Geova fa la pace, crea il male
“IO FORMO la luce, e creo le tenebre; io fo la pace, e creo il male; io sono Geova, che fa tutte queste cose”. (Isa. 45:7, AS) Questo riferimento a Geova il quale crea le tenebre e il male è stato accolto allegramente da scettici, da atei e da altri critici della Bibbia per sostenere la loro opinione che essa non è la Parola di Dio ispirata ma semplicemente una collezione di antichi scritti di un popolo primitivo. Però, il loro pregiudizio, indubbiamente generato da un segreto timore che la loro posizione non sia così ferma come vorrebbero che fosse, li ha accecati per quanto concerne una considerazione logica di questo testo come pure per il resto della Bibbia. Invece di tenere questa condotta, ascoltiamo il consiglio dell’Autore della Bibbia: “Venite, e discutiamo assieme,” e vediamo esattamente quale luce la ragione e la stessa Bibbia gettano’ sul significato di questa scrittura. — Isa. 1:18.
In qual modo Geova forma la luce e crea le tenebre? Egli forma la luce facendo comprendere la sua Parola mediante l’adempimento delle profezie. “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. “Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vie più risplendendo, finché sia giorno perfetto”. Tale luce, però, non è per l’iniquo. “La luce è seminata per il giusto, e la gioia per i diritti di cuore”. Ai malvagi Geova manda l’oscurità. “Dio non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono, ma, gettandoli nel Tartaro, li consegnò ad abissi di fitta oscurità per essere riservati per il giudizio”. E riguardo agli uomini che s’insinuavano nella congregazione cristiana a scopi vili ci è detto che a loro “la più fitta oscurità è riservata per sempre”. (Sal. 97:11; 119:105; Prov. 4:18; 2 Piet. 2:4; Giuda 4, 13, NW) Tale fu il caso nella nona piaga abbattutasi sull’antico Egitto. Gli Egiziani furono avvolti da una tenebra che poteva essere palpata, mentre gl’Israeliti avevano luce nelle loro abitazioni. — Eso. 10:21-23.
IO FO LA PACE, E CREO IL MALE”
Le Scritture parlano di Geova come del Dio della pace: “L’Iddio che dà pace schiaccerà fra breve Satana sotto i vostri piedi”. (Rom. 16:20, NW) Questo testo, però, implica inoltre che Geova è il Dio della guerra, nella quale schiaccerà i suoi nemici. Come può egli essere contemporaneamente il Dio della pace e il Dio della guerra? Lo può, in quanto c’è un tempo e una circostanza appropriata sia per la pace che per la guerra. “Per tutto v’è il suo tempo, v’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace”. — Eccl. 3:1, 8.
Geova fa la pace ora per coloro che lo cercano nella maniera da lui stabilita. “L’Eterno [Geova] benedirà il suo popolo dandogli pace”. Il nuovo mondo sul quale suo Figlio signoreggerà sarà un mondo pacifico: “Ai dì d’esso il giusto fiorirà, e vi sarà abbondanza di pace, finché non vi sia più luna”. “Per dare incremento all’impero e una pace senza fine”. Perciò gli angeli dissero al tempo della nascita di Gesù: “Pace fra gli uomini di buona volontà”. — Sal. 29:11; 72:7; Isa. 9:6; Luca 2:14, NW.
Quando delle creature umane vanno contro la sua volontà si rende necessario per Geova di fare la guerra contro di loro nel suo tempo e nel suo modo. Egli diventa allora l’Iddio della guerra: “L’Eterno forte e potente, l’Eterno potente in battaglia. Chi è questo Re di gloria? È l’Eterno [Geova] degli eserciti: egli è il Re di gloria”. (Sal. 24:8, 10; Giac. 5:4) Come tale combatté per il suo popolo Israele nei tempi antichi, e si mostrerà come il Dio della guerra alla battaglia di Harmaghedon, quando annienterà completamente i suoi nemici per la rivendicazione della sua supremazia e la liberazione del suo popolo. — 2 Cron. 20:15; Apoc. 16:14, 16.
In che modo può esser detto che Geova crea il male? Non certo nel senso ch’egli produca l’iniquità o la cattiveria morale, poiché è assolutamente impossibile ch’egli sia ingiusto. “È impossibile che Dio menta”. Noi siamo rassicurati: “L’Eterno [Geova] è buono e diritto; perciò insegnerà la via ai peccatori”. Rivolgendosi a lui il salmista dichiarò: “Giustizia e diritto son la base del suo trono, benignità e verità van davanti alla tua faccia”. E Mosè cantò su questo tema: “Quanto alla Rocca, l’opera sua è perfetta; poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto”. — Deut. 32:3, 4; Sal. 25:8; 89:14; Ebr. 6:18, NW.
