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  • Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2022
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Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2022
es22 pp. 108-118

Novembre

Martedì 1º novembre

Rispondere a una questione prima di aver ascoltato i fatti è stolto e umiliante (Prov. 18:13)

Vedendo le cose dal nostro punto di vista limitato, potremmo giudicare Giona come una persona inaffidabile e addirittura sleale. Geova gli aveva comandato esplicitamente di andare a Ninive per proclamare un messaggio di giudizio. Comunque, invece di ubbidire, Giona salì su una nave e si diresse nella direzione opposta, “lontano da Geova” (Giona 1:1-3). Avremmo affidato nuovamente a Giona quell’incarico? Difficilmente. Eppure Geova ritenne che Giona meritasse una seconda possibilità (Giona 3:1, 2). Dalla preghiera che Giona rivolse a Geova capiamo che tipo di persona era davvero (Giona 2:1, 2, 9). Quella preghiera, che senz’altro fu solo una delle tante preghiere di Giona, ci permette di non considerarlo semplicemente un uomo che fuggì dal proprio incarico. Le sue parole dimostrano che era umile, riconoscente e determinato a ubbidire a Geova. Non ci sorprende che Geova, invece di concentrarsi sull’errore commesso da Giona, abbia risposto alla sua preghiera e continuato a impiegarlo come profeta. È davvero importante che prima di dare un consiglio gli anziani ‘ascoltino i fatti’! w20.04 15 parr. 4-6

Mercoledì 2 novembre

Paolo ragionò con loro attingendo dalle Scritture, spiegando e provando con riferimenti (Atti 17:2, 3)

I cristiani del I secolo accettarono gli insegnamenti di Cristo e si affidarono all’aiuto dello spirito santo per capire la Parola di Dio. Dimostrarono a sé stessi che quegli insegnamenti erano basati sulle Scritture (Atti 17:11, 12; Ebr. 5:14). La loro fede non era fondata solo su sentimenti ed emozioni; quei cristiani non servivano Geova solo perché stavano bene in compagnia dei loro fratelli. Piuttosto, la loro fede si basava sull’“accurata conoscenza di Dio” (Col. 1:9, 10). Le verità contenute nella Parola di Dio non cambiano (Sal. 119:160). Non cambiano quando un compagno di fede ci ferisce o commette un peccato grave; e non cambiano neanche quando affrontiamo dei problemi. Quindi dobbiamo conoscere bene quello che insegna la Bibbia ed essere convinti che è la verità. Una fede forte edificata sulle verità bibliche ci darà stabilità durante le prove, proprio come un’ancora può dare stabilità a un’imbarcazione durante una furiosa tempesta. w20.07 9 parr. 6-7

Giovedì 3 novembre

Ci ordinò di predicare al popolo e di testimoniare in modo completo (Atti 10:42)

Per Gesù, quando facciamo qualcosa a favore dei suoi fratelli unti è come se lo facessimo a lui (Matt. 25:34-40). Il modo principale in cui sosteniamo gli unti è partecipare pienamente all’opera di fare discepoli che Gesù ha comandato ai suoi seguaci di svolgere (Matt. 28:19, 20). È solo grazie all’aiuto delle “altre pecore” che i fratelli di Cristo possono compiere questa grande campagna mondiale di predicazione (Giov. 10:16). Se siamo delle altre pecore, ogni volta che ci impegniamo in quest’opera dimostriamo il nostro amore non solo per gli unti ma anche per Gesù. Possiamo diventare amici di Geova e di Gesù anche usando le nostre risorse economiche per sostenere l’opera che stanno guidando (Luca 16:9). Per esempio, possiamo contribuire per l’opera mondiale, che include l’invio di soccorsi a chi è stato colpito da una calamità. Possiamo anche contribuire per le spese della nostra congregazione e aiutare chi è nel bisogno fra coloro che conosciamo (Prov. 19:17). w20.04 24 parr. 12-13

Venerdì 4 novembre

Non avrà riguardo per l’Iddio dei suoi padri. Piuttosto darà gloria al dio delle fortezze (Dan. 11:37, 38)

Come predetto, il re del nord “non [ebbe] riguardo per l’Iddio dei suoi padri”. In che senso? Nell’intento di eliminare le religioni, l’Unione Sovietica cercò di privare del loro potere le organizzazioni religiose tradizionali. Già nel 1918, per raggiungere quell’obiettivo il regime sovietico emanò un decreto che pose le basi affinché nelle scuole fosse insegnato l’ateismo. E in che senso il re del nord diede “gloria al dio delle fortezze”? Allo scopo di consolidare il proprio potere, l’Unione Sovietica spese ingenti somme per rafforzare il proprio esercito e fabbricare migliaia di armi nucleari. Col tempo sia il re del nord che il re del sud arrivarono a possedere un arsenale in grado di provocare la morte di miliardi di persone. Il re del nord cooperò con il re del sud per fare una cosa importante, cioè “[collocare] la cosa ripugnante che causa devastazione”: l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Dan. 11:31). w20.05 6-7 parr. 16-17

