Operate strenuamente per la ricompensa della vita eterna
“[Abbiate] sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. — 1 Cor. 15:58.
1, 2. (a) Quali domande fanno spesso i giovani, e perché? (b) Che cosa ammettono alcuni riguardo alla loro vita passata? (c) Che cosa dissero il salmista e Gesù Cristo della vita e del più urgente bisogno del genere umano?
SE OGGI vi fosse data l’opportunità di iniziare un modo di vivere completamente nuovo, l’accettereste? O siete soddisfatto del lavoro che fate e della vita che conducete? I giovani chiedono spesso agli anziani: ‘Se avessi la possibilità di rivivere la tua vita, faresti lo stesso lavoro che fai ora o sceglieresti qualche cosa di diverso? Vorresti che i tuoi figli e le tue figlie facessero lo stesso lavoro che fai tu?’ Queste penetranti domande sono il modo in cui i giovani determinano se il vostro lavoro vi ha dato soddisfazioni e se vale la pena che seguano tale strada.
2 Pochi, però, ammetteranno di avere sciupato la loro vita in lavori indegni, per quanto la loro vita sia stata priva di soddisfazioni. Una di tali persone, Andrew Carnegie, uomo invidiato per la sua ricchezza, disse: “Darei tutti i miei milioni, se potessi avere gioventù e salute. Se potessi fare l’affare di Faust, lo farei. Venderei tutto volentieri per riavere la vita”. Ma, ahimè, la vita eterna non è in vendita. Gioventù e salute non si possono ottenere con la ricchezza. Forse quelli del genere umano attivamente impegnati ad accumulare ricchezza come se fosse qualche specie di panacea sono le persone da compatire di più. Poiché la loro vita è davvero una vuota illusione. L’ispirato salmista scrisse: “L’uomo non è che un’ombra che passa, tutto il suo agitarsi non è che vanità, accumula e non sa chi raccoglierà”. (Sal. 39:7, La Bibbia Concordata) Esaminando questo medesimo soggetto di determinare il principale interesse o attività della vita, il più grande pensatore fra gli uomini di tutti i tempi, cioè Gesù Cristo, additò la risposta con due acute domande, dicendo: “Infatti, di quale beneficio sarà per un uomo se guadagna tutto il mondo ma perde l’anima [o la vita] sua? o che darà l’uomo in cambio dell’anima [o della vita] sua?” (Matt. 16:26) Il più urgente e duraturo, bisogno dell’uomo, secondo Gesù Cristo, non è né la fama né la fortuna, né il piacere né i possedimenti, ma la vita stessa. Ora ogni persona che è sulla terra dovrebbe operare per la ricompensa della vita eterna. Operate voi per questo?
3, 4. (a) Che cosa fanno oggi migliaia di persone, prefiggendosi quale meta? (b) Che cosa richiede l’essere discepolo di Cristo, in vista di quale ricompensa?
3 Letteralmente centinaia di migliaia di persone in ogni luogo pensano oggi profondamente alle parole di Gesù riguardo alla vita. Ora operano strenuamente per la ricompensa della vita eterna seguendo un nuovo modo di vivere a imitazione di Gesù Cristo. (1 Piet. 2:21) Solo negli scorsi tre anni, 1969, 1970, 1971, in 207 paesi, un totale di 434.906 persone hanno fatto grandi cambiamenti nella loro vita divenendo idonee per ricevere la ricompensa della vita eterna. Hanno dedicato la loro vita a Geova Dio e hanno simboleggiato tale dedicazione essendo immerse in acqua. Hanno messo le occupazioni materialistiche al secondo posto. Hanno preso a cuore l’invito di Gesù: “Operate non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna, che il Figlio dell’uomo vi darà”. (Giov. 6:27) Benché si procurino effettivamente le cose necessarie della vita, queste cose non sono più le loro principali mete. Sanno che se confidano pienamente in Geova egli provvederà loro le necessarie cose della vita. Quindi cercano prima il regno di Dio e la sua giustizia, e come Dio promette, tutte queste cose necessarie sono loro aggiunte. — Matt. 6:25-33.