Sì, Geova è gelosissimo del suo nome quale Dio di giustizia. Perciò quando Abrahamo, a proposito della distruzione di Sodoma e Gomorra, chiese: “Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?” Geova era disposto di accettare la supplica di Abrahamo se solo dieci persone giuste si trovassero in quelle città. (Gen. 18:20-33) Nelle Scritture, a partire da Genesi fino ad Apocalisse, Geova fa appello alla nostra ragione e spiega le cause dell’esecuzione dei suoi giudizi in modo che noi possiamo nutrire fiducia incrollabile nella sua giustizia. Ciò è particolarmente evidente dalle profezie di Isaia, Geremia ed Ezechiele. — Isa. 1:2-20; 24:1-5; Ger. 16:10-13; 22:1-9; Ezech. 6:1-10; 22:1-16.
Tuttavia può esser detto che Geova crea il male, perché il termine “male” può esser impiegato per designare non soltanto la “cattiveria morale o l’offesa; le male azioni; l’iniquità”, ma anche “tutto ciò che offusca la felicità o il benessere o priva del bene; danno; disastro”. (Dizionario inglese di Webster) In vista delle precedenti scritture indicanti che Geova è giusto e retto dobbiamo concludere che il male che egli crea dev’essere calamità e disastro.
I due usi di questo termine si devono vedere nella seguente profezia, in cui Geova disse che avrebbe portato il male o la calamità sull’Israele a causa della sua condotta cattiva e perversa. Mosè disse: Poiché io so che, dopo la mia morte, voi certamente vi corromperete e lascerete la via che v’ho prescritta; e la sventura v’incoglierà nei giorni a venire, perché avrete fatto ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno”. Notate anche la stessa cosa in ciò che segue, che descrive un adempimento di questa profezia. “I figliuoli d’Israele fecero ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, e servirono agl’idoli di Baal; abbandonarono l’Eterno, . . . la mano dell’Eterno era contro di loro a loro danno, come l’Eterno avea detto”. — Deut. 31:29; Giud. 2:11, 14, 15.
IL MALE CONTRO LE CATTIVE AZIONI
Vediamo così che c’è una grande differenza tra il male e la cattiveria. Qualsiasi cattiveria o cattiva azione è male, ma non tutto il male è cattiveria. Un atto d’ingiustizia è sempre cattivo e finisce di solito a far del male o danno a un altro. D’altra parte, l’amministrazione della giustizia è sempre giusta. Anche se può portare del male su colui contro il quale è stata esercitata, ciò non significa che l’esercizio della giustizia sia ingiusto. Anzi, esso indica in che modo Dio crea il male.
Se le sue creature ricevono il bene e la pace oppure il male e la sofferenza dalle mani di Geova ciò dipende dalla scelta che fanno. Come Mosè l’espose agl’Israeliti: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi d’amare l’Eterno, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, d’osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e i suoi precetti affinché tu viva. . . . Ma se il tuo cuore si volge indietro, e se tu non ubbidisci, e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servir loro, io vi dichiaro oggi che certamente perirete. . . . Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie”. — Deut. 30:15-19.
Adamo ed Eva fecero la cattiva scelta e perciò Dio li condannò: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai”. La sofferenza e la morte furono dei grandi mali per Adamo e la sua discendenza, ma non furono ingiustizie; non v’erano circostanze attenuanti; l’inflizione di tali mali fu giusta. — Gen. 3:17, 19; Rom. 5:12; 6:23.
Il diluvio del tempo di Noè fu un gran male, ma non fu una ingiustizia; quegli antidiluviani ricevettero quello che spettava loro per avere scelto l’empietà e la violenza invece della pace e della giustizia. (Gen. 6:5; 7:21) Il Faraone del tempo di Mosè decise di opporsi ostinatamente a Geova, e quindi Dio mandò dieci piaghe, e finalmente dovette annientare Faraone e le sue schiere nel Mar Rosso. Tutti questi furono dei grandi mali, delle calamità che apportarono immensa sofferenza sugli Egiziani. Ma non furono ingiustizie. Faraone era l’ingiusto, e Geova era nel suo pieno diritto di punirlo e di definire in tal modo la contesa circa chi è il supremo. — Esodo, capitoli 7 fino a 14.
Al tempo attuale Geova fa risonare un avvertimento concernente i suoi giudizi che presto saranno eseguiti contro la Babilonia moderna, ma pochi ascoltano questo avvertimento. Quando ‘gli uccisi di Geova ad Harmaghedon si estenderanno da una estremità all’altra della terra, senza essere pianti, né raccolti né seppelliti, ma giaceranno come sterco sulla faccia del suolo’, quello sarà indubbiamente il male, il disastro e la calamità più grande che mai si sia abbattuta sul genere umano; ma non sarà un’ingiustizia. Sarà una giusta esecuzione del giudizio. — Ger. 25:33; Apoc. 18:4-8,20.
