Lezione 45
Ezechiele
“OR AVVENNE l’anno trentesimo, il quinto giorno del quarto mese, che, essendo presso al fiume Kebar, fra quelli ch’erano stati menati in cattività, i cieli s’aprirono, e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della cattività del re Joiakin), la parola dell’Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele, figliuolo di Buzi, nel paese dei Caldei, presso al fiume Kebar; e la mano dell’Eterno fu quivi sopra lui”. (Ezech. 1:1-3) Da questi versetti iniziali apprendiamo che il servizio di Ezechiele come profeta ispirato di Dio cominciò a Babilonia nel quinto anno della prima cattività, cioè il 613 a.C. Facendo parte della classe sacerdotale e avendo una certa autorità nella comunità ebraica, egli fu tra quelli deportati come prigionieri da Nabucodonosor nel 618 a.C. (2 Re 24:11-16) Dai versetti citati sopra risulta pure che Ezechiele aveva trent’anni quando fu chiamato al servizio profetico. Egli continuò ad essere profeta almeno fino al ventisettesimo anno della prima cattività, il che estenderebbe il suo servizio a un periodo di ventidue anni, dal 613 al 591 a.C. (29:17) Spinto dal medesimo spirito di Dio per mezzo del quale parlò, scrisse le sue profezie nel libro che porta il suo nome. Il nome “Ezechiele” significa “Iddio rinforzerà; forza di Dio”.
Le profezie e le visioni di Ezechiele sono per la maggior parte disposte cronologicamente, e nello stesso tempo seguono in genere una disposizione secondo il soggetto degli argomenti. Questo ordine doppiamente logico si sviluppò naturalmente in conformità al tempo opportuno in cui si verificarono le sue varie visioni. Fino al decimo mese del nono anno della prima cattività il punto centrale considerato dalle profezie di Ezechiele era la completa caduta e desolazione di Gerusalemme, con solo brevi riferimenti ad una restaurazione. Questa è la sostanza dei primi ventiquattro capitoli. Fu allora che Nabucodonosor mise l’assedio a Gerusalemme. (Ezech. 24:1, 2; 2 Re 25:1) Durante l’assedio e mentre le previsioni di Ezechiele sulla distruzione avevano adempimento, il profeta mise in risalto principalmente l’annuncio di calamità per le nazioni straniere. (25:1–32:32) Ma con la notizia che Gerusalemme era caduta il glorioso tema della restaurazione predomina in tutto il resto del libro. Tutte le profezie, sia della caduta e restaurazione d’Israele che della minacciata condanna delle nazioni pagane, mettono in rilievo un solo tema: la rivendicazione di Geova. Più di sessanta volte appare la maestosa determinazione: “Essi conosceranno [o, voi conoscerete] che io sono l’Eterno [Geova]”.
Gli Ebrei prigionieri a Babilonia prima della caduta di Gerusalemme continuarono a sperare nell’Egitto per esser liberati dalla cattività babilonese. Fra loro erano falsi profeti che proclamavano una prossima liberazione e pace, e i prigionieri non credevano alle predizioni di Ezechiele intorno alla caduta di Gerusalemme, come non furono ascoltati gli analoghi avvertimenti di Geremia nella stessa Gerusalemme. Nondimeno Ezechiele ebbe l’ordine di profetizzare, sia che i prigionieri ribelli ascoltassero o no. Ma se non ascolteranno, che importa? Quando le cose profetizzate si adempiono allora “conosceranno che in mezzo a loro c’è stato un profeta”.
I primi tre capitoli descrivono la gloriosa visione dell’organizzazione di Geova raffigurata da quattro ruote affiancate dai quattro cherubini, e dal cui trono viene una voce che ordina e istruisce Ezechiele come profeta e sentinella per la casa d’Israele. Egli dovrà ascoltare la parola di profezia dalla bocca di Geova, e quindi ammonire Israele per conto dell’Onnipotente, sia che ascoltino o che rifiutino di ascoltare.
