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“La pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”La Torre di Guardia 1981 | 15 marzo
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nel tuo cuore, e prova il conforto e la tranquillità che essa reca. Continua a fare la volontà di Dio e confida nel tuo Padre celeste perché benedica i tuoi sforzi di servirlo. Questo è ciò che veramente conta nella vita. Il successo e il senso di realizzazione della persona devota dipendono da obiettivi e punti di vista spirituali. Il salmista disse correttamente: “Felice è l’uomo che non ha camminato nel consiglio dei malvagi . . . Ma il suo diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte. E per certo diverrà come un albero piantato presso corsi d’acqua, che dà il suo proprio frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce, e ogni cosa che fa riuscirà”. — Sal. 1:1-3.
17. (a) Per avere il massimo successo, cosa dobbiamo fare? (b) Cosa possiamo fare per aiutare altri a trovare “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”?
17 Non potremmo avere miglior successo nella vita che quello di stringere e conservare un’intima relazione con Geova Dio. Il vivo desiderio di piacergli ci spingerà a onorarlo con parole e opere devote, a far del bene al prossimo e ad annunciare a tutti “la gloriosa buona notizia del felice Iddio”. (I Tim. 1:11) La nostra gioia sarà grande se, con la benedizione del nostro Padre celeste, potremo aiutare altri a conoscere i suoi meravigliosi propositi e a stringere una preziosa e dedicata relazione con lui. Anche loro, come noi, impareranno quindi a far fronte alle ansietà della vita, e cominceranno a provare “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”.
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Rispettiamo umilmente la disposizione di Geova come fanno gli angeliLa Torre di Guardia 1981 | 15 marzo
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Rispettiamo umilmente la disposizione di Geova come fanno gli angeli
L’ESERCITO assiro, forte di oltre 185.000 uomini, era accampato nel bassopiano di Libna, dall’altro lato dell’altopiano della Giudea, a una quarantina di chilometri di distanza. Aveva lasciato dietro di sé una scia di città devastate e di cadaveri mutilati. L’ultimo obiettivo era Gerusalemme.
Il re giudeo Ezechia si rendeva conto che una liberazione da parte di forze umane era impossibile. Il portavoce assiro aveva intimato la capitolazione ed era quindi tornato al campo assiro a Libna. Ma Ezechia supplicò Dio con fervore: “O Geova nostro Dio, salvaci, ti prego, dalla sua mano, affinché tutti i regni della terra conoscano che solo tu, o Geova, sei Dio”. (II Re 19:19) La preghiera di Ezechia fu subito esaudita, quella stessa notte.
Il giorno dopo giunse infatti notizia a Ezechia che durante la notte l’angelo di Geova aveva abbattuto 185.000 guerrieri nel campo assiro di Libna. (II Re 19:35) Di conseguenza il re Sennacherib fece immediatamente ritorno in Assiria. Che terrificante manifestazione di potenza aveva potuto vedere!
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