Il copricapo e le attività di congregazione
1, 2. In quali modi il copricapo può valorizzare la grazia della donna cristiana, e quali cose relative al copricapo considereremo ora?
UN COPRICAPO scelto bene può valorizzare molto la bellezza naturale e la grazia di una donna. Quando è portato come segno di sottomissione cristiana esso valorizza la sua grazia spirituale più preziosa. Benché per quest’ultimo scopo la donna cristiana non voglia portare come copricapo qualche frivola “creazione” che attiri l’attenzione, tuttavia non v’è ragione per cui il suo copricapo non debba nello stesso tempo migliorare il suo aspetto esteriore in modo modesto e conveniente.
2 Nel precedente articolo (paragrafo 3) sono state menzionate tre situazioni fondamentali che richiedono che la donna porti il copricapo come segno di sottomissione cristiana. La prima di queste è stata pienamente considerata, per cui ora possiamo considerare le altre due. Queste riguardano le attività della donna nella congregazione.
3. (a) Deve una sorella portare il copricapo quando compie l’opera di casa in casa accompagnata da un fratello, e perché? (b) Ma che cos’altro si deve tenere presente?
3 Anzitutto, dobbiamo considerare la cosa dal punto di vista del ministero di campo dei testimoni di Geova, di casa in casa, nel fare visite ulteriori e nel tenere studi biblici a domicilio. Per esempio, sarebbe necessario che la donna portasse il copricapo nel ministero di casa in casa se fosse accompagnata da un ministro dedicato, ed ella pronunciasse un sermone? No, pare non vi sia nessuna ragione scritturale che lo richieda. Ciò fa parte del suo incarico di predicare la buona notizia. (Matt. 24:14) Non usurpa la posizione di un fratello. Egli l’accompagna semplicemente, forse in veste di servitore di circoscrizione o sorvegliante della congregazione locale, per assisterla nel ministero, non per essere ammaestrato da lei. Avverrebbe la stessa cosa per il ministero delle visite ulteriori. Tuttavia, teniamo presente la questione della coscienza. Può darsi che alcune sorelle pensino di dover portare il copricapo in tali circostanze, e certamente non v’è nulla di male se lo portano quando la loro coscienza glielo detta.
4. (a) Può mai una sorella dire la preghiera in presenza di un fratello dedicato? (b) Perché la sorella che tenesse uno studio biblico alla presenza di un fratello dedicato dovrebbe portare il copricapo?
4 Comunque, quando si tratta dell’opera degli studi biblici, la situazione è alquanto diversa. Se un fratello dedicato accompagna una sorella a uno studio biblico a domicilio, egli dovrebbe dire la preghiera, poiché una sorella non pregherebbe mai alla presenza di un fratello dedicato, nemmeno col capo coperto, a meno che non vi fosse qualche ragione eccezionale, come ad esempio se il fratello avesse perduto l’uso della parola. Ma, per ricevere addestramento, la sorella può tenere lo studio, ma col capo coperto. Perché? Perché non si tratta solo di fare un sermone di casa in casa o a una visita ulteriore. È una sessione prestabilita di studio biblico ed è formalmente iniziata con preghiera. Chi tiene lo studio presiede realmente a un’adunanza a cui è presente un componente maschile dedicato della congregazione. Di solito, il fratello dedicato presiederebbe a tale adunanza, in cui è impartito insegnamento in modo organizzato. (1 Tim. 2:12) Comunque, a motivo dell’eccezionale circostanza, quella di addestrare la sorella nel ministero degli studi biblici, ella può tenere lo studio. Ma, per rispetto verso il componente maschile della congregazione presente, ella porterà il copricapo mentre lo tiene.
5. (a) Se un proclamatore non dedicato accompagna una sorella a uno studio biblico, chi dovrà dire la preghiera? (b) Richiederebbero le circostanze che la sorella portasse il copricapo, e perché?
