La santità è richiesta da Geova
GEOVA richiede forse troppo aspettandosi la santità dai suoi servitori? È possibile a uomini comuni come noi conseguire la santità e poi mantenere tale qualità? In tal caso, ne vale la pena? Chi è realmente santo? Che cos’è la santità?
Le parole italiane “santo” e “santità” provengono da parole tratte dalla radice di un verbo ebraico che significa, in senso fisico, “essere luminoso, essere nuovo o fresco, immacolato o puro”. Nella Bibbia, comunque, queste parole sono usate principalmente in senso spirituale o morale. Conformemente, la santità ha l’idea del sacro, della purezza morale e spirituale. Indica pure separazione o santificazione a Dio, la condizione d’essere appartato per il servizio di Dio.
“LA SANTITÀ APPARTIENE A GEOVA”
Geova è il “Santissimo”, superiore a tutti gli altri in santità. (Prov. 30:3) Gesù Cristo ammise che la qualità della santità appartiene a Geova, rivolgendosi a lui come “Padre santo”. (Giov. 17:11) Inoltre, coloro che sono nei cieli sono raffigurati mentre dichiarano: “Santo, santo, santo è Geova degli eserciti”, attribuendogli santità, purezza al grado superlativo. — Isa. 6:3; Riv. 4:8.
Nei tempi antichi fu rammentato di sovente agli Israeliti che Geova è santo. (Lev. 11:44; 19:2) Per esempio, potevano osservare le parole “La santità appartiene a Geova” incise sulla risplendente lamina d’oro che era sul turbante del sommo sacerdote. Questa lamina era chiamata “il santo segno della dedicazione”, mostrando che il sommo sacerdote era appartato per un servizio di speciale santità. — Eso. 28:36; 29:6.
Che il nome di Dio, Geova, sia sacro e che debba essere considerato santo e separato da ogni contaminazione, fu vigorosamente fatto capire agli Israeliti. In un’occasione fu udito il figlio della donna israelita Selomit invocare il male sul nome di Dio e così abusarne. Che pena sarebbe stata inflitta per tale trasgressione?
Dio stesso diede istruzioni a Mosè al riguardo: “Nel caso che alcun uomo invochi il male sul suo Dio, deve rispondere del suo peccato. E chi abusa del nome di Geova dovrebbe esser messo a morte senza fallo. L’intera assemblea lo dovrebbe lapidare senza fallo. Sia il residente forestiero che il nativo dovrebbe esser messo a morte per aver abusato del Nome”. — Lev. 24:10-16.
Sì, la mancanza di rispetto per il sacro nome di Dio meritava la punizione di morte. Siamo saggi, perciò, a ricordare le parole del salmista, che disse riguardo a Geova: “Il suo nome è santo e tremendo”. (Sal. 111:9) Comprendendo questo fatto, Gesù Cristo, quando insegnava ai suoi discepoli a pregare Dio, indicò come prima richiesta: “Sia santificato il tuo nome”. In armonia con questa preghiera, trattate Dio e il suo nome con il rispetto e la riverenza che meritano? — Matt. 6:9.
COSE SANTE
Giacché Geova è la base d’ogni santità, qualsiasi cosa od oggetto santo diviene tale a motivo della sua relazione con lui e con la sua adorazione. Per esempio, la forza attiva o spirito di Geova è soggetto al suo controllo e adempie sempre i suoi propositi. Esso è puro, sacro e appartato per il buon uso da parte di Dio. Perciò è chiamato “santo spirito” e “lo spirito di santità”. — Sal. 51:11; Rom. 1:4.
Solo pensate che privilegio abbiamo di ricevere nella nostra vita questa forza santa! Ciò è possibile, poiché Gesù disse: “Il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!” Chiedete effettivamente a Dio il suo spirito santo? Siamo invitati a chiederglielo. — Luca 11:13.
Per giunta, dato che la Bibbia fu scritta sotto la guida dello spirito di Dio, anch’essa è santa. Essa è chiamata “sacre Scritture” o “scritti sacri”. (Rom. 1:2; 2 Tim. 3:15) Considerate la Bibbia come tale? Quando la leggete, considerate ciò che dice con la riverenza e il rispetto dovuti agli “scritti sacri” di Dio?
Anche altre cose, a motivo della loro santificazione per il servizio di Geova, sono state rese sante. Per esempio, sotto la Legge che Dio diede alla nazione d’Israele i primogeniti del bestiame, delle pecore o dei capri dovevano essere considerati santi a Geova. (Num. 18:17-19) Similmente l’altare del sacrificio, l’olio d’unzione, lo speciale incenso, il pane di presentazione e altre cose strettamente collegate all’adorazione di Dio furono rese sante per decreto di Geova. — Eso. 29:37; 30:25, 35, 37; 1 Sam. 21:4.
