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Romani — Approfondimenti al capitolo 15Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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servitore pubblico Il sostantivo greco leitourgòs deriva dai termini laòs, “popolo”, ed èrgon, “lavoro”. In origine era usato dagli antichi greci in riferimento a qualcuno che svolgeva un lavoro per le autorità civili, di solito a spese proprie, a beneficio della comunità. Si trattava di una consuetudine comune anche nel mondo romano. Nella Bibbia questo termine di solito si riferisce a chi svolge un incarico sacro. Il termine affine leitourgìa è frequentemente usato nella Settanta in riferimento ai “compiti” (Nu 7:5) e al “servizio” (Nu 4:28; 1Cr 6:32 [6:17, LXX]) svolti dai sacerdoti presso il tabernacolo e presso il tempio di Geova a Gerusalemme. Qui Paolo usa leitourgòs in riferimento a sé stesso, visto che proclamava la buona notizia di Dio quale “apostolo delle nazioni”, ovvero dei non ebrei (Ro 11:13). Questa sua predicazione era effettivamente un servizio di grande utilità pubblica, in particolare per le persone delle nazioni.
Svolgo la santa opera Questa espressione traduce il verbo greco hierourgèo, che compare solo qui nelle Scritture Greche Cristiane e che denota il compiere un incarico sacro, l’officiare come sacerdote. La “santa opera” che Paolo svolgeva aveva a che fare con la proclamazione della buona notizia di Dio, il messaggio cristiano rivolto a persone di tutte le nazioni. (Vedi approfondimenti a Ro 1:1; 1:9.) Usando questo verbo, Paolo dimostra di rendersi conto della natura sacra e della serietà dell’opera. Il verbo hierourgèo è affine al verbo reso “servire come sacerdote” (hieratèuo) in Lu 1:8 e al sostantivo tradotto “tempio” (hieròn) che ricorre in Mt 4:5 e in molti altri versetti. Forse a motivo di ciò che questo verbo richiama, Paolo allude ai sacrifici offerti dai sacerdoti presso il tempio quando paragona le nazioni che accettano il messaggio a un’offerta fatta a Dio. Quell’offerta era approvata da Dio e benedetta con il suo spirito (Ro 1:1, 16).
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