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  • w78 15/9 pp. 5-8
  • Cosa vi attira a Dio?

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  • Cosa vi attira a Dio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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  • Vedi anche
  • EVITIAMO DI ESSERE NEGATIVI
  • ATTIRATI DA PENSIERI POSITIVI
  • AVVICINIAMOCI MAGGIORMENTE A DIO
  • Sentimenti negativi: Come si possono vincere?
    Svegliatevi! 1992
  • Mantenete un atteggiamento positivo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
  • Come potete combattere i sentimenti negativi?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2010
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
w78 15/9 pp. 5-8

Cosa vi attira a Dio?

SARÀ capitato a molti, almeno qualche volta, in una serata fredda, di entrare in una stanza riscaldata dal fuoco che scoppiettava nel caminetto. Il bagliore del fuoco sembra attirarci involontariamente, senza alcun’intenzione o decisione consapevole da parte nostra. Oppure, non siamo attratti irresistibilmente verso la cucina quando, rientrando affamati dopo una giornata di lavoro, sentiamo lo stuzzicante profumo del nostro piatto preferito che cuoce lentamente sul fornello? E come reagiamo prontamente alla parola gentile o al caldo tono della voce di una persona cara o di un amico, specialmente se detta in un momento in cui ci sentiamo abbattuti o depressi.

Tali reazioni spontanee non sono casuali. Fanno parte del modo in cui il nostro Creatore ci ha progettati, di un’innata capacità di essere attratti da altri e di rispondere al richiamo delle comodità e del piacere. Questa qualità dell’“attrazione”, che ha origine da Dio, è un dono meraviglioso che fa piacere sia a chi attira che a chi è attirato. Fa parte della vita, perché siamo fatti a immagine di Dio. Ci permette inoltre di capire più chiaramente un altro aspetto della sua impareggiabile personalità. — Gen. 1:27.

Ci avviciniamo a Dio principalmente per evitare la punizione o la distruzione? Oppure con riconoscenza per i molti atti di bontà che Dio ha compiuti verso di noi? Non dovremmo sorprenderci apprendendo che Dio vuole attirare a sé le sue creature in modo positivo. Non costringe mai le sue creature a servirlo. La bontà di Dio e le sue mirabili qualità attirano a lui le persone sincere. Gesù Cristo ricorse alla stessa espressione nel promettere che avrebbe ‘attirato a sé uomini di ogni sorta’. (Giov. 12:32) Diede abbondante prova della bontà del Padre verso le sue creature con l’intento di ridestare nel loro cuore il desiderio di stringere una relazione con Geova. Il Sermone del Monte ne è un ottimo esempio. (Confronta Matteo 5:45-48). Tuttavia il Signore fu pronto a rilevare che Dio è la causa principale che attira a sé le creature. Gesù disse agli Ebrei: “Nessun uomo può venire a me se il Padre, che mi ha mandato, non lo attira”. — Giov. 6:44.

Il fatto che Gesù incoraggiasse pensieri positivi anziché negativi per attirarci a Dio non è nulla di nuovo. Allorché vi fu grande allegrezza quando l’arca di Dio venne portata a Gerusalemme dai Leviti, il re Davide mise in risalto il fatto che Geova è un Dio positivo, un Dio di bontà, cantando nel suo cantico di ringraziamento: “Rendete grazie a Geova, poiché egli è buono, poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito”. (1 Cron. 16:34) In seguito, quando il re Salomone pronunciò la preghiera della dedicazione, dopo che il tempio era stato completato e l’arca di Dio era stata posta in una dimora più permanente, tutti i figli d’Israele si prostrarono e inneggiarono spontaneamente alla bontà di Dio. (2 Cron. 7:3) Sin dai primi tempi il popolo di Dio ha pensato: “La buona mano del nostro Dio [è] su di noi”. — Esd. 8:18.