5 In certe occasioni può darsi che una sorella sia accompagnata a uno studio biblico da un associato maschile della congregazione non ancora battezzato, che tuttavia fa rapporto alla congregazione come proclamatore della buona notizia. Che cosa si dovrà fare? Poiché non è dedicato non potrebbe giustamente rappresentare la sorella dedicata in preghiera a Geova, quindi sarebbe appropriato che ella dicesse la preghiera allo studio. Comunque, egli potrebbe tenere lo studio. La sorella, però, se pregasse, e anche se tenesse lo studio, avrebbe giustamente il capo coperto. Benché nel vero senso della parola non sia ancora membro della congregazione, si prevede comunque che quest’uomo lo divenga, e per quanto riguarda quelli di fuori egli è identificato con la congregazione a motivo della sua attività di predicazione, ed egli segue una condotta di ubbidienza.
6. Quale procedura si seguirebbe se una sorella dovesse tenere uno studio biblico nell’interesse di un fratello dedicato da poco tempo?
6 Può sorgere la circostanza in cui una sorella tenga effettivamente uno studio biblico a domicilio nell’interesse di un fratello dedicato. Può darsi che ella abbia predicato la verità a quest’uomo, che abbia studiato con lui e lo abbia aiutato fino alla dedicazione e al battesimo e ad andare in servizio. Non essendovi un proclamatore, ella può dover continuare lo studio biblico a domicilio con questo nuovo fratello per completare i libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “Questo significa vita eterna”. Egli deve imparare queste cose, e in tal caso ella è l’unica che possa aiutarlo. In tali circostanze ella porterebbe giustamente il copricapo durante lo studio, benché la preghiera dovesse essere detta dal fratello dedicato da poco tempo.
7. (a) Che si può dire circa l’aiuto prestato da una sorella a un fratello nuovo nel servizio di campo? (b) Pur non consigliando il fratello, come può la sorella aiutarlo a migliorare nel ministero?
7 Naturalmente, per cominciare, ella potrebbe anche doverlo aiutare nel ministero, ma sarebbero le circostanze a stabilire fino a che punto potrebbe far questo, e dovrebbe usare discrezione. La situazione di un uomo che andasse da solo nel ministero con una donna, specialmente se uno di essi o entrambi fossero sposati, potrebbe essere facilmente male interpretata e si deve evitare, se possibile. In alcuni paesi sarebbe del tutto sconveniente. Perciò se fosse possibile si dovrebbe prendere qualche altra disposizione, e nella maggioranza delle congregazioni vi sono fratelli che possono aiutare questo nuovo. Se nella congregazione non vi è nessun fratello, forse può anche accompagnarli una seconda sorella. Se la sorella, in queste circostanze, conduce il nuovo fratello in servizio, questa non sarà una regolare assegnazione nel programma di addestramento, ma la sorella potrebbe aiutare il nuovo fratello facendogli osservare il proprio metodo di predicare. Ella non darebbe consigli sulla presentazione come farebbe un fratello, e, poiché non lo farebbe, il copricapo non sarebbe necessario, benché la coscienza potesse di nuovo influire sulla cosa. Se il fratello chiede effettivamente qualche suggerimento, ella può sempre fare riferimento alle pubblicazioni della Società, o forse spiegare come ella si comporta in varie situazioni, ma evitando di criticare la sua presentazione della buona notizia. Avendo il giusto senso della convenienza delle cose e tenendo presenti i princìpi scritturali dell’autorità la sorella sarà aiutata in queste circostanze a comportarsi in modo da rendersi utile e avere rispetto per la situazione.
ALLE ADUNANZE DELLA CONGREGAZIONE
8. (a) Quale principio applicato alle donne richiede che portino il copricapo nelle adunanze della congregazione? (b) Quale situazione può verificarsi alle adunanze per il servizio di campo, quale procedura si dovrebbe seguire, e perché?
