Un nuovo cantico per tutti gli uomini di buona volontà
1. Quale cantico è oggi appropriato malgrado Proverbi 25:20, e che cosa riceveranno coloro che lo cantano?
UN PROVERBIO conosciuto da quasi tremila anni dice: “Chi toglie un abito in giorno di freddo è come l’aceto sull’alcali e come un cantante di canzoni a un cuore triste”. (Prov. 25:20) L’intero mondo ha oggi un cuore triste, essendo minacciato da un presente sconvolto e un futuro spaventevole. Le persone preoccupate potrebbero non essere disposte a sentire un cantico. Ma c’è un cantico che potrà veramente rallegrare tutte le persone, indipendentemente dalla nazione alla quale appartengono. È un nuovo cantico che le precedenti generazioni non ebbero il privilegio di cantare. Gli uomini che sono di buona volontà verso il mirabile creatore di questo cantico ne gioiranno, saranno rincorati e rasserenati da esso e saranno sollevati dalla loro tristezza e amarezza. Quando conosceranno questa composizione musicale anch’essi vorranno prorompere in un cantico. Ciò significherà la salute, sì, la salvezza per loro.
2, 3. (a) Perché il nome del compositore potrebbe essere nuovo per alcuni? (b) Perché egli potrebbe darci un cantico veramente nuovo, e che cosa ci dice di fare con esso?
2 Non solo il cantico è stato nuovo per quelli che hanno cominciato a cantarlo, ma il suo Autore sarà indubbiamente nuovo per molti che udranno cantare la sua composizione. L’Autore e Compositore è colui il cui nome molti uomini eminenti in tutto il mondo hanno cercato di nascondere e impedire al popolo di conoscere. Eppure il nome fu conosciuto dal primo uomo vissuto, circa seimila anni fa. Geova è il nome del Creatore non soltanto del nuovo cantico ma anche dei cieli e della terra. Qualsiasi cantico del nostro Creatore dovrebbe essere importante, e dovrebbe significare per noi una vita senza fine e nella felicità. Mediante uno dei Suoi scrittori, da lui ispirato, egli dice: “Io sono il Signore [Geova]; questo è il mio nome: non cederò ad un altro la mia gloria, né agli idoli il mio onore. Le prime cose (annunziate) ecco già avvengono, io ve ne annunzio ancora delle nuove: prima che avvengano ve le farò sapere”. In tal modo egli potrebbe darci un cantico veramente nuovo che nessun altro scrittore di musica potrebbe comporre, e per questa ragione egli continua dicendo agli uomini di buona volontà:
3 “Cantate al Signore un cantico nuovo, le sue lodi fino agli ultimi confini del mondo, voi che navigate sul mare e lo popolate, voi, isole, e voi che le abitate. Esulti il deserto e le sue città”. — Isa. 42:8-11, Ti.
4, 5. In considerazione di Ecclesiaste 1:9, 10 perché potremmo chiedere come questo cantico potesse essere nuovo, eppure dove le cose nuove non sono limitate?
4 Ma come può essere nuovo questo cantico? Possiamo fare questa domanda ricordando che un saggio governatore di migliaia di anni fa disse: “Quello che è stato, quello è ciò che sarà; e quello che è stato fatto, quello è ciò che si farà; e così non vi è nulla di nuovo sotto il sole. Vi è forse qualche cosa di cui si dica: ‘Vedi questo; è nuovo’? È già esistito da tempo indefinito; ciò che è venuto ad esistenza è da tempo prima di noi”. (Eccl. 1:9, 10) Perfino la terribile bomba all’idrogeno, che fu fatta esplodere per la prima volta nel 1954, non è nulla di nuovo. Durante miliardi di anni prima del genere umano il grande Creatore, Geova, ha fatto esplodere l’idrogeno dentro al sole, e sono queste esplosioni di atomi d’idrogeno che ci forniscono la luce sulla terra. Tuttavia, sebbene possa esservi “nulla di nuovo sotto il sole”, ciò non significa che non vi può essere nulla di nuovo al disopra del sole, nulla di nuovo oltre questo reame naturale o nel reame spirituale. Dicendo che non c’è nulla di nuovo sotto il sole il saggio re Salomone parlava delle cose di questo mondo naturale e delle ordinarie attività del genere umano su cui il sole risplende. Proprio prima di ciò egli disse:
5 “Una generazione va e un’altra generazione viene, ma la terra sussiste pure a tempo indefinito. E anche il sole ha irradiato il suo splendore e il sole è tramontato, e ritorna con affanno al suo posto dove irradierà ancora il suo splendore. . . . Tutti i torrenti invernali si dirigono al mare, eppure il mare stesso non è pieno. Al posto dove i torrenti invernali si dirigono, ivi tornano a dirigersi ancora. Tutte le cose stancano; nessuno può parlarne. L’occhio non è soddisfatto di vedere, né l’orecchio sazio di udire”. — Eccl. 1:4-8.