Dalla creazione dell’uomo, Dio volle che Adamo lo servisse spinto dalla riconoscenza per la Sua bontà. Gli provvide tutto ciò che gli era necessario. (Gen. 2:9) Richiamando prima l’attenzione sulla sua amorevole benignità verso Adamo, Dio proseguì dicendo: “D’ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male, non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morrai”. (Gen. 2:16, 17) Adamo aveva già una relazione con Dio simile a quella di un figlio col padre. La disubbidienza a Dio avrebbe infranto quella relazione ed era dunque giusto evitarla.

Queste informazioni dovevano servire di guida ad Adamo e alla sua discendenza, senza costituire affatto una privazione. Il comandamento indicava la linea di demarcazione: il limite dell’autorità di Adamo, verità che Adamo doveva conoscere, e anche le inevitabili conseguenze dell’oltrepassare quel limite. Era essenziale riconoscere la sovranità di Dio.

EVITIAMO DI ESSERE NEGATIVI

Oggi, seimila anni ci separano dalla perfezione che ebbero in origine i nostri primogenitori. Nella nostra condizione imperfetta, con le inevitabili prospettive di malattie e morte, oltre alle pressioni di questo sistema di cose malvagio che ci sovrastano, non dobbiamo sorprenderci osservando che a volte fattori negativi inducono effettivamente a pensare a Dio. La morte stessa può certamente esser considerata negativa. La Parola di Dio la descrive come un “nemico”, che sarà alla fine ridotto a nulla. (1 Cor. 15:26) L’esperienza penosa, negativa, di perdere una persona cara e la successiva esperienza positiva di venire a conoscenza della meravigliosa speranza della risurrezione dei morti può far sì che una persona sia attratta a Dio.

Quindi dobbiamo senz’altro ammettere che oggi nella vita esistono alcuni fattori negativi, e questi possono influire sulla nostra relazione con Dio. Ma dobbiamo notare che anche questi pensieri inizialmente tristi, negativi, possono produrre risultati positivi nella mente e nel cuore di chi impara a conoscere la compassione, l’aiuto e il conforto che Dio offre in momenti di dolorosa prova. Ciò, a sua volta, ci attira a Geova “il Padre delle tenere misericordie e l’Iddio d’ogni conforto”. — 2 Cor. 1:3.

In evidente contrasto con la via di Dio, che è di attirare a sé le creature, la via di Satana il Diavolo è di costringere gli altri a sottomettersi a lui e alle sue vie corrotte. Da quando divenne omicida, bugiardo, oppositore di tutto ciò che è buono e salutare, questo avversario di Geova Dio è ricorso alla coercizione e al timore della sofferenza per imporre la sottomissione alle sue empie vie. — Ebr. 2:15.

Nella sua astuzia il Diavolo ha fatto sì che il modo di pensare negativo permeasse ogni forma di falsa religione. Per esempio, le dottrine non scritturali dell’inferno di fuoco e del tormento dopo la morte sono molto diffuse nella cristianità. Anche le religioni al di fuori della cristianità insegnano le stesse spaventose idee di terribili punizioni.*

Il risultato di quest’infiltrazione del pensiero demonico nell’adorazione è stato che milioni di persone sincere pensano di essere costrette a rivolgersi a Dio, pensando di doverlo in qualche modo servire — placare — per evitare qualche terribile punizione. Il grado di timore può variare dall’estremo di lasciarsi vincere dal terrore da una parte, all’altro estremo di evitare del tutto la religione a causa dell’idea che Dio sia iroso, crudele, spietato e incontentabile.

I veri cristiani sono grati che questa veduta di Dio imperniata sulla punizione è una delle cose da cui la verità della Parola di Dio li ha resi liberi. Eppure è sempre presente il pericolo che qualcuno di noi possa essere contagiato da simili pensieri negativi in modo più sottile. Come? Forse potremmo lasciare che il pensiero della punizione per i nostri falli ed errori influisca eccessivamente sulla ragione per cui serviamo Dio.