8 Quanto al bisogno che le donne portino il copricapo alle adunanze dei testimoni di Geova, normalmente esso non sorge nella maggioranza delle congregazioni. Com’è stato già notato, il principio da applicare è questo: Il copricapo è necessario quando, in assenza di un uomo qualificato, una sorella deve pregare o presiedere a un’adunanza di congregazione. Può verificarsi questa situazione, ad esempio, ad un’adunanza per il servizio di campo, forse durante la settimana, e a cui partecipano solo sorelle. In tali occasioni si dovrebbe dire la preghiera per il gruppo prima di andare nel servizio di Geova, e qualcuno dovrebbe presiedere o tenere l’adunanza. (Efes. 6:18) Poiché questa è un’adunanza stabilita dalla congregazione, le sorelle che presiedono o pregano assolvono doveri che normalmente sarebbero assolti da fratelli, e così dovrebbero avere il capo coperto, anche se fossero presenti solo sorelle. Anche la sorella che è un nominato conduttore dello studio di libro deve portare il copricapo mentre tiene lo studio e mentre prega, se non è presente un fratello dedicato per far questo.
9. Come dovrebbero le sorelle considerare le parti che potrebbero avere nell’adunanza di servizio e nella scuola di ministero, e normalmente richiederebbero queste che portassero il copricapo?
9 Non hanno bisogno del copricapo le sorelle che partecipano a dimostrazioni, narrano esperienze, o quando fanno discorsi di esercitazione in forma di dimostrazione nella scuola di ministero della congregazione. In tali casi le sorelle non presiedono nella congregazione. Esse non cercano di istruire i fratelli o di dir loro quello che devono fare, e quindi non portando il copricapo, non violano il principio scritturale. Comunque, le sorelle contribuiscono grandemente all’edificazione di tutti nella congregazione. Per tale ragione, una sorella non dovrebbe mai sottovalutare il beneficio di qualsiasi parte che potrebbe avere nel programma, sia quella di narrare un’esperienza che di prendere parte a una dimostrazione.
DONNE MINISTRI DELLE CONGREGAZIONI
10. (a) Com’è illustrato da Romani 16:1, oggi quale situazione si verifica a volte nelle congregazioni dei testimoni di Geova? (b) Che cosa significa la parola greca resa sorvegliante, e a chi si applica?
10 In Romani 16:1 Febe è chiamata “ministro della congregazione di Cencrea”. Non sappiamo quali fossero esattamente i suoi doveri, ma, com’era a quanto pare nel caso di Febe, così oggi, per la scarsità di fratelli qualificati, nella congregazione si possono dover usare le sorelle per incarichi di servitori. Questo può includere anche l’adempiere i doveri di servitore di congregazione. Però, in tali casi non chiameremmo una sorella sorvegliante, poiché il significato stesso della parola greca epískopos, “uno che visita allo scopo di ispezionare”, indica che tale posto può giustamente essere occupato solo da un uomo dedicato, che, se sposato, dev’essere marito di una sola moglie. Appropriatamente, leggiamo in 1 Timoteo 3:1: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, desidera un’opera eccellente”.
11. A quali scopi serve il copricapo quando la donna prega o presiede a un’adunanza della congregazione?
11 Quando, nell’adempimento dei suoi doveri, la sorella servitore di congregazione, o qualsiasi altra sorella dedicata e battezzata, assolve doveri di natura direttiva, che sarebbero normalmente assolti da un sorvegliante, servitore di ministero o conduttore di studio, è necessario che abbia il copricapo. La sorella serve temporaneamente o a motivo delle circostanze al posto di un uomo, e portando il copricapo ella mostra il giusto, coscienzioso riguardo per la sua relazione con l’organizzazione teocratica. Si può dire inoltre che il copricapo sia una precauzione per non cercare di correre avanti o esercitare un’influenza non teocratica sulla congregazione, come nel caso della congregazione di Tiatira descritto in Rivelazione 2:20.
12. Quale procedura si seguirebbe nello studio Torre di Guardia dove non fosse presente nessun fratello capace, e che cosa si può dire del copricapo per la sorella che conduce e per quella che legge i paragrafi?