Mentre Geova apporta il male della distruzione sui malvagi perché lo meritano, egli opera principalmente perché sono in giuoco il suo nome e la sua sovranità, “poiché egli non può rinnegare se stesso”. E se pare che differisca l’esecuzione di tali malfattori, ricordiamo che ciò avviene anche per la rivendicazione del suo nome, proprio com’egli disse a Faraone: “Che se ora io avessi steso la mia mano e avessi percosso di peste te e il tuo popolo, tu saresti stato sterminato di sulla terra. Ma no; io t’ho lasciato sussistere per questo: per mostrarti la mia potenza, e perché il mio nome sia divulgato per tutta la terra”. — Eso. 9:15, 16; 2 Tim. 2:13.
I CRISTIANI NON DEVONO FARE IL MALE
A partire dal 325 d.C. un Cristianesimo apostata ha sempre preteso di infliggere il male a coloro che si dichiaravano Cristiani e contrastavano con le sue dottrine. In questo si è reso colpevole di grande ingiustizia e di peccato temerario, perché infliggere il male come punizione è principalmente prerogativa di Geova Dio e di Colui a cui egli conferì tale potere e autorità, Cristo Gesù. (Matt. 28:18; Giov. 5:27; 1 Cor. 15:25) La spada del Cristiano non è quella di acciaio ma è “la spada dello spirito, cioè, la parola di Dio”. Perciò Paolo nettamente afferma: “Sebbene camminiamo nella carne, noi non ci impegnamo in combattimenti secondo quello che siamo nella carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per abbattere trincerate fortezze. Poiché noi abbattiamo i ragionamenti e ogni altezza contro la conoscenza di Dio, e portiamo in cattività ogni pensiero per renderlo ubbidiente al Cristo”. — 2 Cor. 10:3-5; Efes. 6:17, NW.
Non soltanto i Cristiani non devono ricorrere al male, alla oppressione, alla persecuzione, oppure imporre la divulgazione del loro messaggio, ma non devono nemmeno contraccambiare il male a quelli che fanno a loro il male. “Non rendete a nessuno male per male”. “Non vi vendicate, diletti, ma cedete il posto all’ira, poiché sta scritto: ‘La vendetta è mia, io ricompenserò, dice Geova.’ Ma, ‘se il tuo nemico ha fame, cibalo; se ha sete, dagli qualcosa da bere; poiché facendo questo accumulerai carboni ardenti sul suo capo.’ Non vi fate vincere dal male, ma vincete il male col bene”. — Rom. 12:17, 19-21, NW.
In osservanza a questo principio i Cristiani sono consigliati di non ricorrere ai tribunali del mondo per risolvere le loro controversie. Piuttosto di far ciò essi dovrebbero essere disposti a lasciarsi defraudare e danneggiare. A proposito, la frequenza con cui questa ammonizione è oggi violata è in se stessa una prova che la Cristianità non è cristiana. — Matt. 7:20; 1 Cor. 6:5-8.
Non nella punizione che Dio riserva ai malfattori ma nel suo modo di mostrare pazienza e misericordia dobbiamo imitare il nostro Padre celeste: “Voi avete udito che fu detto: ‘Devi amare il tuo prossimo e odiare il tuo nemico.’ Ma, io vi dico: Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; affinché dimostriate d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugl’ingiusti. Voi dovete conformemente essere completi, come il vostro Padre celeste è completo”. — Matt. 5:43-45, 48, NW.
Oggi i Cristiani possono meglio seguire questa esortazione recando la buona notizia al popolo; continuando ad andare di porta in porta col messaggio senza curarsi di quelle porte che possono essere sbattute in faccia; lasciando splendere la loro luce agli angoli delle vie nonostante gli oltraggi loro inflitti dagli schernitori, dai beffardi e dagli oppositori; e visitando le persone nelle loro case e istruendole pazientemente anche se sembrano tarde nel capire. Così facendo essi rivendicano la tolleranza e la pazienza di Geova coi malfattori affinché, a causa della loro predicazione, altri ottengano la salvezza. — 2 Piet. 3:15.
Riassumendo possiamo constatare che Geova Dio crea la luce e la pace per il suo popolo e per gli uomini di buona volontà, ma le tenebre e il male per i suoi nemici, i malvagi; che il male che egli apporta sui suoi nemici non è ingiustizia o malvagità, ma sofferenza, calamità e distruzione meritata. Egli ha permesso l’iniquità perché essa serve nella rivendicazione della sua supremazia. I Cristiani, però, non sono autorizzati a infliggere il male ad altri, né come mezzo di espandere il loro messaggio né come retribuzione per il male loro fatto. Il modo in cui imitano Dio è quello di fare il bene a tutti mentre ne hanno l’opportunità, lasciando a lui e al suo principale Giustiziere, Cristo Gesù, di saldare tutti i conti.