Mercoledì 23 novembre
Sia santificato il tuo nome (Matt. 6:9)
Questa è una delle cose più importanti per cui Gesù disse di pregare. Ma cosa vogliono dire queste parole? Santificare significa rendere santo, sacro o puro. Alcuni, però, potrebbero chiedersi: “Il nome di Geova non è già santo, sacro e puro?” Per rispondere vediamo a cosa ci riferiamo quando parliamo del nome di una persona. Un nome non è solo una serie di lettere. La Bibbia dice: “Un buon nome è da preferire a grandi ricchezze” (Prov. 22:1; Eccl. 7:1). Perché un nome può avere un valore così grande? Perché si riferisce alla reputazione della persona che lo porta, a ciò che gli altri pensano di lei. Quindi la cosa più importante non è come si scrive o si pronuncia un nome: ciò che conta davvero è chi o cosa quel nome rappresenta nella mente delle persone. Quando le persone dicono menzogne riguardo a Geova, stanno lanciando un attacco alla sua reputazione. In questo modo cercano di infangare il suo nome. w20.06 3 parr. 5-7
Giovedì 24 novembre
O Geova, sono scosso, e ti chiedo: “Fino a quando?” (Sal. 6:3)
Quando viviamo situazioni stressanti potremmo arrivare a farci dominare dall’ansia. Per esempio, potremmo iniziare a pensare che non guadagneremo abbastanza per procurarci il necessario oppure che ci ammaleremo e non potremo lavorare o addirittura perderemo il lavoro. Potremmo anche iniziare a dubitare che rimarremo leali a Dio se tentati di infrangere una sua legge. O magari potremmo aver paura di non riuscire a mantenere l’integrità quando tra poco Satana farà in modo che il popolo di Dio venga attaccato. Potremmo chiederci: “È sbagliato essere preoccupati per queste cose?” Gesù disse ai suoi discepoli: “Smettete di essere ansiosi” (Matt. 6:25). Cosa significa questo? Gesù si aspetta forse che i cristiani non provino mai ansia? No. Dopotutto, nel passato alcuni leali servitori di Geova dovettero fare i conti con l’ansia, ma non persero per questo la sua approvazione (1 Re 19:4). Gesù disse quelle parole per il nostro bene. Non voleva che ci preoccupassimo così tanto delle cose necessarie da mettere in secondo piano il servizio che rendiamo a Dio. w21.01 3 parr. 4-5
Venerdì 25 novembre
Il capo della donna è l’uomo (1 Cor. 11:3)
Il marito deve rendere conto a Geova e a Gesù di come tratta la propria famiglia (1 Piet. 3:7). Dato che è il Capo della sua famiglia universale, Geova ha l’autorità di stabilire delle norme riguardo a come dovrebbero comportarsi i suoi figli e di farle rispettare (Isa. 33:22). Anche Gesù, essendo il capo della congregazione cristiana, ha il diritto di stabilire e far rispettare delle norme (Gal. 6:2; Col. 1:18-20). Sulla base del modello dato da Geova e da Gesù, il capofamiglia cristiano ha l’autorità di prendere decisioni per la propria famiglia (Rom. 7:2; Efes. 6:4). Comunque la sua autorità ha dei limiti. Ad esempio, le norme che stabilisce dovrebbero basarsi sui princìpi biblici (Prov. 3:5, 6). Inoltre il capofamiglia non ha l’autorità di stabilire delle norme per chi è al di fuori della sua cerchia familiare (Rom. 14:4). E quando un figlio o una figlia non vive più con i suoi continua a rispettare suo padre ma non è più sotto la sua autorità (Matt. 19:5). w21.02 2-3 parr. 3-5