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  • Rio de Janeiro: Meravigliosa e difficile

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  • Rio de Janeiro: Meravigliosa e difficile
  • Svegliatevi! 1999
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Rio de Janeiro: Meravigliosa e difficile

DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN BRASILE

RIO DE JANEIRO ha tutto: spiagge, colline, laghi, foresta tropicale. “Il paesaggio è così attraente che è difficile decidere da dove cominciare a guardare!” ha esclamato un visitatore. Rio de Janeiro, o anche solo Rio, è per molti una delle città più belle del mondo. Benché si chiami Rio, la città non sorge su un fiume bensì su una baia. — Vedi il riquadro a pagina 18.

Naturalmente, con 11 milioni di persone nell’area metropolitana, Rio ha i suoi problemi: violenza, disoccupazione e scarsità di alloggi, per non parlare dell’inquinamento e del traffico caotico. Malgrado ciò, gli abitanti di Rio la chiamano la Cidade Maravilhosa. Per citare le parole di un carioca,a “Rio è una città felice. In una giornata di sole le spiagge e le colline che sfilano davanti ai nostri occhi durante il tragitto di andata e ritorno dal lavoro ci procurano un senso di piacere”. Una visione idealistica? Diamo un’occhiata.

Insenature, spiagge e tanto sole

Il nostro punto di partenza è la baia di Guanabara, su cui è sorta Rio. Si estende per 380 chilometri quadrati, costellati di isole coperte di foreste, ed è circondata da colli e monti, i più famosi dei quali sono il Corcovado (che significa “gobbo”) e il Pan di Zucchero (portoghese Pão de Açúcar). Sulla sommità del Corcovado (704 metri), che domina la baia, si innalza la statua del Redentore a braccia aperte, alta 30 metri e del peso di 1.145 tonnellate. Il Pan di Zucchero, alto appena 395 metri, prende nome dalle forme coniche usate nelle raffinerie di zucchero in epoca coloniale. I visitatori possono salire sul Corcovado con il trenino o in macchina, mentre sulla cima del Pan di Zucchero si può arrivare con la funivia. La vista di Rio, stretta fra il mare blu intenso da un lato e la foresta verde cupo e il profilo sinuoso del lago Rodrigo de Freitas dall’altro, è così bella da mozzare il fiato.

Le spiagge, con la sabbia bianca finissima, e il sole — tanto sole — fanno di Rio il sogno dei turisti. Come ci si potrebbe aspettare, con temperature che d’estate raggiungono i 40°C, le oltre 70 spiagge del litorale di Rio — 90 chilometri — sono affollatissime. Qual è la spiaggia migliore? La risposta dipende da chi ci va. Per i carioca la spiaggia è luogo d’incontro, sala di lettura, campo di calcio, campo di pallavolo, bar, ristorante, terreno di gioco, sala da concerti, palestra e ufficio oltre che un posto dove fare una nuotata. Ogni mattina i lungomare di Rio sono pieni di ciclisti e di persone che praticano il jogging. E nelle giornate di sole le spiagge sono sempre affollate. Tuttavia, malgrado uno stile di vita apparentemente facile, i carioca devono lavorare sodo per guadagnarsi un posto al sole.

Sino alla fine del XIX secolo Rio si estendeva sulle spiagge della baia di Guanabara. Poi la costruzione di gallerie per collegare la baia con le spiagge dell’oceano provocò un’espansione della città verso sud. La prima spiaggia a diventare famosa fu Copacabana, la “principessina del mare”, in seguito all’apertura nel 1923 del Copacabana Palace Hotel, uno dei primi alberghi di lusso del Sudamerica. In seguito, negli anni ’60, la spiaggia di Ipanema divenne un luogo d’incontro per intellettuali e artisti. Se una cosa non era considerata alla moda a Ipanema non era alla moda da nessuna parte. L’ultima spiaggia di Rio e la più grande (è lunga 18 chilometri) è Barra da Tijuca, soprannominata la Miami del Brasile. Vi sorgono i centri commerciali più grandi della città e molti nuovi edifici residenziali.

Una foresta con una città intorno

Il verde è un elemento importante del paesaggio di Rio, e il suo tranquillo orto botanico di 140 ettari, situato al centro della città, è a soli pochi minuti dal trambusto delle spiagge. Nato nel XIX secolo, questo orto botanico ospita più di 6.200 specie di piante e alberi tropicali.

