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NeemiaAusiliario per capire la Bibbia
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l’occasione Neemia dispose che due grandi cori di rendimento di grazie e processioni facessero il giro delle mura in direzioni opposte. Così avvenne e tutti si incontrarono presso il tempio per offrire sacrifici. Inoltre alcuni uomini furono incaricati di occuparsi delle contribuzioni per i sacerdoti e i leviti. — Nee. 12:27-47.
Circa dodici anni dopo, nel trentaduesimo anno del regno di Artaserse, Neemia lasciò Gerusalemme. Al suo ritorno trovò fra gli ebrei condizioni deplorevoli. Il sommo sacerdote Eliasib aveva costruito nel cortile del tempio una sala da pranzo per Tobia, l’uomo che un tempo si era perfidamente opposto all’opera di Neemia. Neemia intervenne immediatamente. Scaraventò fuori della sala da pranzo tutti i mobili di Tobia e diede ordine che la sala da pranzo venisse purificata.
Inoltre Neemia prese provvedimenti per assicurare le contribuzioni per i leviti e far osservare rigorosamente il sabato. E prese misure disciplinari nei confronti di coloro che avevano preso mogli straniere, i cui figli avuti da queste donne non erano neanche in grado di parlare la lingua dei giudei: “E trovavo da ridire su di loro e invocavo su di loro il male e colpivo alcuni d’essi e strappavo loro i capelli e li facevo giurare a Dio: ‘Non dovreste dare le vostre figlie ai loro figli, e non dovreste accettare alcuna delle loro figlie per i vostri figli o per voi stessi’”.
Il fatto che Neemia ‘trovò da ridire’ su quegli uomini significa senza dubbio che li riprese e li rimproverò mediante la legge di Dio, denunciando il loro errore. Costoro portavano il disfavore di Dio sulla nazione ripristinata, dopo che Dio li aveva benignamente fatti tornare da Babilonia per ristabilire la vera adorazione a Gerusalemme. Neemia ‘invocò su di loro il male’ pronunciando i giudizi della legge di Dio contro questi trasgressori. Li ‘colpì’, probabilmente non di persona, ma ordinando che venissero flagellati con un’azione giudiziaria ufficiale. ‘Strappò loro [parte dei] capelli’, in segno di indignazione morale e ignominia di fronte al popolo. (Confronta Esdra 9:3). Neemia poi scacciò il nipote del sommo sacerdote Eliasib, che era diventato genero dell’oronita Sanballat. — Nee. 13:1-28.
IL NOTEVOLE ESEMPIO DI NEEMIA
Neemia è uno straordinario esempio di fedeltà e devozione. Fu altruista poiché abbandonò la posizione preminente di coppiere alla corte di Artaserse per intraprendere la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Poiché c’erano molti nemici, Neemia fu pronto a esporsi al pericolo per difendere il suo popolo e la vera adorazione. Non solo diresse il lavoro di ricostruzione delle mura di Gerusalemme, ma vi prese anche personalmente parte attiva. Non perse tempo, fu coraggioso e intrepido, confidò pienamente in Geova e agì sempre con prudenza. Zelante per la vera adorazione, Neemia conosceva la legge di Dio e la metteva in pratica. Si preoccupò di rafforzare la fede degli altri israeliti. Dimostrò di avere giusto timore di Geova Dio. Pur facendo rispettare con zelo la legge di Dio non tiranneggiava gli altri per motivi egoistici, ma si preoccupava per gli oppressi. Non chiese mai il pane che spettava al governatore. Anzi provvide a proprie spese viveri per un buon numero di persone. (Nee. 5:14-19) Giustamente Neemia poté pregare: “Ricordati di me, o mio Dio, in bene” — Nee. 13:31.
