I vescovi cattolici e il “gigante addormentato”
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Italia
CATTOLICI comuni dovrebbero essere degli evangelizzatori? Oppure si dovrebbe lasciare la predicazione ai sacerdoti il cui numero si va sempre più assottigliando? Questo è stato uno degli argomenti di cui hanno parlato i vescovi cattolici al loro sinodo, o convegno, mondiale tenuto a Roma l’anno scorso. Se siete cattolici, che ne pensate di compiere l’opera di evangelizzazione?
Sino a pochi decenni fa, c’era una concezione negativa dei laici. Ai primi di questo secolo, ad esempio, papa Pio X dichiarò: “La Chiesa è per sua natura una società ineguale . . . formata da due categorie di persone: i Pastori e il Gregge, coloro che occupano un grado fra quelli della gerarchia, e la folla dei fedeli. . . . La moltitudine non ha altro dovere che lasciarsi guidare e . . . seguire”.
Una definizione del genere non sarebbe popolare oggi. Un moderno dizionario teologico dice che “il laico non è un oggetto passivo, come per tanto tempo è stato considerato in passato”, ma “è un soggetto attivo e responsabile”.
Nel mondo i laici cattolici sono circa 700 milioni, e il cardinale irlandese O’Fiaich li ha definiti un “gigante addormentato”. Cosa voleva dire? Secondo i vescovi, i laici dovrebbero vivere più attivamente la loro fede. L’obiettivo del sinodo era quello di renderli coscienti delle loro responsabilità. Ma è concretamente cambiato qualcosa nella Chiesa Cattolica per svegliare questo “gigante addormentato”?
Il ruolo delle donne. Molti cattolici si aspettavano che il ruolo delle donne nell’ambito della chiesa cambiasse. Un documento pubblicato da donne cattoliche raccomandava ai vescovi quanto segue: “Gli articoli di diritto canonico discriminatori nei confronti delle donne o basati su presupposti limitativi circa la ‘natura’ e il ‘ruolo’ delle donne vanno riveduti e corretti, compreso il n. 1024 relativo all’ordinazione”. L’articolo 1024 del Codice di Diritto Canonico dice: “Riceve validamente la sacra ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile”.
Tuttavia il Vaticano, dice la pubblicazione cattolica Rocca (15 novembre 1987), ‘non sembra volere ascoltare attualmente nulla che possa modificare la sua tradizionale preclusione all’ordinazione della donna’. È stata una “porta in faccia alle donne”, secondo un sacerdote.
Meno sacerdoti. Nello stesso tempo la Chiesa Cattolica sta attraversando ora una grande crisi vocazionale: il numero dei sacerdoti sta calando in tutto il mondo. Per Giovanni Paolo II si tratta del “problema fondamentale della Chiesa”. Ad esempio, sono “sempre meno i preti in Italia”, scrive La Repubblica (23 ottobre 1987). E La Civiltà Cattolica (21 novembre 1987) dice che il calo dei sacerdoti nei Paesi Bassi è “drammatico”.
“Si calcola che”, afferma un giornale, “su trecentomila comunità cattoliche locali, presenti in tutto il mondo e tenute a riunirsi in assemblea liturgica ogni domenica, più della metà non disponga di un sacerdote residenziale”.
Motivo di grande preoccupazione. L’argomento più discusso a questo sinodo è stato quello dell’evangelizzazione. Prima del sinodo, lo stesso papa aveva sottolineato che “ogni cristiano . . . è essenzialmente un apostolo”.
Tuttavia, molti vescovi sostengono che c’è bisogno di “rievangelizzare” gli stessi cattolici. Secondo loro questo è necessario a causa di quella che è stata chiamata la “sfida delle sette e dei nuovi gruppi religiosi”. Infatti un vescovo ecuadoregno ha detto che “i cattolici si fanno facilmente conquistare dalle sètte” poiché la loro formazione religiosa è “insufficiente”.
Una delle ultime proposte approvate dai vescovi dice: “Le sette imperversano in diverse regioni della terra. . . . Bisogna rendere coscienti i fedeli con la catechesi, perché possano dare ragione della propria fede”. Il sinodo ha esortato i cattolici ad ‘andare e fare dei discepoli in tutte le nazioni’. Ma come può il “gigante addormentato” formato di 700 milioni di cattolici fare discepoli se all’atto pratico non sanno come evangelizzare?
La Bibbia mostra chiaramente che l’opera dei veri cristiani è quella di cercare i meritevoli “di casa in casa”. (Atti 5:42; 20:20; Matteo 10:11) E chi deve parteciparvi? Tutti i cristiani. Del modo in cui i primi cristiani diffondevano la loro fede, lo storico francese Gustave Bardy dice:
“L’azione individuale si trova fin dalle origini della chiesa ed è forse in questo modo che, durante i primi due secoli . . . il cristianesimo conquista la maggior parte dei suoi fedeli. Ogni credente è necessariamente un apostolo. . . . A questo apostolato tutti sono in grado di consacrarsi, anche i più poveri, i più ignoranti, i più disprezzati”.
Tutti i veri cristiani, in effetti, sono ministri della Parola di Dio. Fra loro non ci sono distinzioni fra clero e laicato, distinzioni sorte solo in seguito all’allontanamento del cristianesimo originario. (Atti 20:29, 30) Fonti cattoliche riconoscono che la distinzione sacerdoti-laici presente nella Chiesa Cattolica “non è teologicamente fondata”. I primi cristiani, dice il vaticanista Giancarlo Zizola, “non avevano sacerdoti, i loro ministri erano presbiteri, cioè anziani . . . Non c’erano, tra di loro, gerarchie”.
Gli odierni veri cristiani sono desti e molto attivi nell’opera cristiana, predicando con zelo la “buona notizia” del Regno di Dio. Probabilmente questa rivista l’avete ricevuta da loro. — Matteo 24:14; 25:13; 1 Corinti 15:58.