Sabato 5 novembre

Tuo fratello era perduto ma è stato ritrovato (Luca 15:32)

Chi può partecipare alla ricerca degli inattivi? Possiamo farlo tutti, che siamo anziani, pionieri, proclamatori o parenti di un inattivo. Facciamo bene a chiederci: “Tra i miei amici o i miei parenti c’è qualche inattivo? Ho incontrato un inattivo nell’opera di casa in casa o mentre partecipavo alla testimonianza pubblica?” Se sì, spieghiamogli che, se gli fa piacere ricevere una visita e acconsente a dare il suo indirizzo o numero di telefono agli anziani della nostra congregazione, saremo felici di dare loro queste informazioni. Un anziano di nome Thomas dice: “Per prima cosa chiedo a diversi fratelli e sorelle se sanno dove vivono adesso gli inattivi della nostra congregazione. Oppure chiedo ai proclamatori se viene loro in mente qualcun altro che non frequenta più le adunanze. Quando poi vado a trovare un inattivo, gli chiedo dei suoi figli e di altri parenti. Alcuni inattivi infatti venivano alle adunanze con i figli, e questi magari erano anche diventati proclamatori. Anche loro possono essere aiutati a tornare da Geova”. w20.06 24 par. 1; 25 parr. 6-7

Domenica 6 novembre

Ricorderò le opere di Iah. Ricorderò le tue azioni meravigliose di molto tempo fa (Sal. 77:11)

Tra tutti gli esseri viventi sulla terra, solo gli uomini hanno la capacità di trarre lezioni su ciò che è giusto o sbagliato ricordando e analizzando avvenimenti passati. Facendo questo, possiamo adottare valori morali più elevati e cambiare il nostro modo di pensare e di agire (1 Cor. 6:9-11; Col. 3:9, 10). Possiamo educare la nostra coscienza a distinguere il bene dal male (Ebr. 5:14). Possiamo anche imparare a mostrare amore, compassione e misericordia, e sviluppare il corretto senso della giustizia. Un modo per dimostrare che apprezziamo il dono della memoria è scegliere di ricordare tutte le occasioni in cui Geova ci ha aiutato e confortato. Questo rafforzerà la nostra fiducia nel fatto che lui ci aiuterà anche nel futuro (Sal. 77:12; 78:4, 7). Un altro modo è ricordare le cose buone che gli altri fanno per noi ed essere loro grati. Gli studiosi hanno scoperto che in genere chi è grato è più felice. w20.05 23-24 parr. 12-13

Lunedì 7 novembre

Temi il nome glorioso e tremendo, quello di Geova tuo Dio (Deut. 28:58)

Pensiamo a cosa avrà provato Mosè quando, mentre si trovava in una fenditura della roccia, vide il bagliore della gloria di Geova dopo che gli era passata davanti. Perspicacia nello studio delle Scritture dice che quella “probabilmente fu l’esperienza più straordinaria che qualsiasi uomo abbia mai avuto prima della venuta di Gesù Cristo”. In quell’occasione Mosè sentì queste parole, evidentemente pronunciate da un angelo: “Geova, Geova, Dio misericordioso e compassionevole, che è paziente e abbonda in amore leale e verità, che mostra amore leale a migliaia di generazioni, che perdona l’errore, la trasgressione e il peccato” (Eso. 33:17-23; 34:5-7). Forse a Mosè tornò in mente quell’episodio quando usò il nome di Geova nel pronunciare le parole della scrittura di oggi. Quando pensiamo al nome di Geova, dovremmo anche pensare a che tipo di persona è colui che porta quel nome. Dovremmo meditare sulle sue qualità, come la potenza, la sapienza, la giustizia e l’amore. Riflettere su queste e altre qualità può spingerci a provare ancora più rispetto per lui (Sal. 77:11-15). w20.06 8-9 parr. 3-4

Martedì 8 novembre

Rimani fermo nelle cose che hai imparato e sei stato persuaso a credere (2 Tim. 3:14)

