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Romani 11:24Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
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24 Se infatti tu sei stato tagliato dall’olivo che è selvatico per natura e, contro natura, sei stato innestato sull’olivo domestico, tanto più questi che sono rami naturali potranno essere nuovamente innestati sul proprio olivo!
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Romani — Approfondimenti al capitolo 11Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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contro natura, sei stato innestato sull’olivo domestico Di solito i coltivatori innestavano rami di un olivo coltivato, o domestico, su un olivo selvatico. In questo modo l’olivo selvatico avrebbe prodotto frutti di qualità migliore, paragonabili ai frutti prodotti dall’olivo coltivato. Il processo inverso, ovvero l’innesto di rami di un olivo selvatico su un olivo coltivato, era piuttosto inusuale e difficilmente avrebbe dato buoni risultati. Comunque alcuni coltivatori del I secolo a volte adottavano questa pratica. (Vedi Galleria multimediale, “Innesto di un ramo d’olivo”.) Rifacendosi a una procedura del genere, che poteva risultare inusuale se non innaturale o contro natura, Paolo rende ancora più significativo questo esempio. Fa riferimento all’olivo domestico per spiegare come si è adempiuto il proposito di Dio riguardo al patto abraamico. Paragona quelli che fanno parte della discendenza di Abraamo a rami di questo simbolico olivo (Ro 11:21). I cristiani non ebrei vengono paragonati a rami di un olivo selvatico perché in precedenza erano esclusi dal popolo di Dio, Israele, i cui componenti erano discendenti di Abraamo ed eredi del patto concluso con lui (Ef 2:12). Ma quando alcuni ebrei, i rami dell’olivo domestico, mostrarono mancanza di fede, furono rigettati da Dio e vennero “tagliati” (Ro 11:20). Geova dispose che dei non ebrei fossero innestati al posto dei rami improduttivi (Gal 3:28, 29). Proprio come i rami di un olivo selvatico diventano rigogliosi quando vengono innestati in un olivo coltivato, così i cristiani non ebrei ‘beneficiano della ricchezza [lett. “grassezza”] della radice’ di quell’olivo. Questo simbolico innesto operato da Dio mette in risalto la sua immeritata bontà verso i cristiani non ebrei e toglie loro ogni ragione di vanto (Ro 11:17; confronta Mt 3:10; Gv 15:1-10).
olivo domestico Questa espressione traduce il greco kallièlaios, composto dal termine per “olivo” preceduto da un prefisso che deriva da kalòs. Kalòs significa “buono”, “ottimo”, “eccellente”; contiene in sé l’idea di qualcosa di idoneo ad adempiere la propria funzione, proprio come un olivo che viene coltivato perché dia frutti ottimi e abbondanti. Qui l’olivo domestico, o coltivato, è messo in contrapposizione all’olivo che è selvatico (agrièlaios, lett. “olivo di campo”).
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