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EzechiaAusiliario per capire la Bibbia
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Geova stesso aveva detto: “Per certo io difenderò questa città per salvarla per amore di me stesso e per amore di Davide mio servitore”. — II Re 19:8-34; Isa. 37:8-35.
Durante la notte Geova mandò il suo angelo che abbatté 185.000 dei migliori soldati di Sennacherib, “ogni potente uomo di valore, e ogni condottiero e capo nel campo del re d’Assiria, così che egli tornò con vergogna di faccia al suo proprio paese”. Poi “avvenne che mentre si inchinava nella casa di Nisroc suo dio, Adrammelec e Sarezer, suoi propri figli, lo abbatterono con la spada”. Così fu sventata la minaccia di Sennacherib contro Gerusalemme. — II Cron. 32:21; Isa. 37:36-38.
LA VITA DI EZECHIA MIRACOLOSAMENTE PROLUNGATA
Mentre Sennacherib minacciava Gerusalemme, Ezechia fu colpito da un foruncolo maligno. Il profeta Isaia gli consigliò di sistemare i suoi affari e prepararsi a morire. Finora Ezechia non aveva avuto un figlio, perciò sembrava che la discendenza reale di Davide rischiasse di essere interrotta. Ezechia pregò con fervore Geova e pianse, allora Geova rimandò Isaia a informarlo che avrebbe avuto altri quindici anni di vita. Come segno miracoloso l’ombra sarebbe tornata indietro di dieci gradini sulla “scala di Acaz”. (Vedi MERIDIANA) Nel terzo anno dopo questo avvenimento Ezechia ebbe un figlio chiamato Manasse, che salì al trono dopo di lui. — II Re 20:1-11, 21; 21:1; Isa. 38:1-8, 21.
ERRORE E PENTIMENTO DI EZECHIA
Le Scritture dicono che “Ezechia non ricambiò secondo il beneficio resogli, poiché il suo cuore si insuperbì e ci fu indignazione contro di lui e contro Giuda e Gerusalemme”. (II Cron. 32:25) La Bibbia non precisa se la sua superbia si riferisse all’atto poco saggio di mostrare l’intero tesoro della sua casa e tutto il suo dominio ai messaggeri del re di Babilonia Berodac-Baladan (Merodac-Baladan) venuti a congratularsi per la guarigione di Ezechia. Forse Ezechia fece sfoggio di tutta questa ricchezza per impressionare il re di Babilonia, un possibile alleato contro il re d’Assiria. Ciò naturalmente poteva eccitare l’avidità dei babilonesi. Il profeta Isaia era contrario a qualsiasi alleanza o amicizia con Babilonia, da sempre nemica di Dio. Quando seppe come Ezechia aveva accolto i messaggeri di Babilonia, Isaia pronunciò la profezia ispirata da Geova che i babilonesi gli avrebbero col tempo portato via tutto, inclusi alcuni discendenti. Ezechia allora si umiliò e Dio benignamente promise che la calamità non sarebbe venuta ai suoi giorni. — II Re 20:12-19; II Cron. 32:26, 31; Isa. 39:1-8.
A Gerusalemme, all’epoca del profeta Geremia, alcuni capi del popolo parlarono bene di Ezechia per la sua umiltà nel prestare ascolto a Michea di Moreset, il profeta di Geova. — Ger. 26:17-19.
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EzechieleAusiliario per capire la Bibbia
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Ezechiele
(Ezechièle) [Dio rafforza].
Figlio del sacerdote Buzi. Era fra i prigionieri portati a Babilonia da Nabucodonosor insieme a Ioiachin nel 617 a.E.V. Ebbe le prime visioni di Dio “nel trentesimo anno, nel quarto mese, il quinto giorno del mese”, nel “quinto anno dell’esilio del re Ioiachin”. Ezechiele profetizzava agli ebrei che vivevano presso il fiume Chebar, secondo alcuni studiosi moderni uno dei grandi canali babilonesi. Il “trentesimo anno” sembra riferirsi all’età di Ezechiele; in quel tempo cominciò la sua opera di profeta. — Ezec. 1:1-3.
