Desti adoratori nel tempo della fine
1. Perché è importante essere ora spiritualmente desti?
POICHÉ Geova sta per portare la distruzione dell’empio mondo per mezzo di Cristo Gesù, come è importante essere desti alle responsabilità affidate a quelli che seguono la religione della Bibbia! Noi ci dobbiamo guardare dalle cadute che ci potrebbero trascinare nella distruzione con gli empi, perché il Diavolo, come un leone ruggente, cerca di divorare quelli che inciampano. Si dovrebbe prestare attenzione per tenere gli occhi fermamente rivolti al nuovo mondo che ci sta immediatamente dinanzi. — 1 Piet. 5:8.
2. L’apostolo Pietro invita i suoi fratelli cristiani ad assumere quale atteggiamento, e perché questo consiglio è appropriato per noi nel tempo della fine?
2 Sei anni prima della distruzione di Gerusalemme, compiuta dall’esercito romano nel 70 d.C., l’apostolo Pietro scrisse la sua seconda lettera agli appartenenti alla congregazione cristiana, dando ispirati consigli che hanno ancor più vigore in questi giorni che precedono immediatamente la distruzione prefigurata da quella di Gerusalemme. Rivolgendosi a coloro che avevano già ottenuto la fede, egli pose in risalto che dipendevano da Dio e perciò dovevano camminare umilmente dinanzi a lui, allorché Pietro disse che avevano ottenuto la fede “mediante la giustizia del nostro Dio e del Salvatore Gesù Cristo”. (2 Piet. 1:1) Noi tutti siamo debitori a Dio della vita e degli innumerevoli provvedimenti che la sostengono. Non abbiamo nulla in noi stessi di cui vantarci, ma abbiamo molto di cui esser grati. Come siamo debitori a Dio per la vita presente, così anche la speranza della vita eterna nel nuovo mondo si fonda sui suoi provvedimenti.
PROVVEDIMENTI DIVINI PER LA LIBERAZIONE
3. Su che cosa si basa la nostra speranza di salvezza?
3 Benché siamo nati nel peccato e sotto la condanna di morte, quando udimmo la buona notizia fummo destati al fatto che l’unico mezzo mediante cui si può ottenere la redenzione è il sacrificio di riscatto di Gesù, provvedimento di cui Geova Dio è l’Autore. Gesù è “la via, la verità e la vita”, e nessuno viene al Padre se non per mezzo di lui. (Giov. 14:6) Quei cristiani che divengono ‘partecipi della natura divina’ quali figli spirituali di Dio e coeredi di Cristo nel regno celeste hanno tale speranza a causa del riscatto. A loro l’apostolo Paolo dice: “Ora che siamo stati dichiarati giusti a causa della fede, godiamo dunque la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo pure ottenuto per fede il nostro avvicinamento a questa immeritata benignità nella quale ora ci troviamo, ed esultiamo, fondati sulla speranza della gloria di Dio”. (2 Piet. 1:4; Rom. 5:1, 2) La speranza accarezzata dalla “gran folla” dei credenti che erediteranno il reame terrestre del Regno si basa pure su questo provvedimento, ed essi pubblicamente proclamano: “Noi dobbiamo la salvezza al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”. (Apoc. 7:10) Essi apprezzano profondamente questo provvedimento di Dio. Non è qualche cosa di cui professino fede ma non capiscano. Essi lo insegnano ad altri e regolarmente si rivolgono in preghiera a Dio nel nome di colui che diede la propria vita come riscatto.
4. (a) Con quali mezzi è possibile la liberazione dalla distruzione di Armaghedon? (b) Invece di confidare negli uomini, quale atteggiamento dobbiamo avere?
