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  • I calcoli astronomici e il conto del tempo

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  • I calcoli astronomici e il conto del tempo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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  • DEBOLI ANELLI DELLA CATENA
  • ECLISSI LUNARI
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 15/7 pp. 421-424

I calcoli astronomici e il conto del tempo

GLI storici preferiscono in genere le cronologie da essi calcolate alla cronologia della Bibbia. Asseriscono che questa attitudine sia sostenuta da antichi calcoli astronomici, alcuni dei quali su tavolette scoperte dalla pala dell’archeologo. Uno storico dichiara perfino che “la conferma astronomica può convertire una cronologia relativa, che stabilisce semplicemente la sequenza degli avvenimenti, in una cronologia assoluta, un sistema di date messe in relazione col nostro [moderno] calendario”.1

È accurata quest’asserzione? Naturalmente, i corpi celesti furono provveduti dal Creatore perché servissero agli uomini sulla terra a tener conto del tempo. In Genesi 1:14 possiamo leggere: “Si facciano dei luminari nella distesa dei cieli per fare una divisione fra il giorno e la notte: ed essi dovranno servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni”. Comunque, gli sforzi degli uomini per mettere in relazione antichi dati astronomici con avvenimenti umani del passato implicano alcuni fattori soggetti ad errore, errore di calcolo e di interpretazione.

Al primo sguardo potrebbe sembrare molto semplice determinare la data di qualche specifico avvenimento quando un’antica tavoletta cuneiforme ci informa che l’avvenimento coincise con qualche eclisse solare o lunare. Comunque, ci sono eclissi parziali ed eclissi totali, ed è molto importante sapere di quale si tratti in un determinato caso. Perché? Ebbene, secondo The Encyclopædia Britannica, qualsiasi “particolare paese o città aveva in media circa 40 eclissi lunari e 20 eclissi solari parziali in 50 anni, [sebbene] solo un’eclisse solare totale in 400 anni”.2 Quindi, la fissazione di qualche specifica data storica per mezzo di un’eclisse darebbe luogo a considerevole dubbio a meno che non si trattasse di un’eclisse totale di sole precisamente dichiarata e visibile in una specifica area. Purtroppo, nelle fonti antiche tali precise ed essenziali informazioni sono rare.

DEBOLI ANELLI DELLA CATENA

Anche per quanto riguarda l’area di visibilità di qualsiasi data eclisse c’è l’elemento dell’incertezza. Gli scienziati che si occupano dei fenomeni terrestri hanno compreso da molto tempo che le correnti di marea negli oceani, venendo a contatto col fondo del mare nelle zone basse, tendono a ritardare leggermente la rotazione della terra. “Alcuni scienziati”, riferisce una recente opera scientifica, “hanno trovato plausibile evidenza dell’effetto cumulativo del rallentamento causato dalle maree in antiche registrazioni di eclissi. Un’eclisse è visibile solo su una piccola parte della superficie terrestre. Inoltre, l’area della visibilità si può calcolare per le eclissi verificatesi nei secoli (o anche nei millenni) passati. Risulta, comunque, che i moderni calcoli non sono d’accordo con le antiche registrazioni. Pare che le eclissi fossero osservate in aree che sono a qualche centinaio di chilometri a est di dove avrebbero dovuto vedersi”.3

Ecco un esempio che rivelerà l’inefficacia di questo metodo per pervenire a date precise. C’è solo un’eclisse solare su cui si basano specialmente gli storici nel loro tentativo di mettere in relazione la cronologia assira con quella della Bibbia. Questa eclisse è menzionata nell’elenco* degli eponimi (nome preminente) assiri che avrebbe avuto luogo nel terzo mese, a contare dalla primavera, del nono anno del re Assur-dan III. Gli storici moderni pensano che fosse l’eclisse verificatasi il 15 giugno 763 a.E.V.4 Andando indietro di 90 anni (o nomi, giacché calcolano un nome per ogni anno) nell’elenco degli eponimi, arrivano all’853 a.E.V. come data della battaglia di Qarqar nel sesto anno di Salmaneser. Essi asseriscono che in altri documenti Salmaneser elenchi il re Acab d’Israele fra i nemici coalizzati contro l’Assiria in quella battaglia, e che dodici anni dopo (18° anno di Salmaneser) egli si riferisca al re Ieu d’Israele come uno di quelli che gli pagarono il tributo.5 Quindi deducono che l’anno 853 a.E.V. segnasse la data dell’ultimo anno di Acab e che l’841 a.E.V. segnasse l’inizio del regno di Ieu.6

Sono sensati questi calcoli? Giacché l’elenco degli eponimi non dichiarava la natura di questa eclisse, se fosse parziale o totale, gli storici non sono autorizzati a pensare che contrassegnasse l’anno 763 a.E.V. In realtà, alcuni studiosi hanno preferito l’anno 809 a.E.V., durante il quale ci fu un’eclisse che sarebbe stata almeno parzialmente visibile in Assiria. Ma sulla stessa base ci furono anche eclissi parziali negli anni 817, 857, ecc., ciascuna delle quali visibile in Assiria.7 Ciò nondimeno, gli storici obiettano contro qualsiasi spostamento dell’eclisse solare dal 763 a.E.V. per la ragione che ‘creerebbe confusione nella storia assira’. La storia assira, comunque, è già molto confusa.*