6. Perché Geova è in grado di darci un nuovo cantico, e quindi che cosa ha fatto egli?
6 Non vi è bisogno di alcuna cosa nuova in senso naturale sotto il sole. Ma Geova è al disopra del sole, poiché egli è l’Altissimo Dio. Egli può creare cose nuove oltre il sole o in un reame invisibile e spirituale e anche nelle attività spirituali che riguardano il genere umano sulla terra. In questo modo egli può farci conoscere i fatti inerenti al tema di un cantico del tutto nuovo che ci farà sussultare d’irrefrenabili emozioni di gioia ed estasi per il glorioso significato di tutto ciò. Essendo onnipotente e non esaurendo mai la sua provvista di cose meravigliosamente nuove per noi, egli ci ha largito un simile cantico.
7. Quando l’universo stesso ebbe bisogno di una promessa di buona speranza, e perché? E di quale donna Geova allora fece menzione?
7 Poco dopo l’inizio dell’esistenza dell’uomo Geova Dio provvide il tema basilare del nuovo cantico di oggi. Era il tempo in cui l’universo stesso aveva bisogno di una promessa di buona speranza. Il nostro primo padre umano aveva appena peccato, sebbene fosse nel giardino dell’Eden, il paradiso di delizie, con tutto ciò che gli occorreva per continuare a vivere per sempre nella perfezione umana e nella libertà come figlio di Dio. Per mezzo di un serpente sua moglie era stata indotta a mangiare dell’unico frutto proibito. Quindi ella indusse il marito a seguirla nel mangiare e violare il comandamento del loro Padre celeste. Prima di pronunciare su di loro la condanna alla morte eterna a causa di questa disubbidienza volontaria, Geova Dio parlò alla causa iniziale di tutto ciò, al grande tentatore, Satana il Diavolo. Dio gli parlò come se questi fosse il serpente, dicendo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei. Egli ti ferirà la testa e tu gli ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15) La “donna” di cui Dio qui parlò non era la donna peccatrice sulla terra, Eva moglie di Adamo, bensì la santa donna in cielo, l’universale organizzazione di santi angeli di Dio, la moglie o organizzazione di Dio, che avrebbe potuto produrre qualche cosa di santo per il proposito di Dio.
8. Perché la dichiarazione di Dio al serpente fu qualche cosa di nuovo, e che cosa i leali membri della donna di Dio si prepararono ad osservare?
8 Infatti la dichiarazione di Dio rivolta al serpente fu qualcosa di nuovo per questa terra. Fu la prima profezia di Dio annunciata in presenza del genere umano. Predisse che secondo la Sua volontà ci sarebbe stata guerra fra Satana il Diavolo e la donna o celeste organizzazione di Dio, fra la progenie o discendenza di Satana il Diavolo e la progenie della fedele donna o moglie di Dio. Chi avrebbe vinto la guerra? Quale sarebbe stato il colpo vittorioso: la ferita al calcagno o la ferita alla testa? La ferita alla testa avrebbe avuto la vittoria. Di conseguenza, la progenie di questa organizzazione di Dio raffigurata dalla donna, sebbene ferita per prima al calcagno, avrebbe ottenuto la vittoria in rivendicazione della prima profezia di Dio pronunciata al genere umano. Ciò sarebbe stato certamente di grande conforto ai membri angelici della simbolica donna di Dio, la sua fedele organizzazione angelica a lui coniugata e a lui sottoposta. Chi sarebbe stata la progenie della donna, in che modo sarebbe stata prodotta questa progenie promessa, e come sarebbe stata ferita al calcagno e ciò nonostante avrebbe ferito alla testa il suo diabolico feritore; queste furono le domande che destarono l’interesse di tutti i leali membri della celeste donna di Dio. Essi furono quindi ansiosi di veder adempiersi questa profezia edenica, che è il fondamento di ogni ulteriore profezia riguardo al genere umano.
