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Come avere successo nel servizio di pioniereLa Torre di Guardia 1971 | 15 novembre
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alcuna persona vi scoraggi o vi svii da questo meraviglioso privilegio di servizio. Non tutti possono fare il pioniere, ma tu che lo puoi fare, mantieni l’andatura e continua la corsa. Ricorda che nel ministero, sia come proclamatore di congregazione che come pioniere, la corsa non è per i veloci, per i giovani, per i forti, ma per tutti quelli che confidano in Geova. (Isa. 40:28-31) Ciò che conta in questa corsa non è la velocità ma la perseveranza. Incoraggiamo voi tutti che lo potete non solo a iniziare, ma più essenzialmente a restare nel meraviglioso servizio del nostro Dio Geova.
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Monotonia e futilità o stabilitàLa Torre di Guardia 1971 | 15 novembre
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Monotonia e futilità o stabilità
MOLTO tempo fa, il re Salomone, grande osservatore della natura, e dotato da Dio di insolita sapienza, scrisse:
“Il sole ha rifulso, e il sole è tramontato, e viene ansando al suo luogo dove rifulgerà. Il vento va a sud, e gira a nord. Gira e rigira di continuo, e il vento torna ai suoi giri. Tutti i torrenti invernali vanno al mare, eppure il mare stesso non è pieno. Al luogo dove i torrenti invernali vanno, lì tornano ad andare. Tutte le cose sono faticose; nessuno ne può parlare. L’occhio non si sazia di vedere, né l’orecchio si empie dall’udire”. — Eccl. 1:5-8.
Presentandosi di continuo all’occhio e all’orecchio questa incessante processione di avvenimenti che si ripetono, ed essendo la durata della vita dell’uomo imperfetto così breve, le apparenze possono indicare che tutto sia monotono e finisca nella vanità. Ma come Salomone continuò a mostrare, la vera causa della frustrazione è la situazione che l’uomo si è creata, cercando molte cose che in realtà non gli occorrono. Salomone lo provò a se stesso mediante l’esperienza, procurandosi grandi ricchezze, case, giardini, servitori, perfino cantori che lo intrattenessero. Ma come egli scoprì, questo non era che un “correr dietro al vento”. — Eccl. 2:3-23.
Un’illustrazione se ne può vedere nei tempi moderni nell’allontanamento dell’uomo dalla vita naturale in quest’epoca industriale, e nello sviluppo di una società tecnologica artificiale che in molti casi ha creato una vita di lavoro faticoso e monotonia. Come mai?
Mentre una vita di semplice povertà è ovviamente indesiderabile e reca fatica, la prosperità dell’epoca industriale non è stata senza il suo duro lavoro. La produzione in massa ha legato molte persone a occupazioni nelle quali ripetono una piccola operazione centinaia di volte al giorno, senza niente che faccia progredire il lavoratore mentalmente o spiritualmente. E nel mondo degli affari l’incessante pressione per eccellere nei profitti crea un’oppressione che consuma gli uomini.
La futilità di questa specie di vita, con tutto il suo monotono lavoro sempre uguale, con la sua brevità e la sua vacuità, induce molte persone a chiedersi: È questo tutto ciò che vi è nella vita? È questo ciò che Dio ha provveduto per il genere umano? No, e una considerazione dei cicli che Dio ha posto nelle cose naturali, descritte da
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