Gesù disse che i suoi discepoli sarebbero stati riconosciuti dall’amore che avrebbero avuto gli uni per gli altri (Giov. 13:34, 35). Ma per avere una fede forte abbiamo bisogno anche di qualcos’altro. La nostra fede non deve fondarsi solo sull’amore cristiano che caratterizza il popolo di Dio. Perché? Supponiamo che un fratello, forse addirittura un anziano o un pioniere, commetta un peccato grave; oppure che un fratello o una sorella ci ferisca in qualche modo; o ancora che qualcuno sostenga che noi non abbiamo la verità e diventi un apostata. Se succedesse una cosa del genere, perderemmo la fede e smetteremmo di servire Geova? Il punto è: la nostra fede in Dio non sarebbe solida se la edificassimo sulla base di quello che fanno i fratelli e non sulla nostra relazione con lui. Per edificare la nostra fede dobbiamo usare non solo materiali morbidi, come sentimenti ed emozioni, ma anche materiali solidi, come fatti e ragionamenti logici. Dobbiamo dimostrare a noi stessi che la Bibbia dice la verità riguardo a Geova (Rom. 12:2). w20.07 8 parr. 2-3

Mercoledì 9 novembre

Assistete quelli che sono deboli (Atti 20:35)

In molti casi è evidente che gli angeli collaborano con noi per aiutarci a trovare gli inattivi che vogliono tornare da Geova (Riv. 14:6). Per esempio, Silvio, che vive in Ecuador, pregò con fervore perché qualcuno lo aiutasse a ritornare nella congregazione. Mentre stava ancora pregando, qualcuno suonò alla sua porta. Erano due anziani. Durante quella visita ebbero la gioia di iniziare subito a dargli l’aiuto di cui aveva bisogno. Quando ci impegniamo per aiutare chi è debole spiritualmente a tornare da Geova proviamo grande gioia. Pensiamo infatti a quello che ha detto Salvador, un pioniere che si impegna in modo particolare per aiutare gli inattivi. Lui dice: “A volte non riesco a trattenere le lacrime. Sono molto felice quando penso che Geova ha liberato una delle sue pecore dal mondo di Satana e che io ho avuto il privilegio di collaborare con lui”. Se hai smesso di partecipare alle attività della congregazione, puoi essere sicuro che Geova ti ama ancora. Lui ti sta aspettando e sarà felice di riaccoglierti nella sua famiglia. w20.06 29 parr. 16-18

Giovedì 10 novembre

Tu vedrai il tuo grande Insegnante (Isa. 30:20)

Essendo il nostro “grande Insegnante”, Geova ha fatto riportare nella sua Parola degli esempi da cui possiamo trarre delle lezioni (Isa. 30:21). Impariamo molto meditando sia sull’esempio di personaggi biblici che mostrarono qualità che piacciono a Dio sia sull’esempio di quelli che non lo fecero (Sal. 37:37; 1 Cor. 10:11). Riflettiamo su quello che successe al re Saul. Inizialmente era modesto: riconosceva i suoi limiti e addirittura esitò ad accettare ulteriori responsabilità (1 Sam. 9:21; 10:20-22). Col tempo però diventò presuntuoso. Manifestò questa caratteristica negativa poco dopo essere diventato re. Una volta, mentre aspettava il profeta Samuele, perse la pazienza e offrì un olocausto anche se non era autorizzato a farlo. Di conseguenza, perse il favore di Geova e fu rigettato come re (1 Sam. 13:8-14). Facciamo bene a imparare da questo esempio negativo e a non agire con presunzione. w20.08 10 parr. 10-11

Venerdì 11 novembre

Mostrate rispetto a quelli che vi guidano nel Signore (1 Tess. 5:12)

In effetti Geova, attraverso Cristo, ci ha dato “doni sotto forma di uomini” (Efes. 4:8). Tra questi “doni sotto forma di uomini” ci sono i membri del Corpo Direttivo, gli assistenti del Corpo Direttivo, i membri dei Comitati di Filiale, i sorveglianti di circoscrizione, gli insegnanti sul campo, gli anziani di congregazione e i servitori di ministero. Tutti questi fratelli sono nominati dallo spirito santo per prendersi cura delle pecore di Geova e per occuparsi della congregazione (1 Piet. 5:2, 3). Sono nominati dallo spirito santo per assolvere varie responsabilità. Come le diverse parti del corpo, per esempio le mani e i piedi, svolgono la loro funzione a beneficio di tutto il corpo, così i fratelli che sono nominati dallo spirito santo si impegnano per il bene dell’intera congregazione. Il loro obiettivo non è ricevere lodi dagli altri, ma edificare e rafforzare i fratelli e le sorelle (1 Tess. 2:6-8). Siamo davvero grati a Geova per questi fratelli altruisti e spiritualmente qualificati! w20.08 21 parr. 5-6