4 Questa vita a imitazione di Gesù Cristo richiede fede. È strenuo lavoro e richiede diligenza e abilità. Richiede abnegazione, la prontezza a condividere ciò che si possiede. Richiede pazienza, quest’opera di fare discepoli di Cristo delle persone di tutte le nazioni. Comunque, chi lavora diligentemente prova gioia in questa opera di Dio, come dichiarò il salmista: “A far la tua volontà, o mio Dio, mi sono dilettato”. (Sal. 40:8) Ai suoi ascoltatori, Gesù disse: “Conoscendo queste cose, siete felici se le fate”. (Giov. 13:17) L’uomo che non indietreggia di fronte alla strenua opera d’essere cristiano avrà la prospettiva della splendida e finale ricompensa, la vita eterna. — Matt. 16:24, 25.
BENVENUTI NELLA LABORIOSA ORGANIZZAZIONE DI GEOVA
5. All’Assemblea di New York del 1971, come furono salutati i futuri discepoli di Cristo da chi fece il discorso del battesimo, e in che specie di congregazione li invitò a venire?
5 Per i lavoratori cristiani, lo straordinario e felice avvenimento del 1971 fu la meravigliosa serie di Assemblee di Distretto “Nome Divino”. Si tennero in tutta la terra. Una delle più emozionanti cose che si videro a queste assemblee furono le centinaia, sì, le migliaia di persone che si alzarono e dichiararono pubblicamente la loro determinazione di intraprendere la strenua opera d’essere discepoli di Gesù Cristo. A una di queste assemblee, a New York, colui che fece il discorso del battesimo salutò i candidati dicendo: “Com’è emozionante e rallegrante vedere qui questa mattina una tale moltitudine di persone il cui amore verso Geova Dio le spinge a seguire le orme del suo diletto Figlio, Gesù Cristo! Per molti mesi avete studiato sistematicamente la Bibbia. L’avete accettata come libro di Dio per guidare le sue creature umane. Ne avete imparato gli insegnamenti basilari. Avete appreso che cosa significa essere vero servitore dell’Altissimo Dio. Il vostro studio ha portato buon frutto, poiché ha prodotto nel vostro cuore un forte desiderio, il desiderio di fare tutto ciò che le intelligenti creature di Dio dovrebbero giustamente fare, dedicare la vostra vita a Dio, divenendo così suoi volenterosi servitori per sempre. . . . Siamo davvero felici per voi e vi diamo il benvenuto nella congregazione dei felici, laboriosi servitori di Dio, dei suoi testimoni”.
6, 7. (a) Com’è cambiata la situazione nella vita di molti che si battezzarono, e a quale specie di opera furono invitati a partecipare? (b) Quali fatti provano che questi nuovi operai sono venuti in un’organizzazione attiva?
6 La loro attenzione fu quindi rivolta alla terrena organizzazione di Geova formata di persone molto attive. “In passato molti di voi”, continuò l’oratore, “pensavano con tutta probabilità che la vita fosse senza scopo, una semplice serie di incidenti da concludere infine con il grande incidente, la morte. Altri di voi sono stati forse . . . vivamente consapevoli che la vita è piena di ingiustizie e frustrazioni. Ma ora tutto questo è cambiato per voi. Avete una ragione di vita. Avete scoperto che Geova Dio e Cristo Gesù fanno compiere una grande opera in tutta la terra in questi giorni, e per di più, che offrono a moltitudini di persone l’occasione di lavorare con loro, partecipando a una vivificante opera che trasforma le vite. Collaboratori di Dio! Non sembra che così si prendano le cose alla leggera, non è vero?”
7 Nel 1971, per esempio, quelli dell’organizzazione dei testimoni di Geova dedicarono 291.952.375 ore a parlare ad altri della Parola di Dio, la Bibbia. Fecero 133.785.116 visite ulteriori, perché si interessavano della vita delle persone. Oltre a ciò, organizzarono studi biblici a domicilio con molti interessati, tenendo, in media, 1.257.904 studi. Così moltitudini di persone divennero discepoli, e tutto per ubbidire all’incarico dato da Gesù ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole”. — Matt. 28:19, 20.