Questo non significò che tali cose fossero sante in se stesse, da usare come amuleto o feticcio. Per esempio, uno dei principali oggetti santi, l’arca del patto, non fu affatto un amuleto quando i due malvagi figli di Eli la trasportarono in battaglia contro i Filistei. — 1 Sam. 4:3-11.
Tutte le cose sante a Geova erano sacre e non potevano essere trattate alla leggera dai suoi servitori israeliti, o usate in modo comune o profano. Un esempio è la legge riguardo alla decima. Se un uomo metteva da parte la decima, diciamo, del suo raccolto di grano, e poi egli o uno della sua casa ne prendeva involontariamente un po’ per uso domestico, come per cucinare, questi era colpevole d’aver violato la legge di Dio rispetto alle cose sante. Era una cosa questa di piccola importanza, una cosa che si poteva semplicemente trascurare?
No, niente affatto, la legge di Dio richiedeva che desse compenso al santuario per un uguale ammontare più il 20 per cento, oltre a offrire un montone sano del gregge in sacrificio. Pertanto, era suscitato grande rispetto per le cose sante appartenenti a Geova. (Lev. 5:14-16) Non dovrebbe questo farci capire oggi l’importanza di trattare col dovuto rispetto le cose usate in relazione al servizio di Geova?
GESÙ E I “SANTI” CRISTIANI
Per mezzo della loro relazione con lui, i celesti angeli di Geova sono santi. (Mar. 8:38; Luca 9:26) Il principale di questi celesti, comunque, è in senso speciale il Santo di Dio. La sua santità provenne dal Padre suo quando Geova lo creò come suo unigenito Figlio. (Giov. 1:1, 14) In seguito, annunciando a Maria la futura nascita di questi come uomo e che doveva essere chiamato “Gesù”, l’angelo Gabriele disse pure a Maria: “Quello che nascerà sarà chiamato santo”. — Luca 1:31, 35.
Non solo Gesù Cristo fu santo mentre era in cielo, ma mantenne la sua santità per tutta la sua vita terrena, fino alla morte di sacrificio. (Atti 3:14; Ebr. 7:26) Pertanto Dio rese possibile ad altri sulla terra di ottenere santità, di ottenere una giusta condizione presso Dio come quella avuta da Gesù. La Bibbia parla di alcuni precedentemente contaminati da opere malvage che ottennero santità, e dice:
“In realtà, voi che una volta eravate alieni e nemici perché le vostre menti erano volte alle opere malvage, egli ha ora di nuovo riconciliati mediante il corpo carnale di lui per mezzo della sua morte, per presentarvi santi e senza difetto e non esposti a nessuna accusa dinanzi a sé, purché, naturalmente, rimaniate nella fede, stabiliti sul fondamento e saldi e non essendo smossi dalla speranza di quella buona notizia che avete udita”. — Col. 1:21-23.
La santità, perciò, non appartiene loro a motivo del loro proprio merito, ma viene loro per mezzo di Gesù Cristo. (Rom. 3:23-26) Essi ricevono la santità come risultato della loro fede nel sacrificio di riscatto di Cristo. (Filip. 3:9; 1 Giov. 1:7) Dio usa immediatamente a loro favore il merito del sacrificio di Gesù, perdonando tutti i loro peccati, e, con un atto giudiziario da parte sua, imputa loro la perfezione umana. Essi divengono gli unti di Geova, i fratelli spirituali di Gesù Cristo, e sono chiamati “santi”. — Rom. 15:26; Efes. 1:1; Filip. 4:21.
Dai molti riferimenti scritturali ai membri viventi della congregazione come “santi” è chiaro che la persona non è resa “santa” da uomini né da un’organizzazione. Né essa deve aspettare sin dopo la morte per divenire “santa”. È “santa” in virtù della chiamata di Dio ad essere coerede di Cristo. È santa agli occhi di Dio mentre è sulla terra, con la speranza della vita celeste nel reame spirituale dove dimorano Geova Dio e suo Figlio, con tutti i santi angeli. - 1 Piet. 1:3, 4.
LA SANTITÀ DI ALTRI FEDELI
Nella Bibbia anche altri sono detti santi. Nei tempi precristiani l’intera nazione d’Israele era considerata santa perché Dio l’aveva scelta e santificata, portandola in un’esclusiva relazione di patto come speciale proprietà. (Eso. 19:5, 6) Pertanto, l’apostolo Pietro parla delle “sante donne che speravano in Dio”. (1 Piet. 3:5) Queste persone furono considerate sante perché erano annoverate fra i santi testimoni di Dio.
