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Colossesi — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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è in lui [...] che risiede corporalmente tutta la pienezza dell’essenza divina Il contesto indica che il fatto che in Gesù Cristo risieda questa “essenza divina”, o qualità divina, non lo rende uguale a Dio Onnipotente, come sostengono alcuni. Nel capitolo precedente Paolo afferma: “A Dio infatti è piaciuto di far dimorare in lui [cioè in Cristo] tutta la pienezza” (Col 1:19). Perciò è dal Padre che Cristo ha ricevuto “la pienezza dell’essenza divina”. In Col 1:15 Paolo dice che Gesù è “l’immagine dell’Iddio invisibile”, non è Dio stesso. Col 1:19-22 parla della riconciliazione che Dio rende possibile per mezzo di Cristo, e Col 2:12 spiega che Dio lo ha risuscitato dai morti. Inoltre poco più avanti Paolo aggiunge che “Cristo è seduto alla destra di Dio” (Col 3:1). Dai versetti menzionati si comprende quindi che godere di questa “pienezza” non rende Gesù Cristo identico a Dio, l’Onnipotente; i due non sono la stessa persona.
essenza divina O “qualità divina”, “divinità”. Questa espressione include tutte le eccellenti qualità del Padre celeste e Dio di Gesù Cristo, qualità che si trovano anche in lui. Il termine originale theòtes, che ricorre solo qui nelle Scritture Greche Cristiane, ha la stessa radice di theòs (“dio”), ma ha un significato diverso. Molti lessici lo definiscono “natura divina”, “divinità”. Nei testi di antichi autori greci il termine era usato per indicare una condizione che poteva essere ottenuta o persa a seguito del comportamento tenuto. Se ne deduce che veniva utilizzato a proposito di esseri creati, e che quindi non è da riferirsi esclusivamente al Dio onnipotente ed eterno, Geova. Ci sono pertanto valide ragioni per intendere theòtes come un riferimento alla natura divina e non a Dio stesso.
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