Un’altra oasi tranquilla all’interno della città è la foresta di Tijuca. Situata a circa 20 chilometri dal centro di Rio e con un’area di circa 100 chilometri quadrati, è forse la più grande foresta urbana del mondo. Contiene parte della mata atlântica, tipica foresta che un tempo si estendeva lungo tutta la costa del Brasile. I visitatori possono vedere la maestosa Cariniana legalis rosa e la Vochysia opagnata che si ricopre di bei fiori gialli. Ci sono anche appariscenti farfalle blu del genere Morpho. In quanto agli uccelli, è comune vedere le variopinte tanagre di montagna.

Visita al centro della città

Al centro di Rio la vita è frenetica: ovunque gente che cammina in fretta, tanto rumore e tanto caldo. I pedoni si contendono lo spazio con gli ambulanti che vendono praticamente di tutto, dagli articoli elettronici importati agli abiti, alle spezie, ai rimedi per i calli. Potete fare un giro in tram sopra i 42 archi di granito detti Arcos da Lapa. Costruito da indios e da schiavi fra il 1712 e il 1750, era in origine l’acquedotto che trasportava l’acqua nel centro di Rio. Tuttavia nel 1896 entrò in funzione un servizio tranviario sopra l’acquedotto, che venne così trasformato in viadotto.

Il centro comprende la parte europea della città. La facciata del Museo Nazionale delle Belle Arti, che fu costruito fra il 1906 e il 1908, rammenta il Museo del Louvre di Parigi mentre i pannelli e i mosaici colorati ricordano il Rinascimento italiano. Un altro edificio importante è il Teatro Municipale, inaugurato nel 1909, capace di 2.357 posti. Si ispira all’Opéra di Parigi.

Calcio e samba

Ai carioca piace assistere a una bella partita di calcio, e quando si devono giocare importanti partite di campionato tutta l’attenzione è rivolta allo stadio Maracanã. È considerato lo stadio per il gioco del calcio più grande del mondo, e vi sono state disputate partite con ben 200.000 spettatori. Al momento, per ragioni di sicurezza e perché i tifosi stiano comodi, il limite massimo è di 100.000 persone.

Una delle danze preferite dai carioca è il samba, di origine africana. In tutta la città le scuole di samba attirano migliaia di ballerini — uomini, donne e bambini — spesso del medesimo quartiere. Durante il carnevale, poco prima che inizi la Quaresima, queste scuole — che possono arrivare ad avere 5.000 ballerini ciascuna — sfilano nel “Sambódromo”, una struttura costruita appositamente, con due tribune parallele in cemento che possono contenere fino a 100.000 spettatori. Purtroppo il carnevale è diventato famoso più che altro per gli eccessi, che vanno dalla guida in stato di ebbrezza all’uso di droga e all’immoralità sfrenata.

Rio ha i suoi problemi

Rio de Janeiro fu per decenni il centro industriale del Brasile, fino a quando negli anni ’50 non fu spodestata da San Paolo. Il sogno di un tenore di vita migliore ha spinto molti ad abbandonare le campagne e a trasferirsi a Rio, costringendo parte della popolazione della città a stiparsi in caseggiati mentre i meno abbienti si sono ritirati sui colli dove hanno costruito un quartiere di abitazioni improvvisate: bidonville o favelas. All’inizio queste abitazioni erano fatte con materiali vari, come cassette e bidoni, ed erano coperte di lamiera di zinco. Non avevano né elettricità, né acqua corrente, né scarichi, ma almeno erano vicine al luogo di lavoro, e questo rendeva la vita più facile agli occupanti. Oggi sui fianchi delle colline sorgono immense bidonville proprio accanto ai bei condomini che si affacciano su Copacabana e Ipanema. Ci sono pochi luoghi nel mondo che presentano un contrasto così evidente fra abbienti e non abbienti.

Nelle bidonville le abitazioni più recenti sono fatte di mattoni. Costruendo strade e creando strutture di vario genere gli urbanisti hanno cercato di migliorare le cose, ma non è un’impresa facile. Secondo un recente sondaggio, nelle oltre 450 bidonville di Rio vivono fino a 900.000 persone. A Rocinha, la più grande, abitano 150.000 persone. “È come una città nella città”, spiega Antônio, che abita lì ma lavora in una banca di Ipanema. Gli abitanti hanno la TV via cavo, la radio della comunità, una stazione radio che trasmette in modulazione di frequenza oltre a una squadra di calciatori professionisti e una scuola di samba. Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Sulle colline i temporali estivi provocano smottamenti, che causano danni alle persone e perfino la morte. In seguito a un recente programma di rimboschimento, case che sorgevano in zone pericolose sono state demolite e così la situazione è migliorata.

