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DarioAusiliario per capire la Bibbia
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che tutelava gli interessi dell’impero a O dell’Eufrate, e altri funzionari, scrissero una lettera a Dario re di Persia, per avvertirlo dei lavori di costruzione, informarlo che gli ebrei sostenevano la legalità del progetto, e chiedere che si consultassero gli archivi reali per vedere se esisteva qualche documento scritto a conferma della loro affermazione. (Esd. 5:3-17) La dichiarazione degli ebrei che metteva in contrasto l’operato del caldeo Nabucodonosor, distruttore del tempio, con quello del persiano Ciro, che ne autorizzò la ricostruzione, dovette avere un benefico e felice effetto su Dario il quale, nei primi anni di regno, aveva dovuto affrontare due rivoltosi che avevano entrambi assunto il nome di Nabucodonosor (detti Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV dagli storici), si dichiaravano figli di Nabonedo e volevano l’indipendenza di Babilonia dall’impero persiano.
Consultando gli archivi di Ecbatana, antica capitale della Media, si scoprì il documento firmato da Ciro. Dario allora ordinò al governatore Tattenai che lui e gli altri funzionari non solo non dovevano interferire coi lavori del tempio ma dovevano anche provvedere i fondi necessari alla ricostruzione attingendoli dal “tesoro reale della tassa oltre il Fiume”, come pure gli animali e altre cose necessarie per i sacrifici. Chiunque avesse violato l’ordine del re doveva essere messo al palo e la sua casa “trasformata in latrina pubblica”. — Esd. 6:1-12.
Con tale cooperazione ufficiale, e col continuo incoraggiamento profetico (Zacc. 7:1; 8:1-9, 20-23), i lavori del tempio furono felicemente portati a termine “nel sesto anno del regno di Dario” (Esd. 6:13-15; probabilmente verso il 5–6 marzo del 515 a.E.V.). Dal momento che diverse iscrizioni rivelano che Dario era un fervente adoratore di Ahura Mazda, è evidente che la sua azione, pur servendo al proposito di Geova Dio e avendo senza dubbio la sua direttiva, era dovuta più che altro al rispetto per l’irrevocabilità delle leggi medo–persiane ed era in armonia con la politica di tolleranza del governo di Dario, tolleranza messa in evidenza in alcune iscrizioni.
ULTIME SPEDIZIONI IN GRECIA
Verso la fine del secolo, varie città greche della Ionia si ribellarono contro la dominazione persiana e, benché la rivolta fosse stata soffocata, Dario decise di punire Atene ed Eretria per aver prestato aiuto alle città ribelli. Questo provocò l’invasione persiana della Grecia, che tuttavia, nel 490 a.E.V., finì con la sconfitta degli eserciti di Dario nella battaglia di Maratona. Dario fece accurati preparativi per un’altra spedizione in Grecia, ma non poté attuarla poiché nel 486 a.E.V. morì. Gli successe al trono il figlio Serse.
3. Neemia 12:22 menziona il censimento dei leviti, capi delle rispettive case paterne, “ai giorni di Eliasib, Ioiada e Ioanan e Iaddua . . . fino al regno di Dario il Persiano”. Dato che Eliasib era sommo sacerdote al tempo del ritorno di Neemia a Gerusalemme (Nee. 3:1) e che, quando Neemia si recò una seconda volta a Gerusalemme (durante o dopo il trentaduesimo anno di Artaserse [ca. 443 a.E.V.]), Ioiada aveva un figlio sposato (Nee. 13:28), probabilmente il “Dario” qui menzionato era Dario II, Oco (detto anche Noto, cioè “figlio illegittimo” di Artaserse I), che regnò dal 423 al 404 a.E.V.
Fra i papiri di Elefantina è stata ritrovata una lettera che risale agli ultimi anni del V secolo a.E.V., dov’è menzionato “Ioanan” in quel tempo sommo sacerdote a Gerusalemme.
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DatanAusiliario per capire la Bibbia
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Datan
Vedi ABIRAM.
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DatteroAusiliario per capire la Bibbia
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Dattero
Frutto della palma da datteri (Phoenix dactylifera), comune in Palestina. I datteri sono ovali, carnosi e dolci, e producono un unico seme.
Nella Bibbia i datteri sono menzionati solo indirettamente. — Cant. 5:11; 7:7, 8.
[Figura a pagina 318]
Grappoli di datteri
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DavideAusiliario per capire la Bibbia
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Davide
[“amato”, o, forse, forma abbreviata di “amato di Iah”].
Pastore, musicista, poeta, soldato, statista, profeta e re che si distingue per l’importanza che ha nelle Scritture Ebraiche. Focoso combattente sul campo di battaglia, perseverò nelle avversità, fu un forte condottiero il cui coraggio e la cui forza non vennero mai meno, eppure abbastanza umile da riconoscere i propri errori e pentirsi dei gravi peccati; fu un uomo capace di tenera compassione e misericordia, amante della verità e della giustizia, e, soprattutto, ebbe assoluta fiducia in Geova suo Dio.
Davide era discendente di Boaz e Rut, e, attraverso Perez, aveva come antenato Giuda. (Rut 4:18-22; Matt. 1:3-6) Era il minore degli otto figli di Iesse e aveva anche due sorelle o sorellastre. (I Sam. 16:10, 11; 17:12; I Cron. 2:16) Uno dei fratelli di Davide morì evidentemente senza figli e non è più menzionato in successive genealogie. (I Cron. 2:13-16) Della madre di Davide non viene fatto il nome. Alcuni hanno pensato che Naas fosse sua madre, ma più probabilmente Naas era il padre delle sorellastre di Davide. — II Sam. 17:25.
Betleem, 8 km circa a S di Gerusalemme, era il paese nativo di Davide, dove avevano vissuto i suoi antenati Iesse, Obeb e Boaz, e che a volte era chiamato “città di Davide” (Luca 2:4, 11; Giov. 7:42), da non confondere con “la città di Davide”, cioè
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