Ezechiele era dunque sui ventisei anni quando andò in cattività insieme a Ioiachin nel 617 a.E.V. Essendo di famiglia sacerdotale, senza dubbio conosceva bene il tempio, la sua sistemazione e tutte le attività che vi si svolgevano, ed era ben versato nella Legge.
Certamente Ezechiele conosceva bene Geremia e le profezie che aveva pronunciate molto tempo prima, dato che Geremia aveva profetizzato a Gerusalemme durante la giovinezza di Ezechiele. E inoltre Ezechiele aveva avuto il vantaggio di vivere in Giuda durante parte del regno del giusto re Giosia, che aveva distrutto le immagini scolpite e gli altari di Baal, si era accinto a riparare il tempio e, quando era stato rinvenuto nel tempio il libro della Legge (evidentemente un originale scritto da Mosè), aveva intensificato in Giuda la riforma a favore della pura adorazione. (II Cron. cap. 34) L’attività profetica di Ezechiele fu contemporanea a quella di Daniele.
Ezechiele prestava servizio per la popolazione ebraica e i suoi capi nella regione di Babilonia dove continuò l’opera dei profeti. Perciò, mentre gli ebrei in Gerusalemme avevano il tempio col suo sommo sacerdote e Geremia, sacerdote e profeta, quelli in Babilonia non furono abbandonati da Geova: Ezechiele era per loro un profeta di Dio e, anche se non immolava sacrifici, era là per consigliarli e istruirli nella legge di Dio.
C’era una stretta relazione fra l’opera profetica di Geremia e quella di Ezechiele, poiché entrambi confutavano e cercavano di dissipare dalla mente degli ebrei a Gerusalemme e in Babilonia l’idea che Dio avrebbe presto posto fine alla dominazione babilonese e che Gerusalemme non sarebbe caduta. Anzi Geremia mandò una lettera ai prigionieri nel paese di Babilonia, dicendo loro di sistemarsi e stare in pace a Babilonia perché avrebbero dovuto attendere settant’anni prima di essere liberati. Senza dubbio Ezechiele poté udire le parole di quella lettera. E può anche aver sentito leggere il libro che Geremia mandò in seguito per predire la caduta di Babilonia. — Ger. cap. 29; Ger. 51:59-64.
PROFETIZZÒ A PERSONE ‘OSTINATE’
I prigionieri in Babilonia avevano agli occhi di Geova una posizione migliore degli ebrei rimasti in Palestina, com’è illustrato da un canestro di fichi buoni e uno di fichi cattivi visti da Geremia. (Ger. cap. 24) Ma ciò nonostante Ezechiele non ebbe un compito facile, perché gli israeliti prigionieri facevano sempre parte di quella casa ribelle e, come gli fu detto, “ci sono degli ostinati e cose che ti pungono e tu dimori fra scorpioni”. (Ezec. 2:6) Per comando di Geova prese dimora fra gli esiliati a Tel-Abib presso il fiume Chebar. (Ezec. 3:4, 15) Anche se erano in esilio gli ebrei abitavano in case di loro proprietà. (Ger. 29:5) Almeno fino a un certo punto, potevano continuare a essere organizzati in quanto alla religione. Gli anziani di Giuda furono in grado di recarsi più volte da Ezechiele. (Ezec. 8:1; 14:1; 20:1) Anche quando giunse il momento della restaurazione alla fine dei settant’anni, molti di quegli ebrei non vollero lasciare Babilonia.
MORTE DELLA MOGLIE
Ezechiele dice di aver ricevuto il suo incarico presso il fiume Chebar nel quinto anno dell’esilio del re Ioiachin (cioè nel 613 a.E.V.). Profetizzò almeno per ventidue anni fino al 591 a.E.V., la sua ultima profezia datata è infatti del ventisettesimo anno della prigionia. (Ezec. 29:17) Pare che Ezechiele fosse felicemente sposato. Poi Geova gli disse: “Figlio d’uomo, ecco, io tolgo da te la cosa desiderabile ai tuoi occhi con un colpo”. (Ezec. 24:16)
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