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Conobbero la verità intorno ai testimoni di GeovaLa Torre di Guardia 1969 | 15 ottobre
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La polizia andò e arrestò tutti, compresa la moglie contraria. Ella cercò in tutti i modi di convincerli che non era testimone di Geova ma di essere, infatti, loro molto contraria. La polizia pensò che inventasse questa storia per evitare l’arresto.
Ella fu messa in prigione col resto dei Testimoni, e, come andò a finire, questo fu proprio ciò che le fece capire che i testimoni di Geova sono i veri cristiani e che il sacerdote aveva agito in una maniera assai anticristiana. Immediatamente dopo essere stata rilasciata dalla prigione col resto dei Testimoni, chiese loro di studiare la Bibbia con lei e dispose di frequentare tutte le loro adunanze. Fece rapido progresso e subito dedicava molte ore al mese, insegnando ad altri le verità della Bibbia.
Sì, quando le persone di cuore onesto conoscono la verità intorno ai testimoni di Geova questo influisce sulla loro vita. Desiderano partecipare all’opera che i Testimoni oggi compiono. Molti che prima erano contrari ai servitori di Dio sono ora nelle loro file, esultando nella speranza di adorare il solo vero Dio per sempre su una terra paradisiaca dove prevarrà solamente la vera religione.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1969 | 15 ottobre
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Domande dai lettori
● Qual è il significato della dichiarazione di Gesù, in Matteo 17:26, secondo cui “i figli sono esenti dalle tasse”? — E.D., U.S.A.
Mediante un’illustrazione Gesù mostrava perché egli, come Figlio di Dio, non era obbligato a pagare la tassa del tempio abituale fra i Giudei, tassa che era riscossa dagli esattori quando in un certo tempo dell’anno visitavano ciascuna città della Giudea. Dopo la caduta di Gerusalemme, i Romani riscossero questa tassa, e Giuseppe Flavio dice che Cesare “ai Giudei, ovunque fossero, . . . impose una tassa, ordinando che ciascuno ogni anno pagasse due dramme per il Campidoglio, come contribuivano in precedenza per il tempio di Gerusalemme”. — La guerra giudaica, VII, 6,6.
Il racconto si trova solo nel Vangelo di Matteo e dice: “Arrivati a Capernaum, gli uomini che raccoglievano le due dramme di tassa s’accostarono a Pietro e dissero: ‘Il vostro maestro non paga le due dramme di tassa?’ Egli disse: ‘Sì’. Comunque, entrato nella casa, Gesù lo prevenne, dicendo: ‘Che ne pensi, Simone? Da chi i re della terra ricevono imposte o tributi? Dai loro figli o dagli estranei?’ Avendo egli detto: ‘Dagli estranei’, Gesù gli disse: ‘Realmente, dunque, i figli sono esenti dalle tasse. Ma per non farli inciampare, . . . dalla loro per me e per te’”. — Matt. 17:24-27.
Possibilmente nel tentativo di coinvolgere Gesù in qualche infrazione dell’usanza accettata, Pietro fu interrogato riguardo alla posizione di Gesù. Considerando successivamente la cosa con Pietro, Gesù indicò che, nel normale andamento delle cose, i re della terra non impongono tasse ai loro figli, ma, piuttosto, le impongono ad altri, agli estranei. I figli sono esenti dalle tasse.
Il punto che Gesù indicava era che quale Figlio di Dio, secondo la pratica normale, aveva diritto a chiedere l’esenzione. Questo avveniva in base al fatto che il figlio del re appartiene alla casa reale che non paga la tassa, ma per cui si riscuote. In modo simile, il Padre di Gesù, Re dell’universo, era l’Iddio adorato nel tempio, per cui il Figlio non era obbligato a seguire l’usanza, non essendo la cosa richiesta per legge. (Eso. 15:18; 1 Tim. 1:17) Ciò nondimeno, non volendo far inciampare altri dando l’idea che egli non sostenesse l’adorazione praticata nel tempio, Gesù fece in modo che la tassa venisse pagata.
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