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Nativi americani: La fine di un’eraSvegliatevi! 1996 | 8 settembre
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della sua vita apparve in pubblico nel “Circo del West” di Buffalo Bill. Quello che era stato un illustre condottiero non era che un’ombra del potente stregone di un tempo.
Nel 1890 Toro Seduto (il cui nome lakota era Tatanka Iyotake) fu ucciso da due poliziotti indiani che erano stati mandati ad arrestarlo. I suoi assassini erano sioux “dal petto di metallo” (ovvero con il distintivo della polizia): il tenente Testa di Toro e il sergente Tomahawk Rosso.
Quello stesso anno, la resistenza indiana al predominio dell’uomo bianco fu definitivamente piegata con il massacro del torrente Wounded Knee, nelle Grandi Pianure americane. Lì circa 320 uomini, donne e bambini sioux in fuga furono massacrati dalle truppe federali armate di cannoni a fuoco rapido Hotchkiss. I soldati dissero che quella era la loro vendetta per il massacro dei loro commilitoni, Custer e i suoi uomini, sulle alture che davano sul fiume Little Big Horn. Così finirono 200 anni di guerre sporadiche e scaramucce tra i coloni americani invasori e le tribù locali assediate.
Ma come avevano fatto i nativi americani a stabilirsi nell’America Settentrionale? Che tipo di vita conducevano prima che l’uomo bianco mettesse piede nel Nordamerica?b Cosa determinò la loro sconfitta e sottomissione? E qual è la condizione attuale degli indiani in un paese dominato dai discendenti dei primi immigrati europei? Queste e altre domande saranno prese in esame negli articoli che seguono.
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Da dove venivano?Svegliatevi! 1996 | 8 settembre
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Da dove venivano?
“COME ci chiamavamo prima che arrivasse Colombo? . . . In ogni tribù, ancor oggi, se si traduce il termine che ciascuno di noi, indipendentemente dagli altri, dava a se stesso, si tratta sempre di un termine che significa fondamentalmente la stessa cosa. Nella nostra lingua [narragansett] è ‘ninuog’, cioè la gente [in lingua navaho, diné], gli esseri umani. È così che ci chiamavamo. Perciò quando arrivarono qui i pellegrini [europei], sapevamo chi eravamo noi, ma non sapevamo chi erano loro. Così li chiamammo ‘awaunageesuck’, cioè gli stranieri, perché erano loro gli estranei, erano loro quelli che non conoscevamo, mentre fra noi ci conoscevamo. E noi eravamo gli esseri umani”. — Quercia Alta, della tribù narragansett.
Ci sono molte teorie sull’origine dei nativi americani.a Joseph Smith, il fondatore dei mormoni, come pure il quacchero William Penn e altri credevano che gli indiani fossero ebrei, discendenti delle cosiddette dieci tribù disperse di Israele. La spiegazione attualmente accettata dalla maggioranza degli antropologi è che, attraverso un braccio di terra o via mare, alcune tribù asiatiche si siano stanziate in quelli che ora sono l’Alaska, il Canada e gli Stati Uniti. Anche le analisi del DNA sembrano confermare questa idea.
I nativi americani: origini e credenze
Gli editori nativi americani Tom Hill (della tribù seneca) e Richard Hill sr. (della tribù tuscarora) scrivono nel loro libro Creation’s Journey—Native American Identity and Belief (Il viaggio della creazione: Identità e credenze dei nativi americani): “Quasi tutti i popoli nativi credono tradizionalmente di essere stati creati dalla terra stessa, dalle acque o dalle stelle. Gli archeologi, invece, teorizzano l’esistenza di un grande braccio di terra attraverso lo stretto di Bering grazie al quale gli asiatici sarebbero emigrati nelle Americhe; questi asiatici, secondo la loro teoria, furono i progenitori dei popoli indigeni dell’emisfero occidentale”. Alcuni nativi americani accolgono con scetticismo la teoria dello stretto di Bering formulata dall’uomo bianco. Preferiscono credere alle proprie storie e leggende. Si considerano gli abitanti originali dell’America anziché esploratori arrivati dall’Asia.
Nel suo libro An Indian Winter (Inverno indiano), Russell Freedman spiega: “Secondo le credenze dei mandan [una tribù che viveva nei pressi dell’alto corso del fiume Missouri], il Primo Uomo era uno spirito potente, un essere divino. Era stato creato nel remoto passato dal Signore della Vita, il creatore di tutte le cose, per fare da mediatore fra i normali esseri umani e gli innumerevoli dèi, o spiriti, che popolavano l’universo”. Tra le credenze dei mandan c’era persino la leggenda di un diluvio. “Una volta, quando un grande diluvio si abbatté sul mondo, il Primo Uomo salvò la gente insegnando loro a costruire una torre protettiva, o ‘arca’, che si sarebbe innalzata sopra le acque. In suo onore, ogni villaggio mandan aveva un modello in miniatura di quella torre mitica: un palo di cedro alto circa un metro e mezzo, circondato da un recinto di assi di legno”.
I mandan avevano come simbolo religioso anche “un alto palo ricoperto di piume e pelliccia, in cima al quale c’era un’orrenda testa di legno, dipinta di nero”. Chi poteva rappresentare? “Questa effigie rappresentava Ochkih-Haddä, uno spirito maligno che aveva
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