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  • w64 15/1 pp. 37-41
  • Il prezzo della violazione della legge di Dio

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  • Il prezzo della violazione della legge di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
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  • CATTIVE RELAZIONI CON DIO E COI PROPRI SIMILI
  • CATTIVE RELAZIONI CON SE STESSI E CON LE BESTIE
  • CORRUZIONE FISICA E MORALE
  • IL PREZZO FINALE: LA MORTE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/1 pp. 37-41

Il prezzo della violazione della legge di Dio

Vale la pena rimanere entro i limiti stabiliti da Dio per le sue creature.

NON possiamo evitarlo. Siamo creature morali soggette alla legge di Dio. Fummo creati con la facoltà della coscienza, di distinguere il bene e il male, e quindi dobbiamo rendere conto delle nostre azioni a Dio, il Creatore.

Se violiamo le leggi di Dio ne paghiamo il prezzo, come avverte la Sua Parola: “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà; perché chi semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito. Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. — Gal. 6:7-9.

In questo l’uomo differisce radicalmente dalla creazione animale. Le questioni morali non esistono per loro. La facoltà di pensare o di ragionare e la facoltà di parlare vanno di pari passo, e gli animali non hanno né l’una né l’altra. Come ammette l’evoluzionista Hooten nel suo libro Up from the Ape: “Tutte le scimmie antropomorfe sono dotate di apparato vocale e muscolare per cui potrebbero avere una lingua articolata se possedessero l’intelligenza necessaria. . . . Non v’è nulla nel muso di un animale che gli impedisca di parlare; ma v’è qualcosa nel cervello che accompagna il muso di un animale che rende impossibile la parola”. Per questo anche l’apprezzamento dei valori morali è al di là della portata della bestia.

Pare che l’uomo moderno voglia sottrarsi alla responsabilità di affrontare le questioni morali, e non pochi psicologi vorrebbero persuaderlo che le questioni morali non siano importanti, ma è sempre più chiaramente dimostrato loro che per il suo benessere l’uomo dev’essere in pace con la propria natura morale. Come ci dice anche la Parola di Dio: “Tutte le volte che persone delle nazioni che non hanno legge [cioè le persone che non hanno la legge di Dio data tramite Mosè] fanno per natura le cose della legge, queste persone, benché non abbiano la legge [di Dio], sono legge a se stesse. Esse sono le medesime che dimostrano come le cose della legge siano scritte nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati o scusati”. — Rom. 2:14, 15.

Perché questo? Perché solo l’uomo fu creato a somiglianza di Dio, essendo dotato in una certa misura degli attributi che il suo Creatore ha all’infinito e alla perfezione, cioè amore, giustizia, sapienza e potenza. Queste qualità rendono l’uomo responsabile davanti a Dio, perciò quando l’uomo viola una legge di Dio ne paga poi il prezzo in uno o più modi. Quindi se l’uomo viola la legge di Dio, questo provoca cattive relazioni col suo Creatore, col suo simile, con se stesso e anche con gli animali inferiori. Inoltre, la violazione della legge di Dio causa afflizione mentale, fisica o emotiva; danneggia la sua personalità e porta infine alla morte.

Come illustrazione iniziale prendiamo il primo caso, quello della prima coppia umana, Adamo ed Eva. Alcuni obietteranno dicendo che il racconto è basato su un mito. Ma si noti che Genesi non è l’unico libro della Bibbia che presenta Adamo come progenitore della razza umana. Lo scrittore del libro di Primo Cronache gli attribuisce similmente questa prerogativa, come pure lo scrittore del Vangelo Luca e l’apostolo Paolo. Il discepolo Giuda fa capire indirettamente la medesima cosa dicendo che Enoc è il “settimo uomo nella discendenza da Adamo”. E anche il Signore Gesù si riferì al racconto di Genesi inerente ad Adamo ed Eva considerandolo autorevole. — Gen. 3:17; 1 Cron. 1:1; Luca 3:38; 1 Cor. 15:45; 1 Tim. 2:13; Giuda 14; Matt. 19:4, 5.

CATTIVE RELAZIONI CON DIO E COI PROPRI SIMILI

Che cosa accadde nel caso della prima coppia umana? Quando peccarono, Adamo ed Eva perdettero il favore di Dio, e questo provocò cattive relazioni col loro Dio. Ciò è evidente dal genere di parole che Dio rivolse ad Adamo ed Eva dopo che avevano trasgredito: “Hai tu [Adamo] mangiato del frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato di non mangiare?” E: “Perché [Eva] hai fatto questo?” — Gen. 3:11, 13, VR.