8. Perché il popolo di Dio opera così strenuamente?
8 Perché il dedicato popolo di Dio opera così strenuamente? Perché ha il cuore nell’opera di Dio. La loro dedicazione è reale. Facevano sul serio quando scelsero di mettere la volontà di Dio al primo posto nella loro vita E oltre a ciò, sono memori della ricca ricompensa che Dio offre loro, la ricompensa della vita eterna! Che vigoroso incentivo è questo!
9. Perché quelli che amano la vita dovrebbero volersi unire alle file dei testimoni di Geova?
9 Tutti quelli che amano la vita dovrebbero volersi unire alle file dei testimoni di Geova. E specialmente oggi, perché siamo privilegiati di vivere in un tempo in cui c’è il massimo bisogno di più operai. Ricordate le parole che disse Gesù guardando compassionevolmente il popolo: “La messe è grande, ma gli operai sono pochi. Perciò, implorate il signore della messe onde mandi operai nella sua messe”. (Matt. 9:36-38) Siamo ora nella parte finale di un’altra grande opera di radunamento. Quelli che amano Dio dovrebbero voler partecipare a questa opera di Dio e ottenere la meravigliosa ricompensa delle loro fedeli fatiche, cioè la vita eterna.
10. Perché si deve coltivare un’attitudine di urgenza e con quale attitudine verso l’opera futura?
10 Mentre intraprendete l’opera di Dio, dovete essere consapevoli dei rischi, degli ostacoli che minacciano di farvi deviare dal corso di leale servizio a Dio. Dovete avere la giusta veduta dell’opera che si deve compiere e compierla subito da ora fino alla “grande tribolazione” che porrà fine al presente malvagio sistema di cose e dovete attenervi a quella giusta veduta. (Matt. 24:21) Ma come si può mantenere tale giusta veduta e non farsi influenzare dalle attitudini pigre o indifferenti delle persone del mondo o delle persone senza fede?
ABBIATE SEMPRE LA GIUSTA VEDUTA DELLA NOSTRA STRENUA OPERA
11. (a) L’approvazione di chi cerca l’operaio cristiano, e perché? (b) Quale attitudine verso il lavoro distingue il vero cristiano? (c) Quale consiglio dà Paolo?
11 Poiché i veri cristiani sono servitori di Geova e hanno dedicato la loro vita a lui perché lo amano, che importa ciò che pensano altri di loro o della loro opera? Essi desiderano l’approvazione di Dio. “Questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. (1 Giov. 5:3) L’indifferenza per l’opera di predicare il Regno e di fare discepoli non è ciò che distingue il vero, dedicato servitore di Dio. Piuttosto, sono lo zelo e la prontezza a partecipare alla strenua opera della grande organizzazione di testimoni di Dio a distinguere il vero cristiano. (Riv. 3:16; Luca 13:24) Dovremmo voler fare sempre più, progredendo continuamente nella vocazione che abbiamo scelta di operare con Dio. (2 Cor. 1:24) L’apostolo Paolo, quell’infaticabile lavoratore, ci diede il consiglio appropriato quando raccomandò: “Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini, poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità”. (Col. 3:23, 24) Notate! Geova è Colui che dà la ricompensa. Dobbiamo soddisfare la sua norma di servizio. Non ci fa questo pensare che potremmo fare di più?
12. Il vero amore verso Dio che cosa spingerà il cristiano a fare?
12 Invece di imitare le persone del mondo che si sforzano di lavorare il meno possibile in cambio del maggior guadagno possibile, il cristiano deve mettere il ministero di Dio su un piano molto più alto e su una base assai più stabile, e poi continuare a fare costante progresso. (Filip. 3:16) Egli cercherà di piacere non agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. (1 Tess. 2:4) Come Cristo e i suoi apostoli, egli non farà piacere a se stesso né si risparmierà, ma continuerà a fare l’opera che Dio approva. — Giov. 8:29; Atti 20:31.