Sabato 12 novembre

Andate e fate discepoli (Matt. 28:19)

Uno dei motivi per cui predichiamo è che le persone sono “mal ridotte e disperse” e hanno disperatamente bisogno di conoscere la verità riguardo al Regno (Matt. 9:36). Geova vuole che ogni tipo di persona giunga all’accurata conoscenza della verità e sia salvata (1 Tim. 2:4). Se pensiamo al fatto che la predicazione può salvare la vita delle persone, avremo una motivazione in più per partecipare a quest’opera (Rom. 10:13-15; 1 Tim. 4:16). Per svolgere la nostra opera dobbiamo anche avere gli strumenti giusti e sapere come usarli. Gesù diede chiare istruzioni ai suoi discepoli. Disse loro cosa portare, dove predicare e cosa dire (Matt. 10:5-7; Luca 10:1-11). Oggi l’organizzazione di Geova ci ha dato il Kit dell’insegnante, che contiene strumenti efficaci, e ci addestra a usarlo. Questo ci aiuta a diventare più sicuri e più capaci nello svolgere l’opera (2 Tim. 2:15). w20.09 4 parr. 6-7, 10

Domenica 13 novembre

Per me non c’è gioia più grande di questa: sapere che i miei figli continuano a camminare nella verità (3 Giov. 4)

Pensiamo a quanto sarà stato felice l’apostolo Giovanni quando venne a sapere che coloro che lui aveva aiutato a conoscere la verità stavano continuando a servire Geova fedelmente. Quei cristiani leali stavano affrontando molti problemi e Giovanni, che li considerava suoi figli spirituali, fece tutto il possibile per rafforzare la loro fede. Sia che abbiamo figli in senso letterale o in senso spirituale, anche noi siamo felici quando vediamo che si dedicano a Geova e continuano a servirlo (3 Giov. 3). Verso il 98 E.V. lo spirito santo di Geova spinse Giovanni a scrivere tre lettere. Quelle lettere avevano l’obiettivo di motivare i cristiani leali a mantenere la fede in Gesù e a continuare a camminare nella verità. Giovanni era preoccupato perché falsi maestri stavano influenzando negativamente le congregazioni (1 Giov. 2:18, 19, 26). Quegli apostati dicevano di conoscere Dio ma non ubbidivano ai suoi comandamenti. w20.07 20 parr. 1-3

Lunedì 14 novembre

Esercitate fede in Dio, ed esercitate fede anche in me (Giov. 14:1)

Abbiamo fede nel messaggio che portiamo, e per questo desideriamo predicare a più persone possibile. Su cosa si basa questa fede? Confidiamo nelle promesse riportate nella Parola di Dio (Sal. 119:42; Isa. 40:8). Vediamo che le profezie della Bibbia si stanno adempiendo nei nostri giorni. E notiamo che quando le persone cominciano a mettere in pratica i consigli della Bibbia la loro vita migliora. Tutto questo ci convince ancora di più che la buona notizia del Regno è un messaggio che tutti hanno bisogno di ascoltare. Abbiamo anche fede in Geova, la Fonte del messaggio che proclamiamo, e in Gesù, che lui ha scelto come Re del Regno. A prescindere dalle circostanze, Geova sarà sempre il nostro rifugio e la nostra forza (Sal. 46:1-3). Inoltre siamo sicuri che Gesù, grazie al potere e all’autorità che Geova gli ha dato, sta guidando dal cielo l’opera di predicazione (Matt. 28:18-20). La fede ci dà la certezza che Geova benedirà i nostri sforzi. w20.09 12 parr. 15-17

Martedì 15 novembre

[Maria] ha fatto un’opera buona nei miei confronti. Ha fatto quello che poteva (Mar. 14:6, 8)

Possono esserci dei casi in cui le sorelle hanno bisogno di qualcuno che le difenda (Isa. 1:17). Per esempio, una sorella vedova o divorziata potrebbe aver bisogno di qualcuno che la aiuti a sbrigare alcune faccende di cui si occupava il marito. Una sorella anziana potrebbe aver bisogno di aiuto per parlare con dei medici. Oppure una pioniera che è impegnata anche in altri tipi di servizio può aver bisogno di qualcuno che la difenda se viene criticata per il fatto che non partecipa al ministero tanto quanto gli altri pionieri. Gesù era pronto a difendere le sue sorelle spirituali quando quello che dicevano o facevano veniva frainteso. Per esempio, difese Maria quando Marta la criticò (Luca 10:38-42). E la difese anche quando altri la rimproverarono per aver fatto qualcosa che secondo loro era sbagliato (Mar. 14:3-9). Gesù capì le motivazioni per cui Maria aveva agito così e la lodò. Profetizzò anche che si sarebbe parlato del suo gesto “dovunque [sarebbe stata] predicata la buona notizia, in tutto il mondo”. w20.09 24 parr. 15-16

