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Eliab, un Giudeo non idoneo per il regnoLa Torre di Guardia 1978 | 15 novembre
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lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io stesso conosco bene la tua presunzione e la cattiveria del tuo cuore, perché sei sceso allo scopo di vedere la battaglia”. (1 Sam. 17:28) Eliab non cercò di accertare i fatti, ma trasse una conclusione affrettata riguardo al fratello. Insinuò che Davide non si curasse delle poche pecore che la famiglia aveva, per la quale la perdita di anche una sola di esse sarebbe stata un duro colpo. Ma nulla poteva essere più lontano dalla verità. In difesa del gregge di suo padre, Davide aveva in precedenza ucciso sia un orso che un leone. (1 Sam. 17:34, 35) Esprimendo questa preoccupazione per le pecore, Eliab manifestò anche mancanza di equilibrio. Si accendeva per una questione di minore importanza se paragonata con la contesa molto più importante suscitata da Golia. Il Filisteo biasimava in effetti Geova, il Dio d’Israele, e questo Davide lo riconobbe chiaramente.
Basandosi sulla semplice supposizione, Eliab andò ancora oltre. Accusò Davide d’essere presuntuoso, d’essersi preso arrogantemente la libertà di venire sul luogo della battaglia. Giudicò inoltre che Davide avesse motivi errati, che avesse un cuore malvagio. La ragione che Eliab diede fu: “Perché sei sceso allo scopo di vedere la battaglia”. Questo sottintende che, secondo Eliab, il suo fratello minore volesse abbandonare il suo lavoro per vedere qualcosa di emozionante.
Difendendosi dalle false accuse, Davide rispose: “Che cosa ho fatto ora? Non è stata solo una parola?” In effetti, Davide disse: ‘Su che cosa basi le tue accuse? In realtà che cosa ho fatto? Non ho diritto di fare domande per sapere cosa sta accadendo?’ Questo pose fine alla questione. Davide si informò ulteriormente e infine continuò a mostrare profonda fede in Geova, riportando la vittoria su Golia. — 1 Sam. 17:29, 36-51.
Con quanto vigore il summenzionato episodio illustra perché Eliab non era il migliore da scegliere per il regno! Senza nessuna vera prova, si affrettò ad attribuire motivi errati a suo fratello Davide. Non aveva piena fede in Geova, poiché non agì in seguito agli insulti del filisteo Golia. Non vide quanto fosse di vitale importanza togliere dal nome di Geova il biasimo recato dal Filisteo, essendo evidentemente più preoccupato per poche pecore. Per certo un uomo che mostrava tale mancanza di fede, coraggio, equilibrio e buon giudizio non sarebbe stato scelto da Geova per regnare. Colui che esamina i cuori, Geova, non si era sbagliato scegliendo Davide, il figlio minore di Iesse, anziché il suo primogenito. — 1 Sam. 13:14.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1978 | 15 novembre
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Domande dai lettori
● La Bibbia dice che Mosè fu pieno di vigore fino alla sua morte. (Deut. 34:7) Perché, allora, in Deuteronomio 31:2, Mosè dice che avendo centovent’anni non poteva più “uscire ed entrare” dinanzi agli Israeliti in qualità di loro condottiero?
Basilarmente, pare che l’argomento che Mosè esprimeva in Deuteronomio 31:2 era che non gli sarebbe stato più permesso di “uscire ed entrare” dinanzi agli Israeliti per condurli alla Terra Promessa.
Questo argomento non è reso chiaro in alcune traduzioni, poiché Deuteronomio 31:2 è reso come se Mosè dicesse che era fisicamente incapace di condurre il popolo. Per esempio, la traduzione di Ronald Knox legge: “Ecco, sono un uomo di centovent’anni, non più capace di condurvi nelle vostre spedizioni; e inoltre, il Signore mi ha detto che non sono destinato ad attraversare il corso del Giordano”. — Deut. 31:2, il corsivo è nostro.
Ma è del tutto ovvio che Mosè non poté aver detto che era incapace di condurre la nazione per il fatto che era decrepito. Lo sappiamo perché, dopo la sua morte, di Mosè fu scritto: “E Mosè aveva alla sua morte centovent’anni. Il suo occhio non si era indebolito, e la sua forza vitale non l’aveva abbandonato”. — Deut. 34:7.
Quindi Mosè era evidentemente molto vigoroso. Pur non essendo ovviamente robusto come un giovane forte, era eccezionale per la sua età; non era stato inabilitato dalla vecchiaia. Fino alla sua morte era in grado di condurre il popolo.
Ma alla fine Mosè cedette la direttiva del popolo a Giosuè, il quale, pur essendo alquanto più giovane, aveva esperienza, capacità e lo spirito di Dio. (Eso. 24:13; 33:11; Num. 27:18; Deut. 31:3; 34:9; Gios. 14:7-11) Nel far ciò, la ragione principale fu di mettere Giosuè in grado di condurre il popolo nella Terra Promessa, il che Dio non permetteva a Mosè di fare.
Questo pensiero è chiaro in alcune traduzioni della Bibbia. Per esempio, ecco come Isaac Leeser rende Deuteronomio 31:2: “In questo giorno ho centovent’anni; non sono più in grado di uscire ed entrare, poiché il SIGNORE mi ha detto: Tu non oltrepasserai questo Giordano”. E la Traduzione del Nuovo Mondo rende così il versetto: “Io ho oggi centovent’anni. Non mi sarà più permesso di uscire ed entrare, come Geova mi ha detto: ‘Non passerai questo Giordano’”. — Deut. 31:2.
Pertanto, pur essendo ancora un uomo abbastanza vigoroso per la sua età, Mosè disse giustamente che non poteva più “uscire ed entrare” dinanzi alla nazione che si preparava ad attraversare il Giordano.
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Programma di studioLa Torre di Guardia 1978 | 15 novembre
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Programma di studio
24 dicembre: Partecipiamo con gioia all’opera di Geova insieme a Gesù Cristo. Pagina 16. Cantici: 38, 10.
31 dicembre: Collaboratori nella messe. Pagina 21. Cantici: 28, 40.
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Il costo della vita vi preoccupa?La Torre di Guardia 1978 | 15 novembre
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Il costo della vita vi preoccupa?
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