4 Accettando Gesù Cristo come colui mediante il quale Dio provvede la liberazione è anche possibile sopravvivere al cataclisma di Armaghedon. Ai giorni di Noè solo quelli che riposero fede in Noè quale profeta di Dio e si sottomisero alla sua direttiva furono preservati durante il diluvio. Quando Armaghedon si abbatterà su questa generazione, solo quelli che hanno mostrato fede nel più Grande Noè, Gesù Cristo quale grande Profeta di Dio e Re dominante e che si sono sottomessi alla sua direttiva saranno preservati nel nuovo mondo. (1 Piet. 3:20, 21) Coloro che hanno riposto fiducia nei terreni uomini si troveranno senza aiuto. L’uomo con tutta la sua conoscenza scientifica troverà i suoi intercettatori di missili impotenti a respingere le forze della natura che Dio riverserà contro gli empi per distruggerli; né l’uomo potrà ideare alcun mezzo mediante cui sfuggire al giudizio, volando in qualche altra parte dell’universo. Degli empi Dio dice: “Se scenderanno fino agli Inferi, li caverà da quel luogo la mia mano; se saliranno fino al cielo, li tirerò di lassù fino a terra”. (Amos 9:2, Ri) Invece di confidare nelle opere degli uomini, quelli che sono desti alla situazione in cui ora si trova il genere umano cercheranno con umiltà il volto di Dio e il favore del suo Figlio, il Re Gesù Cristo. “Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. — 1 Piet. 5:5; Sal. 2:12.
PRODUCETE I GIUSTI FRUTTI
5. Quali qualità dovrebbero essere manifeste nella vita di quelli che desiderano vivere nel nuovo mondo, e quali risultati darà ora questo?
5 Tutto questo richiede sforzo da parte nostra. Significa dirigere la nostra vita in modo da porla in armonia con le giuste esigenze di Dio. Considerando le prospettive di vita che Dio ci ha poste dinanzi, Pietro ammonisce: “Sì, per questa stessa ragione, compiendo da parte vostra ogni diligente sforzo, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla vostra virtù la conoscenza, alla vostra conoscenza la padronanza di sé, alla vostra padronanza di sé la perseveranza, alla vostra perseveranza la santa devozione, alla vostra santa devozione l’affetto fraterno, al vostro affetto fraterno l’amore”. (2 Piet. 1:5-7) La fede, che è la ben fondata convinzione che la speranza postaci dinanzi dalla Parola di Dio sarà adempiuta, è necessaria per piacere a Dio. La virtù è rettitudine di condotta, in armonia con le norme morali di Dio; senza di essa la nostra adorazione non sarebbe accettevole. La conoscenza è una necessità se vogliamo essere ‘operai senza nulla di cui vergognarci, maneggiando rettamente la parola della verità’. (2 Tim. 2:15) La padronanza di sé è importante per porre la nostra vita in armonia con ciò che sappiamo esser giusto. La perseveranza ci permette di mantenerci fermi nella fede anche in circostanze difficili. La santa devozione ci spinge a compiere la nostra adorazione con tutto il cuore. L’affetto fraterno e l’amore ci avvicinano a Dio, ai nostri fratelli e all’organizzazione teocratica. “Se queste cose esistono e abbondano in voi, v’impediranno di essere inattivi o infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. — 2 Piet. 1:8.
6. (a) Quali frutti ha portato la cristianità? (b) Che specie di frutto è evidente fra il popolo di Geova, e perché?
6 Non ci possiamo permettere d’essere adoratori disattenti o sonnacchiosi. Questo è il tempo dell’attività. La nostra condotta determinerà ora la nostra opportunità di vivere nel nuovo mondo. Tutti gli uomini si riconoscono dai loro frutti. Una pubblicazione intitolata “Memento”, specialmente preparata per la “Domenica della Passione” e distribuita in Olanda, parlando dei frutti della religione della cristianità, disse: “Noi siamo colpevoli dell’infranta unità della Chiesa di Cristo e della disintegrazione della Verità. . . . Noi siamo colpevoli dei trentatré milioni di comunisti che negano Dio, perché non amiamo con bastante zelo. . . . Noi siamo deboli perché abbiamo mutato il vangelo in una dolce formula di decenza esteriore e viver sicuro . . . Noi siamo deboli perché ci scuotiamo di dosso la moralità cristiana . . . Noi siamo deboli perché non preghiamo”. I loro frutti manifestano che la loro non è la religione della Bibbia, perché i loro frutti non sorgono dall’“accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. Ma chi ode la Parola di verità e ne afferra il senso porta veramente la giusta specie di frutti. Egli porta nella sua vita il frutto delle qualità cristiane, alle quali si riferisce Giovanni 15:8, che recano gloria al Padre. È consistente nell’offrire “a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome”. (Ebr. 13:15) Questo dà ad altre persone l’opportunità di udire la buona notizia e di divenire dedicati cristiani, rincuoranti lettere di raccomandazione che attestano la fruttuosità del ministero al quale partecipiamo come “Cooperatori di Dio”. — 2 Cor. 3:1-3; 1 Cor. 3:5-9.
