Nascosta ai cattolici la speranza del millennio
CIELO o inferno! Che alternativa! Eppure queste sono le due prospettive messe dinanzi a milioni di cattolici, protestanti, ebrei e musulmani. Per i cattolici c’è anche il purgatorio prima di arrivare al cielo. Ma il timore dell’inferno e la speranza di andare in cielo sono così vaghi che molti sinceri credenti ne mettono in dubbio la realtà.
Non sorprende perciò il tono delle seguenti conversazioni avute dal giornalista francese Jacques Duquesne (egli stesso credente) con due cattolici praticanti: (Con un uomo) “Credete all’esistenza dell’inferno? — No, assolutamente, proprio no. . . . — E il paradiso? — È un luogo che non deve esistere. Proprio come l’inferno”. (Con una donna) “Secondo voi, cosa avviene dopo la morte? — Dopo la morte? Ebbene, da qualche anno io credo che non ci sia più nulla. — Cioè? — Più nulla vive. Tutti possono vedere che il corpo non vive più. E l’anima . . . l’anima è la stessa cosa. No, non so altro, non so. . . . — Ma voi credete lo stesso fermamente in Dio? — Sì, certo. — Che cos’è che vi spinge a credere? — È per sperare”. — Secondo lei, Dio chi è?, 1971, Mondadori editore.
È evidente che la Chiesa Cattolica non ha dato ai suoi fedeli una speranza che genera salde convinzioni. Dubbi e perfino miscredenza sono alcuni dei cattivi frutti ora raccolti da tutte le religioni tradizionali della cristianità. In molti paesi a maggioranza cattolica, la vaga e confusa speranza di una “beatitudine celeste” non è stata in grado di impedire che milioni di persone perdessero la fede e si volgessero al comunismo per soddisfare il loro naturale e legittimo desiderio di condurre una vita decorosa sulla terra. In cambio di un’incerta speranza di “felicità eterna” in cielo, molti sembrano disposti ad accontentarsi fiduciosamente di settant’anni sereni sulla terra. Ma anche questa speranza si dimostra illusoria.
DISPREZZO PER IL “MILLENARISMO”
Oggi molti sono “cristiani” all’acqua di rose, più interessati al presente che alla realizzazione della speranza cristiana. Un motivo è che le chiese della cristianità hanno distorto questa speranza. Parlano con disprezzo dei cristiani sinceri che sperano in un millennio durante il quale regnerà Cristo. Per esempio l’autorevole e voluminoso Dictionnaire de Théologie Catholique dà questa definizione del “millenarismo”: “Falsa credenza professata da quelli che aspettavano un regno temporale del Messia, regno che secondo loro sarebbe durato mille anni. . . Dal V secolo in poi non si è più parlato di millenarismo, se non molto raramente per opera di qualche setta eccentrica”.
Ma pur parlando con disprezzo di quelli che credono nel regno millenario del Messia, questo autorevole dizionario cattolico ammette che prima del V secolo si parlava di millenarismo. In altre parole, la speranza del millennio fu persa di vista nel V secolo. Perché? Conferma la storia ciò che rivela la Bibbia stessa, cioè che i primi cristiani credevano nel regno millenario di Cristo? E in tal caso com’è che la speranza del millennio è stata nascosta a milioni di cattolici e protestanti? Vediamo cosa dicono al riguardo note opere di consultazione e testi di storia.
TESTIMONIANZA DEI “PADRI DELLA CHIESA”
Opere di consultazione cattoliche riconoscono che molti dei primi “padri della chiesa” credevano in un regno millenario di Cristo, cioè nel millennio, e lo insegnavano. The Catholic Encyclopedia dice: “In seguito fra i cattolici un sostenitore del ‘millenarismo’ fu Papia, vescovo di Gerapoli e discepolo di San Giovanni [apostolo]. Disse di aver ricevuto la sua dottrina da contemporanei degli apostoli, e Ireneo narra che altri ‘Presbiteri’ [anziani] che avevano visto e udito il discepolo Giovanni avevano appreso da lui la credenza nel millenarismo come parte della dottrina del Signore. . . .
“La maggioranza dei commentatori riscontra idee millenariste nell’Epistola di Barnaba [inizi del II secolo] . . . Sant’Ireneo di Lione, nativo dell’Asia Minore, influenzato dai compagni di San Policarpo, adottò idee millenariste, discutendole e difendendole nella sua opera contro gli gnostici . . . San Giustino Martire, nel suo Dialogo con l’ebreo Trifone (cp. 80-81), oppone ai giudei la fede in un millennio . . . Testimone dell’ininterrotta credenza nel millenarismo nella provincia dell’Asia è San Melitone, vescovo di Sardi, del II secolo. . . .