Non possiamo evitarlo. La violazione delle leggi di Dio causa cattive relazioni col nostro Fattore, Geova Dio, specialmente quando ciò è fatto per negligenza o anche con deliberazione, come nel caso di Adamo ed Eva. Ben disse il salmista: “Tu, tu sei tremendo; e chi può reggere davanti a te quando t’adiri?” È la più grande follia incorrere nell’ira di Dio, poiché “noi non siamo più forti di lui, non vi pare?” La sapienza ci suggerisce di stare attenti di non violare la legge di Dio, affinché possiamo ricevere la sua amorevole benignità, il suo favore, che è “meglio della vita”. — Sal. 76:7, VR; 1 Cor. 10:22; Sal. 63:3, VR.

In secondo luogo, la violazione delle leggi di Dio causa cattive relazioni coi propri simili. Che cosa provò Adamo quando vide che Eva aveva preso il frutto proibito e lo costringeva ora a prendere una decisione offrendogliene un po’? Evidentemente non fu molto amorevole, com’è indicato dalle sue successive osservazioni, quando la chiamò “la donna”, biasimandola: “È lei che m’ha dato del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato”. E che cosa dovette provare Eva quando udì queste parole di biasimo anziché udire Adamo che si comportava da uomo e si addossava la propria colpa? Veramente la loro reciproca trasgressione aveva provocato cattive relazioni tra loro. — Gen. 3:12, VR.

È sempre stato così da allora in poi. I trasgressori delle leggi di Dio pagano spesso il prezzo di cattive relazioni coi loro simili in quanto si danno a vicenda sui nervi, o si serbano rancore. Inoltre, la società o il loro particolare gruppo può agire contro di loro come quando sono multati, messi in prigione o scomunicati. Se non incorrono sempre in queste severe pene, vi è invariabilmente disonore, vergogna o discredito. Colui che viola la legge di Dio può cercare di mantenere il segreto, ma inutilmente, poiché “non vi è nulla . . . di segreto che non sarà conosciuto”. “I savi” che osservano la legge di Dio, “erederanno la gloria, ma l’ignominia è la parte degli stolti”. — Matt. 10:26; Prov. 3:35, VR.

CATTIVE RELAZIONI CON SE STESSI E CON LE BESTIE

Le cattive relazioni con se stessi in forma di coscienza colpevole sono un ulteriore prezzo pagato da colui che viola la legge di Dio. Adamo ed Eva ebbero immediatamente la coscienza colpevole dopo aver violato la legge di Dio; per questo si nascosero. “Tutte le cose sono pure alle persone pure”, ma essi non si sentivano più puri, a causa del loro peccato. (Tito 1:15) Quando l’uomo viola consapevolmente le leggi di Dio, si ribella in effetti al grado di libertà concessogli da Dio e va oltre tale limite, solo per divenire schiavo di una cattiva coscienza, avendo così meno libertà di prima. — Gen. 3:7.

Molto frequentemente i trasgressori volontari della legge di Dio trascurano il fatto di mantenere buone relazioni con se stessi. Come risultato, sono improvvisamente tormentati da una coscienza colpevole e cercano spesso di trarre sollievo, punendosi in vari modi o confessandosi con un ecclesiastico o uno psichiatra, oppure dicendo preghiere o facendo offerte a una divinità. La Bibbia mostra che interessarsi delle buone relazioni con Dio porta a buone relazioni con se stessi. Per stringere queste buone relazioni ci vogliono sincero pentimento e fede nel sangue purificatore di Gesù Cristo, provveduto a tale scopo. Tuttavia, a seconda che sia stato più o meno volontario, vi sarà una maggiore o minore punizione. “Quello schiavo che ha capito la volontà del suo signore ma non si è preparato o non ha fatto conforme alla sua volontà sarà battuto di molti colpi. Ma chi non ha capito e ha fatto quindi cose meritevoli di battiture sarà battuto di pochi colpi”. Ma non c’è perdono per la volontaria pratica del peccato dopo che si è stati illuminati. — Luca 12:47, 48; Atti 3:19; 1 Giov. 1:7; Ebr. 10:26.

La violazione della legge di Dio reca anche cattive relazioni con la creazione animale. Per lo meno, ebbe questo effetto su Adamo ed Eva. Come perfette creature umane, avevano il perfetto dominio sugli animali inferiori, in armonia col mandato che Dio aveva dato loro: “Dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra”. Un’espressione di questo dominio sugli animali inferiori fu il fatto che Adamo diede loro un nome. Sì, Adamo ed Eva si avvicinavano agli animali, sia domestici che selvatici, senza pericolo. Ma oggi, che inimicizia esiste fra l’uomo e i suoi umili, ottusi sudditi! Da una parte, l’uomo ha decimato se non spazzato via alcune specie in una pazzesca strage e, d’altra parte, gli animali hanno tolto la vita a molti dei loro governanti umani. Ma la Parola di Dio ci assicura che nel Suo nuovo mondo la creazione animale sarà di nuovo soggetta all’uomo. — Gen. 1:28, VR; Gen. 2:19, 20; Isa. 11:6-9.