Similmente, c’è oggi una “grande folla” di fedeli cristiani non inclusi tra quei 144.000 “santi” che ricevono la “santa chiamata” alla vita celeste. (2 Tim. 1:9) Ciò nondimeno, questa “grande folla”, che ha prospettive di vita eterna sotto il dominio del celeste regno di Dio, è raffigurata come se avesse “lavato le loro lunghe vesti e le [avessero] rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Riv. 7:3, 4, 9-15) Questo rappresenta che stanno dinanzi a Dio, che sono considerati giusti, ciò che permetterà loro di attraversare sani e salvi la distruzione di questo sistema di cose malvagio che s’avvicina rapidamente.
Comunque, a differenza di quelli che hanno la speranza celeste, alla “grande folla” non è imputata la perfezione umana e quindi essi non sono considerati nelle Scritture come “santi”. Piuttosto, essi attendono di ottenere infine l’effettiva perfezione umana e la santità.
MANTENIAMO LA SANTITÀ
Sia i “santi” unti che la “grande folla” i quali stanno dinanzi a Dio devono mantenere una condotta di purezza dinanzi a Dio. Devono rimanere “nella fede, stabiliti sul fondamento e saldi e non essendo smossi dalla speranza di quella buona notizia” che avevano accettata. (Col. 1:23) Questo richiede da parte loro continuo regolare studio della Parola di verità di Dio e che la mettano in pratica nella loro vita. (1 Piet. 1:22) E giacché sono ancora imperfetti e inclini a fare il male, ciò richiede pure che accettino la disciplina di Geova.
La parte che ha la disciplina nel mantenere la santità è spiegata dall’apostolo Paolo, che dice: “Avevamo i padri che erano della nostra carne per disciplinarci, e rendevamo loro rispetto. Non ci sottoporremo molto di più al Padre della nostra vita spirituale e vivremo? Poiché essi ci disciplinavano per pochi giorni secondo ciò che sembrava loro bene, ma egli lo fa per il nostro profitto acciocché partecipiamo alla sua santità”. (Ebr. 12:9, 10) Pertanto i “santi” che vogliono partecipare alla santità di Dio devono umilmente accettare la disciplina e sottomettersi ad essa. E per mantenere la loro condizione dinanzi a Dio la “grande folla” deve fare altrettanto.
I cristiani sono esortati a purificarsi “da ogni contaminazione di carne e di spirito, perfezionando la santità nel timore di Dio”. (2 Cor. 7:1) Fate questo? Se il cristiano pratica cose che contaminano o danneggiano il suo corpo carnale, o va contro la Bibbia nella dottrina o nella morale, si allontana dalla condotta della santità e mostra di non amare o temere realmente Dio. È una cosa seria.
Gli unti cristiani che hanno la “santa chiamata” alla vita celeste divengono un tempio santo di pietre viventi a Geova. Essi costituiscono “un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso”. (1 Piet. 2:5, 9) Se un membro della classe del tempio pratica dunque l’immoralità, che dire? Egli contamina e abbatte il tempio di Dio! E Dio dice: “Se alcuno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui; poiché il tempio di Dio è santo, il quale tempio siete voi” (1 Cor. 3:17) Sì, chi abusa di ciò che è santo a Geova subirà la punizione da Dio.
L’attitudine di Geova verso l’uso profano dei suoi santi possedimenti si può capire dalla severa punizione che inflisse ai Babilonesi per tale trasgressione. Il re Baldassarre aveva profanato i sacri vasi del tempio di Geova ordinando che fossero portati e usati da ubriachi commensali. Quella medesima notte Geova causò la loro improvvisa distruzione. (Dan. 5:1-4, 22-31) Questo indica l’importanza di dare ora ascolto al consiglio biblico di trattare con benignità e amore i “santi” di Geova, i fratelli spirituali di Gesù Cristo. — Matt. 25:40, 45.
È chiaro che Geova Dio richiede sia dai “santi” unti che dai membri della “grande folla” di mantenere una condotta di purezza. Tale santità di condotta è richiesta da tutti i servitori di Dio. Perciò, mostrerete sapienza se vi sforzerete di ubbidire al consiglio della Bibbia: “Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste un tempo nella vostra ignoranza, ma, secondo il santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta”. - 1 Piet. 1:14, 15.
“Esaltate Geova nostro Dio e inchinatevi al suo santo monte. Poiché Geova nostro Dio è santo. Poiché Geova è buono; la sua amorevole benignità è a tempo indefinito, e la sua fedeltà di generazione in generazione”. — Sal. 99:9; 100:5.