9. Che cosa nessuna creatura poteva allora fare riguardo a questa profezia, ma come l’interesse per essa si diffuse fra gli uomini?
9 Poiché è regola divina che “nessuna profezia della Scrittura sorge da alcun privato scioglimento”, Adamo ed Eva non potevano comprendere e interpretare la profezia di Geova. Né lo poteva fare Satana il Diavolo, sebbene fosse una potente creatura spirituale superiore all’uomo in esistenza, potenza e intelligenza. (2 Piet. 1:20, 21) Dopo che Adamo ed Eva furono puniti venendo cacciati dal paradiso dell’Eden per morire, cominciarono a procreare figli. Interessandosi egoisticamente della promessa di Dio riguardo alla progenie di qualche donna, Adamo ed Eva la raccontarono ai loro figli. Così l’interesse nella profezia si diffuse fra gli uomini.
10. In che modo questa profezia avrebbe potuto influire su Caino onde uccidesse Abele?
10 Uomini ambiziosi si presentarono come la promessa progenie, con la speranza di acquistare potenza e superiorità sugli altri, pretendendo di essere l’autentica progenie. Caino fu il primogenito della famiglia umana. Quando Abele, il secondo figlio di Adamo ed Eva, ottenne l’approvazione di Dio per avergli offerto un sacrificio dal suo gregge di pecore e non un’offerta inanimata di prodotti dell’orto, Caino uccise Abele per togliere al fratello la possibilità di soppiantarlo come probabile progenie. “Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio di maggior valore di Caino, mediante la quale fede gli fu resa testimonianza che egli era giusto, avendo Dio reso testimonianza rispetto ai suoi doni, e mediante essa egli, benché morto, parla ancora”. In tal modo Abele ci parla ancora come primo fedele, umano testimone di Geova, poiché la stessa Parola scritta di Dio così lo chiama. — Ebr. 11:4 e 12:1.
11, 12. (a) Quale relazione ebbe Enoc con la Progenie promessa? (b) Perché Enoc non andò in cielo quando Dio lo trasferì?
11 La prima profezia di Dio, dichiarata da un uomo, venne per mezzo di Enoc, il settimo discendente da Adamo. Enoc era un uomo di fede in Geova Dio e quindi divenne testimone di Geova. Enoc divenne anche un antenato della Progenie promessa, di cui egli s’interessò. Prima di morire Enoc fu ispirato da Geova a rendere testimonianza intorno al Suo proposito d’infliggere punizione o eseguire giudizio contro tutti gli empi, la progenie del grande Serpente, Satana il Diavolo, al tempo in cui il Serpente dovrà essere ferito alla testa. (Giuda 14, 15) Ai nemici di Enoc non fu permesso d’infliggergli la morte come Caino fece ad Abele, perché Dio stesso portò via Enoc dalla scena terrestre cosicché “egli non fu più trovato”. Perché? Perché “prima della sua traslazione egli ebbe la testimonianza di esser piaciuto bene a Dio”. (Ebr. 11:5) Dio non lo portò in cielo, poiché per gli uomini peccatori nati da Adamo la via per andare in cielo non era stata ancora aperta.
12 La “via nuova e vivente” per entrare nel santissimo cielo non fu manifestata se non 3.072 anni dopo Enoc. Quindi fino ad allora si poteva dire: “Nessun uomo è asceso al cielo eccetto colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. (Giov. 3:13; Ebr. 9:6-8; 10:19-22) Il mistero o sacro segreto di come ciò avviene, svelato all’intendimento umano in adempimento al proposito di Dio, proseguì meravigliosamente dopo la scomparsa di Enoc, profeta di Dio.
LINEA DI DISCENDENZA DELLA PROGENIE PROMESSA
13. Quale relazione ebbe Noè con la Progenie promessa, e che cosa venne invece della Progenie ai giorni di Noè?
13 Il decimo discendente da Adamo e nella genealogia della Progenie promessa fu Noè, nipote di Matusala, l’uomo che visse più a lungo di qualsiasi altro uomo sulla terra, 969 anni, malgrado fosse nato nel peccato e sotto la condanna di morte. (Gen. 5:25-32) Per fede Noè attese la venuta della promessa Progenie della donna di Dio. La progenie non venne ai giorni di Noè, ma una grande esecuzione del giudizio di Dio cadde sulla progenie del nemico della donna di Dio, sulla progenie del grande Serpente, Satana il Diavolo. L’atto di esecuzione fu il diluvio mondiale, provocato dal rovescio delle acque che allora roteavano molto al disopra della terra come un padiglione. Continuarono a cadere per quaranta giorni e quaranta notti. Il vecchio mondo antidiluviano così fu distrutto, ma Noè e la sua famiglia retta e timorata di Dio sopravvissero alla fine di quel mondo malvagio.