12 Facciamo un’illustrazione: La sorella che tiene lo studio Torre di Guardia della congregazione o, com’è già stato menzionato, uno studio di libro di congregazione, dovrà portare il copricapo mentre lo tiene, come dovrebbe portarlo la sorella che dicesse la preghiera a tali adunanze, e questo anche se in quel tempo fossero sedute. Nella maggioranza dei casi in cui una sorella presiede a un’adunanza col capo coperto il numero dei presenti è molto piccolo, e normalmente non dovrà stare in piedi mentre lo tiene. Anche allo studio Torre di Guardia i presenti possono non essere più di quelli che sono di solito a uno studio di libro di congregazione, così che i presenti possono essere riuniti in giro in modo simile a quello di tale studio, e colei che conduce, pur rimanendo di fronte all’uditorio, in quasi tutti i casi può stare seduta. La sorella che legge i paragrafi può farlo dal suo posto e, poiché legge, non ha bisogno del copricapo. La Torre di Guardia impartisce l’insegnamento. Anche se, a motivo di un più grande uditorio e in assenza di un fratello qualificato, la sorella deve leggere in piedi affinché tutti odano, non deve necessariamente portare il copricapo poiché non insegna né presiede a un’adunanza. Non pronuncia un discorso, ma legge soltanto un riassunto de La Torre di Guardia. Tuttavia, anche in questo caso la sorella può preferire portare il copricapo perché è adatto all’occasione, e questo sarebbe in armonia alla sua coscienza al riguardo. Se una sorella ha l’abitudine di portare il copricapo non deve certamente toglierlo in nessuna occasione quando pratica la vera adorazione.
13. Alle adunanze di servizio come si può considerare il materiale normalmente presentato in forma di discorso?
13 Quale procedura si seguirà nell’adunanza di servizio e nella scuola di ministero teocratico in assenza di componenti maschili dedicati? La sorella che presiede a tali adunanze deve avere il capo coperto. Nel presentare il materiale si deve tenere presente che insegnare nella congregazione è compito dei componenti maschili, quindi qualsiasi presentazione di materiale alla congregazione in forma di discorso da parte di una sorella deve essere evitata. Quando il Ministero del Regno richiede la considerazione di qualche articolo in forma di discorso, ad esempio, un discorso basato su materiale de La Torre di Guardia, può essere letto l’articolo della rivista o brani d’esso da una sorella seduta in mezzo all’uditorio. Il tempo a disposizione stabilirà quali parti dell’articolo si possono considerare, e si possono assegnare in anticipo i paragrafi specifici, affinché la cosa non sia lasciata alla discrezione della sorella che legge il materiale.
14, 15. (a) Come si può presentare nella scuola di ministero il materiale assegnato per il discorso di istruzione e per il primo e il secondo discorso di esercitazione? (b) Che dire delle ripetizioni con domande e risposte?
14 Si dovrà seguire lo stesso metodo nel presentare il materiale del discorso di istruzione e di altri discorsi assegnati normalmente a fratelli nella scuola di ministero. Sorelle sedute in mezzo all’uditorio possono leggere il materiale nelle pubblicazioni stabilite, e in tali casi il copricapo non è necessario. Così la congregazione, benché composta interamente di sorelle, non sarà privata di nessuna delle informazioni presentate in altre congregazioni.
15 Quando una sorella deve tenere una ripetizione con domande e risposte, e questo è sempre utile per far partecipare l’uditorio, ella svolgerà la sua parte col capo coperto, poiché è una cosa di natura direttiva, anche se tiene la ripetizione rimanendo seduta.
16, 17. Come può la sorella che fa da servitore della scuola aiutare (a) le sorelle iscritte alla scuola? (b) un nuovo fratello che si associa alla congregazione e si iscrive alla scuola?