7. Se non si portano frutti cristiani, che cosa vi è di riprovevole? Che si dovrebbe fare in proposito?
7 Se queste buone qualità e attività mancassero nella nostra vita, qualche cosa sarebbe seriamente riprovevole. “Poiché se queste cose non si trovano in qualcuno, egli è cieco, avendo chiuso gli occhi alla luce, ed ha dimenticato d’esser stato purificato dai peccati d’un tempo”. (2 Piet. 1:9) Se qualcuno è divenuto negligente in queste cose e non ha compiuto i “diligenti sforzi” necessari, ora è tempo di correggere la situazione. Non ci possiamo permettere di essere indifferenti o trascurati. Sarebbe stoltissimo rimandare a qualche tempo futuro il nostro servizio a Dio, specialmente in vista della brevità del tempo che rimane. Noi dobbiamo esser desti alle esigenze della vera conoscenza. Solo riconoscendo il bisogno di conformarvi alle esigenze di Dio e compiendo ora coscienziosi sforzi per servirlo “vi sarà generosamente concessa l’entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. — 2 Piet. 1:11.
AMOREVOLI RAMMEMORATORI
8. Quali ragioni disse di avere l’apostolo Pietro per scrivere la sua seconda lettera?
8 Perché Pietro scrisse questi consigli ai suoi fratelli cristiani? Non sapevano essi le cose delle quali scrisse? Egli risponde: “Ecco perché io mi darò sempre pensiero di ricordarvi queste cose, quantunque voi le sappiate e siate già saldi nella presente verità. Ma, finché io mi trovo in questa tenda, devo tenervi svegli con i miei avvertimenti”. (2 Piet. 1:12, 13, Na) È vero che in quel tempo erano stati scritti due o tre racconti evangelici, oltre al libro di Atti. Paolo aveva anche scritto la maggioranza delle sue quattordici lettere ispirate, e Pietro le menziona. Tuttavia, egli dice: “Diletti, questa è la seconda lettera che vi scrivo, nella quale, come nella prima, tengo deste le vostre chiare facoltà mentali per rinfrescarvi la memoria, affinché ricordiate le parole dette in precedenza dai santi profeti e i comandamenti del Signore e Salvatore mediante i vostri apostoli”. (2 Piet. 3:1, 2) Egli sapeva che li avrebbe spinti a mantenersi spiritualmente svegli. Era una salvaguardia per loro rivedere queste importanti verità, mantenendo desto il loro apprezzamento ed essendo in grado d’esser ‘sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque domandasse loro ragione della speranza che nutrivano’. — 1 Piet. 3:15.
9. Come ci sono stati provveduti oggi dei rammemoratori, e quale effetto hanno su di noi?
9 Noi che viviamo in questo tempo della fine abbiamo similmente bisogno di tali amorevoli rammemoratori. La Bibbia stessa ci aiuta a ricordare queste essenziali informazioni. (Sal. 119:2) E per mezzo degli articoli de La Torre di Guardia e di altre pubblicazioni della Società la nostra mente è indotta a ricordare. È vero che noi possiamo riconoscere molte verità basilari come nozioni già studiate, ma questo rammemoratore è essenziale per mantenere il nostro apprezzamento, giacché senza apprezzamento anche la conoscenza che abbiamo sarebbe presto incapace di spingerci al servizio attivo. Tenendo presente la vigilanza spirituale, traete pieno profitto da questi rammemoratori provveduti da Dio.
10. Che cosa fece avere a Pietro tanta fede nella veracità delle profezie, e perché noi abbiamo oggi ancor più ragione di riporvi fede?