14. Perché dovremmo oggi mostrare fede nella salvezza di Noè e della sua famiglia dalla distruzione abbattutasi durante quel diluvio?
14 L’Onnipotente Dio li preservò insieme a molti animali e uccelli appartenenti alle diverse famiglie o specie in un’arca o grande cassa galleggiante che Noè costruì con fede e in ubbidienza al comando di Geova. Si dice che quest’arca stia ancora sul monte Ararat in Turchia, dove si fermò quando le acque del diluvio si abbassarono. (Gen. 6:1 fino ad 8:4; Ebr. 11:7; 1 Piet. 3:20) Anche noi dobbiamo mostrare fede nella veracità di questo diluvio come fece Noè, poiché la sua salvezza dalla distruzione, insieme con la sua famiglia durante la fine di quell’empio mondo, provvede un quadro di come uomini di buona volontà oggi viventi saranno preservati in vita mediante la potenza protettiva di Dio oltre la prossima fine di questo vecchio, empio mondo per entrare nel giusto nuovo mondo di Dio. — Matt. 24:36-42.
15. Quale figlio di Noè fu scelto come antenato della Progenie, e quale particolare discendente di lui Sem visse abbastanza a lungo da vedere?
15 Quale dei tre figli di Noè che sopravvissero con lui alla fine del mondo fu scelto da Geova Dio perché provvedesse la discendenza della promessa progenie della Sua celeste donna? Fu Sem; e a conferma di ciò egli ottenne la speciale benedizione di Dio mediante suo padre, Noè: “Benedetto sia Geova, l’Iddio di Sem, e sia Canaan [figlio di Cam] suo schiavo”. Sem visse centinaia di anni dopo il Diluvio per vedere fra i suoi discendenti quell’uomo speciale mediante il quale la Progenie promessa sarebbe comparsa in mezzo agli uomini e mediante il quale una benedizione sarebbe venuta agli uomini di buona volontà in tutte le famiglie e nazioni della terra. Sem avrebbe potuto anche pronunciare la benedizione di Dio su questo uomo di fede chiamato Abrahamo.
16. Di quale promessa fatta da Geova Abrahamo divenne erede, e che cosa dovrebbe farci desiderare seguire la storia dei suoi discendenti?
16 Dio scelse questo Semita, Abrahamo, per la sua fede nell’unico vivente e vero Dio. Egli mise alla prova la fede di Abrahamo e gli disse di lasciare il suo paese nativo per andare in una nazione al sud-ovest, alla quale Dio l’avrebbe condotto. Quando Abrahamo fece ciò sotto la guida di Dio ed entrò nell’antica Palestina, egli divenne il giusto erede della promessa di Geova: “Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome; e sii una benedizione. Ed io benedirò quelli che ti benediranno, e maledirò chi ti augurerà il male, e tutte le famiglie della terra saranno certamente benedette per mezzo tuo”. (Gen. 12:1-3) Il nostro desiderio di una eterna partecipazione a questa benedizione dovrebbe indurci a voler seguire nella storia la condotta dei discendenti di Abrahamo, indipendentemente dal fatto che Abrahamo era semita ed ebreo. Ciò che conta è il fatto che Abrahamo si mostrò fedele a Dio, il Padre della Progenie promessa, e quindi la vita terrena della Progenie promessa doveva essere provveduta da una lontana pronipote di Abrahamo.
17. Come fu prefigurato ai giorni di Abrahamo che la Progenie promessa sarebbe morta, e che cosa dunque possiamo fare mediante la progenie di Abrahamo?
