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“Un solo Geova”: In che senso?Svegliatevi! 1979 | 22 marzo
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Ciò che dice la Bibbia
“Un solo Geova”: In che senso?
AGLI israeliti che erano alla soglia della Terra Promessa Mosè dichiarò: “Ascolta, o Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova”. (Deut. 6:4) Che cosa intese dire Mosè?
Prima di rispondere a questa domanda, varrà la pena di esaminare ciò che pensano alcuni secondo i quali le parole di Mosè significano che Dio è una “trinità” di tre persone coeguali e coeterne unite a formare un solo Dio.
Ne cercano la prova nella parola resa “Dio” (elohim), che in ebraico è plurale. Si suppone che il plurale indichi che Dio è più di una persona. Un’ulteriore conferma di questa veduta viene ricercata nella parola ebraica resa “un solo” (ehhad). A volte gli scrittori della Bibbia usano questo termine per intendere l’unità fra più persone, come nel caso di marito e moglie che sono “una sola carne”. (Gen. 2:24) In base a ciò si sostiene che l’espressione “un solo Geova” significhi un’“unità composta” di tre persone in una.
Consideriamo l’asserzione basata sul termine plurale elohim, che in ebraico vuol dire Dio. Non significa assolutamente che Dio sia più di una persona. Spesso in ebraico una parola plurale indica una sola cosa o persona. Aaron Ember scrive in The American Journal of Semitic Languages and Literatures (Vol. XXI, luglio 1905): “In ebraico parecchi fenomeni dell’universo erano indicati con espressioni plurali perché ispiravano alla mente ebraica un’idea di grandezza, maestà, grandiosità e santità”. Per citare un esempio, Ember rileva che “il re persiano è designato in vari passi del [Vecchio Testamento] col [plurale] melakhim ‘re’, cioè Il Gran Re, e l’Impero Persiano con il [plurale] mamlakhoth, ‘regni’, cioè Il Gran Regno”. Riguardo alla parola ebraica resa Dio, lo stesso autore dichiara:
“Sono state proposte varie teorie per spiegare l’uso della forma plurale elohim come titolo dell’Iddio d’Israele. La meno plausibile è l’idea dei vecchi teologi, a cominciare da Pietro Lombardo (12º secolo), che abbiamo nella forma plurale un riferimento alla Trinità. . . . Che la lingua del [Vecchio Testamento] abbia interamente abbandonato l’idea di pluralità in elohim (applicato all’Iddio d’Israele) è specialmente mostrato dal fatto che viene costruito quasi invariabilmente con un predicato verbale singolare, e prende un attributo aggettivale singolare. . . . elohim si deve spiegare piuttosto come un plurale intensivo, indice di grandezza e maestà, equivalente al Gran Dio. Corrisponde ai plurali adonim [“signore”] e baalim [“proprietario”, “signore”] usati in riferimento a esseri umani”.
Non c’è dunque nessun fondamento per arguire dal plurale ebraico elohim che Dio sia più di una persona.
Che dire dell’asserzione che la parola ebraica resa “un solo” in Deuteronomio 6:4 indichi che Dio è una combinazione di più persone? È anch’essa priva di solido fondamento, poiché nelle Scritture “un solo” significa di frequente uno a esclusione degli altri. Per esempio: “Esiste uno, ma non un secondo”; “due sono meglio di uno”; “una sola è la mia colomba, la mia irriprovevole. Una sola che appartiene a sua madre”. — Eccl. 4:8, 9; Cant. 6:9.
Possiamo ora tornare alla domanda posta all’inizio di questo articolo: Cosa significano le parole: “Geova nostro Dio è un solo Geova”?
Il contesto rivela che Mosè aveva appena terminato di ripetere a “tutto Israele” i Dieci Comandamenti. (Deut. 5:1-22) Il primo di essi comandava a Israele: “Non devi mai avere altri dèi contro la mia faccia”. (Deut. 5:7) Dichiarando che l’Iddio d’Israele era “un solo Geova”, Mosè evidentemente si opponeva a due aspetti della falsa adorazione praticata dalle nazioni gentili. In che senso?
