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Trovata la vera religioneLa Torre di Guardia 1969 | 1° marzo
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così fa quello che dico e non quello che faccio’.
“Dopo questo colloquio seppi che la religione giusta doveva essere altrove. Cominciai dunque a cercare di chiesa in chiesa, leggendo intorno a varie religioni, sempre col ministero di Gesù come modello. Dopo aver cercato per circa due anni senza successo, cominciai a chiedermi come Dio potesse aspettarsi che le persone lo adorassero se non aveva una religione che imitava Gesù, per dar loro il giusto esempio.
“Un giorno un amico mi chiese di andare a ritirare degli indumenti sporchi presso una cliente del suo negozio di pulitura a secco. Quando vi andai, la cliente mi diede una rivista Torre di Guardia, chiedendomi di leggerla e di farle sapere che cosa ne pensavo. Quando le riportai gli abiti puliti le dissi che non avevo mai letto una rivista con tante citazioni e scritture indicate della Bibbia. Mi invitò ad assistere a una conferenza nella Sala del Regno dei testimoni di Geova. Accettai, pensando fra me: Perché non a una Sala del Regno? giacché sono andato a tante altre chiese.
“Era all’ultimo piano, e mentre salivo le scale ricordo di aver pensato sorridendo: Questa chiesa mi porterà più vicino al cielo di qualsiasi altra che abbia provato. Ma quando entrai nella sala rimasi sbalordito: niente croci, né fotografie di cuori sanguinanti, né Gesù con un agnello in braccio, né altare, ma solo persone di diverse razze sedute tranquillamente l’una di fianco all’altra. E durante il sermone udii citare e spiegare più versetti scritturali di quanti ne avessi uditi da tutti gli altri ecclesiastici ascoltati in passato.
“Dopo la conferenza chiesi a un Testimone seduto accanto a me riguardo alla Trinità. In pochi momenti soltanto mi diede ampia prova con la Bibbia stessa, mostrandomi che questa non era una dottrina biblica. Chiesi poi riguardo al significato dell’anno 1914, menzionato quel giorno dall’oratore. Egli mi spiegò con la cronologia biblica l’importanza di quella essenziale data, sostenendo il suo argomento scritturale con una tabella di date che scrisse direttamente per me.
“La mia lunga ricerca della religione giusta finì quel giorno. Questo era esattamente ciò che avevo cercato, la religione che seguiva il modello del ministero di Gesù, e dava a tutti i cristiani il privilegio di addestrarsi per il ministero. Fu un momento felice della mia vita. Ringraziai Dio di avermi avvicinato al suo popolo”.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1969 | 1° marzo
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Domande dai lettori
● Qual è il significato di Proverbi 14:17? La versione della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture differisce da quella di altre traduzioni. — L. A., Stati Uniti.
Proverbi 14:17 dice, secondo la Traduzione del Nuovo Mondo: “Chi presto si adira commetterà stoltezza, ma l’uomo che ha capacità di pensare è odiato”. La Versione Riveduta de La Sacra Bibbia dice: “Chi è pronto all’ira commette follie, e l’uomo pien di malizia diventa odioso”. Ora, non v’è dubbio che “chi presto si adira commetterà stoltezza” o che “chi è pronto all’ira commette follie”. Ma che dire della frase “l’uomo pien di malizia diventa odioso”? Varie traduzioni sono d’accordo con la Versione Riveduta de La Sacra Bibbia rendendo la frase in questo modo, mentre la Traduzione del Nuovo Mondo sembra esprimere un pensiero diverso dicendo: “L’uomo che ha capacità di pensare è odiato”.
Prima, notiamo com’è resa questa frase da certi traduttori moderni. La Sacra Bibbia edita da Garzanti dice: “L’uomo che riflette pazienta molto”. La traduzione (inglese) di Lamsa dalla Pescitta dice: “Ma il saggio è moderato”. La Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni dice: “L’uomo riflessivo sopporta”. La Revised Standard Version dice pure: “Ma l’uomo discreto è paziente”. Degna di nota, comunque, è la sua nota in calce sulla parola “paziente”, che mostra che l’ebraico dice “è odiato”. Tuttavia si vede che queste moderne traduzioni parlano di “uomo che riflette”, “saggio” e “uomo discreto”. Il pensiero fondamentale è molto simile a quello espresso dalla Traduzione del Nuovo Mondo, che parla dell’“uomo che ha capacità di pensare”.
L’espressione “capacità di pensare” è resa dalla parola ebraica mezimmáh al numero plurale. Mezimmáh significa “piano, di solito malvagio (macchinazione), talvolta buono (sagacia)”. La parola ebraica si può dunque usare in
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