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Gli eruditi cattolici sono leali alla Parola di Dio?La Torre di Guardia 1984 | 15 febbraio
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ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. (Giovanni 14:26, Ge) Inoltre la testimonianza dell’apostolo Paolo in merito alla risurrezione di Cristo concorda perfettamente con quella dei racconti evangelici. — I Corinti 15:1-8.
Sarete leali alla Parola di Dio?
La Chiesa Cattolica incoraggia ufficialmente i laici a leggere la Bibbia. Eppure, come abbiamo visto, molte affermazioni dei suoi studiosi tradiscono in effetti una mancanza di lealtà alla Bibbia.
Che dire di voi? Considerate la Bibbia come l’ispirata Parola di Dio? In caso affermativo, siate leali ad essa. Leggete e studiate regolarmente le Scritture. Certo, la Bibbia è scritta in un modo tale che sono necessari strumenti umani per capirne chiaramente il messaggio. Ma non farebbero bene tutti quelli che amano la verità ad accertarsi che coloro ai quali si rivolgono per essere aiutati a capire la Parola di Dio siano veramente leali ad essa?
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1984 | 15 febbraio
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Domande dai lettori
◼ Quando Ebrei 8:13 dice che il patto della Legge ‘invecchia ed è presso a sparire’, si riferisce forse alla fine, allora imminente, del sistema giudaico nel 70 E.V.?
No. Alcuni spiegano così Ebrei 8:13. Ma il contesto indica che si riferisce alla condizione del patto della Legge a partire da quando Geremia predisse il nuovo patto.
Nel capitolo 8 di Ebrei l’apostolo Paolo fa un paragone fra due patti. Il “primo patto” era quello della Legge, del quale era stato mediatore Mosè. Il “secondo” patto, il nuovo, è un ‘patto migliore’, che ha per mediatore Gesù e che “è stato legalmente stabilito su promesse migliori”. — Ebrei 8:6, 7.
Paolo cita Geremia 31:31-34, dove Geova aveva promesso di ‘concludere con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto’. Quindi l’apostolo scrive: “Dicendo ‘un nuovo patto’ egli ha reso il precedente antiquato. Ora ciò che è reso antiquato e invecchia è presso a sparire”. — Ebrei 8:13.
Il libro di Ebrei fu scritto durante il “termine dei sistemi di cose [giudaici]”, probabilmente circa nove anni prima che i romani distruggessero Gerusalemme nel 70 E.V. (Ebrei 9:26) Alcuni hanno quindi spiegato così questo versetto: Dio cessò di approvare la Legge con la morte di Gesù, ma l’adorazione nel tempio continuò fino al 70 E.V. Per cui quando Paolo scrisse Ebrei 8:13 il patto della Legge stava ‘invecchiando e si accingeva a sparire del tutto’ nel 70 E.V.
Comunque, c’è un’altra spiegazione che si adatta meglio al contenuto del capitolo 8 di Ebrei.
Paolo stava sottolineando ciò che Dio aveva detto tramite Geremia circa un nuovo patto che avrebbe preso il posto del patto della Legge, il quale non era senza difetto in quanto non poteva produrre un popolo giusto. (Romani 3:20) Ai giorni di Geremia gli ebrei dovettero rimanere sorpresi sentendo che il patto della Legge sarebbe stato sostituito da un nuovo patto in grado di rendere possibile il completo perdono dei peccati.
Ma una volta che Dio ebbe specificamente predetto il nuovo patto, il vecchio divenne in un certo senso antiquato. Anche se Dio lo lasciò sussistere fino all’arrivo del Messia, che servì quale Mediatore del nuovo patto, si può dire che il patto della Legge ebbe i giorni contati dal momento in cui Geremia scrisse quanto sopra. Per questo il versetto inizia così: “Dicendo ‘un nuovo patto’ egli ha reso il precedente antiquato”. Oppure, come lo rende J. B. Phillips, “il semplice fatto che Dio parli di un nuovo patto . . . rende il vecchio sorpassato”.
La decretata obsolescenza del patto della Legge, da che fu scritto Geremia 31:31-34, divenne pienamente realtà quando la morte di Gesù pose fine alla Legge. Perciò, circa 28 anni dopo, Paolo poté aggiungere nel versetto successivo: “Da parte sua, quindi, il patto precedente aveva ordinanze di sacro servizio e il suo luogo santo su questa terra”. — Ebrei 9:1.
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