Giacendo prima 390 giorni sul fianco sinistro e 40 giorni sul fianco destro davanti a un mattone su cui è raffigurata Gerusalemme, e col suo cibo di cattiva qualità in quel periodo di 390 giorni, egli predice in modo figurativo l’assedio di quella che fu la città santa e la carestia che la colpirà. Il culmine e termine dell’assedio è prefigurato dai capelli e dalla barba del profeta tagliati e divisi in tre parti, di cui una è bruciata, un’altra è percossa con la spada, e la terza è sparsa al vento; così viene raffigurato che gli abitanti di Gerusalemme cadranno per la carestia e pestilenza, per la spada ed essendo dispersi fra le nazioni pagane. Questi giudizi si verificano a causa delle abominevoli idolatrie d’Israele, e né l’oro né l’argento possono liberare gli idolatri. In visione Ezechiele è trasportato a Gerusalemme, dove vede varie empie pratiche di adorazione demonica nel tempio. Quindi un uomo vestito di lino con un corno da scrivano segna sulla fronte quei pochi che gemono e piangono per tutte queste abominazioni, e dopo di lui vengono sei uomini con armi di distruzione, che uccidono tutti quelli che non sono segnati. Ancora, si vede l’uomo vestito di lino ricevere tizzoni ardenti dalle mani di un cherubino al servizio di Geova e spargerli sopra l’empia città. In visione Ezechiele è trasportato a Gerusalemme per esser informato circa i suoi oppressivi prìncipi e infine riceve una promessa di restaurazione e purificazione per Israele. — 4:1–11:25.
Ezechiele presenta un altro dramma profetico che predice la cattività d’Israele. Egli porta fuori di casa tutte le sue cose durante il giorno e al crepuscolo esce da un buco nel muro. La spiegazione del dramma provoca solo lo scherno degli Ebrei prigionieri; essi dicono che la visione si adempirà in un tempo molto, molto lontano; Geova promette che avverrà molto presto; i bugiardi profeti di pace e le false profetesse sono riprovati; gli ipocriti idolatri sono rimproverati e ricevono una risposta conforme ai loro cuori insinceri; anche se uomini giusti come Noè, Daniele e Giobbe fossero a Gerusalemme, essi non potrebbero liberare la città, ma solo se stessi. Il tralcio della vite che non è adatto per nessun lavoro è adoperato per raffigurare la riprovazione di Sion; la cura e l’amore di Dio per Gerusalemme è mostrato dalla figura di una debole bambina ripudiata che fu raccolta e allevata finché diviene una bella donna, e l’apostasia della città è mostrata dagli adulteri di tale donna con gli stranieri. Per mano delle sue nazioni-amanti Gerusalemme cadrà; essa è peggiore delle sue sorelle Sodoma e Samaria; la sua condotta nel ribellarsi contro Nabucodonosor e ricorrere all’Egitto è simbolizzata da un cedro paragonato a una vite che si rivolse alla prima di due aquile; dopo di che Geova dà un simbolo della restaurazione del suo Governo Teocratico. — 12:1–17:24.
Quindi Geova come prova della sua giustizia imparziale illustra la responsabilità di ogni individuo al tempo del giudizio: ogni anima vive o muore per le proprie azioni. I prìncipi d’Israele, come leoncelli, non salveranno la nazione dalla desolazione arrecata da Babilonia ricorrendo all’Egitto per aiuto. Una rassegna della storia nazionale d’Israele dimostra che è stata un succedersi di ribellioni contro Geova; ma in molte occasioni egli recò loro la salvezza per amore del Suo grande nome; infine egli purificherà la nazione e restaurerà il fedele rimanente sul suo monte santo. Quando viene la spada della distruzione, Nabucodonosor la dirigerà contro Gerusalemme oltre Rabba degli Ammoniti; questa rovina durerà finché venga colui che ha il diritto di governare. Così Geova smaschera le abominazioni compiute dai prìncipi, dai sacerdoti e dal popolo. Con le figure di due sorelle, Ohola ed Oholiba, sono mostrate le turpi empietà del regno delle dieci tribù d’Israele e del regno di Giuda, ed è raffigurata la loro caduta per mano dei loro amanti d’un tempo, gli Assiri e i Babilonesi. (18:1–23:49) Il ventiquattresimo capitolo annuncia l’inizio dell’assedio di Gerusalemme e mostra la sua sicura caduta. La moglie d’Ezechiele muore, e al profeta è proibito di far cordoglio; in tal modo la sua condotta fu il segno che gli storditi prigionieri non avrebbero fatto cordoglio per la caduta del tempio del Signore.