13. Perché l’opera cristiana di radunamento è urgente, e specialmente ora?
13 C’è poi anche urgente bisogno di terminare l’opera di radunamento di Dio, poiché ora c’è poco tempo prima che la fine si abbatta su questo malvagio sistema di cose e su tutti quelli che ne fanno ancora parte. Pensate quanti si possono ancora aiutare a trovare la pace con Dio e a schierarsi fermamente dalla sua parte e contro questo vecchio sistema e il suo dio, Satana il Diavolo. Mentre questo tempo opportuno passa velocemente, che cosa potete fare per recare a queste persone la salvifica Parola di verità di Dio? È una vera sfida, da non perdere. — Efes. 5:15-17.
GUARDATEVI DALLE FORZE NEGATIVE E DEPRESSIVE
14. Che cosa può attendersi l’operaio cristiano, e quale consiglio troviamo in Galati, capitolo 6, per combattere ciò?
14 È solo da attendersi che l’opera di Dio e i suoi operai destino l’ira e l’odio di Satana e della sua organizzazione, e che essi, a loro volta, esercitino sul cristiano pressioni di ogni sorta per indurlo a infrangere l’integrità verso Dio. Ma rifiutate di farvi distogliere dalla vostra relazione dedicata con Dio, anche se un coniuge incredulo, un vostro familiare o qualche intimo amico mostrasse d’essere proprio lo strumento impiegato dal Diavolo per scoraggiarvi. Anche se i vostri collaboratori nella congregazione di Dio mancano in qualche modo di confortarvi e aiutarvi quando ne sentite maggiormente il bisogno, questa non è una valida ragione per volgere le spalle all’onorevole, significativa opera che Geova vi ha affidata. Invece, fate forte assegnamento sulla Parola di Geova e confidate assolutamente nelle sue promesse. Siate certi che quelli che seminano in vista dello spirito mieteranno la vita eterna dallo spirito, se non si stancano. — Gal. 6:8-10.
15. Quando sorgono domande di dubbio, le risposte di chi dovremmo cercare? L’esempio di chi possiamo imitare?
15 Che si deve fare se il Diavolo tormenta la mente con pensieri di dubbio, pensieri come: ‘È tutto inutile? Compio realmente qualche cosa? Dovrei fare tutto questo lavoro in mezzo a pressioni, critiche e schernitori?’ Ricordate che solo Geova può dare le giuste risposte, le risposte sicure, poiché è stato lui ad affidare ai suoi servitori quest’opera di fare discepoli. Se sorgono domande, avete bisogno delle Sue risposte. Rivolgetevi subito a lui e chiedete. (Prov. 3:5, 6; Matt. 7:7) Ricordate il profeta Giobbe! Come continuò a onorare Dio con le sue labbra durante le amare prove della sua fede. Dio lo benedisse anche per questo. Ricordate pure quegli uomini di fede menzionati nell’undicesimo capitolo di Ebrei e traete profitto dalle loro esperienze. “Ecco, noi dichiariamo felici quelli che hanno perseverato”, scrisse il discepolo Giacomo. “Felice è l’uomo che continua a sopportare la prova, perché, essendo approvato, riceverà la corona della vita, che Geova ha promessa a quelli che continuano ad amarlo”. — Giac. 5:11; 1:12.
COME RIPARARE LA TRASCURATEZZA MOSTRATA IN PASSATO VERSO LA VOLONTÀ DI DIO
16. (a) Quali riflessioni possono essere profittevoli, e perché? (b) Quali parole dell’apostolo Pietro possiamo prendere a cuore? (c) In che modo l’esempio di Giona è utile?
