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Atti — Approfondimenti al capitolo 5Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Gamaliele Maestro della Legge menzionato due volte nel libro degli Atti, qui e in At 22:3. Pare si tratti di quello che nelle fonti extrabibliche è conosciuto come Gamaliele il Vecchio. Gamaliele era il nipote, o forse il figlio, di Hillel il Vecchio, ritenuto il padre di una scuola di pensiero più liberale all’interno del gruppo dei farisei. Gamaliele era così stimato che pare sia stato il primo a essere chiamato con il titolo onorifico “rabbàn”. Esercitò una profonda influenza sulla società giudaica del suo tempo occupandosi della formazione di molti figli di farisei, tra cui Saulo di Tarso (At 22:3; 23:6; 26:4, 5; Gal 1:13, 14). Spesso interpretò la Legge e le tradizioni in un modo che sembra rivelare una certa apertura mentale. Per esempio si dice che abbia promosso leggi che tutelavano le donne da mariti privi di scrupoli e le vedove da figli snaturati, e che abbia sostenuto che i non ebrei poveri avessero lo stesso diritto alla spigolatura degli ebrei poveri. Questo atteggiamento tollerante è evidente da come trattò Pietro e gli altri apostoli (At 5:35-39). La letteratura rabbinica, comunque, dimostra che Gamaliele attribuiva più importanza alla tradizione rabbinica che alle Sacre Scritture. Nel complesso quindi i suoi insegnamenti erano simili a quelli di tanti rabbi che lo avevano preceduto e dei capi religiosi dei suoi giorni (Mt 15:3-9; 2Tm 3:16, 17; vedi Glossario, “farisei”; “Sinedrio”).
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