quale unica speranza per il genere umano! Alla domanda che Dio pone tramite il profeta Isaia — ‘Chi manderò, e chi andrà per noi?’ — risposi decisa come lo stesso profeta: ‘Eccomi! Manda me’. (Isaia 6:8) Intrapresi quindi l’opera di predicazione a tempo pieno che tuttora svolgo con profonda soddisfazione.
“Conoscere Geova ha significato per me avere un vero scopo nella vita, e servirlo continuamente mi reca soddisfazione e gioia di vivere. La mia determinazione è simile a quella del salmista: ‘Una cosa ho chiesta a Geova, è ciò che cercherò: che io possa dimorare nella casa di Geova per tutti i giorni della mia vita’”. — Salmo 27:4.