Controllo delle nascite: Dovete decidere voi o la Chiesa?
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Spagna
“UN BAMBINO è un angelo mandato da Dio. Più bambini hai, più prove ci sono che Dio ti benedice e ti impiega alla sua gloria”.
Joaquim si sentiva gravemente oppresso da queste parole dettegli dal parroco del posto. Era disoccupato. Lui e la moglie Lourdes avevano già sei figli. Come avrebbero fatto a mantenerne altri? Le sue obiezioni furono messe a tacere con l’avvertimento: “Evitare il concepimento è peccato! Sarai scomunicato se lo fai!” Lourdes, ubbidiente, partorì altri dieci figli, nonostante le difficoltà economiche che questa famiglia portoghese già povera dovette affrontare.
Il sacerdote stava solo ripetendo un fondamentale insegnamento cattolico, secondo cui il matrimonio dev’essere fecondo e ciascuna coppia dev’essere “magnanimamente disposta ad accettare i figli” che vengono. Tuttavia, in anni recenti molti cattolici hanno espresso dubbi sulle direttive ufficiali della Chiesa a questo proposito.
Una cattolica francese, madre di dieci figli, ha esclamato: “A mio avviso, oggi l’insegnamento cattolico non può essere messo in pratica da una giovane coppia normale che desidera vivere la propria vita coniugale con l’approvazione di Dio!” Kitty Parker, della California, ha espresso un’opinione simile: “Mio marito ed io abbiamo deciso per il controllo delle nascite dopo avere parlato, letto e pregato a lungo sulla cosa. È stato il nostro primo importante allontanamento dalla chiesa”. Judy Ford di Paignton (Inghilterra) ritiene che “la decisione spetti alla famiglia interessata, senza timore d’essere rimproverati dalla Chiesa”.
Molti cattolici sinceri si chiedono: ‘In questa era di sovrappopolazione, estesa povertà e baraccopoli che spuntano come i funghi, dovrebbe essere la Chiesa a decidere se specifici metodi per il controllo delle nascite sono giusti o sbagliati?’ A chi dovrebbe prestare ascolto un cattolico? Al papa, al parroco o alla propria coscienza?
Non è solo un problema del XX secolo
Da lungo tempo i genitori cercano mezzi pratici per limitare il numero dei propri figli. Oltre duemila anni fa, Aristotele parlò dell’utilità di controllare l’aumento demografico per ridurre l’estendersi della povertà. Egli fa riferimento ad alcuni metodi per il controllo delle nascite che erano popolari nel suo giorno. In molti paesi anche l’usanza di ritardare di vari anni lo svezzamento contribuiva a ridurre il tasso di natalità. Tuttavia, una delle più comuni forme di controllo demografico, praticata ancor oggi in alcuni paesi, era quella dell’infanticidio. Il figlio indesiderato — spesso una femmina — veniva ucciso senza pietà.
Negli ultimi anni, grazie alla migliore assistenza sanitaria, in alcuni paesi africani le donne hanno avuto in media fino a otto figli. L’India, se il tasso di natalità (quasi cinque figli per ogni donna) rimarrà al livello attuale, avrà quasi un miliardo di abitanti alla fine del secolo.
Molte di queste famiglie che crescono si riversano nelle megacittà disperatamente sovraffollate del Terzo Mondo, come Calcutta e Città di Messico. Quest’ultima potrebbe avere nel Duemila da 26 milioni a 36 milioni di abitanti. Perciò la maggioranza di queste nazioni povere ha adottato metodi anticoncezionali.
Intanto, in molti paesi occidentali, dove esistono parecchi consultori familiari, il tasso di natalità è sceso notevolmente. La maggioranza delle coppie sposate, indipendentemente dalla religione, ricorre a qualche metodo anticoncezionale. In materia di contraccezione le chiese protestanti lasciano in genere la decisione alla coscienza della coppia interessata. Tuttavia nel 1930 papa Pio XI precisò la posizione cattolica ufficiale corrente, che fu ribadita da papa Paolo VI e che è stata sottolineata dal papa attuale, Giovanni Paolo II.
I cattolici sinceri si trovano in un dilemma
Cosa stabilisce la norma ufficiale della Chiesa? In parole semplici, essa dichiara che solo i metodi “naturali” di controllo delle nascite sono moralmente accettabili. Il metodo “naturale” descritto da papa Giovanni Paolo II consiste nel “discernere i ritmi della fecondità umana e regolare . . . la paternità in base a questi ritmi”. Altre forme di contraccezione sono vietate.
È chiaro che molti cattolici non trovano pratico il metodo dei ritmi. Pertanto sono costretti a scegliere se seguire i dettami della propria coscienza o la dottrina della loro Chiesa. Nella maggioranza dei paesi occidentali, i cattolici pragmatici tendono a ignorare le dichiarazioni del papa, sebbene non senza lunghi esami di coscienza. Ciò avviene anche nei paesi prevalentemente cattolici.