“. . . Tertulliano, il protagonista del montanismo, espone la dottrina . . . secondo cui alla fine dei tempi sarebbe stato stabilito il grande regno promesso, la nuova Gerusalemme, che sarebbe durato mille anni. Tutti questi scrittori millenaristi si basano su vari passi dei libri profetici dell’Antico Testamento, su alcuni passi delle Lettere di San Paolo e sull’Apocalisse [Rivelazione] di San Giovanni”.
CHI È VERAMENTE “APOSTOLICO”
Uno dei principali argomenti usati dalla Chiesa Cattolica Romana per sostenere la propria superiorità sulle chiese protestanti e anche sui Testimoni di Geova è la sua pretesa di essere l’unica custode della tradizione cristiana trasmessa dai tempi degli apostoli. Un dizionario cattolico (A Catholic Dictionary) afferma: “La Chiesa Romana è Apostolica perché la sua dottrina è la fede che fu rivelata agli apostoli, fede che essa custodisce e spiega, senza aggiungervi o togliervi nulla”.
Eppure gli uomini citati da The Catholic Encyclopedia fra i fautori della speranza del millennio sono riconosciuti dalla stessa Chiesa Cattolica fra i primi “padri della chiesa”. Di due di loro (Policarpo e Papia) si dice che abbiano visto e udito l’apostolo Giovanni e incontrato discepoli che avevano conosciuto di persona Cristo stesso e altri apostoli. Tutti gli altri scrittori citati sono “Padri” o “Dottori” del II secolo o dell’inizio del III secolo, e tutti credevano nel regno millenario di Cristo.
Lo stesso autorevole Dictionnaire de Théologie Catholique arriva al punto di dire che i contemporanei di Papia, ancor più “intelligenti” e “accorti” di lui, “condividevano la sua credenza nel regno millenario e la consideravano uno dei dogmi essenziali della fede cristiana”. Questa stessa opera cattolica dice di Giustino Martire che, pur sapendo che alcuni dei suoi contemporanei non condividevano le sue opinioni sul millennio, riteneva di essere nella questione il “custode della dottrina più ortodossa”. Riguardo a Ireneo, questo dizionario dice: “Per lui il millenarismo è parte delle dottrine tradizionali. . . . Il pensiero di Sant’Ireneo sembra essere che senza il millenarismo non si possano spiegare correttamente le Scritture”. — Volume X, colonne 1761, 1762.
Perciò, chi si avvicina di più alla vera dottrina e tradizione apostolica: la Chiesa Cattolica Romana, che sdegnosamente chiama quelli che ancora credono nel regno millenario di Cristo ‘una setta eccentrica’, o i Testimoni di Geova, che hanno a cuore la speranza del millennio? Come mai questa speranza fu eliminata dai dogmi cattolici?
L’APOSTASIA DISTORCE LA SPERANZA CRISTIANA
Nell’articolo precedente abbiamo visto che, a causa dell’apostasia subentrata negli ultimi secoli prima dell’èra volgare, gli ebrei sostituirono la speranza della risurrezione con la dottrina pagana dell’immortalità innata dell’anima, e trasformarono l’originale speranza messianica in una speranza di natura politica. In modo analogo l’apostasia che, come predetto, si sviluppò fra i cristiani (Atti 20:29, 30; II Tess. 2:3; I Giov. 2:18, 19) distorse la speranza del millennio.
Lo studioso ebreo Hugh J. Schonfield dichiara: “L’allontanamento dei cristiani dalla speranza del regno terrestre di Dio non prevalse fino al II secolo”. “Nonostante gli appelli alla fedeltà, alla lealtà e alla perseveranza, molti cristiani rimanevano delusi e lasciavano la Chiesa o seguivano maestri che interpretavano in chiave meno terrena il carattere del cristianesimo”.
Riguardo a questo “allontanamento” dalla speranza del paradiso restaurato sulla terra dal celeste regno messianico, The New International Dictionary of New Testament Theology (Vol. 2, alla voce “Paradiso”) dichiara: “Nel corso della storia della chiesa molte rappresentazioni, idee e motivi extrabiblici entrarono a far parte del concetto di paradiso. . . . Le speculazioni [teologiche] della chiesa riguardo al paradiso e le credenze popolari sono anche legate al fatto che la dottrina dell’immortalità dell’anima prese il posto dell’escatologia neotestamentaria con la sua speranza della risurrezione dei morti e della nuova creazione (Riv. 21 s.), così che l’anima viene giudicata dopo la morte e va in paradiso, la cui collocazione è ora posta nell’aldilà”.