16 È bene riflettere ogni tanto sul passato, ricordare la nostra precedente situazione, prima che divenissimo servitori di Dio, quando eravamo senza Dio e senza speranza nel mondo. Tali riflessioni dovrebbero destare in noi il vivo desiderio di riparare tale negligenza del passato quando Dio non era in nessuno dei nostri pensieri. Ma come possiamo riparare il fatto che in passato non abbiamo tenuto conto di Dio e della sua volontà? Sforzandoci nel servizio di Geova e dando così prova che ci pentiamo del nostro passato. Pietro ci esorta ad armarci di questa giusta disposizione mentale, “al fine di vivere il resto del [nostro] tempo nella carne, non più per i desideri degli uomini, ma per la volontà di Dio. Poiché vi basta il tempo passato nel fare la volontà delle nazioni quando compivate opere di condotta dissoluta”. (1 Piet. 4:2-11) Il profeta Giona è un buon esempio. Quando tornò in sé e comprese di essersi sottratto alla responsabilità che aveva verso Dio, si convertì e lo troviamo a proclamare ad alta voce: “Temo Geova l’Iddio dei cieli, Colui che ha fatto il mare e l’asciutto”. Inoltre dichiarò: “In quanto a me, con la voce del rendimento di grazie per certo sacrificherò a te. Ciò che ho votato, per certo pagherò. La salvezza appartiene a Geova”. (Giona 1:9; 2:9) Fu pronto a riparare la sua trascuratezza del passato; e così dovremmo far noi.
17. (a) Che cosa dovrebbero tenere presente gli attivi cristiani? (b) Come mostrò Paolo questa stessa preoccupazione?
17 Tenete pure presente che mentre Geova ci invita benignamente a partecipare all’intensa opera del Regno, si aspetta pure che manteniamo una buona condotta nelle quotidiane relazioni della vita. Essendo occupati nell’attività di predicazione, ma contemporaneamente abbassando la propria norma morale, daremmo prova di non servire per amore verso Dio. Servendo con l’errato motivo potremmo rendere senza valore tutta la nostra opera. Quindi mentre ci impegnano nell’opera del Signore, ognuno di noi cerchi l’approvazione di Dio su tutte le sue vie. Di questo si preoccupava l’apostolo Paolo, benché fosse un risoluto lavoratore, quando dichiarò: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo [sotto stretto controllo], affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Cor. 9:27.
18. Che cosa può proteggere dall’essere disapprovati da Dio?
18 Evitate d’essere disapprovati, rivestendo quella nuova personalità di cui parla la Bibbia. (Efes. 4:22-24; Col. 3:9, 10) Lasciate agire liberamente lo spirito di Dio affinché guidi ogni aspetto della vostra vita così che si manifesti il frutto dello spirito. Allora, amore, gioia, pace e gli altri frutti dello spirito influiranno favorevolmente sulle nostre relazioni gli uni con gli altri. Tale decisa coscienziosità da parte nostra è l’evidenza di un giusto motivo e di un cuore puro nel nostro servizio a Dio. — Gal. 5:16-25.
LA GIUSTA VEDUTA DELLA RICOMPENSA È UN UTILE INCENTIVO
19. Perché ci vuole anche la giusta veduta della ricompensa?
19 Ci vuole non solo la giusta veduta dell’opera di predicazione, ma la giusta veduta della ricompensa. Non v’ingannate, il lavorare per la ricompensa può davvero essere in armonia con il lavorare per amore verso Dio. In che senso? È Dio a offrire la ricompensa e a dire di sforzarci per ottenerla. In Tito 1:2 leggiamo: “In base alla speranza della vita eterna che Dio, che non può mentire, promise prima di tempi di lunga durata”. Pensando a quel promesso dono della vita Dio diede il sua unigenito Figlio Gesù Cristo come riscatto, “onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:14-16, 36) Avendo Dio provveduto tale prezioso dono, certo non può non amare quelli che con ogni diligenza cercano di riceverlo. E, per di più, le ispirate Scritture ci assicurano che “senza fede è impossibile essere accetto a lui, poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’egli è, e che è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebr. 11:6) E qual è tale ricompensa? Ricordate sempre che la ricompensa è la vita eterna in giuste condizioni nel nuovo ordine di Dio. Quindi, sforzatevi ora di ottenere la ricompensa e divenite qualificati per riceverla, mentre ce n’è ancora l’opportunità.
20, 21. (a) Come sarà la vita nel nuovo ordine di Dio? (b) Che cosa avranno le persone in ogni luogo, trasformando la terra in che cosa?