Mercoledì 16 novembre

Pascete il gregge di Dio affidato alle vostre cure, prestando servizio come sorveglianti, non per forza, ma volentieri davanti a Dio (1 Piet. 5:2)

Un buon pastore sapeva che una pecora poteva smarrirsi e allontanarsi dal gregge. E se questo accadeva non la trattava male. Vediamo un esempio di come Geova aiutò alcuni suoi servitori che in un momento della loro vita si allontanarono da lui. Il profeta Giona fuggì per evitare di assolvere il proprio incarico. Eppure Geova non pensò subito che Giona fosse irrecuperabile. Proprio come un buon pastore, andò in suo soccorso e lo aiutò a ritrovare la forza necessaria per portare a termine il suo incarico (Giona 2:7; 3:1, 2). In seguito si servì di una pianta di zucca per aiutarlo a capire il valore della vita di ogni singolo individuo (Giona 4:10, 11). Cosa impariamo? Gli anziani non devono pensare che chi è inattivo sia irrecuperabile. Questi pastori spirituali cercano piuttosto di capire cosa ha portato una pecora ad allontanarsi dal gregge. E quando quella pecora torna da Geova, continuano a interessarsi di lei con amore. w20.06 20-21 parr. 10-12

Giovedì 17 novembre

Riceveranno un po’ di aiuto (Dan. 11:34)

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, i servitori di Dio che vivevano in quei vasti territori ‘ricevettero un po’ di aiuto’, cioè ebbero un periodo di libertà. Così furono liberi di predicare, e in breve tempo nell’ex blocco comunista i proclamatori arrivarono a essere centinaia di migliaia. Col tempo la Russia e i suoi alleati assunsero il ruolo di re del nord. Per ricoprire il ruolo di re del nord o re del sud un governo deve fare tre cose: (1) influire direttamente sul popolo di Dio, (2) dimostrare con quello che fa che è nemico di Geova e del suo popolo e (3) scontrarsi con il re rivale in una lotta per il potere. La Russia e i suoi alleati influiscono direttamente sul popolo di Dio vietando l’opera di predicazione e perseguitando centinaia di migliaia di nostri fratelli e sorelle. Con queste azioni dimostrano che odiano Geova e il suo popolo. Inoltre si scontrano con il re del sud, la potenza mondiale anglo-americana, in una lotta per il potere. w20.05 12-13 parr. 3-4

Venerdì 18 novembre

Presta costante attenzione al tuo insegnamento (1 Tim. 4:16)

Visto che per fare discepoli dobbiamo insegnare la verità alle persone, vogliamo farlo nel miglior modo possibile. In tutto il mondo conduciamo milioni di studi biblici. Noi amiamo le verità della Parola di Dio, perciò potremmo essere tentati di parlare molto quando le insegniamo ad altri. Ma sarebbe un errore, sia che conduciamo uno studio Torre di Guardia, uno studio biblico di congregazione o uno studio biblico a domicilio. Per far parlare la Bibbia quando insegniamo, dobbiamo esercitare autocontrollo ed evitare di spiegare tutto ciò che sappiamo riguardo a un certo passo biblico o a un certo argomento (Giov. 16:12). Pensiamo alla conoscenza della Bibbia che avevamo noi quando ci siamo battezzati: probabilmente avevamo compreso solo gli insegnamenti basilari (Ebr. 6:1). Noi abbiamo imparato quello che sappiamo oggi nel corso di diversi anni, quindi non dovremmo cercare di trasmetterlo tutto in una volta a chi studia con noi. w20.10 14-15 parr. 2-4

Sabato 19 novembre

È il falegname, il figlio di Maria (Mar. 6:3)

Geova scelse degli ottimi genitori per Gesù (Matt. 1:18-23; Luca 1:26-38). Dalle parole di Maria riportate nella Bibbia si comprende che lei amava profondamente Geova e la sua Parola (Luca 1:46-55). E il fatto che Giuseppe ubbidì subito quando l’angelo gli disse cosa fare dimostra che temeva Geova e voleva fare la sua volontà (Matt. 1:24). È interessante notare che i genitori che Geova scelse per Gesù non erano ricchi. Infatti il sacrificio che offrirono dopo la sua nascita mostra che erano poveri (Luca 2:24). Giuseppe e Maria avranno avuto una vita semplice, soprattutto se consideriamo che arrivarono ad avere almeno sette figli (Matt. 13:55, 56). Geova protesse Gesù da alcuni pericoli, ma non gli risparmiò tutte le difficoltà della vita (Matt. 2:13-15). Ad esempio, Gesù aveva dei parenti che non credevano in lui e che all’inizio non lo riconobbero come Messia (Mar. 3:21; Giov. 7:5). Probabilmente dovette anche affrontare il dolore per la perdita del suo padre adottivo, Giuseppe. w20.10 26-27 parr. 4-6