17 Fra tutti i figli di Abrahamo, l’unico figlio avuto dalla sua vera moglie, Sara, fu scelto da Dio per continuare la linea di discendenza. Per prefigurare che la progenie della donna di Dio sarebbe stata ferita al calcagno per mezzo del grande Serpente e della sua progenie, Geova comandò ad Abrahamo di sacrificare questo figlio di nome Isacco, che aveva ricevuto miracolosamente. Prima che Abrahamo potesse eseguire questo sacrificio, Geova fermò la mano di Abrahamo che impugnava il coltello del sacrificio e disse: “Io giuro per me stesso, dichiara Geova, che siccome hai fatto questo e non hai trattenuto tuo figlio, il tuo unico, io certo ti benedirò e certo moltiplicherò la tua progenie come le stelle dei cieli e come i granelli della sabbia che è sulla riva del mare, e la tua progenie prenderà possesso della porta dei suoi nemici. E per mezzo della tua progenie tutte le nazioni della terra si benediranno certamente”. (Gen. 22:15-18) Vogliamo benedire noi stessi per sempre nella promessa Progenie di Geova? In tal caso, quando il mistero o sacro segreto ci viene svelato e sappiamo chi è la Progenie, dobbiamo accettarlo con gioia e gratitudine, anche se egli è stato necessariamente discendente di Abrahamo, l’ebreo della linea di Sem.
18. Su quale figlio d’Isacco Geova conferì la benedizione, e come una benedizione del Regno fu conferita su un particolare nipote?
18 Fra i due figli gemelli di Isacco, Giacobbe dimostrò la vera, ardente fede in Geova Dio e nella sua preziosa promessa. Geova dunque apparve a Giacobbe in visioni e promise che la benedizione di tutte le nazioni sarebbe venuta per mezzo della sua discendenza. Geova non fu perplesso quando Giacobbe ebbe dodici figli, ma mediante essi Egli produsse le dodici tribù d’Israele, poiché Israele fu il nuovo nome che Dio diede a Giacobbe. Ma mediante quale delle dodici tribù sarebbe venuta la Progenie? Geova fece pronunciare da Giacobbe, sul letto di morte, questa benedizione sul quarto figlio, Giuda: “Un leoncello è Giuda. . . . Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché non venga Sciloh, e a lui apparterrà l’ubbidienza del popolo”. (Gen. 49:9, 10) Questa fu una benedizione riguardo ad un regno. Fu reso certo che la tribù di Giuda avrebbe provveduto il governatore reale che avrebbe brandito lo scettro e avrebbe tenuto in mano il bastone del comando, ed egli sarebbe stato il Leone della tribù di Giuda. (Apoc. 5:5) Egli avrebbe avuto il diritto di farsi ubbidire da tutte le famiglie e nazioni della terra. Quindi egli sarebbe stato la Progenie.
19. Come Davide diventò il re mediante il quale sarebbe venuta la Progenie promessa?
19 Trascorsero 239 anni dopo che il morente Giacobbe, o Israele, aveva pronunciato questa benedizione su Giuda e quindi Geova Dio condusse le dodici tribù d’Israele nella terra che aveva promessa al loro grande progenitore, Abrahamo. Centinaia di anni più tardi, in seguito alla richiesta degli Israeliti, Dio stabilì su di loro un regno. Il primo re fu della tribù di Beniamino. Dopo la morte di questo re Dio adempì la benedizione e mise sul trono del regno d’Israele un membro della tribù di Giuda, l’unto chiamato Davide. Sebbene Davide come unto re fosse un messia o Cristo, egli non fu la Progenie promessa ad Abrahamo, né la progenie della donna di Dio. Davide non era stato generato dalla celeste moglie di Dio, la Sua universale organizzazione spirituale. Ma poiché Davide promuoveva zelantemente la pura adorazione ed era pertanto un fedele testimone di Geova, Dio giurò a Davide che la Progenie da lungo tempo attesa sarebbe venuta dalla sua discendenza reale, con queste parole: “Io innalzerò certamente la tua progenie dopo di te, che uscirà dalle tue viscere, e infatti stabilirò saldamente il suo regno. Egli è colui che edificherà una casa al mio nome, ed io certamente stabilirò saldamente il trono del suo regno per sempre. . . . E la tua casa e il tuo regno saranno certamente saldi per sempre dinanzi a te; il tuo stesso trono sarà saldamente stabilito per sempre”. — 2 Sam. 7:12-16.
20. Allorché cadde Gerusalemme nel 607 a.C., che cosa cominciò ad essere evidente riguardo al regno della Progenie promessa, a meraviglia dei Giudei?
