AMNISTIA
In Ester 2:18 si legge che il monarca persiano Assuero, dopo aver fatto regina Ester, tenne un grande banchetto in suo onore e concesse “un’amnistia per i distretti giurisdizionali” del suo reame. La parola ebraica hanachàh usata qui ricorre una sola volta nelle Scritture. È tradotta in vari modi, come “liberazione” (LXX), “sgravio delle imposte” (un Targum e PIB), “riposo” (Vg) o “giorno di riposo” (CEI); alcuni commentatori avanzano l’ipotesi che questa amnistia includesse uno sgravio fiscale, un esonero dal servizio militare, una scarcerazione, o un insieme di queste cose. Un’altra parola ebraica (shemittàh) è usata in altri passi delle Scritture per descrivere una remissione dei debiti o una sospensione del lavoro. — De 15:1, 2, 9; 31:10; vedi ANNO SABATICO.
In quanto a una liberazione di prigionieri, si noti che durante il regno di Serse I, ritenuto l’Assuero del libro di Ester, ci furono delle rivolte. Un’iscrizione di Persepoli attribuita a Serse dice: “Dopo che divenni re, ci furono (alcune) di queste nazioni . . . che si ribellarono (ma) io abbattei [lett. uccisi] queste nazioni, . . . e diedi (nuovamente) loro la condizione (politica precedente)”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 317) In seguito alla repressione di queste insurrezioni ci furono senz’altro prigionieri politici, e la festa per la regina Ester offrì forse ad Assuero l’occasione di cancellare le accuse contro di loro e concedere l’amnistia o scarcerazione. (Cfr. Mt 27:15). La precisa natura dell’amnistia rimane comunque incerta.