Domande dai lettori
● Che cosa dovrebbe fare il comitato di una congregazione se una persona, che abbia commesso atti che meritano un periodo di prova o la disassociazione, pretende ora che, alla luce di quanto fu detto ne La Torre di Guardia del 1º febbraio 1959 a proposito di battesimo valido e invalido, il suo battesimo sia stato invalido?
Sappiamo molto bene che la cristianità professa di essere l’organizzazione di Geova con cui egli fece il nuovo patto. Essa non ha mai rinunciato a tale relazione, benché sia una falsa asserzione e pretesa. Eppure a causa dell’apparenza assunta dalla cristianità di fronte al mondo e di ciò che esige secondo i suoi vantati diritti, Geova Dio giudicherà la cristianità come se essa si trovasse effettivamente in una relazione di patto con lui. Essa sarà giudicata infedele e di conseguenza punita perché ha agito ipocritamente e recato biasimo al suo nome.
Similmente se un individuo professa di essersi dedicato a Dio mediante Cristo e dopo il discorso battesimale si sottopone al battesimo in acqua e quindi continua a frequentare la congregazione, anche se saltuariamente, pretendendo di farne parte come membro dedicato e battezzato senza mai rinunciare a tale relazione con la congregazione, tale individuo deve quindi essere giudicato dalla congregazione secondo l’apparenza mostrata dalle sue azioni.
La congregazione ha fiducia che l’individuo sia onesto e sia entrato intelligentemente a far parte della congregazione per virtù della dedicazione e del battesimo. La congregazione non è Dio, che può leggere il cuore, né ha i doni soprannaturali che ebbero Pietro e gli altri apostoli per sapere se l’individuo è onesto e sincero, oppure disonesto ed ipocrita. Se egli si lascia accogliere dalla congregazione in base all’intendimento e al punto di vista che la congregazione ha in merito, tale individuo si sottopone ad essere giudicato e trattato secondo le esigenze a cui si attiene la congregazione, esposte nella Parola di Dio.
Se, dopo aver commesso una colpa che meriti la disassociazione, tale individuo rinnega per la prima volta di essere effettivamente stato quello che ha sempre preteso di essere e che ha lasciato credere alla congregazione, certamente sta cercando di ingannare la congregazione e di sottrarsi alla responsabilità e alle debite conseguenze delle proprie azioni. Egli non può ora giustamente pretendere che non era realmente dedicato, che il suo battesimo fu solo un errore e che in realtà non ha mai fatto parte della congregazione né della società del Nuovo Mondo e che quindi non può essere riprovato né espulso da essa.
Questo si verifica in modo particolare nel caso che uno faccia una confessione. Se dentro di sé non si considerava membro della congregazione, perché allora fece una confessione alla congregazione? Chi non è dedicato né battezzato non ha l’obbligo di confessare alla congregazione tutti i peccati e le malvagità che ha commessi prima della dedicazione e di chiederne il perdono. È necessario soltanto che purifichi la sua vita, quindi faccia la dedicazione, viva in armonia con tale dedicazione e si presenti per il battesimo.
Ma sia che abbia confessato o no, quando un individuo è colpevole di cattiva condotta, deve essere trattato secondo ciò che ha mostrato di essere a quelli che fanno parte della società del Nuovo Mondo e quindi deve essergli imposto un periodo di prova o la disassociazione, secondo le circostanze. Se dopo che è stato riammesso egli è ancora convinto di non aver fatto una dedicazione prima del battesimo e che quindi questo non sia valido, dovrebbe, se non l’ha già fatto, fare un’intelligente e vincolante dedicazione a Dio, ora che si è pentito ed ha dato prova del suo pentimento comportandosi nel modo dovuto, e quindi dovrebbe essere battezzato. Non possiamo scherzare con Geova Dio. Questa è una cosa seria e dovrebbe essere trattata con serietà.