20 Stranamente, nel 607 prima dell’èra cristiana il regno della tribù di Giuda e della famiglia di Davide fu rovesciato e la città reale di Gerusalemme cadde. Fino a questo nostro giorno nessun regno con un uomo della famiglia di Davide al trono è stato ancora stabilito a Gerusalemme. È forse venuto meno il patto che Dio giurò al re Davide per un regno eterno? No; ma l’Onnipotente Dio aveva preparato qualche cosa di meravigliosamente nuovo, assolutamente diverso da ciò che gli uomini aspettavano. In virtù di questo a tutti gli uomini di buona volontà oggi viventi è stata data l’opportunità di cantare il nuovo cantico di indicibile gioia. Dal modo in cui Dio disponeva le cose fu a tempo debito evidente che il regno eterno della promessa progenie della Sua donna sarebbe stato celeste, molto più elevato del regno di Davide nella Gerusalemme terrestre. Tuttavia, per seicento anni dopo la distruzione del regno terrestre della famiglia di Davide i fedeli Israeliti si aspettavano di vedere il regno davidico ristabilito a Gerusalemme. Quindi qualche cosa sorprendentemente nuovo era loro riservato.
COSE NUOVE E MIRACOLOSE
21. Per mezzo di quale linea terrestre la Progenie promessa doveva venire, eppure perché doveva essere veramente un figlio di Dio?
21 Perché la promessa Progenie reale nascesse nella famiglia di Abrahamo e nella linea del re Davide essa doveva appartenere alla razza ebraica e doveva nascere da una donna della linea reale di Davide. Inoltre, perché questo discendente fosse la Progenie della donna di Dio, egli doveva provenire dalle creature celesti della universale organizzazione spirituale di Dio. Ciò significava qualche cosa di nuovo nella storia universale. Significava che la Progenie doveva venir giù dal cielo, dall’invisibile reame delle persone spirituali. In realtà, sì, in modo diretto, egli doveva essere un figlio di Dio, perché nessun uomo sulla terra poteva sposarsi con la celeste donna o moglie di Dio, per divenire il padre della promessa Progenie. Dio solo poteva generare la Progenie.
22. Perché la materializzazione di un figlio di Dio dal cielo non avrebbe risolto il problema che esigeva che egli fosse della linea di Abrahamo e di Davide?
22 Come dunque discese la Progenie dal cielo per venire sulla terra come uomo? Avvenne ciò mediante la materializzazione o l’incarnazione umana di un figlio spirituale di Dio? No; questo non sarebbe stato qualche cosa di nuovo, qualche cosa di diverso, qualche cosa che soddisfacesse le esigenze del caso. Da quando Adamo ed Eva furono espulsi dal paradiso dell’Eden per morire per il loro peccato, figli celesti di Dio si erano materializzati in diverse occasioni. I cherubini che Dio stabilì ad oriente del giardino dell’Eden per custodire la via all’albero della vita che vi si trovava dentro, si materializzarono mediante l’incarnazione. Cioè, essi rivestirono miracolosamente le loro persone invisibili di carne visibile e tangibile. Ma solo perché questi cherubini presero così la forma umana conformemente al proposito di Dio, il Giudice, ciò non li rese figli di Adamo ed Eva. Tali cherubini materializzati non ottennero la loro carne e il loro sangue da Adamo ed Eva. Con l’andar del tempo altri angeli si materializzarono e apparvero ad Abrahamo e al re Davide, ma essi non ottennero i loro corpi carnali da Abrahamo o da Davide onde divenissero la progenie carnale di Abrahamo o di Davide. No, la materializzazione o incarnazione di un figlio celeste di Dio non avrebbe risolto il problema. E allora?
23. Come Gabriele recò a Maria il messaggio sulla sua futura maternità?
23 Verso la fine dell’anno 3 prima dell’èra cristiana Gabriele, angelo di Dio, si materializzò ossia s’incarnò. In tal modo apparve ad una fanciulla giudea non maritata di nome Maria della linea reale di Davide. A Maria egli spiegò una cosa nuova che doveva avvenire senza un matrimonio umano di lei, dicendo: “Ecco! concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli metterai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli sarà re sopra la casa di Giacobbe per sempre, e del suo regno non ci sarà fine”. “Come avverrà questo, dal momento che non ho relazioni con un uomo?” chiese Maria. Gabriele spiegò: “Spirito santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà. Per questa ragione ancora ciò che è nato si chiamerà santo, Figlio di Dio”. Maria consentì ad essere usata da Dio in questo modo miracoloso, dicendo: “Ecco! la schiava di Geova! Si faccia di me secondo la tua dichiarazione”. (Luca 1:26-38) Ma come?