Domenica 20 novembre

Non ti lascerò né ti abbandonerò mai (Ebr. 13:5)

Ci siamo mai sentiti soli, pensando che non ci fosse nessuno ad aiutarci? Questo è capitato a molti, anche a fedeli servitori di Geova (1 Re 19:14). Se è così che ci sentiamo, ricordiamo questa promessa di Geova: “Non ti lascerò né ti abbandonerò mai”. Quindi possiamo avere questa certezza: “Geova è il mio aiuto; non avrò paura” (Ebr. 13:5, 6). Questo è ciò che scrisse l’apostolo Paolo ai cristiani della Giudea intorno al 61 E.V. Le sue parole ci ricordano i sentimenti espressi in Salmo 118:5-7. Come lo scrittore del Salmo 118, Paolo sapeva per esperienza che Geova era il suo aiuto. Ad esempio, più di due anni prima di scrivere la sua lettera agli Ebrei, Paolo aveva affrontato un viaggio pericoloso attraverso un mare in tempesta (Atti 27:4, 15, 20). Sia prima che durante il viaggio, Geova si era dimostrato un aiuto per Paolo in diversi modi. w20.11 12 parr. 1-2

Lunedì 21 novembre

Non dire: “Come mai i giorni passati erano migliori di questi?” (Eccl. 7:10)

Perché non è saggio continuare a pensare che in passato la nostra vita fosse migliore di oggi? La nostalgia potrebbe portarci a ricordare solo le cose belle del passato. Pensiamo per esempio agli israeliti, che dopo aver lasciato l’Egitto dimenticarono presto quanto fosse stata difficile la vita lì. Cominciarono a rimpiangere le cose buone che mangiavano in Egitto. Dicevano: “Che bei ricordi abbiamo del pesce che senza pagare nulla mangiavamo in Egitto! Per non parlare dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio!” (Num. 11:5). Ma avevano davvero mangiato quelle cose buone “senza pagare nulla”? In realtà in Egitto gli israeliti erano stati sottoposti a una dura schiavitù (Eso. 1:13, 14; 3:6-9). Eppure dimenticarono quelle difficoltà e, invece di concentrarsi su tutte le cose belle che Geova aveva appena fatto per loro, iniziarono a rimpiangere il passato. Geova non fu per niente contento del loro atteggiamento (Num. 11:10). w20.11 25 parr. 5-6

Martedì 22 novembre

Geova è vicino a quelli che hanno il cuore affranto; salva quelli scoraggiati (Sal. 34:18, nt.)

Capita a tutti di soffermarsi a riflettere sul fatto che la vita è “breve e piena di sofferenze” (Giob. 14:1). Quindi è comprensibile che di tanto in tanto ci sentiamo scoraggiati. Questo è capitato anche a diversi servitori di Geova del passato. Tra loro alcuni arrivarono perfino al punto di desiderare di morire (1 Re 19:2-4; Giob. 3:1-3, 11; 7:15, 16). Ma confidarono in Geova, e lui più e più volte li rassicurò e li rafforzò. Le loro storie sono state riportate nella Bibbia perché potessero confortarci e insegnarci qualcosa di utile (Rom. 15:4). Parliamo ad esempio di Giuseppe, figlio di Giacobbe. In breve tempo passò da essere il figlio prediletto nella casa di suo padre a essere un umile schiavo nella casa di un uomo pagano in Egitto (Gen. 37:3, 4, 21-28; 39:1). Poi fu accusato ingiustamente dalla moglie di Potifar di aver cercato di violentarla. Potifar non si accertò di quale fosse la verità, e Giuseppe venne incatenato e messo in prigione (Gen. 39:14-20; Sal. 105:17, 18). Sicuramente Giuseppe sarà stato molto scoraggiato. w20.12 16-17 parr. 1-4

Mercoledì 23 novembre

Sia santificato il tuo nome (Matt. 6:9)