10 Ciò che Pietro scrisse non era immaginazione. Egli non basava il suo insegnamento sulle “false favole inventate artificiosamente”. Egli era stato personalmente con Gesù al tempo della sua trasfigurazione e, nella visione, aveva visto il Signore nella gloria del Regno. Inoltre, aveva udito la voce di Dio stesso dire dal cielo: “Questo è mio figlio, il diletto, sul quale ho posto la mia approvazione”. A causa di queste esperienze che avevano confermato la sua fede, Pietro sostenne che “abbiamo la parola profetica resa più ferma, e voi fate bene prestandole attenzione”. (2 Piet. 1:16-19) Se Pietro aveva ragione d’aver fede in quel tempo, noi ne abbiamo ancor più ragione oggi, perché abbiamo visto adempiersi sotto i nostri occhi le profezie che infallibilmente provano come Cristo è ora presente nel potere e nella gloria del Regno, come egli ha già preso provvedimento contro il Diavolo cacciandolo dal cielo e come presto questo tempo della fine giungerà al suo culmine con la distruzione d’ogni empietà, aprendo la via all’eterno nuovo mondo di Dio. Tenendo questi fatti sempre dinanzi alla nostra mente, siamo aiutati ad essere completamente desti mentre compiamo la nostra adorazione.
CADUTE DA EVITARE
11. (a) Che cosa ci aiuta quali cristiani ad essere vigilanti? (b) Contro quali due gravi peccati siamo ammoniti in 2 Pietro 2:10?
11 Che vergogna sarebbe perdere il nuovo mondo ora che siamo sulla sua soglia! Ma ci potrebbe accadere proprio questo se non prestassimo attenzione agli avvertimenti scritti per nostra protezione. “Geova certamente sa come liberare le persone di santa devozione dalla prova, e riservare gli ingiusti per il giorno del giudizio perché siano recisi, specialmente però quelli che vanno dietro alla carne col desiderio di contaminarla disprezzando la signoria”. (2 Piet. 2:9, 10) Notate i due peccati contro i quali siamo particolarmente ammoniti: l’andare dietro alla carne col desiderio di contaminarla e il disprezzo della signoria.
12. (a) Se qualcuno ‘va dietro alla carne col desiderio di contaminarla’, quale speranza perde? (b) Come mostra l’esperienza degli Israeliti il bisogno d’esser desti a questo pericolo?
12 Non vi è motivo per trascurare l’avvertimento. Non ne traiamo nessun beneficio se sosteniamo d’esser nati nel peccato e di potere quindi facilmente cedere alla debolezza della carne. “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi contro natura, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né ricattatori erediteranno il regno di Dio”. (1 Cor. 6:9, 10) Noi non saremo mai così vicini al nuovo mondo da poter abbandonare la nostra vigilanza. Dobbiamo essere desti circa il pericolo. Verso la fine dei loro quarant’anni di vagabondaggio nel deserto, mentre stavano per entrare nella Terra Promessa, migliaia di Israeliti perdettero l’opportunità di entrare nel paese che Dio aveva dato loro cedendo a passioni carnali e avendo “relazioni immorali con le figlie di Moab”. (Num. 25:1) Chi oggi ha abbandonato la corrotta condotta del mondo ma poi cede agli allettamenti all’immoralità seguendo tale modo di vivere rinnega il possessore che lo ha comprato, Gesù Cristo. “A loro è avvenuto quello che dice il verace proverbio: ‘Il cane è tornato al suo vomito, e la troia ch’era lavata a voltolarsi nel fango’”. — 2 Piet. 2:22.
13. Che c’è di male in una persona che s’abbandona all’immoralità, quindi da che cosa dobbiamo guardarci, e come?
13 Quelli che seguono tale condotta hanno cuori empi. “Hanno occhi pieni d’adulterio e sono incapaci di smetter di peccare, e adescano anime instabili. Hanno un cuore esercitato nella cupidigia”, dice Pietro. Gesù indicò la stessa causa quando disse: “Poiché dal cuore vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulterii, le fornicazioni”, ecc. (2 Piet. 2:14; Matt. 15:19, Na) In che modo tali desideri penetrarono nel cuore, la sede dei motivi, acquistandone il controllo? L’uomo non opera secondo ogni pensiero che entra nella sua mente, ma sono le cose sulle quali si sofferma, i pensieri che ritiene nella sua mente finché divengono fertili, a indurlo infine all’azione. (Giac. 1:14, 15) Se l’uomo si abitua ad alimentare la sua mente d’immoralità, pone in pericolo la sua integrità cristiana. “Più di tutto veglia sul tuo cuore, perché da quello sgorga la vita”. (Prov. 4:23, Na) Possiamo far questo coltivando le giuste abitudini di pensare raccomandate in Filippesi 4:8: “Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose di seria importanza, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa lodevole, continuate a considerare queste cose”. Far questo significa salvaguardare il cuore.