24. Quale cosa nuova ebbe luogo in cielo affinché Maria potesse concepire il Figlio di Dio nel suo seno vergine?
24 Qualche cosa di stranamente nuovo ebbe luogo quindi negli invisibili cieli, molto al disopra del sole, molto più alti del nostro reame materiale. Il primogenito o l’unigenito Figlio di Geova non era più nel numero dei celesti figli di Dio. Che cosa era accaduto? Dio provvide perché questo principale Figlio lasciasse il seno della Sua donna, o celeste organizzazione universale, e Dio lo mandò dal cielo onde nascesse come bambino umano dalla vergine Maria. (Giov. 3:16, 17) Il diletto Figlio di Dio depose tutta la sua celeste gloria e potenza, perfino rinunciando al suo glorioso corpo celeste, alla sua forma simile a Dio. (Filip. 2:5-8) Quindi Dio trasferì la forza di vita del Figlio dal cielo al seno vergine di Maria. Così Maria concepì nel suo seno in seguito all’azione dello spirito santo o forza attiva di Dio, e non mediante il contatto sessuale con un uomo.
25. Come nacque il Figlio di Dio dal seno di Maria?
25 Qualche tempo dopo che la gravidanza di Maria cominciava a notarsi, Giuseppe, falegname e discendente dalla linea reale di Davide, ubbidì al comando di Dio e prese Maria come moglie per proteggerla. Pertanto, alla pienezza del tempo fissato da Dio, nacque un santo bambino, il “Figlio di Dio”, che proveniva dalla Sua celeste donna o moglie. Egli nacque da Maria come vera creatura umana e nella linea reale di Davide, come erede di Davide. Poiché egli era stato il portavoce o la Parola di Dio in cielo, ciò che ebbe luogo miracolosamente è descritto in questo modo: “La Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre”. — Giov. 1:14, VR.
26. Perché dunque il Figlio di Dio sulla terra non fu un’incarnazione?
26 Questa descrizione non dice che il Figlio di Dio aveva ancora il suo corpo celeste e che si era semplicemente materializzato o incarnato ossia rivestito di carne, non è vero? No; ma dice che la Parola, il Figlio celeste di Dio, “è stata fatta carne”. Egli non divenne altro che un uomo, ma un uomo santo per mezzo di un Padre celeste e infallibile, rimanendo così l’innocente Figlio di Dio. Leggiamo dunque: “Quando giunse la pienezza de’ tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo, nato di donna”. (Gal. 4:4, VR) “Il suo Figliuolo, nato dal seme di Davide secondo la carne, dichiarato Figliuol di Dio con potenza secondo lo spirito di santità”. — Rom. 1:3, 4, VR.
27. (a) Come Dio suscitò testimoni della nascita del suo Figlio? (b) Che cosa dimostrò che fu anche una buona notizia per il cielo, e per realizzare che cosa fu posto il fondamento?
27 Questo fu qualche cosa di gloriosamente nuovo, e anche un’incomparabile espressione dell’amore di Dio per gli uomini di buona volontà. Perché questa importante, miracolosa cosa nuova, ossia la nascita di un perfetto e immacolato bambino da una vergine, non passasse inavvertita e affinché vi fossero testimoni di questo evento di buone notizie, Dio mandò il suo angelo ai pastori vicino a Betlemme, proprio dove Davide stesso faceva il pastore, per dir loro: “Ecco! vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che sarà per tutto il popolo, perché oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo il Signore”. Fu anche una buona notizia per il cielo, e quindi una moltitudine dell’esercito celeste apparve ai pastori e lodò Dio, dicendo: “Gloria a Dio nelle altezze di sopra, e pace sulla terra fra gli uomini di buona volontà [ossia, fra gli uomini che egli approva]”. (Luca 2:10-14, nota in calce) Questo evento non sarà mai più ripetuto fra gli uomini. Il legittimo erede del regno e trono di Davide era nato in modo immacolato, e ciò pose il fondamento per la realizzazione di altre gloriose cose nuove.