La presenza del re Acab alla battaglia di Qarqar nell’anno 853 a.E.V. è molto improbabile. La Bibbia non ne dice nulla, e la traduzione del testo assiro su cui si basa questa idea è del tutto congetturale. La cronologia biblica pone la morte di Acab intorno al 919 a.E.V. e l’inizio del regno di Ieu intorno al 904 a.E.V. La menzione di Ieu da parte di Salmaneser non è necessariamente un riferimento al suo primo anno. Poteva essere un anno successivo del regno di Ieu. E poi dobbiamo tenere presente che i cronisti assiri erano inclini a cambiare gli anni delle loro campagne, attribuendo perfino ai loro re tributi di persone morte da lungo tempo. Ci sono dunque anelli deboli nella catena dei dati, compresi i dati astronomici su cui ci si basa per mettere in armonia la cronologia assira con la cronologia della Bibbia.

ECLISSI LUNARI

Le eclissi lunari, che si trovano nel canone tolemaico e sono presumibilmente tratte da dati di documenti cuneiformi, sono state impiegate nel tentativo di convalidare le date indicate di solito per particolari anni dei re neobabilonesi. Ma anche se Tolomeo poté calcolare accuratamente le date di certe eclissi del passato, questo non prova che la sua trasmissione dei dati storici sia corretta. Egli poté mettere in relazione le eclissi coi regni di certi re non sempre in base ai fatti. Per di più, la frequenza delle eclissi lunari non dà certo grande peso a questo tipo di conferma.

Per esempio, l’eclisse lunare del 621 a.E.V. (22 aprile) è usata come prova della correttezza della data tolemaica per il quinto anno di Nabopolassar. Comunque, si potrebbe citare un’altra eclisse vent’anni prima nel 641 a.E.V. (1° giugno) per corrispondere alla data indicata dalla cronologia per il quinto anno di Nabopolassar. Inoltre, quest’ultima eclisse fu totale, mentre quella del 621 a.E.V. fu parziale.8

Forse la data della morte di Erode fornisce la migliore illustrazione dell’incertezza che vi è nello stabilire date per mezzo di eclissi lunari. Lo storico giudeo Giuseppe Flavio mostra che la morte di Erode avvenne poco dopo un’eclisse lunare e non molto tempo prima dell’inizio del periodo pasquale. Molti indicano il 4 a.E.V. come data della morte di Erode, citando come prova l’eclisse lunare che ci fu la notte del 12/13 marzo di quell’anno. A motivo di questo calcolo, alcuni cronologi pongono la nascita di Gesù nel 5 a.E.V.

Comunque, W. E. Filmer, scrivendo in The Journal of Theological Studies dell’ottobre 1966, mostra l’inefficacia di questo calcolo. Egli indica che ci furono eclissi anche il 9 gennaio e il 29 dicembre dell’anno 1 a.E.V. e che entrambe potrebbero corrispondere all’eclisse che ci fu non molto prima di Pasqua. Egli mostra pure che l’eclisse del 9 gennaio 1 a.E.V., che fu totale, corrisponderebbe meglio alle circostanze di quella del 4 a.E.V., che fu un’eclisse parziale. Riassumendo la cosa, egli dice: “Pertanto, per quanto riguarda l’evidenza dell’eclisse lunare, Erode poté morire sia il 4 che l’1 a.E.V., o anche l’1 d.C.” E sia l’una che l’altra di queste due ultime date corrisponderebbe alla data della nascita di Gesù calcolata secondo il conto biblico del tempo, cioè l’autunno del 2 a.E.V.

Pertanto è ovvio che le eclissi lunari in se stesse non sono affatto un mezzo sicuro per additare l’accuratezza delle date in un sistema cronologico relativo.

“DIARI” ASTRONOMICI

Non tutti i testi che gli storici usano per datare gli avvenimenti e i periodi della storia antica si basano sulle eclissi, comunque. Si sono trovati “diari” astronomici. Questi diari indicano la posizione (in relazione a certe stelle e costellazioni) della luna nella sua prima e ultima visibilità in un giorno specifico a Babilonia, insieme alle posizioni di certi pianeti in questi stessi momenti. Per esempio, una di tali registrazioni dice che “la luna era un cubito di fronte alla zampa posteriore del leone”. I moderni cronologi indicano che tale combinazione di posizioni astronomiche non si ripeterebbe in migliaia d’anni. Questi diari contengono pure riferimenti ai regni di certi re e pare coincidano col canone tolemaico.

Per quanto tale evidenza appaia valida e inconfutabile, vi sono fattori che ne riducono notevolmente il peso. Anzitutto, le osservazioni fatte a Babilonia potevano contenere errori. Gli astronomi di Babilonia si interessavano più dei fenomeni celesti che avvenivano vicino all’orizzonte, al sorgere o al tramontare del sole o della luna. Comunque, visto da Babilonia, l’orizzonte è spesso oscurato da tempeste di sabbia, come indica il prof. Neugebauer. Egli menziona che Tolomeo stesso si lamentò della “mancanza di fidate osservazioni planetarie [dall’antica Babilonia]. Egli [Tolomeo] osserva che le antiche osservazioni furono fatte con poca competenza, perché essi si interessavano della comparsa e della scomparsa di punti stazionari, fenomeni che per la loro stessa natura è difficile osservare”. — The Exact Sciences in Antiquity, pagina 98.