Anzitutto, quelle nazioni erano politeiste, cioè adoravano molti dèi. In contrasto, Israele aveva un solo Dio, Geova. L’apostolo Paolo espresse appropriatamente questo pensiero dicendo: “Benché ci siano quelli che son chiamati ‘dèi’, sia in cielo che sulla terra, come ci sono molti ‘dèi’ e molti ‘signori’, effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre”. — 1 Cor. 8:5, 6.
In secondo luogo, anche quando i gentili adoravano un particolare dio, spesso quel dio aveva numerosi aspetti, ciascuno dei quali era caratteristico di una certa località. Prendiamo, per esempio, il dio Baal. Le Scritture rivelano che diverse località avevano diversi Baal, come Baal di Peor a Moab, Baal-Berit a Sichem e Baal-Zebub a Ecron. (Num. 25:3, 5; Giud. 8:33; 2 Re 1:2-6) In quanto all’effetto che questo aveva sull’unicità dell’iddio riverito, al principio del 19º secolo l’orientalista E. F. C. Rosenmüller fece notare che “non solo [i gentili adoravano] molti dèi, ma con un’assurda pratica religiosa anche uno stesso dio era venerato come se si moltiplicasse con diversi nomi in molti altri dèi assai diversi”.a Quando persone di varie località adoravano vari “Baal”, ciascuno con le proprie caratteristiche, era come se Baal fosse molti dèi. Un’opera di consultazione più recente lo spiega in questo modo:
“Le molte rappresentazioni ‘locali’ dell’adorazione di Baal potrebbero essere paragonate a quelle dell’adorazione cattolica romana di Maria. Come si può parlare di Notre Dame [Nostra Signora] di Parigi, o di Lourdes, o del Nord, si può anche parlare del Signore [Baal] di Sapan, o di Sidone, o di Ugarit, pur pensando a semplici varianti di un unico personaggio”. — Theological Dictionary of the Old Testament, Vol. II (1975), pag. 186.
In contrasto con tali superstizioni, Mosè dichiarò che l’Iddio d’Israele era “un solo Geova”. Questo indicava che Geova era il solo e unico Dio, e doveva essere adorato come uno solo, non come se fosse stato diviso in vari aspetti, o ‘Geova’ locali, come nel caso dei “Baal”. — Giud. 2:11; 3:7; 8:33.
Secondo le Scritture, si avvicina a grandi passi il giorno in cui tutta l’umanità riconoscerà l’unicità di Geova. A questo riguardo, Dio dichiarò per mezzo del profeta Zaccaria: “Geova deve divenire re su tutta la terra. In quel giorno Geova sarà l’unico, e unico il suo nome”. (Zacc. 14:9) Ciò significa che l’intera famiglia umana riconoscerà la sovranità di Geova. Egli sarà l’unico Dio adorato. E si renderà sacro servizio a Geova, non come se fosse diviso in numerosi aspetti diversi da una località all’altra, ma come una sola persona e tramite una sola forma di adorazione, unica in tutto il mondo. (Vedi Efesini 4:4-6). A quel tempo ci sarà unanime accordo in tutta la terra: “Geova nostro Dio è un solo Geova”.
[Nota in calce]
a Da Scholia in Deuteronomium di Rosenmüller (“Note su Deuteronomio”).
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Perché mi chiamano “pesce candela”Svegliatevi! 1979 | 22 marzo
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Perché mi chiamano “pesce candela”
● Salve! Sono un rappresentante d’acqua salata della famiglia degli Osmeridi e mi troverete nel Pacifico Settentrionale. È vero, sono piuttosto piccolo, essendo lungo appena una ventina di centimetri. Ma sono squisito! Almeno così la pensano molti. Dato che la mia carne gustosa è ricercata, i pescatori mi pescano nei fiumi che da febbraio ad aprile risalgo per riprodurmi. Ma perché mi hanno chiamato “pesce candela”? Tutto cominciò anni fa con l’usanza degli indiani abitanti lungo la costa occidentale dell’America del Nord. Seccavano i miei simili e poi li usavano come torce o candele.
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