14. Chi sono i “gloriosi” dei quali parla Pietro, e perché è importante mostrare loro dovuto rispetto?
14 Che dire di quelli che “disprezzano la signoria”? Di loro l’apostolo ulteriormente dice: “Audaci, caparbi, essi non tremano dei gloriosi ma parlano ingiuriosamente”. (2 Piet. 2:10) I “gloriosi” qui menzionati non sono individui brillanti e splendenti ai propri occhi o gloriosi agli occhi di altri a causa delle loro imprese personali. Quando pregò il Padre suo Gesù disse di quelli che eran divenuti seguaci delle sue orme: “Ho dato loro la gloria che tu hai dato a me”. (Giov. 17:22) La gloria viene dunque data da Dio. Essi hanno ricevuto privilegi che, essendo venuti da Dio, sono veramente gloriosi. Quelli che sono fratelli del Re Gesù Cristo sono stati scelti come eredi del regno celeste, veramente un privilegio glorioso! Questo favore mostrato da Dio non può essere trascurato dagli altri del genere umano che desiderano ottenere la vita. Per questa ragione, nella sua parabola delle pecore e dei capri, Gesù mostrò che altri sarebbero stati giudicati indegni di vivere nel nuovo mondo in base al loro atteggiamento verso i fratelli del Re e il messaggio ch’essi portano riguardo al Regno. Parlare offensivamente di questi ambasciatori del Regno significherebbe mostrare mancanza di riguardo per il Regno, per il Re e per la signoria di Colui che ha dato potere al Re, Geova Dio stesso. Come gruppo collettivo, il rimanente di questi eredi del Regno ancora sulla terra costituisce lo “schiavo fedele e discreto”, al quale Dio ha affidato gli interessi del Regno sulla terra. Sotto la guida dello spirito santo questo “schiavo” ha designato degli individui come servitori di congregazione onde pascolino il gregge di Dio. È importante che noi riconosciamo coloro ai quali Dio ha conferito speciale responsabilità o autorità, cooperando pienamente con loro e non disprezzando la disposizione né parlando offensivamente di quelli ai quali sono stati conferiti questi privilegi.
15. In che modo quelli che ‘parlano ingiuriosamente dei gloriosi’ mostrano d’esser simili a irragionevoli animali?
15 Quelli che combattono contro la visibile organizzazione di Dio, come ha fatto lo “schiavo malvagio”, mostrano d’essere irragionevoli, senza apprezzamento verso Geova Dio e privi di lealtà verso di lui. Non avendo apprezzato le cose spirituali, “questi uomini, come gli irragionevoli animali nati secondo natura per esser presi e distrutti, subiranno, nelle cose delle quali sono ignoranti o parlano ingiuriosamente, la distruzione nella loro propria condotta di distruzione, recando su se stessi il male come premio dell’empietà”. — 2 Piet. 2:12, 13.
16. Avendo considerato l’esecuzione del giudizio divino nei tempi passati, di che cosa possiamo esser certi?
16 Nessuno che si mostri incurante dell’avvertimento divino pensi che Dio trattenga la punizione per la sua empia condotta. Egli non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono, né l’empio mondo dei giorni di Noè, né l’immorale popolo di Sodoma e Gomorra. (2 Piet. 2:4-7) Ad Armaghedon egli eseguirà il giudizio su quelli che seguono le orme dei loro empi predecessori, ma anche preserverà quelli che mostrano d’avere il cuore rivolto a lui conformandosi alle sue giuste vie.
