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1 CorintiIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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15:32 w83 15/5 14; w82 15/5 22; w77 719; g77 8/3 4; w75 542; ts 13; w74 7, 569; w73 422; g73 22/5 18; g73 22/11 6; g70 8/2 3; g63 8/4 4
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1 Corinti — Approfondimenti al capitolo 15Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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ho combattuto a Efeso con le bestie feroci Spesso i romani giustiziavano i criminali gettandoli in pasto alle bestie nelle arene. Alcuni studiosi ritengono che questo tipo di condanna non potesse essere inflitta a un cittadino romano, come lo era Paolo, ma ci sono attestazioni storiche relative ad alcuni cittadini romani che furono effettivamente gettati in pasto ad animali feroci o costretti a combatterli. Ciò che Paolo dice in 2Co 1:8-10 potrebbe benissimo descrivere un episodio all’interno di un’arena. Se si trovò ad affrontare delle bestie letterali, probabilmente Paolo riuscì a scampare per intervento divino. (Confronta Da 6:22.) Questa eventuale esperienza sarebbe una delle tante in cui Paolo si trovò “in pericolo di morte” durante il suo ministero (2Co 11:23). Altri studiosi avanzano l’ipotesi che qui Paolo usi l’espressione “bestie feroci” in senso figurato per indicare la feroce opposizione incontrata a Efeso (At 19:23-41).
mangiamo e beviamo, perché domani moriremo Qui Paolo cita Isa 22:13, dov’è riassunto l’atteggiamento dei disubbidienti abitanti di Gerusalemme, i quali, di fronte alla distruzione incombente, invece di pentirsi si erano dati a una vita di piaceri. È possibile che Paolo abbia citato queste parole perché rispecchiavano bene il pensiero di chi negava la risurrezione. Tra coloro che non credevano nella risurrezione c’erano ad esempio gli epicurei, i quali si concentravano sul godimento del presente. Ma come sottolinea Paolo la risurrezione è una realtà, pertanto questa speranza fornisce ai cristiani non solo validi motivi ma anche la forza necessaria per continuare a fare sacrifici (1Co 15:58).
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