È dunque necessario rammentarci costantemente che “tutti inciampiamo molte volte”, che ‘se Geova guardasse gli errori, chi potrebbe restare?’ (Giac. 3:2; Sal. 130:3) Questo ci aiuterà ad avere una veduta equilibrata di noi stessi e degli altri mentre continuiamo a sforzarci di “rivestire la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. (Efes. 4:24) Questa veduta equilibrata ci permette di renderci conto che, anche se ciascuno di noi manifestasse progresso nel rivestire la nuova personalità, nessuno può raggiungere lo stadio in cui non pecca e non ha bisogno ogni giorno che i suoi errori siano perdonati. — 1 Giov. 2:1, 2.

Se i nostri falli ed errori cominciano a dominare il nostro pensiero, la gioia che provammo quando inizialmente fummo attirati a Dio potrebbe svanire, fino al punto che non serviamo più per puro amore di Geova, delle sue qualità e di tutto ciò che ha fatto per noi. Quindi è bene chiedersi: Pensieri positivi o negativi mi spingono a continuare a servire Dio? Lo faccio con cuore volenteroso e felice? Oppure forse con l’idea di evitare la distruzione nell’imminente giorno di Har-Maghedon? — Eccl. 12:13; Riv. 16:15, 16.

ATTIRATI DA PENSIERI POSITIVI

Anche se pensieri positivi anziché negativi ci attirano a Dio e ci spingono a continuare a servirlo con cuore felice, ciò non toglie che sia necessario uno sforzo da parte nostra. L’apostolo Paolo è un ottimo esempio di uno il cui costante buono spirito e la cui felicità danno prova che serviva Dio con una mentalità positiva e una profonda gioia interiore. Nondimeno, egli disse che doveva ‘trattare con durezza il suo corpo e condurlo come uno schiavo’. (1 Cor. 9:27) A causa dell’imperfezione della carne, ciascuno di noi deve ‘combattere l’eccellente combattimento della fede’ in molti modi diversi. — 2 Tim. 4:7.

Spesso ‘la capacità di desiderare è presente in noi, ma la capacità di operare ciò che è eccellente non è presente’ e pur dilettandoci realmente nella legge di Dio, a volte troviamo ‘un’altra legge che combatte contro la legge della nostra mente e ci conduce prigionieri alla legge del peccato’. (Rom. 7:14-25) Ma lo straordinario effetto che si ottiene facendosi guidare dai pensieri positivi sulla bontà di Dio è che gioia, felicità e piacere predomineranno nella nostra vita. Questo più che compensa qualsiasi autodisciplina necessaria. — Gal. 5:22, 23.

AVVICINIAMOCI MAGGIORMENTE A DIO

Cosa possiamo dunque fare per avere e rinsaldare una mentalità positiva e una veduta spirituale? Per prima cosa dobbiamo essere consapevoli della necessità di sradicare dalla nostra mente pensieri negativi, scoraggianti, e il timore di venir meno, sostituendoli con le costruttive, positive, rincoranti promesse di Dio che si trovano nella sua Parola scritta, la Bibbia. La lettura e lo studio della Bibbia devono fare parte della nostra vita d’ogni giorno. Dovremmo prefiggerci uno studio più approfondito, che consenta alla potente sapienza di Geova Dio di colmarci la mente e il cuore mentre meditiamo su ciò che leggiamo.

Dovremmo sforzarci affinché le nostre preghiere siano più significative e specifiche, e forse pregare più spesso durante il giorno. Apriamo il cuore a Dio? Lo ringraziamo ogni giorno per le sue mirabili qualità e per le molte benedizioni che riceviamo? E inoltre, siamo “costanti nella preghiera”? — Rom. 12:12.

Queste sono cose fondamentali. Eppure sono sistemi semplici e infallibili per assicurarci che pensieri positivi, non negativi, ci attirino a Dio. Ci assicurano inoltre che una volta attratti a lui, potremo continuare a servirlo con cuore felice, ora e per sempre. — Ger. 9:24.

[Nota in calce]

Vedi il libro La Buona Notizia per renderti felice, pubblicato dalla Watch Tower Society, a pag. 104, dove è riprodotto un rotolo buddista che mostra i tormenti delle anime cattive nell’“inferno”.

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