20 Come sarà diversa la vita nel nuovo ordine di Dio da ciò, che vediamo oggi! Ora un uomo può dedicare lunghe ore a costruire una casa e a coltivare un bel giardino, solo per morire all’improvviso e lasciarlo a qualcun altro. Ma nel promesso Nuovo Ordine l’uomo godrà dei risultati delle sue fatiche per anni senza fine. Considerate tutte le meraviglie dei cieli, del mare e della terra! I più abili scienziati non ne hanno che scalfito la superficie nel tentativo di capire la sapienza e i princìpi su cui si basa il nostro universo. La ricompensa della vita eterna che riceveranno allora gli integri servitori di Dio concederà loro ampie opportunità di studiare tutte queste meraviglie della creazione. Allora ci sarà il tempo di viaggiare per conoscere direttamente persone di tutte le razze e le creature animali di ogni parte della terra.
21 Soprattutto, in ogni luogo della terra si vivrà in pace e libertà come terreni figli di Dio. Non avranno i timori che avvelenano questo vecchio sistema di cose. Potranno servire Geova in qualsiasi cosa le loro mani si accingano a fare, poiché Dio farà in modo che ci sia significativo lavoro per tutti. No, non lavori che causano pesi o mettono in pericolo la propria vita o quella altrui, ma lavoro che ha relazione con la riabilitazione dell’uomo e la trasformazione di questa terra in un bel giardino paradisiaco.
22. Perché non è appropriato far correre troppo l’immaginazione quando si pensa al futuro nuovo sistema di cose?
22 Naturalmente, è bene evitare di far correre troppo l’immaginazione quando si pensa a condizioni del Nuovo Ordine che non sono promesse da Geova nella sua Parola la Bibbia. Non c’è nessun bisogno, per esempio, di addestrarsi ora per qualche attività che si spera di svolgere in quella meravigliosa èra, poiché ci sarà moltissimo tempo per acquistare allora tale addestramento e fare esperienza. Sotto il dominio del Regno di Dio si vivrà in un sistema dove non ci sarà da fare a gara col tempo. Il tempo segnerà ancora i giorni e gli anni, ma la vita senza fine renderà allora superfluo il bisogno della fretta.
23. Perché gli operai cristiani hanno la certezza della ricompensa, e quali esempi sono invitati a imitare?
23 La ricompensa per cui opera strenuamente il popolo di Dio è sicura, poiché è garantita dal Creatore stesso, di cui l’apostolo Paolo dichiarò fiduciosamente: “Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome”. (Ebr. 6:10) La vostra strenua opera nel proclamare la buona notizia del suo regno, e annunciare così il suo santo nome Geova, non rimarrà senza ricompensa. Certi di tale fatto, siate come Abraamo che mantenne incrollabilmente la sua fede nella parola che Dio gli aveva data: “Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo. La tua ricompensa sarà molto grande”. (Gen. 15:1) Siate anche come la Moabita Rut che accettò con piena fede la meravigliosa prospettiva offertale: “Geova ricompensi il tuo modo di agire, e vi sia per te un perfetto salario da Geova l’Iddio d’Israele, sotto le cui ali ti sei venuta a rifugiare”. (Rut 2:12) Sia consentito anche a voi di trovare la forza e il coraggio di cercare rifugio sotto le ali distese di Geova come suo collaboratore.
24. Perché l’opera del cristiano è la più alta causa che ci sia, e in vista di quale fine?
24 Mentre manifestate la giusta attitudine verso il lavoro non vorrete ridurre i vostri sforzi ma siate sempre desti per avere molto da fare nell’opera del Signore, facendo sempre di più, se possibile. (1 Cor. 15:58) Il servizio che rendiamo a Dio è la più alta forma di lavoro a cui l’uomo possa dedicarsi. È la più grande Causa che ci sia. Ha relazione con il Nome del nostro Dio e Creatore, Geova, e certo non è una causa persa. Piuttosto, è una causa trionfante, una causa che promette a quelli che diligentemente la promuovono una vita piena e soddisfacente ora con la prospettiva della vita senza fine nel nuovo ordine di Dio così vicino. Vi sia consentito di divenire qualificati per unirvi ora a noi in questa che è la più urgente di tutte le cause.