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CanaliAusiliario per capire la Bibbia
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l’acqua a un livello superiore, tuttora in uso, era quello dello shaduf. Un recipiente fissato all’estremità di un palo munito di un contrappeso veniva abbassato nel fiume o canale e alzato dall’operatore, che versava l’acqua in un bacino o canale più alto. La Bibbia dice che in Egitto gli israeliti dovevano irrigare col piede, cosa che poteva riferirsi all’uso di una ruota idraulica a pedale o all’usanza di convogliare l’acqua in canali diversi spingendo la terra col piede o aprendo la riva di un canale per deviare la corrente. — Deut. 11:10, NW, nota in calce.
IN MESOPOTAMIA
Nel tratto di terra fra l’Eufrate e il Tigri non piove quasi mai, ma durante la stagione delle piogge il livello dei fiumi sale minaccioso e il paese è inondato, così che la parte meridionale della Mesopotamia diventa un “mare” desolato. Per evitare inondazioni catastrofiche e conservare parte dell’acqua da usare in seguito, venne costruito un elaborato sistema di dighe, chiuse, canali e bacini di raccolta. Nello scavare un canale la terra estratta veniva accumulata ai lati formando un argine. Grandi chiuse regolavano il flusso dell’acqua. Canali scavati nell’argine si potevano prontamente chiudere o aprire per regolare il flusso nei piccoli fossati che irrigavano gli orti. Lo shaduf e altri mezzi erano impiegati per portare l’acqua in zone con elevazione superiore a quella del canale. Pur essendo desolato quand’è senz’acqua, il tratto di terra fra i fiumi è assai fertile se viene irrigato.
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CancelliereAusiliario per capire la Bibbia
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Cancelliere
Alto funzionario alla corte dei re d’Israele. Il titolo è tradotto da una forma del verbo ebraico zakhàr, che significa “ricordare”. Le sue mansioni non sono descritte nella Bibbia, ma evidentemente era il cronista ufficiale del regno, informava il re di quello che avveniva nel reame e portava alla sua attenzione questioni importanti, dandogli consigli in merito.
A volte il cancelliere rappresentava il re in importanti questioni nazionali, infatti Ioa figlio di Asaf fu uno dei funzionari del re Ezechia che andarono a parlare con l’assiro Rabsache che minacciava Gerusalemme. (II Re 18:18, 37) Un altro cancelliere, Ioa figlio di Gioacaz, ebbe l’incarico di provvedere alle riparazioni del tempio. (II Cron. 34:8) Anche alla corte di Davide e di Salomone c’era un cancelliere. — II Sam. 8:16; 20:24; I Re 4:3.
Nelle Scritture Greche Cristiane “cancelliere” traduce il sostantivo greco grammatèus, che significa scriba, uomo di lettere. Nell’amministrazione comunale delle città libere dell’Asia Minore, sotto l’impero romano, il cancelliere era il funzionario più importante. Evidentemente era eletto dal popolo ed era il principale esponente dell’amministrazione cittadina. Sotto certi aspetti potremmo paragonarlo a un sindaco odierno. Perciò aveva molta influenza sugli affari cittadini, e la sua dignità era tenuta in maggior onore di quella indicata dai termini “segretario” o “scriba” usati da alcune versioni italiane della Bibbia in Atti 19:35, dove ricorre grammatèus in un contesto e con un significato diverso da quello normalmente riferito agli scribi ebrei. L’influenza del cancelliere di una città è dimostrata dal modo in cui questo funzionario calmò la folla che minacciava Paolo e i suoi compagni a Efeso. — Atti 19:35-41.
Nelle città della provincia dell’Asia, il cancelliere era responsabile presso le autorità romane di far rispettare la legge e l’ordine nella sua giurisdizione. Questo spiega almeno in parte la preoccupazione espressa dal cancelliere per i disordini provocati dagli argentieri di Efeso contro la predicazione dell’apostolo Paolo. Si era raccolta una folla disordinata e c’era stato un assembramento non autorizzato nel teatro. Potevano essere accusati di sedizione, come il cancelliere fece notare alla popolazione. Egli temeva che i romani l’avrebbero ritenuto personalmente responsabile.
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CancrenaAusiliario per capire la Bibbia
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Cancrena
Disfacimento dei tessuti in una parte del corpo, come un dito o un piede; necrosi.
L’apostolo Paolo usa il termine “cancrena” in senso figurativo a proposito dell’insegnamento di dottrine false e di “discorsi vuoti che violano ciò che è santo”. Fa notare che tali discorsi costituiscono un pericolo per l’intera congregazione: “Poiché essi progrediranno sempre più in empietà, e la loro parola si spargerà come cancrena”. Poi fa alcuni esempi: “Imeneo e Fileto sono di tale numero. Questi stessi uomini han deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione sia già avvenuta; e sovvertono la fede di alcuni”. (II Tim. 2:16-18) Dato che Paolo prima aveva paragonato la congregazione a un corpo con molte membra — piedi, mani, ecc. (I Cor. cap. 12) — l’uso figurativo di cancrena, col pericolo che costituisce per il corpo umano, sottolinea ancor più l’importanza di eliminare ogni falsa dottrina e discorso empio dalla congregazione cristiana.
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CandaceAusiliario per capire la Bibbia
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Candace
(Candàce) [forse, regina].
Regina d’Etiopia il cui tesoriere divenne cristiano. (Atti 8:27) Più che uno specifico nome personale, “Candace”, come “Faraone” e “Cesare”, è considerato un titolo. Antichi scrittori, fra cui Strabone, Plinio il Vecchio ed Eusebio, usarono questo titolo parlando delle regine d’Etiopia. Plinio il Vecchio (ca. 23–79 E.V.), nella sua Naturalis Historia, scrive: “Gli edifici della città [Meroe, capitale dell’antica Etiopia] erano pochi; vi regnava una donna di nome Candace, nome che si era tramandato per molti anni a quelle regine”.
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CandelabroAusiliario per capire la Bibbia
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Candelabro
[ebr. menohràh; gr. lykhnìa].
Sostegno che serviva di supporto a una sorgente luminosa, ad esempio una o più lampade a olio. Pur menzionando lampade o candelabri usati nelle case e in altri edifici (II Re 4:10; Dan. 5:5; Luca 8:16; 11:33), la Bibbia dà risalto soprattutto ai candelabri associati alla vera adorazione.
NEL TABERNACOLO
Geova ordinò in visione a Mosè di fare un candelabro d’oro puro, a sbalzo, da usare nel tabernacolo. Insieme alle relative lampade e agli utensili doveva pesare un talento (Eso. 25:31, 39, 40; 37:17, 24; Num. 8:4), pari a 34 kg circa.
Descrizione
Questa sorgente luminosa per “il Luogo Santo”, il compartimento anteriore del tabernacolo (Ebr. 9:2), era composta di un fusto centrale con sei bracci. Questi bracci si curvavano all’in su ai due lati del fusto principale. Lo stelo o fusto centrale era ornato di quattro calici scolpiti a forma di fiore di mandorlo, con pomi e fiori alternati. Non è sicuro di che tipo fossero questi fiori, dato che il termine ebraico può indicare qualsiasi fiore. Su ciascun braccio c’erano tre calici, con pomi e fiori alternati. Secondo la descrizione i pomi si trovavano nel punto in cui i bracci si congiungevano al fusto centrale. Le lampade in cui bruciava
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