Un altro grosso problema è quello della criminalità organizzata. Le principali vittime sono quei giovani che fanno carriera come trafficanti di droga. I rapporti fra trafficanti di droga e abitanti sono regolati da certe norme. “Nelle bidonville non ci sono praticamente furti, rapine a mano armata o stupri. Nessuno osa commettere questi reati. La gente sa che ci rimette la pelle se lo fa”, spiega João, che vive da 40 anni in una bidonville. Per avere l’appoggio e la solidarietà degli abitanti i trafficanti di droga puniscono i reati commessi per motivi non legati alla droga. “Anche se le cose sono alquanto cambiate”, aggiunge João, “succede ancora spesso che gli abitanti chiedano ai trafficanti di droga di pagare i funerali, comprare medicinali o viveri, occuparsi dell’affitto non pagato o pagare spettacoli”.

Altre difficoltà

Situata fra il mare e i monti, Rio è sorta su una pianura paludosa, luogo tutt’altro che favorevole allo sviluppo di una grande città. Nel corso degli anni si è dovuta combattere una “battaglia contro questi tre elementi: le paludi, il mare e i monti”, spiega un libro. (Rio de Janeiro—Cidade e Região) Per vincere questa battaglia sono state scavate innumerevoli gallerie e riempite zone basse che collegano i diversi quartieri. Anche le ferrovie hanno avuto un ruolo importante nel popolare le zone suburbane, benché oggi viaggiare in treno sia un’avventura. “Ci sono così tante persone che cercano di prendere il treno che non c’è bisogno di fare il minimo sforzo per salire. Si è spinti su dalla folla”, spiega Sérgio che abita nei sobborghi e che ogni mattina deve prendere il treno alle cinque per arrivare al lavoro alle sette. I treni sono così pieni che spesso escono dalla stazione con le porte aperte e i passeggeri aggrappati all’esterno delle carrozze. I carioca più temerari viaggiano anche appollaiati su di esse, praticando il train-surfing, come lo chiamano. Commettere un errore mentre si cerca di schivare i cavi elettrici significa quasi morte sicura.

Un’altra difficile impresa è la salvaguardia della baia di Guanabara, simbolo della bellezza della città. Secondo un rapporto della Banca Mondiale, in alcuni punti le sue acque sono “poco meglio di acque luride a causa dei pesanti scarichi industriali e di liquami non depurati (o parzialmente depurati)”. I danni sono ingenti: il numero delle specie di pesci è in diminuzione, e ciò va a detrimento dei 70.000 pescatori i quali traggono dalla baia i loro mezzi di sussistenza. Le spiagge inquinate, inoltre, tengono lontani i turisti. Il governo ha cercato di ampliare la rete fognaria e di sottoporre a controlli le industrie. La campagna antinquinamento di Rio ha adottato come simbolo due delfini. Secondo le previsioni degli organizzatori, i delfini nuoteranno nella baia di Guanabara prima del 2025!

Rio è sempre bella!

Dopo questo breve sguardo a Rio, qual è la vostra opinione? Per la maggioranza dei turisti e dei carioca, Rio è sempre bella! E che dire dei problemi? Sarebbe un bene se si potessero risolvere. Ma fino a quel momento, ai carioca non rimane altro che adattarsi meglio che possono ai problemi della città e godersi i bei dintorni. E hanno imparato a farlo, con spirito d’inventiva e humor.

[Nota in calce]

a Con il termine “carioca” si intende qualsiasi nativo o abitante di Rio de Janeiro.

[Riquadro/Immagine a pagina 18]

Pietre miliari nella storia di Rio

1502: Il 1º gennaio André Gonçalves, navigatore portoghese, scambia l’ingresso della baia di Guanabara per la foce di un fiume e chiama lo specchio d’acqua Rio de Janeiro (Fiume di Gennaio).

1565: Estácio de Sá, capo dell’esercito portoghese, fonda una piccola colonia fra il Pan di Zucchero e il Cara de Cão per combattere i francesi, che pure rivendicano la regione. Da questa colonia nasce la città di Rio.

1763: Nel tentativo di controllare l’enorme quantità di oro e diamanti che dal vicino stato di Minas Gerais transita nel porto diretta in Portogallo, i portoghesi erigono Rio a capitale. La tratta degli schiavi africani si intensifica.

1808: Arriva la famiglia reale portoghese, fuggita dal Portogallo invaso da Napoleone I, e Rio diventa la sede temporanea della monarchia portoghese. Rio continua ad essere la capitale fino alla costruzione di Brasília, nel 1960.

[Fonte]

FOTO: MOURA

[Immagine alle pagine 16 e 17]

Spiaggia Barra da Tijuca

[Immagine a pagina 17]

Maracanã, il più grande stadio del mondo per il gioco del calcio

[Immagine a pagina 18]

Arcos da Lapa, l’acquedotto che è diventato un viadotto

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