Uno sguardo al mondo
Più tossicodipendenti in Asia
In molti paesi asiatici la dipendenza dall’eroina è aumentata in modo vertiginoso. Nel 1980, per esempio, c’erano meno di 50 eroinomani nello Sri Lanka. Ora ce ne sono circa 40.000. Nello stesso periodo il numero dei tossicodipendenti del Pakistan è salito da appena poche migliaia a 1.800.000. La rivista Asiaweek dice che “le pene più severe non sono riuscite a rallentare il traffico di droga, che invece continua ad aumentare. Nello Sri Lanka il possesso di droga, è punito con una delle pene più severe del mondo: chi è trovato in possesso di due grammi di eroina o di cocaina rischia la pena di morte o l’ergastolo”. Il guadagno che possono ricavare producendo droga rappresenta per i contadini un enorme incentivo a passare da altre colture a quella dei papaveri da cui si ricava l’eroina. Il dott. Ravi Pereira, del comitato nazionale per il controllo delle droghe pericolose situato a Colombo, ha fatto notare che “se domani non c’è zucchero, poco importa. Ma se non c’è eroina, la gente reagisce in modo esagerato. È disposta a pagare qualsiasi prezzo per averla”.
Colera in Sudamerica
Le autorità sanitarie peruviane hanno calcolato che nel loro paese il colera colpisce in media duemila persone al giorno. Nel marzo 1991, Visión, una rivista latino-americana, scriveva che in Perú un’epidemia di colera aveva fatto 200 vittime e aveva infettato oltre 40.000 persone, tutto in un periodo di appena due mesi. Secondo il ministero peruviano della Sanità, il numero dei morti potrebbe salire a circa 10.000. Carlos Ferreira, presidente dell’Associazione di Epidemiologia dell’Argentina, ha fatto notare che il numero dei casi registrati in Perú supera il numero totale di casi registrati in tutto il mondo nel 1990. Nei paesi vicini — Bolivia, Brasile, Cile, Colombia ed Ecuador, e anche in un paese così settentrionale come il Messico — i governi stanno adottando misure preventive contro questa malattia. Il sig. Ferreira ha aggiunto: “In Sudamerica il colera c’è e ci rimarrà a lungo”.
L’industria dei palloncini “si sgonfia”
Per molti può essere emozionante osservare migliaia di palloncini colorati alzarsi lentamente nel cielo e scomparire alla vista, ma negli Stati Uniti l’entusiasmo si è raffreddato. Da quando è stato trovato un palloncino nello stomaco di una balena morta e gettata dalle onde sulla riva del New Jersey nel 1985 e un altro in una dermochelide coriacea, una tartaruga marina, i bambini di tutta la nazione hanno chiesto a gran voce di vietare i palloncini, convinti che migliaia di animali siano morti per avere inghiottito palloncini vaganti. I legislatori hanno ascoltato le proteste dei bambini e vari stati e città hanno già vietato o limitato il lancio di palloncini. Sebbene le ditte produttrici sostengano che gli animali non siano morti per colpa dei palloncini, sembra che le vendite siano calate per un ammontare pari a 6 milioni di dollari l’anno.
La morte dei delfini
Da un recente studio è emerso che “aumenta sempre più il numero dei cetacei (mammiferi marini) — ce ne sono 65 specie nel mondo — che sono sull’orlo dell’estinzione”, fa notare Perspective, un bollettino pubblicato dall’Istituto Internazionale per l’Ambiente e lo Sviluppo. I ricercatori affermano che vengono uccisi ogni anno oltre 500.000 delfini. Secondo l’Istituto per le Indagini sull’Ambiente, che ha condotto lo studio, i più colpevoli sono Giappone, Messico, Perú, Corea del Sud, Sri Lanka e Taiwan; il Giappone sarebbe “il paese che uccide l’enorme cifra di oltre 100.000 cetacei all’anno”. La principale causa di morte sono i tramagli. Tuttavia i delfini vengono anche “uccisi a colpi d’arma da fuoco, accoltellati, arpionati, fiocinati, presi all’amo, affogati, trascinati a riva, fulminati con scariche elettriche, ramponati, uccisi con l’esplosivo e mutilati”.
Vietata la pubblicità delle sigarette
Le ditte produttrici di tabacco in Francia eludevano una legge contro la pubblicità delle sigarette usando i loro nomi commerciali e i logotipi per fare pubblicità ad altri prodotti. Questa pubblicità associa sempre il fumo a scene avventurose, sportive e di piacere. Il governo francese ha emanato una nuova legge che vieta ogni forma di pubblicità delle sigarette; essa andrà in vigore il 1º gennaio 1993. La nuova legge vieta tutte queste forme di pubblicità indiretta, nonché la sponsorizzazione di avvenimenti sportivi da parte di società produttrici di sigarette. I funzionari governativi citano statistiche secondo le quali in Francia il fumo causa oltre 60.000 decessi prematuri all’anno. Nel mondo muoiono circa tre milioni di persone all’anno per malattie connesse col fumo.
