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Ofra, IIAusiliario per capire la Bibbia
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corretto parlare in cifra tonda di ‘settanta’ uccisi”. — The Soncino Books of the Bible, Giosuè e Giudici, ed. A. Cohen, p. 234.
Questa Ofra si trovava evidentemente nel territorio di Manasse a O del Giordano e forse nelle vicinanze di Sichem (Gios. 17:7), dato che questa era la città della concubina di Gedeone dalla quale nacque Abimelec. — Giud. 8:31.
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OgAusiliario per capire la Bibbia
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Og
Potente amorreo re di Basan (I Re 4:19) che gli israeliti sconfissero prima di entrare nella Terra Promessa. Uno dei giganteschi refaim. Infatti la sua enorme bara di ferro (un sarcofago o forse il suo sostegno) misurava circa 4 m per 1,8. Og e Sihon regnavano sugli amorrei a E del Giordano. (Deut. 3:11, 13; 4:46, 47) Il dominio di Og si estendeva dal monte Ermon al torrente Iabboc, regione a E del Giordano nella quale c’erano sessanta città fortificate e numerosi villaggi rurali. (Deut. 3:3-5, 8-10; Gios. 12:4, 5; confronta Numeri 21:23, 24). Le sue città principali erano Edrei e Astarot. — Deut. 1:4; Gios. 13:12.
Og fu sconfitto verso la fine dei quarant’anni di peregrinazione, poco prima che gli israeliti si accampassero nella pianura di Moab. Dopo aver sconfitto Sihon, gli israeliti si scontrarono a Edrei con le forze di Og e, in una schiacciante vittoria riportata con l’aiuto di Dio, uccisero Og e tutto il suo esercito e si impadronirono di città e villaggi. (Num. 21:33-22:1; Deut. 3:1-13) Il territorio di Og fu incluso nell’eredità di Manasse. (Num. 32:33; Deut. 3:13; Gios. 13:29-31) La vittoria terrorizzò gli abitanti di Canaan e contribuì a indurre Raab e i gabaoniti a fare pace con Israele per non essere sterminati anche loro. (Gios. 2:10, 11; 9:9, 10) La vittoria fu di grande incoraggiamento per Israele e molti secoli dopo era ancora ricordata. — Deut. 31:4; Nee. 9:22; Sal. 135:10-12; 136:17-22.
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OlibanoAusiliario per capire la Bibbia
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Olibano
[ebr. levohnàh, levonàh; gr. lìbanos].
Prodotto da vari tipi di Boswellia, alberi che appartengono alla famiglia delle Burseracee come il terebinto e le piante che producono balsamo e mirra. Sono grandi alberi, con foglie lucenti e dentellate, e fiori a forma di stella, bianchi o verdi con le punte rosa. Originari dell’India, dell’Arabia, di parti dell’Africa e delle Indie Orientali. Nel Cantico di Salomone è menzionato, evidentemente in senso figurativo, il “colle dell’olibano”; questo potrebbe però indicare la coltivazione di tali alberi nei parchi della reggia di Salomone. — Cant. 4:6, 12-16; Eccl. 2:5.
L’olibano era uno degli articoli principali portati dalle carovane di mercanti orientali che percorrevano le vie delle spezie dal S dell’Arabia fino a Gaza presso il Mediterraneo e a Damasco. Riferimenti scritturali indicano che in tal modo veniva importato in Palestina da Saba. — Isa. 60:6; Ger. 6:20.
L’olibano si ottiene facendo incisioni nella corteccia o scortecciando a più riprese l’albero; così trasuda un succo biancastro (dopo diverse incisioni è macchiato di giallo o di rosso) che forma gocce lunghe circa cm 2,5. Quando viene raccolto, l’olibano è una gommoresina odorosa in piccoli pezzetti o grani dal sapore amaro che, bruciati, emanano un profumo fragrante. — Cant. 3:6.
A parte i riferimenti del Cantico di Salomone, l’olibano è menzionato nelle Scritture Ebraiche sempre in relazione all’adorazione. (Confronta II Corinti 2:14-16). Era uno degli ingredienti del santo incenso usato nel santuario (Eso. 30:34-38), veniva messo sulle offerte di grano (Lev. 2:1, 2, 15, 16; 6:15; Ger. 17:26; 41:4, 5), e su ogni pila di pane di presentazione del santuario. (Lev. 24:7) Non faceva invece parte delle offerte per il peccato (Lev. 5:11) né della “offerta di grano di gelosia”. (Num. 5:15) Questo senza dubbio perché tali offerte avevano a che fare con un errore o peccato, e non venivano fatte come sacrificio di lode o rendimento di grazie a Geova.
Viene menzionato che l’olibano era conservato nei locali del tempio ricostruito, dopo il ritorno dall’esilio in Babilonia. (I Cron. 9:29; Nee. 13:5, 9) Gli astrologi orientali che visitarono il piccolo Gesù portarono con sé olibano (Matt. 2:11), e questo prodotto è menzionato fra le merci vendute a Babilonia la Grande prima della sua distruzione. (Riv. 18:8-13) Il celeste vaso d’oro per l’incenso di Rivelazione 8:3, 5 è detto in greco libanotòs, termine derivato dal nome ebraico dell’“olibano”.
[Figura a pagina 902]
Ramoscello di “Boswellia thurifera”, uno degli alberi da cui si estrae l’olibano
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OlioAusiliario per capire la Bibbia
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Olio
L’olio d’oliva era il grasso liquido più usato dagli ebrei. Le olive nere ben mature producevano più olio, ma quelle ancora verdi, che però cominciavano a cambiare colore, producevano l’olio di miglior qualità. Colto con cura il frutto dagli alberi, si eliminavano foglie e ramoscelli rimasti fra le olive, che venivano portate al frantoio.
La polpa dell’oliva matura contiene circa il 50 per cento di olio, olio di diversa qualità secondo il metodo seguito per la spremitura. Il migliore, chiamato “olio puro di ulive schiacciate”, era prodotto mediante un procedimento molto semplice prima di mettere le olive nello strettoio. (Lev. 24:2) Prima di tutto le olive venivano messe in un mortaio e battute fino a ridurle in poltiglia, oppure a volte venivano pigiate coi piedi. (Mic. 6:15) Poi la poltiglia veniva raccolta in cesti da cui si lasciava gocciolare l’olio “vergine”. L’olio purissimo veniva conservato in anfore di terra e la polpa trasferita nello strettoio.
L’olio comune era ottenuto schiacciando ben bene le olive in un mortaio o con una macina a mano. Una volta spremuto l’olio dalla polpa, lo si lasciava chiarire in tini o giare d’argilla.
Olio di qualità più scadente si otteneva spremendo la polpa residua in uno strettoio. La poltiglia minuta veniva ammucchiata in cesti fra i due pilastri verticali del frantoio. Una pesante leva era applicata alla pila di cesti per spremerne l’olio, che veniva poi immesso in grandi recipienti per essere chiarito. Qui l’olio veniva a galla, separandosi dai frammenti di polpa e dall’acqua sottostante prima di essere versato in grandi anfore di terra o in serbatoi speciali. — Confronta II Cronache 32:27, 28; vedi STRETTOIO.
SIMBOLO DI PROSPERITÀ
Grande prosperità era indicata dall’espressione ‘tini che traboccano d’olio’. (Gioe. 2:24) Lo sventurato Giobbe rimpiangeva l’abbondanza di un tempo quando “la roccia [gli] versava ruscelli l’olio”. (Giob. 29:1, 2, 6, NW) Geova fece figurativamente succhiare a “Giacobbe”, cioè
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