16 Quanto alla sorella che fa da servitore della scuola, come può dare consigli alle studentesse senza insegnare effettivamente nella congregazione? Ella vorrà certamente evitare di dare l’impressione di agire da critica o istruttrice. Ma può sempre aiutare le altre sorelle dando suggerimenti, citando direttamente le pubblicazioni della Società, e lasciando così che siano le pubblicazioni della Società a insegnare. Può anche segnare il foglietto dei consigli, e può sempre prestare ulteriore aiuto in privato alle studentesse che glielo chiedono.
17 Ma che dire se un uomo comincia ad associarsi, si dedica e si iscrive alla scuola? Finché non sia qualificato per adempiere i doveri di servitore della scuola, la sorella può dover continuare per qualche tempo ad assolvere questo compito. Ma non darà consigli al fratello quando farà un discorso, né per questo scopo segnerà il suo foglietto dei consigli. Tuttavia, affinché questo nuovo fratello riceva un poco d’aiuto per migliorare la sua capacità di parlare, sarà bene che riceva l’assegnazione di parlare durante la visita del servitore di circoscrizione, e quindi il servitore di circoscrizione potrà dargli consigli e segnare il suo foglietto dei consigli. Naturalmente, questo nuovo fratello può desiderare di ricevere ulteriori consigli nell’intervallo tra queste visite, e può avvicinare la sorella che è servitore della scuola per avere qualche suggerimento, forse riguardo a qualche specifica difficoltà. Ella può certamente aiutarlo a trovare punti utili nelle pubblicazioni della Società e aiutarlo possibilmente a capire i princìpi dell’oratoria che vi sono considerati, ma senza dargli consigli diretti.
18. Che dire in merito al copricapo per la sorella che fa da interprete a un fratello che pronuncia un discorso?
18 Alcuni si sono chiesti se sia necessario il copricapo alla sorella che viene invitata a fare da interprete a un fratello che pronuncia un discorso. Ebbene, il materiale non ha origine dalla sorella; ella lo trasmette solamente. Così pare che da questo punto di vista il copricapo non sia necessario. Nello stesso tempo la donna che fa da interprete può sentirsi più a suo agio col copricapo. Dopo tutto, può darsi che ella sia in una posizione piuttosto prominente davanti a un grande uditorio e voglia mettere sentimento e urgenza nella traduzione per imitare fedelmente i sentimenti dell’oratore che può dare esortazione e appropriati consigli. Per evitare l’impressione d’essere un’insegnante per i fratelli può desiderare di portare il copricapo. Anche in questo caso dunque la sorella dovrebbe decidere secondo la sua coscienza.
19. (a) Quali sono gli scopi di questi articoli sul copricapo? (b) Come può una sorella sapere come agire nella maggioranza dei casi riguardo al copricapo?
19 Questi articoli sulle donne devote non hanno lo scopo di considerare ogni possibile situazione in cui potrebbe sorgere la questione del copricapo, e di stabilire quindi una regola per ciascuna. Piuttosto, essi hanno esposto, fin dove è stato possibile, i princìpi relativi all’autorità e all’uso del copricapo e le illustrazioni di come si devono applicare questi princìpi nella congregazione del popolo di Dio affinché ogni cosa “abbia luogo decentemente e mediante disposizione”, e affinché le fedeli donne ministri nella società del Nuovo Mondo sappiano come comportarsi nel servizio di Geova con buona coscienza e con grazia teocratica. (1 Cor. 14:40) Se si tengono presenti lo scopo del copricapo e le situazioni fondamentali che richiedono che la donna lo porti, non dovrebbe essere difficile stabilire che cosa fare nella maggior parte delle circostanze. — Vedere il paragrafo 3 del precedente articolo.
20. (a) Che cosa può dettare la coscienza a certe sorelle, e come si dovrebbe considerare ciò? (b) Che cosa deve tenere presente la donna cristiana dedicata nei luoghi dove si usa portare il cappello? (c) Che cosa è saggio fare, quando è necessario il copricapo dove non c’è l’usanza di portare il cappello?