CORRUZIONE FISICA E MORALE

La violazione della legge di Dio porta anche con sé corruzione della mente e del corpo, acciacchi, dolori e malattie psicosomatiche. Prima che Adamo ed Eva disubbidissero alla legge di Dio la vita era un piacere ininterrotto, ma ora dovevano soffrire. Dio le disse: “Moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figliuoli”. E ad Adamo Dio disse: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita”. — Gen. 3:16, 17, VR.

Com’è stata dura la sorte dell’uomo e della donna da allora in poi! Non solo per la necessità di guadagnarsi con affanno la vita dal suolo, ma anche per le infermità e le malattie fisiche. Quali malattie colpiscono l’uomo, che si possono attribuire direttamente alla sua stoltezza, come malattie veneree, alcolismo, uso di stupefacenti e cancro dei polmoni! Oltre a ciò, pensate al danno recato al corpo e alla sua salute da nocive emozioni come invidia, avidità, egoistica ambizione, odio, paura e preoccupazione. Sì, il corpo è uno, quindi ciò che danneggia il corpo danneggia la mente, e ciò che danneggia la mente danneggia il corpo; tutto in armonia con quello che è chiamato principio psicosomatico. La Bibbia stessa riconosce questo principio: “Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto secca l’ossa”. “Lo spirito dell’uomo lo sostiene quand’egli è infermo; ma lo spirito abbattuto chi lo solleverà?” “L’empio fugge senza che alcuno lo perseguiti, ma il giusto se ne sta sicuro come un leone”. — Prov. 17:22; 18:14; 28:1, VR.

Come la violazione della legge di Dio provoca corruzione fisica, provoca similmente corruzione morale. Nella misura che la persona si abbandona al peccato diviene volgare, grossolana, dura e caparbia. Attenua le sue sensibilità; diminuisce la propria abilità o capacità di apprezzare le cose belle, pure, buone e nobili della vita. Come decadde rapidamente Adamo dopo aver infranto la legge di Dio! Che sfacciata ingratitudine, biasimare Dio, che gli aveva dato tutto ciò che aveva, e sua moglie, con cui era “una sola carne”! Riconoscendo questa tendenza, i sociologi, anche quelli che non si interessano particolarmente delle norme morali della Bibbia, sostengono, ciò nonostante, la castità prima del matrimonio, poiché le prospettive di felicità nel matrimonio sono maggiori quando entrambi lo contraggono nello stato verginale. Sì, il peccato “determina” la personalità, per cui quando si è commessa una volta una grave violazione della legge di Dio molto probabilmente non si sarà più gli stessi, anche se il pentimento è stato sincero.

IL PREZZO FINALE: LA MORTE

In conclusione, vi è il prezzo finale per aver violato la legge di Dio, la morte. Per aver fatto questo, Adamo doveva tornare alla terra da cui era stato tratto: “Sei polvere, e in polvere ritornerai”. Dio aveva ammonito: “Nel giorno che tu ne mangerai [del frutto proibito], per certo morrai”, e Adamo ed Eva riscontrarono che questo avvertimento era verace. Durante uno dei giorni di mille anni di Dio Adamo ed Eva morirono, in quanto egli visse fino all’età di 930 anni. Tutti i loro discendenti nascono peccatori e sono tutti morituri. — Gen. 3:19; 2:17, VR; Rom. 5:12; 2 Piet. 3:8.

Ad Adamo non fu detto che la sua anima sarebbe andata in cielo o in un inferno di fuoco, poiché Adamo era un’anima, non aveva un’anima. “L’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente”. “L’anima che pecca è quella che morrà”. “Il salario che il peccato paga è la morte”. Quando si parla di fuoco in relazione con la punizione per il peccato, il contesto indica invariabilmente che è usato come simbolo di distruzione. — Gen. 2:7; Ezech. 18:20, VR; Rom. 6:23.

Il Creatore, Geova Dio, è veramente rivendicato come Sovrano Legislatore e Giudice dando giuste leggi alle sue creature ed esigendo che ubbidiscano a queste leggi. Violarle reca cattivi risultati. Osservare le leggi di Dio è la via della sapienza, poiché tiene conto del diritto di Dio di dettar legge alle sue creature a motivo del fatto che è il loro Creatore e Padrone e a motivo della sua potenza. Gli attribuisce anche il credito di sapere ciò che è meglio e desiderare altruisticamente ciò che è meglio per loro. Questa è la condotta della vera sapienza, poiché riguardo all’ubbidienza ai comandamenti e alle leggi di Dio leggiamo: “Figliuol mio, non dimenticare il mio insegnamento, e il tuo cuore osservi i miei comandamenti, perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità”. E insieme agli anni di pace vi è la felicità. “Beato l’uomo che ha trovato la sapienza”, e “quei che la ritengon fermamente sono beati”. — Prov. 3:1, 2, 13, 18, VR.

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