Un sacerdote francese spiega: ‘Lo stabilire norme molto elevate non come direttive, ma in senso assoluto, porta all’esistenza di chiese parallele: Da un lato ci sono quelli che fanno la legge e una minoranza che ubbidisce. Dall’altro, una maggioranza che fa quello che può o decide addirittura di non tener conto di questi complicatissimi princìpi’. In Spagna oltre il 60 per cento ignora gli insegnamenti della Chiesa sul controllo delle nascite anche se ben più della metà di coloro che compongono questo gruppo si considerano cattolici praticanti. In Italia una recente indagine indicava che quelli inequivocabilmente allineati con la posizione ufficiale della Chiesa erano meno del 2 per cento.
Questo enorme divario fra ciò che insegna la Chiesa e ciò che fanno i cattolici in generale non sorprende se si pensa alle opinioni contrastanti espresse in merito alla questione da vescovi, sacerdoti e teologi. Mentre le dichiarazioni del papa sono state inequivocabili, molti alti prelati non vedono la faccenda così ben definita, e alcuni parlano anche apertamente contro il dogma ufficiale. Intanto, i sacerdoti che devono dare consigli alle coppie di sposi, sono spesso restii a dare giudizi morali in proposito. Quindi la domanda principale è: Esistono istruzioni divine precise in relazione al controllo delle nascite?
Qual è il punto di vista biblico?
Coloro che si esprimono contro la contraccezione citano spesso il comando biblico dato ad Adamo ed Eva: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”. (Genesi 1:28, CEI) Tuttavia, come osservò giustamente lo scrittore spagnolo Ricardo Lezcano, “pare alquanto contraddittorio applicare a quattro miliardi di esseri umani la stessa formula che fu applicata agli unici due abitanti del pianeta”. È chiaro che quel comando teneva conto delle particolari circostanze esistenti a quel tempo.
In nessuna parte della Bibbia si parla di controllo delle nascite o di metodi anticoncezionali. Sebbene condanni l’immoralità sessuale, la Bibbia non insegna che solo la procreazione renda legittimi i rapporti sessuali fra marito e moglie. (Confronta Proverbi 5:15-20; 1 Corinti 7:2, 3). Perciò in questa faccenda, come in altre dove mancano dirette indicazioni scritturali, ciascuna coppia deve decidere in armonia con la propria coscienza. Stabilire norme arbitrarie su ciò che è bene e ciò che è male significa andare “oltre ciò che sta scritto”. — 1 Corinti 4:6, Garofalo.
Questo non vuol dire che qualsiasi forma di controllo delle nascite sia accetta a Dio. La Bibbia indica chiaramente che Dio tiene in gran conto la vita del nascituro e segue lo sviluppo dell’embrione. (Salmo 139:13-16; Geremia 1:5) Sotto la Legge mosaica, chi causava anche involontariamente la morte di un nascituro era soggetto a severa punizione. (Esodo 21:22, 23) Perciò, dal punto di vista di Dio, l’aborto è biasimevole, come lo è qualsiasi altro strumento o medicinale che ponga fine alla vita dopo che il concepimento è avvenuto.a
Perciò, la conclusione a cui molti cattolici sinceri arrivano per intuito — che è meglio lasciar decidere a ciascuna coppia sposata se adottare o meno qualche metodo anticoncezionale — è esattamente quello che indica la Bibbia.
Joaquim, il padre portoghese menzionato prima, pervenne a questa conclusione dopo avere personalmente sperimentato le difficoltà e le angosce derivanti dall’attenersi alla dottrina cattolica in merito al controllo delle nascite. Egli cominciò a esaminare la Bibbia per stabilire se anche altri dogmi della Chiesa non fossero semplici “precetti di uomini” anziché “il comandamento di Dio”. — Matteo 15:3, 9, CEI.
Ora che è un testimone di Geova si sforza di seguire non i comandi degli uomini, ma piuttosto quelli di Gesù Cristo. (1 Corinti 2:16) Perché non fate un esame simile? I testimoni di Geova della vostra zona saranno felici di aiutarvi.
[Nota in calce]
a In rare occasioni potrebbe essere opportuno un drastico intervento medico per salvare la vita della madre. — Vedi La Torre di Guardia del 1º settembre 1975, pagine 542-3.
[Riquadro a pagina 24]
Voci contrastanti
◼ Humanae Vitae (Enciclica di papa Paolo VI, 1968). L’atto coniugale dev’essere ‘pienamente umano, totalmente ed esclusivamente aperto alla trasmissione della vita’.
◼ Papa Giovanni Paolo II. “La contraccezione è da giudicare, oggettivamente, così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata. Pensare o dire il contrario equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio”.
◼ Narcisso Jubany Arnau, cardinale spagnolo. “[È] un grave peccato impedire deliberatamente la fecondazione”.
◼ I vescovi cattolici francesi in una lettera pastorale (1968). “La sapienza che deriva dalla tradizione comanda di stabilire qual è in questo particolare caso il dovere più importante davanti a Dio. La coppia deve prendere la propria decisione dopo un lungo periodo di mutua riflessione”.
◼ Charles Curran, teologo cattolico. Dopo l’enciclica papale del 1968 sul controllo delle nascite, Curran e circa 600 altri cattolici, professori ed esperti in materia ecclesiastica, pubblicarono una dichiarazione in cui si diceva che le coppie ‘erano giustificate a seguire la propria coscienza’.
◼ Un sacerdote francese anziano. “La Chiesa insiste a parlare in termini che le fanno perdere tutta la credibilità. . . . Continua a dettare leggi impossibili”.