Il Giudizio Universale
“QUANDO morirai, solo la tua anima sarà tormentata; quello sarà per essa un inferno: ma nel giorno del giudizio il tuo corpo si unirà alla tua anima, e allora avrai un doppio inferno, mentre la tua anima stillerà gocce di sangue e il tuo corpo sarà straziato dal dolore”.
COSÌ il predicatore del secolo scorso C. H. Spurgeon descriveva il punto di vista ecclesiastico sul giorno del giudizio e sulle sofferenze dei dannati. Michelangelo concepiva tale giorno in maniera altrettanto terrificante, come si nota dal famoso affresco del “Giudizio Universale” che si può ammirare a Roma nella Cappella Sistina (e da cui è tratto il particolare riprodotto qui sopra). Commentando quest’opera, la New Encyclopædia Britannica osserva: “Il Cristo giudicante è un dio tonante più che un salvatore cristiano, e si preoccupa più di dannare la razza umana che di accogliere in cielo i beati”.
La dottrina della cristianità
Nei secoli scorsi, il giorno del giudizio e le fiamme dell’inferno erano tra gli argomenti prediletti per i sermoni. Predicatori come C. H. Spurgeon tuonavano dai pulpiti descrivendo vividamente gli atroci tormenti che attendevano i peccatori. Oggi è raro udire prediche di questo genere, tuttavia l’inferno di fuoco e il giudizio universale sono tuttora insegnamenti ufficiali della maggior parte delle chiese.
La maggioranza delle religioni della cristianità è grosso modo d’accordo con l’insegnamento cattolico secondo cui il giudizio di Dio si articola in due tempi. Prima c’è il “giudizio particolare”. Quando una persona muore, la sua ipotetica anima immortale viene immediatamente giudicata e assegnata per l’eternità o all’inferno o al cielo.a Poi c’è il giudizio finale, o universale, alla fine dei tempi, quando i corpi dei morti saranno risuscitati e riuniti alle loro anime immortali.
Nel giorno del giudizio, le anime che sono in cielo vi rimangono e sono riunite a corpi resi incorruttibili. Anche quelli che soffrono all’inferno vi rimangono, e le loro anime sono anch’esse riunite a corpi risuscitati, incorruttibili. Secondo alcuni, questo intensifica le loro sofferenze. Quelli che sono ancora vivi come uomini non muoiono: sono giudicati mentre sono ancora vivi e vanno, per così dire “anima e corpo”, diritto in cielo o all’inferno.
Il pensiero di soffrire indicibili tormenti all’inferno ha reso l’intero argomento del giudizio finale operato da Gesù Cristo qualcosa di pauroso. Per questo motivo, vi sorprendereste se scopriste che, in realtà, i giudizi di Dio sono spesso motivo di gioia, e che il Giorno del Giudizio sarà uno dei periodi più felici di tutta la storia umana? Com’è possibile?
[Nota in calce]
a I cattolici credono che ci sia anche una terza possibilità: una punizione temporanea in purgatorio prima di entrare in cielo.
[Fonte dell’immagine a pagina 3]
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