Questa è una delle cose più importanti per cui Gesù disse di pregare. Ma cosa vogliono dire queste parole? Santificare significa rendere santo, sacro o puro. Alcuni, però, potrebbero chiedersi: “Il nome di Geova non è già santo, sacro e puro?” Per rispondere vediamo a cosa ci riferiamo quando parliamo del nome di una persona. Un nome non è solo una serie di lettere. La Bibbia dice: “Un buon nome è da preferire a grandi ricchezze” (Prov. 22:1; Eccl. 7:1). Perché un nome può avere un valore così grande? Perché si riferisce alla reputazione della persona che lo porta, a ciò che gli altri pensano di lei. Quindi la cosa più importante non è come si scrive o si pronuncia un nome: ciò che conta davvero è chi o cosa quel nome rappresenta nella mente delle persone. Quando le persone dicono menzogne riguardo a Geova, stanno lanciando un attacco alla sua reputazione. In questo modo cercano di infangare il suo nome. w20.06 3 parr. 5-7

Giovedì 24 novembre

O Geova, sono scosso, e ti chiedo: “Fino a quando?” (Sal. 6:3)

Quando viviamo situazioni stressanti potremmo arrivare a farci dominare dall’ansia. Per esempio, potremmo iniziare a pensare che non guadagneremo abbastanza per procurarci il necessario oppure che ci ammaleremo e non potremo lavorare o addirittura perderemo il lavoro. Potremmo anche iniziare a dubitare che rimarremo leali a Dio se tentati di infrangere una sua legge. O magari potremmo aver paura di non riuscire a mantenere l’integrità quando tra poco Satana farà in modo che il popolo di Dio venga attaccato. Potremmo chiederci: “È sbagliato essere preoccupati per queste cose?” Gesù disse ai suoi discepoli: “Smettete di essere ansiosi” (Matt. 6:25). Cosa significa questo? Gesù si aspetta forse che i cristiani non provino mai ansia? No. Dopotutto, nel passato alcuni leali servitori di Geova dovettero fare i conti con l’ansia, ma non persero per questo la sua approvazione (1 Re 19:4). Gesù disse quelle parole per il nostro bene. Non voleva che ci preoccupassimo così tanto delle cose necessarie da mettere in secondo piano il servizio che rendiamo a Dio. w21.01 3 parr. 4-5

Venerdì 25 novembre

Il capo della donna è l’uomo (1 Cor. 11:3)

Il marito deve rendere conto a Geova e a Gesù di come tratta la propria famiglia (1 Piet. 3:7). Dato che è il Capo della sua famiglia universale, Geova ha l’autorità di stabilire delle norme riguardo a come dovrebbero comportarsi i suoi figli e di farle rispettare (Isa. 33:22). Anche Gesù, essendo il capo della congregazione cristiana, ha il diritto di stabilire e far rispettare delle norme (Gal. 6:2; Col. 1:18-20). Sulla base del modello dato da Geova e da Gesù, il capofamiglia cristiano ha l’autorità di prendere decisioni per la propria famiglia (Rom. 7:2; Efes. 6:4). Comunque la sua autorità ha dei limiti. Ad esempio, le norme che stabilisce dovrebbero basarsi sui princìpi biblici (Prov. 3:5, 6). Inoltre il capofamiglia non ha l’autorità di stabilire delle norme per chi è al di fuori della sua cerchia familiare (Rom. 14:4). E quando un figlio o una figlia non vive più con i suoi continua a rispettare suo padre ma non è più sotto la sua autorità (Matt. 19:5). w21.02 2-3 parr. 3-5

Sabato 26 novembre

Provvedi ai [tuoi] (1 Tim. 5:8)

Un modo in cui un capofamiglia dimostra di amare i propri familiari è quello di provvedere loro dal punto di vista materiale. Deve comunque ricordare che le cose materiali non possono soddisfare i loro bisogni spirituali (Matt. 5:3). Anche in punto di morte Gesù volle assicurarsi che qualcuno si prendesse cura di Maria. Nonostante fosse in agonia sul palo di tortura, chiese all’apostolo Giovanni di prendersi cura di lei (Giov. 19:26, 27). Un fratello che è capofamiglia potrebbe avere diverse responsabilità da assolvere. Deve svolgere con impegno il proprio lavoro in modo da rendere onore a Geova (Efes. 6:5, 6; Tito 2:9, 10). E forse ha degli incarichi nella congregazione, come quello di compiere l’opera pastorale e di guidare i fratelli nella predicazione. Allo stesso tempo deve studiare regolarmente la Bibbia con sua moglie e i suoi figli. Ha la responsabilità di prendersi cura dei suoi familiari dal punto di vista materiale, emotivo e spirituale, e loro apprezzeranno molto tutto quello che fa per assolverla (Efes. 5:28, 29; 6:4). w21.01 12 parr. 15, 17

Domenica 27 novembre

[La brava moglie] vigila sulle attività della sua famiglia (Prov. 31:27)