Un altro fattore che riduce il peso della testimonianza degli esistenti diari astronomici è la data della loro composizione. La maggioranza di quelli ora conosciuti, infatti, furono scritti non al tempo dell’impero neobabilonese o dell’impero persiano, ma nel periodo dei Seleucidi, verso il 312-64 a.E.V. È vero che contengono dati relativi a periodi molto più antichi, e si presume che fossero copie di documenti precedenti. Comunque, l’accuratezza di tale copiatura e la possibilità di aggiunte o modifiche riducono per certo il valore di questa evidenza. In effetti, c’è una seria mancanza di testi contemporanei mediante cui gli storici potrebbero stabilire la cronologia completa dei periodi neobabilonese e persiano.

E poi, come nel caso di Tolomeo, anche se i dati astronomici dei testi disponibili, come sono ora interpretati e compresi, fossero accurati, questo non prova che i dati storici che accompagnano le informazioni astronomiche siano accurati. Come Tolomeo si servì dei regni di certi re (come li comprese) semplicemente come di una struttura in cui situare i suoi dati astronomici, così anche gli scrittori o copisti del periodo dei Seleucidi possono aver semplicemente inserito nei loro testi astronomici quella che era la cronologia “popolare” nel loro tempo. Anche quella cronologia “popolare” poteva contenere errori.

Per fare un’illustrazione, un antico astronomo del secondo secolo a.E.V. poteva dichiarare che un certo fenomeno celeste si verificò l’anno che, secondo il nostro calendario, sarebbe il 465 a.E.V. E la sua dichiarazione può dimostrarsi corretta quando si fanno accurati calcoli per confermarla. Ma egli può anche dire che l’anno in cui si verificò il fenomeno celeste era il ‘ventunesimo anno di Serse’ ed essere completamente in errore. In parole semplici, l’accuratezza astronomica non prova l’accuratezza storica.

FIDATO CONTO DEL TEMPO

D’altra parte, la fidatezza dei riferimenti biblici al tempo ci è confermata dalle medesime caratteristiche della Bibbia: il suo candore e la sua onestà; il fatto che da ogni parte ci rendiamo conto del tempo mentre sfogliamo i vari libri della Bibbia; la misurazione del tempo in giorni, settimane di sette giorni, in mesi e anni, sistema di calcolo che si nota dall’inizio stesso della composizione della Bibbia; i periodi profetizzati di tempo, tanti dei quali sappiamo si adempirono esattamente in tempo. Tutto questo contribuisce ad assicurarci che la forza che guidò i numerosi scrittori della Bibbia fu Colui del quale si può dire veracemente che “annuncio dal principio il termine, e da molto tempo fa le cose che non sono state fatte”. — Isa. 46:10.

Non predisse la Bibbia molto tempo in anticipo i settant’anni nei quali la Giudea sarebbe stata desolata e i suoi abitanti sarebbero rimasti a languire nell’esilio a Babilonia? Al tempo fissato, il decreto di Ciro il conquistatore persiano diede ai fedeli adoratori di Geova la liberazione ed essi si ristabilirono nel loro paese. Tornarono a Gerusalemme esattamente in tempo. — Ger. 25:11, 12; Dan. 9:2.

Il lettore che si prenderà il tempo di leggere i brani biblici di I Re 6:1 e Luca 3:1, 2 non può fare a meno di rimanere colpito dal modo meticoloso di fare riferimento a importanti date storiche. Sono forniti sufficienti dati perché lo studente possa stabilire il tempo esatto dell’avvenimento. Gli scrittori biblici stessi attribuiscono la natura positiva delle loro informazioni all’Autore Divino che semplicemente li impiegò per scrivere. Certo, dunque, possiamo rivolgerci a questa medesima Fonte per ottenere accurati dati cronologici, dati che sono molto più fidati delle speculazioni e delle congetture degli storici umani!

RIFERIMENTI

1. The Old Testament World, Martin Noth, pag. 272.

2. The Encyclopædia Britannica, ediz. del 1965, Vol. 7 pag. 297.

3. Time (1966), pubblicato da Time-Life Books; Biblioteca Scientifica, pag. 105.

4. The Encyclopædia Britannica, ediz. del 1959, Vol. 7, pag. 913.

5. Ancient Near Eastern Texts, Pritchard, pagg. 277-280.

6. The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, E. R. Thiele, pag. 53.

7. Oppolzer’s Canon of Eclipses, Tabelle 17, 19, 21 (ediz. del 1962).

8. Ibid., pagg. 333, 334.

[Note in calce]

La Torre di Guardia del 15 luglio 1969, pag. 439.

Per averne l’evidenza, si veda La Torre di Guardia del 15 luglio 1969, pagg. 438, 439.

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