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Neemia, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Neemia, libro di
Libro delle Scritture Ebraiche che descrive soprattutto avvenimenti accaduti mentre Neemia era governatore di Giuda e immediatamente prima. (Nee. 5:14; 13:6, 7) Le parole iniziali di questo libro ispirato, scritto quasi sempre in prima persona, identificano lo scrittore: “Neemia figlio di Acalia”. — Nee. 1:1.
QUANDO FU SCRITTO E QUALE EPOCA ABBRACCIA
Il mese di chislev (novembre-dicembre) di un certo ventesimo anno è il punto di partenza della narrazione storica. (Nee. 1:1) Da Neemia 2:1 risulta trattarsi del ventesimo anno del regno di Artaserse. Ovviamente in questo caso il ventesimo anno non viene calcolato a partire dal mese di nisan (marzo-aprile), perché il chislev del ventesimo anno non avrebbe preceduto il nisan (menzionato in Neemia 2:1) dello stesso ventesimo anno. Può dunque darsi che Neemia seguisse un suo calcolo del tempo, facendo iniziare l’anno lunare col mese di tishri (settembre-ottobre), che per gli ebrei è tuttora il primo mese dell’anno civile. Un’altra possibilità è che i persiani, a differenza dei babilonesi, calcolassero la durata del regno del loro re a partire dall’autunno o dalla data effettiva dell’ascesa al trono del monarca. Potrebbe essere così anche se gli scribi babilonesi continuarono a calcolare nel modo consueto gli anni del regno del re di Persia da nisan a nisan, come risulta dalle loro tavolette cuneiformi.
Attendibili prove storiche e l’adempimento della profezia biblica (vedi ARTASERSE n. 3) indicano che l’anno in cui cadde il nisan del ventesimo anno del regno di Artaserse fu il 455 a.E.V. Quindi il chislev precedente il nisan di quel ventesimo anno cadde nel 456 a.E.V. e il trentaduesimo anno del regno di Artaserse (l’ultima data menzionata in Neemia [13:6]) incluse parte del 443 a.E.V. Perciò il libro di Neemia abbraccia un periodo che va dal chislev del 456 a.E.V. fino a qualche tempo dopo il 443 a.E.V.
Nel trentaduesimo anno del regno di Artaserse Neemia partì da Gerusalemme. Al suo ritorno trovò che gli ebrei non avevano sostenuto i sacerdoti e i leviti, la legge del sabato era stata violata, molti avevano sposato donne straniere, e i figli nati da tali matrimoni misti non sapevano neanche parlare la lingua dei giudei. (Nee. 13:10-27) Perché le condizioni si fossero deteriorate a tal punto, l’assenza di Neemia doveva essersi protratta per un considerevole periodo di tempo. Ma non c’è modo di determinare quanto tempo dopo il 443 a.E.V. Neemia abbia terminato il libro che porta il suo nome.
D’ACCORDO CON GLI ALTRI LIBRI BIBLICI
Il libro di Neemia esalta Geova Dio. Rivela che è il Creatore (Nee. 9:6; confronta Genesi 1:1; Salmo 146:6; Rivelazione 4:11), che è un Dio che esaudisce le preghiere sincere dei suoi servitori (Nee. 1:11-2:8; 4:4, 5, 15, 16; 6:16; confronta Salmo 86:6, 7) e che è il Difensore del suo popolo. (Nee. 4:14, 20; confronta Esodo 14:14, 25). È un “Dio di atti di perdono, clemente e misericordioso, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità” (Nee. 9:17; confronta Numeri 14:18), il ‘Dio dei cieli, Dio grande e tremendo, che mantiene il patto e l’amorevole benignità verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti’. — Nee. 1:5; confronta Deuteronomio 7:9, 10, 21.
Nel libro di Neemia ci sono numerose allusioni alla Legge. Queste riguardano le calamità risultanti dalla disubbidienza e le benedizioni che derivano dal pentimento (Lev. 26:33; Deut. 30:4; Nee. 1:7-9), i prestiti (Lev. 25:35-38, Deut. 15:7-11; Nee. 5:2-11), le alleanze
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