Parlando del ruolo di una brava moglie, la Parola di Dio dice che lei sa organizzare i lavori di casa, acquistare e gestire proprietà e occuparsi in modo saggio delle risorse economiche della famiglia (Prov. 31:15, 16, 18). Il suo ruolo non è certo quello di lavorare senza poter esprimere opinioni. Al contrario, il marito si fida di lei e ascolta quello che ha da dire (Prov. 31:11, 26). Se un uomo mostrerà rispetto alla moglie in questo modo, per lei sarà un piacere essergli sottomessa. Nonostante tutto quello che ha fatto e i risultati che ha raggiunto, per Gesù non è umiliante sottomettersi all’autorità di Geova (1 Cor. 15:28; Filip. 2:5, 6). Allo stesso modo una brava moglie che segue l’esempio di Gesù non considera umiliante sottomettersi all’autorità del marito. Lo sostiene non solo perché lo ama, ma soprattutto perché ama e rispetta Geova. Tuttavia, se il marito le chiederà di violare leggi o princìpi biblici lei non lo sosterrà. w21.02 11 parr. 14-15; 12 par. 19

Lunedì 28 novembre

La tribolazione produce perseveranza (Rom. 5:3)

L’amore per Geova ha sempre aiutato i suoi servitori a resistere alla persecuzione. Ad esempio fu grazie a quell’amore che, davanti al comando della corte suprema giudaica di smettere di predicare, gli apostoli decisero di “ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini” (Atti 5:29; 1 Giov. 5:3). Anche oggi questo amore dà a tanti nostri fratelli la forza di non cedere davanti alla persecuzione di governi spietati e potenti. Invece di scoraggiarci, consideriamo un privilegio resistere all’odio del mondo (Atti 5:41; Rom. 5:4, 5). Una delle prove più difficili da affrontare può arrivare dalla famiglia. Quando una persona inizia a interessarsi della verità, qualcuno della sua famiglia potrebbe pensare che sia stata ingannata o che sia andata fuori di testa. (Confronta Marco 3:21.) In alcuni casi potrebbe opporsi anche in modo violento. Questa reazione non dovrebbe sorprenderci. Gesù disse: “I nemici dell’uomo saranno proprio quelli di casa sua” (Matt. 10:36). w21.03 21 parr. 6-7

Martedì 29 novembre

Ognuno dev’essere pronto ad ascoltare, lento a parlare (Giac. 1:19)

Quando accompagniamo un proclamatore a uno studio biblico, dobbiamo ascoltare attentamente. Solo così potremo intervenire nel modo giusto e al momento giusto. È chiaro che ci vuole buon senso. Per esempio, non parleremo troppo, non interromperemo il ragionamento che si sta facendo e non introdurremo un altro argomento. D’altra parte un breve commento, un esempio o una domanda potrebbe contribuire a chiarire il punto che si sta trattando. Può anche darsi che a volte non ci sia molto da aggiungere. In questo caso contribuiremo alla crescita spirituale della persona che studia lodandola e interessandoci di lei. Se è il caso, potremmo raccontare brevemente a chi studia come abbiamo conosciuto la verità, come abbiamo superato un certo problema o come abbiamo visto la mano di Geova nella nostra vita (Sal. 78:4, 7). Potrebbe essere proprio quello che chi studia ha bisogno di sentire. Magari rafforzerà la sua fede o lo incoraggerà a fare progressi fino al battesimo. w21.03 10 parr. 9-10

Mercoledì 30 novembre

Fate discepoli di persone di tutte le nazioni (Matt. 28:19)

A chi va il merito di ogni risultato che otteniamo nel ministero? Paolo rispose a questa domanda quando scrisse alla congregazione di Corinto: “Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere; perciò chi pianta e chi innaffia non contano nulla, ma chi conta è Dio, che fa crescere” (1 Cor. 3:6, 7). Come Paolo, anche noi dovremmo sempre dare a Geova il merito di qualsiasi risultato positivo otteniamo nel ministero. Dimostriamo di apprezzare il privilegio di collaborare con Dio, Cristo e gli angeli facendo tutto il possibile per parlare ad altri della buona notizia (2 Cor. 6:1). Non dobbiamo solo piantare i semi della verità, ma anche innaffiarli. Quando una persona mostra un certo interesse, vogliamo fare del nostro meglio per ricontattarla; il nostro obiettivo è iniziare a studiare la Bibbia con lei. Man mano che la persona studia e fa progressi, siamo felici di notare come Geova la aiuta a cambiare il suo modo di vedere le cose. w20.05 30 parr. 14, 16-18

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