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2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Satana non prevalga su di noi O “Satana non ci inganni”, “Satana non si approfitti di noi”. Al tempo in cui Paolo scrisse 1 Corinti, Satana aveva corrotto la congregazione di Corinto. I suoi componenti erano stati troppo indulgenti: avevano permesso a un uomo malvagio di continuare a praticare immoralità sessuale senza tener conto del disonore arrecato al nome di Dio. Per questo motivo Paolo li aveva ripresi (1Co 5:1-5). In seguito, però, l’uomo si era sinceramente pentito. Se i fratelli fossero andati all’estremo opposto rifiutandosi di perdonarlo, Satana avrebbe prevalso su di loro in un altro modo: sarebbero stati duri e spietati proprio come lo è lui, e quell’uomo, anche se pentito, si sarebbe sentito davvero scoraggiato.
non ignoriamo i suoi stratagemmi Paolo non sta semplicemente dicendo che “conosciamo i suoi stratagemmi”. Qui usa una litote, cioè una figura retorica che consiste nell’attenuare un’espressione negando il suo contrario, con l’effetto di enfatizzarla. (Un esempio di litote si trova in At 21:39, dove Tarso viene definita “una città non certo sconosciuta”, a indicare che era importante.) Per questo motivo alcune traduzioni enfatizzano il concetto espresso da Paolo con rese come “conosciamo bene i suoi disegni” o “conosciamo fin troppo bene le sue macchinazioni”.
stratagemmi O “intenzioni”, “disegni”, “macchinazioni”. Il termine greco qui usato è nòema e deriva da noùs, che significa “mente”. Qui comunque si riferisce ai disegni malvagi di Satana, alle sue intenzioni. Usando tutta la sua astuzia, Satana escogita modi per indurre i cristiani a smettere di servire Dio. I Vangeli, come pure altri libri scritti in precedenza, ad esempio quello di Giobbe, smascherano le strategie di Satana (Gb 1:7-12; Mt 4:3-10; Lu 22:31; Gv 8:44). Più avanti, in questa stessa lettera, Paolo scrive che “il serpente con la sua astuzia sedusse Eva” e che “Satana stesso finge di essere un angelo di luce” (2Co 11:3, 14). Ecco perché in questo versetto dice che non ignoriamo i suoi stratagemmi. Secondo alcuni qui Paolo fa un sottile gioco di parole, che potrebbe essere reso “alla nostra mente non sfugge la sua mente”, cioè il suo modo di pensare malvagio.
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