Le profezie contenute nei capitoli da 25 fino a 32, pronunciate mentre Ezechiele aspettava la notizia che Gerusalemme era stata colpita dalla distruzione, sono rivolte contro parecchie nazioni pagane, e tali giudizi avversi dovevano essere eseguiti da Babilonia. Sono menzionate le seguenti nazioni: Ammon, Moab, Edom, Filistea, Tiro, Sidone, ed Egitto e suoi aiutanti. Specialmente lunghi sono i messaggi contro Tiro e l’Egitto. I quattro versetti di Ezechiele 29:17-20 sono fuori del loro ordine cronologico, essendo stati pronunciati sedici anni e tre mesi più tardi del loro contesto. Ma essi appartengono logicamente a questo annuncio di desolazione contro l’Egitto. Dopo essere stata assediata per tredici anni da Nabucodonosor, la città di Tiro fu con successo evacuata per mare dai suoi abitanti, e il monarca babilonese non prese un bottino di molto valore. L’Egitto sarebbe stato il suo compenso.
Il capitolo 33 riassume i doveri di Ezechiele come sentinella. Il versetto ventunesimo parla di un fuggiasco di Gerusalemme venuto da Ezechiele a Babilonia con una comunicazione della caduta della città, recando la notizia il decimo mese dell’undicesimo anno (secondo la Versione Tintori, nota in calce), che vuol dire circa cinque mesi dopo la caduta della città. Al profeta era stato detto di attendere questo messaggero. (24:26) Avendo udito della caduta della città, Ezechiele dichiarò immediatamente che l’intero paese sarebbe stato completamente desolato (il che era già avvenuto, il settimo mese, ma la notizia non sarebbe arrivata a Babilonia per molti giorni). Il trentaquattresimo capitolo biasima i falsi pastori e raffigura quindi mirabilmente Geova Dio come il Grande Pastore che radunerà il suo gregge e farà un patto di pace riversando su di esso abbondanti benedizioni. Egli farà questo per mezzo del suo pastore, “il mio servo Davide”.
Dopo aver pronunciato un messaggio di giudizio contro Monte Seir, il profeta conforta Israele con promesse divine di benedizione e di restaurazione d’Israele in Palestina affermando che il motivo principale di tutto questo è la rivendicazione del nome di Dio, che era stato così profanato tra i pagani. La visione della risurrezione delle ossa secche sparse nella valle conferma le promesse della restaurazione di un fedele rimanente; i due pezzi di legno che divengono uno raffigurano la futura unità del restaurato Israele di Dio sotto il più grande Davide. (35:1–37:28) I due capitoli successivi parlano dell’empio assalto di Gog contro il restaurato, pacifico Israele e della sconfitta completa e definitiva di questo malvagio Satana, e delle attività del rimanente d’Israele dopo tale battaglia.
Gli ultimi nove capitoli del libro si riferiscono alla visione di Ezechiele riguardo al tempio di Geova a Gerusalemme. Il profeta ebbe questa visione più di dodici anni dopo la sua ultima profezia precedente (32:1, 17; 40:1) e, salvo 29:17-20, è l’ultima. Essa parla delle misurazioni del tempio; sono descritte le camere dei sacerdoti e l’altare, con gli usi di tali camere e gli ordinamenti dell’altare; la gloriosa venuta di Geova al tempio per il giudizio è descritta nel capitolo 43; sono dati ordinamenti per dirigere i sacerdoti e i prìncipi; è descritta l’assegnazione del terreno per il santuario, per i sacerdoti e i Leviti, per la città e per i prìncipi; è narrata la visione del corso d’acqua che sgorga dal tempio e diviene sempre più profondo mentre scorre verso oriente e poi verso mezzogiorno fino al Mar Salato, e delle proprietà di guarire e nutrire dell’acqua; e il libro termina con gli argomenti relativi alle eredità e ai confini della terra delle dodici tribù, e relativi alla città Jahvè-là. — 48:35, Ricciotti, nota in calce.
[Domande per lo studio]
1. Che cosa si apprende dai tre versetti iniziali del libro d’Ezechiele?
2. Quale disposizione o schema doppiamente logico è seguito?
3. Quali sono i tre soggetti principali trattati dalle profezie? ma quale unico tema mettono tutti in risalto?
4. Quale fu l’ordinazione di Ezechiele, e in quali condizioni l’adempì egli?
5. Riassumete i capitoli (a) 4-11, (b) 12-17, (c) 18-24, (d) 25-32, (e) 33, 34, (f) 35-39, e (g) 40-48.