20 Quando si dice che in certe circostanze il copricapo non è necessario, non si critica in nessun modo le sorelle che in tali occasioni si sentono più a loro agio portando il copricapo. Noi rispettiamo certamente la loro coscienza e il loro desiderio di evitare qualsiasi trasgressione in questioni del genere. In verità, in alcuni paesi è usanza che le donne portino sempre il copricapo in pubblico o alla presenza degli uomini. L’importante è che, dove il copricapo è scritturalmente richiesto come prova di sottomissione a un marito e capo o ai componenti maschili della congregazione cristiana, la sorella ne sia consapevole, benché normalmente porti il copricapo anche in altre occasioni. Dove non c’è l’usanza di portare il copricapo ogni giorno, se vi è la possibilità che la donna debba mettere il copricapo, sia per dire la preghiera o presiedere a una parte di un’adunanza in assenza di un uomo dedicato, sarà bene informare la sorella in anticipo per evitare qualsiasi imbarazzo.
21. Quali prove della fede affrontano oggi le donne cristiane, e come le superano?
21 Ringraziamo Geova che ha provveduto affinché donne fedeli partecipino in così grande misura alla testimonianza finale data in questi ultimi giorni. Le fedeli donne ministri nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova hanno molti problemi da superare, e con l’aiuto di Geova li superano. Molte provengono da case divise, dove, per il bisogno di mostrare sottomissione relativa a un uomo non dedicato, la loro fede è costantemente messa alla prova, e di giorno in giorno possono dover andare incontro a opposizione per radunarsi col popolo di Geova e prendere parte alla pubblica predicazione della buona notizia. In Russia, nella Germania Orientale e in altri paesi comunisti e dittatoriali donne fedeli sopportano le difficoltà della vita in prigione e nei campi di concentramento, e rischiano perfino la vita insieme ai fratelli mentre continuano ad essere leali alla loro dedicazione di fare la volontà di Geova.
22. Che cosa compiono le donne ministri nella società del Nuovo Mondo, a prova di che cosa?
22 Si può dire veramente che nella maggioranza dei paesi il peso principale del ministero di casa in casa e dell’opera degli studi biblici dei testimoni di Geova è portato da queste fedeli donne ministri. A volte superano numericamente i componenti maschili delle congregazioni. Inoltre, le donne hanno spesso più tempo da dedicare al ministero. Usando saggiamente questo tempo e con la gentilezza, la pazienza, la simpatia e la comprensione che mostrano quando visitano le persone, queste fedeli donne ministri contribuiscono in notevole misura a rendere il territorio più favorevole al messaggio del Regno mentre volgono molti alla verità e li aiutano ad acquistare la giusta conoscenza mediante gli studi biblici a domicilio che tengono. Tutto ciò è la prova del loro leale appoggio all’organizzazione della congregazione locale nel far sì che la buona notizia del Regno sia predicata nel territorio assegnato.
23. Come la società del Nuovo Mondo considera le sue donne ministri, che cosa possono continuare a fare, e con quali risultati?
23 Il trentunesimo capitolo di Proverbi parla della benedizione che può essere la donna industriosa e fedele per la sua famiglia ed altri, e quindi mostra com’ella è a sua volta benedetta. I versetti 28 e 31 di Proverbi 31 (Ga) dicono: “Sorgono i suoi figli e la dicono beata; e anche suo marito la loda: . . . Datele i frutti del suo lavoro e la celebrino alle porte le sue opere”. La società del Nuovo Mondo stima altamente tutte le fedeli donne ministri che sono in mezzo ad essa. (1 Piet. 3:4) Possano esse continuare a godere i buoni frutti delle loro opere. Continuino esse ad abbellire la società del Nuovo Mondo con la loro grazia teocratica mentre rimangono al posto assegnato loro nella disposizione delle cose di Geova, alla sua lode e per la loro propria eterna benedizione.
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Non occorre il copricapo nella predicazione di casa in casa
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Col capo coperto quando presiede o prega in un’adunanza della congregazione per il ministero di campo