AIDS in Argentina
Secondo il giornale argentino Clarín, a Buenos Aires una persona su 500 è infettata dall’AIDS. Il dott. Emilio Hass, presidente del Primo Centro di Immunogenetica dell’Argentina, ha fatto notare che entro “l’anno prossimo questa proporzione potrebbe salire a 4 individui infetti ogni 1.000 cittadini”. Una fonte medica ha rivelato che molti donano sangue per sottoporsi gratuitamente a un esame e scoprire se sono stati infettati dall’AIDS o no. Il dott. Hass ha aggiunto che in un importante ospedale di Buenos Aires sono state esaminate 36.000 sacche di sangue ed è emerso che ogni 1.000 sacche, 2 erano contaminate dal virus dell’AIDS. Hass ha riferito che il numero di vittime dell’AIDS a Buenos Aires “raddoppia ogni 13 mesi”.
Alcool e lavoro
Secondo un importante sindacato tedesco, “nella Repubblica Federale di Germania un dipendente su sette ha problemi di alcool”, scrive il Süddeutsche Zeitung. Questo costa alla società tedesca da 50 a 120 miliardi di marchi tedeschi all’anno. In media i tedeschi hanno bevuto quattro volte più alcool nel 1990 che nel 1950. Un membro della commissione sindacale ha fatto notare che l’alcool è diventato come una droga “con cui le persone si stordiscono per riuscire a sopportare il lavoro e l’ambiente di lavoro”.
Cos’è Genesi?
Un periodico religioso ha condotto un’inchiesta tra studenti italiani dai 13 ai 19 anni. Il risultato è stato “sconcertante”, ha detto il quotidiano italiano La Repubblica del 27 marzo 1991. Dal sondaggio è emerso che 56 studenti su 100 non hanno più letto neppure un brano delle Scritture dopo la prima comunione. Inoltre l’83,4 per cento degli studenti non sapeva “definire la differenza tra antico e nuovo testamento”, e il 75 per cento ha affermato di non avere una Bibbia in casa. Secondo La Repubblica, per 36 studenti su 100 il termine “Genesi” è il nome di un complesso rock inglese anziché il nome del primo libro della Bibbia.
Armi inutili
Di fronte alla continua minaccia della criminalità, molti abitanti di Roma utilizzano vari mezzi di autodifesa. Secondo La Repubblica del 27 novembre 1990, per neutralizzare gli assalitori la gente fa ricorso a cani addestrati all’attacco, alle arti marziali, alle bombolette narcotizzanti o urticanti, ai pugnali, alle balestre e agli stocchi nascosti nel manico del bastone da passeggio. Oltre 15.000 persone, tra uomini e donne, hanno chiesto e ottenuto dalla questura l’autorizzazione a portare un’arma da fuoco personale. La Repubblica osservava che, secondo Gianfranco Rodolico, delegato di Roma dell’Unione italiana tiro a segno, per un cittadino qualsiasi non ha senso portare un’arma. Rodolico ha detto: “Non si può mica girare con la pistola sempre in pugno. Se vengo assalito, quasi certamente non avrò il tempo di estrarla”.
Squali in pericolo
Gli squali sono in pericolo, specie lungo le coste dell’Australia, del Giappone, del Sudafrica e degli Stati Uniti. In queste zone la popolazione degli squali sta calando a causa dell’accresciuta popolarità della carne di squalo. Secondo la rivista Time, “la pesca commerciale degli squali negli USA è salita da meno di 500 tonnellate nel 1980 a 7.144 tonnellate nel 1989”. Le pinne di squalo vengono usate per fare un brodo considerato un cibo prelibato in Asia. In alcuni ristoranti un piatto di questo brodo gelatinoso costa fino a 50 dollari (sulle 65.000 lire). La rivista Time fa notare che per avere le pinne, i pescatori ricorrono a un sistema crudele: “Catturano gli squali, tagliano loro le pinne e così mutilati li ributtano in mare a morire”.
“Il polmone dell’umanità”
Recentemente, nell’America Meridionale, è stata formata una nuova organizzazione internazionale detta Parlamento Amazónico. Ne fanno parte funzionari governativi e scienziati di Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perú, Suriname e Venezuela. Questa organizzazione si prefigge di incoraggiare uno sviluppo più razionale della regione amazzonica, che copre una superficie di circa 7 milioni di chilometri quadrati e che è abitata da oltre 150 milioni di persone in otto paesi. Il giornale argentino La Nación ha riferito che il Parlamento Amazzonico ha chiamato la regione amazzonica “il polmone dell’umanità”. Riguardo ai 400.000 chilometri quadrati di foresta che sono stati distrutti negli ultimi anni, i portavoce dell’organizzazione hanno dichiarato che “sebbene l’affare renda, il denaro non servirebbe se il pianeta divenisse inabitabile, cosa che accadrà presto se non si porrà un freno alla distruzione” della foresta.