GIUSTA CONSIDERAZIONE DELLA PAZIENZA DI DIO
17. Perché le beffe degli increduli all’idea della fine del mondo non scuotono la fede del cristiano?
17 Essendo stata la nostra mente stimolata dalla Parola di Dio, anche quando ci troviamo dinanzi agli increduli schernitori del mondo riscontriamo che la nostra fede non è scossa. I mondani possono dire: “Dov’è questa promessa presenza di lui? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione”. (2 Piet. 3:4) Ma noi sappiamo che questo non è vero! Informati dall’infallibile Parola di Dio, siamo desti al fatto che viviamo nel tempo della fine. Benché gli uomini si facciano beffe dell’idea della distruzione del mondo empio alla battaglia di Armaghedon, noi ci comportiamo in modo diverso. Noi conosciamo bene le narrazioni storiche sacra e secolare del diluvio dei giorni di Noè, mediante cui “il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. Questo stabilì il modello di cose avvenire. “Per mezzo della medesima parola [di Dio] i cieli [Satana e i suoi demoni] e la terra [persone empie] che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. (2 Piet. 3:5-7) Questo giudizio è sicuro; non è nulla di cui farsi beffe.
18. (a) Quando gli schernitori sostengono che Dio sia lento, perché il loro ragionamento è errato? (b) Come dovremmo considerare la pazienza che ora viene mostrata da Dio?
18 Nel loro sforzo di diminuire la gravità della situazione, e manifestando la loro incredulità, gli schernitori sostengono che se Dio si fosse mai proposto di portare un nuovo mondo l’avrebbe fatto molto tempo fa; essi lo considerano lento. Comunque Pietro consiglia: “Non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che per Geova un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno”. Mille anni sono un lungo periodo di tempo per l’uomo la cui vita dura solo settanta o ottant’anni, ma presso Dio, che dimora nell’eternità, sono come un giorno. Non v’è quindi motivo di dubitare se consideriamo che meno di sei di questi giorni millenari son passati da che l’uomo cadde nel peccato, e ora viviamo nella stessa generazione che vedrà giungere il nuovo mondo. “Geova non è lento rispetto alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente con voi perché non desidera che alcuno sia distrutto anzi desidera che tutti giungano a ravvedersi”. (2 Piet. 3:8, 9) Quelli che sono occupati nell’opera del Signore non si lamentano della pazienza di Dio; essi lavorano strenuamente per trovare le pecore del Signore e aiutarle a entrare nell’ovile della sicurezza mentre vi è tempo. Mentre attendono con molta ansia il tempo in cui si porrà fine all’empietà e il nome di Dio sarà per sempre rivendicato, sono desiderosi di fare tutto quello che possono per aiutare prima di tale tempo le persone dal cuore retto a pentirsi, per sopravvivere con loro nel nuovo mondo di giustizia.
19. Perché la distruzione verrà sul vecchio mondo come un ladro, ma perché i fedeli testimoni di Geova non saranno colti di sorpresa?
19 Nonostante che il mondo sia stato avvertito, gli increduli e i disubbidienti saranno colti di sorpresa perché non prestano ascolto. Il giorno di Geova verrà per loro come un ladro, indesiderato, e in tempo in cui non se lo aspetteranno. “Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, in modo che quel giorno vi sorprenda come sorprenderebbe dei ladri, perché voi siete tutti figli della luce e figli del giorno”. (1 Tess. 5:2-5; 2 Piet. 3:10) No, i fedeli testimoni di Geova non saranno colti di sorpresa. Essi prendono a cuore il consiglio: “Siccome aspettate queste cose, fate tutto quello che potete per essere trovati infine da lui immacolati, puri e in pace”. Essi vivono ogni giorno con la profonda consapevolezza della vicinanza del giorno dell’esecuzione di Geova sul mondo satanico. Sanno che il regno di Dio già governa nei cieli e che essi ne sono gli agenti di pubblicità. Con zelo lo sostengono sia con le parole che con le opere. Questi desti adoratori di Geova Dio cercano zelantemente di far destare spiritualmente altri, affinché non cadano nel sonno perpetuo degli empi ad Armaghedon ma sopravvivano con i desti adoratori nel nuovo mondo, per adorare Geova per sempre. — 2 Piet. 3:11-14.