Così, con l’infiltrazione della dottrina greca dell’immortalità dell’anima i cristiani apostati trasferirono il paradiso dalla terra al cielo e abbandonarono la speranza iniziale in un millennio. A conferma di questo l’Encyclopædia Britannica (1977) ammette: “L’influsso del pensiero greco sulla teologia cristiana minò il concetto millenarista del mondo”.
IL NEOPLATONISMO SOSTITUISCE LA SPERANZA DEL MILLENNIO
La speranza del millennio fu quindi vittima dell’apostasia. I suoi nemici non si fermarono davanti a nulla pur di combatterla. Elencando gli avversari del millenarismo, il Dictionnaire de Théologie Catholique dice che il presbitero romano Caio (fine del II secolo-inizio del III) “al fine di sconfiggere il millenarismo negò senza mezzi termini l’autenticità dell’Apocalisse [Rivelazione] e del Vangelo di San Giovanni”. Lo stesso dizionario cattolico rivela che “San” Dionigi, vescovo di Alessandria nel III secolo, scrisse un trattato contro il millenarismo e “pur di impedire ai sostenitori d’esso di basare la loro credenza sull’Apocalisse di San Giovanni, non esitò a negare l’autenticità di quest’ultima”.
Questo dizionario cattolico in quindici volumi dice inoltre che Origene, “padre della chiesa” vissuto nel III secolo, condannò quelli che credevano nelle benedizioni terrene del millennio, accusandoli di ‘interpretare le Scritture come i giudei’. Perché mai Origene ce l’aveva tanto con il millenarismo? The Catholic Encyclopedia spiega: “A motivo del neoplatonismo su cui si basavano le sue dottrine . . . [Origene] non poteva schierarsi con i millenaristi”. Poiché condivideva il pensiero platonico sull’immortalità dell’anima, Origene fu costretto a trasferire nel reame spirituale le benedizioni terrene del regno millenario del Messia.
AGOSTINO NEGA L’ESISTENZA DEL MILLENNIO
Ma colui che, sia per i cattolici che per i protestanti, diede il colpo di grazia alla speranza del millennio fu senza dubbio “Sant’Agostino”, chiamato dall’Encyclopædia Britannica “il più grande pensatore cristiano dell’antichità” e “il crogiuolo in cui ebbe luogo la più completa fusione fra la religione del Nuovo Testamento e la tradizione platonica della filosofia greca”. Agostino si schierò energicamente contro l’originale speranza di un paradiso restaurato sulla terra durante il regno millenario di Cristo. The Catholic Encyclopedia afferma: “Infine S. Agostino si convinse che non ci sarebbe stato nessun millennio. . . . il grande Dottore . . . dà una spiegazione allegorica del capitolo 20 dell’Apocalisse. La prima risurrezione, di cui si parla in questo capitolo, si riferisce secondo lui alla rigenerazione spirituale che ha luogo al battesimo; il sabato di mille anni dopo i seimila anni di storia rappresenta tutta la vita eterna nel suo insieme . . . Questa spiegazione dell’illustre Dottore fu adottata dai successivi teologi occidentali, e il millenarismo nella sua forma iniziale non fu più sostenuto”.
Così l’originale speranza scritturale del millennio è stata nascosta non solo ai cattolici, ma anche ai protestanti. La Macropædia della Britannica (1977) rivela: “Il millenarismo allegorico di Agostino divenne la dottrina ufficiale della chiesa, e le credenze apocalittiche [l’attesa della distruzione finale del male e del trionfo del bene] finirono confinate nella clandestinità. . . . I riformatori protestanti luterani, calvinisti e anglicani non accettarono tali credenze, ma rimasero saldamente legati alle idee di Agostino”.
I teologi cattolici e protestanti applicano erroneamente a tutti i giusti la speranza celeste che la Bibbia offre a un limitato numero di cristiani chiamati a governare con Cristo in qualità di re, sacerdoti e giudici. (Riv. 20:4-6; Luca 22:28-30) Questi teologi offrono ai loro “fedeli” una vaga speranza di “felicità eterna” in cielo. Il proposito di Dio di far compiere la sua volontà “come in cielo così in terra” non compare affatto fra le cose in cui sperano. (Matt. 6:10, CEI) Eppure la Bibbia offre la meravigliosa speranza della vita eterna non solo in cielo per alcuni eletti, ma anche sulla terra per innumerevoli altri. Questa duplice speranza, strettamente connessa col regno millenario di Cristo, il millennio, sarà considerata più ampiamente nei due articoli che seguono.
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Tertulliano credeva che il regno promesso, una volta stabilito, sarebbe durato mille anni
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Origene condivideva il concetto platonico dell’immortalità dell’anima, e rifiutava l’idea di un regno millenario sulla terra
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Agostino fuse la filosofia greca con gli insegnamenti biblici e negò che ci sarebbe stato un millennio